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L'EUCD non era abbastanza



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COMUNICATO STAMPA


	      Un nuovo acronimo contro i diritti digitali:
		       dopo l'EUCD arriva l'IPED

	    L'Associazione Software Libero chiede il rifiuto
   della Direttiva per il Rafforzamento della Proprietà Intellettuale


Un altro rischio incombe  sull'Europa: dopo l'EUCD arriva l'Intellectual
Property    Enforcement   Directive   (http://www.europa.eu.int/cgi-bin/
eur-lex/udl.pl?REQUEST=Service-Search&LANGUAGE=en&GUILANGUAGE=en&SERVICE
=all&COLLECTION=com&DOCID=503PC0046),  una nuova direttiva nel cui testo
sono presenti  concetti e precetti  pericolosi  non solo per il software
libero.

Il  prossimo 11  settembre la  commissione JURI  del  Parlamento Europeo
discuterà  una Direttiva  (Intellectual Property  Enforcement Directive)
che  richiede  forme di  criminalizzazione  della cosiddetta  violazione
della proprietà intellettuale.

Col   termine  "proprietà   intellettuale"  si   comprendono  discipline
giuridiche  molto diverse  fra loro,  come il  copyright, i  brevetti, i
marchi,  i nomi  a  dominio  Internet, le  quali  comportano problemi  e
richiedono  tutele  nient'affatto  uniformi.   L'effetto  di  uniformare
queste discipline, addirittura  dal punto di vista penale,  è di ridurre
drasticamente  le   libertà  civili  dei   cittadini  europei,  rendendo
oltretutto  legalmente rischiose  le attività  legate  all'innovazione e
alla competizione tecnologica.

In questi giorni una  coalizione internazionale di associazioni e gruppi
hanno  avviato  una  campagna  (CODE,  Coalition  for  an  Open  Digital
Environment) tesa a  far conoscere i rischi di  questa nuova proposta di
direttiva nonché a chiedere ai parlamentari europei la non approvazione.

Sul sito della  campagna http://www.ipjustice.org/code.shtml è possibile
leggere  la lettera  spedita da  questa coalizione  ai  parlamentari che
fanno  parte  della  commissione  chiamata  l'11  settembre  prossimo  a
discutere ed eventualmente approvare questa direttiva.

L'Associazione  Software   Libero  condivide  tutte   le  preoccupazioni
espresse dalla  coalizione e  rimarca come ancora  una volta  con questa
direttiva, come con la precedente EUCD, si danneggiano i cittadini.

Anziché  limitarsi  a  colpire  chi  trae  illegalmente  profitto  dalle
violazioni del diritto d'autore, si colpiscono gli utenti, declassandoli
dal  ruolo  di   cittadini  a  quello  di  clienti   privi  di  diritti,
condannandoli ad  una fruizione  arbitrariamente limitata delle  opere e
minacciando la  loro riservatezza.  Come  se non bastasse,  la direttiva
minaccia lo  sviluppo della  concorrenza e dell'innovazione  nel mercato
dell'informazione digitale.


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