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Praga: Marx fuorilegge?
Processo per «apologia di comunismo»
PRAGA DECIDE CHE MARX E' FUORILEGGE
Francesca Sforza, "La Stampa" del 18 Agosto
BERLINO - Se Togliatti è in paradiso, come dice Andreotti, quaggiù in terra
i comunisti non se la passano per niente bene. Ne sa qualcosa David Pecha,
ragazzo moravo di ventisei anni, che per aver scritto su un giornaletto di
sinistra che l'unico rimedio all'ingiustizia sociale è la dittatura del
proletariato, si è visto condurre davanti a un tribunale dalle autorità
della Repubblica Ceca con l'accusa - niente meno - di apologia di comunismo.
L'udienza decisiva è prevista per il prossimo 23 settembre, quando David
dovrà dimostrare davanti alla Corte di Sumperk, cittadina a duecento
chilometri da Praga, che i suoi articoli sul "Pochoden" (La Fiaccola)
potranno pure essere un po' estremisti, ma non al punto di meritare otto
anni di carcere, come ha chiesto il pubblico ministero Vlastimil Flasar.
«L' imputato Pecha - ha dichiarato il suo accusatore - si lamenta
delle ingiustizie sociali, e su questo posso anche essere d'accordo, ma come
unica soluzione propone di fare la rivoluzione e instaurare la dittatura del
proletariato, e questo invece è contro la legge».
Poco importa che la legge ceca preveda il reato di associazione eversiva,
che al limite sarebbe suonato meno ridicolo di quello di apologia di
comunismo (soprattutto in un paese in cui i comunisti siedono ancora in
Parlamento legittimamente eletti dal dodici per cento della popolazione). E
poco importa anche che con la fine del comunismo, quello vero, la Repubblica
Ceca stia oggi per entrare nell'Unione Europea: in cui ne succedono tante, è
vero, ma una cosa così non si era ancora mai sentita.
Gli organismi internazionali per la libertà di stampa guardano con molta
attenzione al verdetto della Corte di Sumperk, che tra l'altro sarà
pronunciato da una giudice di qualche anno più grande dell'imputato, alla
sua prima prova in aula. Una condanna a David Pecha, se non sostanziata da
prove che dimostrino un collegamento diretto con gruppi armati,
significherebbe l'inizio di una crociata sul diritto d'opinione che rischia
di coinvolgere tutte le giovani democrazie dell'Est europeo, con inevitabili
ricadute sui delicati equilibri dell'Unione.
«La magistratura sta facendo un grosso errore - spiega Peter Uhl,
socialdemocratico ed editorialista del quotidiano "Pravo". - Stanno
perseguendo una persona che ha forse idee estremiste, ma in nessun modo è un
criminale. Non c'è alcuna prova che abbia commesso azioni violente, o che
abbia istigato alla violazione delle regole democratiche. E' una vicenda
assurda: in una società democratica non si può punire una persona per le
proprie opinioni». Dalle colonne del "Pravo", Peter Uhl ha lanciato un
appello ai comunisti che siedono nel Parlamento ceco per sostenere la causa
di David Pecha e della libertà d'espressione. «Non ho ricevuto nessuna
risposta - dice - e so di aver creato molto imbarazzo». Pare che i comunisti
non considerino il ragazzo «abbastanza» comunista. Solidarietà al compagno
Pecha, dunque, comunque vada.