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Petizione: Fermate subito la costruzione del muro
- Subject: Petizione: Fermate subito la costruzione del muro
- From: Sergio Yahni <sergio@alt-info.org> (by way of francesco iannuzzelli <francesco@peacelink.org>)
- Date: Fri, 25 Jul 2003 21:12:03 +0200
- Organization: peacelink
- User-agent: KMail/1.4.3
Da Sergio Yahni sergio@alt-info.org, sergio_yahni@yahoo.com
Tradotto da Susanna Valle melodr88@hotmail.com per PeaceLink
http://italy.peacelink.org/palestina/articles/art_1097.html
Da firmare e diffondere
Fermate subito la costruzione del muro
Il governo israeliano sta attualmente facendo costruire il 'Muro di
Separazione', definito con un eufemismo anche 'Recinzione di sicurezza', che
dovrebbe bloccare gli 'attacchi terroristici' (ma che certamente non eviterà
che missili ed elicotteri colpiscano i loro obiettivi umani) per un costo
preventivato di due bilioni di dollari nel bel mezzo dei territori occupati
della West Bank. Esistono anche dei piani per completarlo lungo la riva del
Giordano. In ogni caso sta già creando una situazione con conseguenze
tragiche incommensurabili. Ma in questo momento, le reazioni e le obiezioni
da parte delle organizzazioni internazionali, dei governi, della pubblica
opinione fuori e dentro Israele (con la notevole eccezione di alcuni gruppi
coraggiosi come Gush Shalom, B'Tselem, Ta'yush), rimangono estremamente
limitate, come se tale costruzione fosse un ormai un dato di fatto, come se
la protesta dovesse aspettare che il lavoro venga terminato o come se si
dovessero mantenere delle precauzioni tattiche in un periodo di rinnovati
'colloqui di pace' sotto gli auspici degli Stati Uniti e di altre potenze
mondiali.
Spostando la popolazione direttamente o indirettamente, e/o privandola dei
mezzi di sussistenza (sradicando alberi, negando l'accesso all'acqua ed alle
terre coltivabili), dell'opportunità di studiare e lavorare, attraverso la
terribile limitazione della libertà di movimento, il Muro colpisce la
capacità del popolo palestinese di continuare a vivere, in maniera simile
alle espulsioni di massa del 1948 ed all'occupazione del 1967. Secondo una
stima, tra 90.000 e 210.000 palestinesi stanno per essere trasferiti dalle
loro case. Come tutti gli altri, anche questo progetto consiste nel rendere
le loro vite talmente impossibili che molti non avranno altra scelta che
abbandonare i loro villaggi ed il loro Paese. Le sanzioni del Muro rendono
irreversibili gli insediamenti ebraici (tutti illegali secondo il Diritto
internazionale), e la graduale confisca di Gerusalemme Est, cose che
trasformano il futuro 'Stato Palestinese vitale', sempre oggetto di promesse,
in una sorta di miscuglio raffazzonato di riserve e campi profughi,
generalizzando ed aggravando il modello già realizzato a Gaza. Esso
imprigiona i Palestinesi (o meglio, quella parte di loro che fin'adesso sono
riusciti a restare ed a resistere sulla loro terra) in una parte ristretta
della West Bank, dietro una tripla linea fatale costituita da concreto filo
spinato e da fortificazioni elettroniche, i cui precedenti nella storia
moderna appartengono senza possibilità di discussione alle tradizioni
totalitarie. Esso trasforma anche le 'Forze di difesa' israeliane e gli
stessi cittadini in un popolo di sentinelle. In poche parole, si tratta di
una nuova naqba che ha in serbo per il presente e per il futuro soltanto
carestia, deportazioni, terrore, guerra, abiezione, per quanto possano essere
raggiunti delle intese provvisorie attraverso gli accordi internazionali.
Resteremo allora a guardare questo processo senza sollevare alcuna protesta,
solo per scoprire in seguito la responsabilità di non essere intervenuti
mentre un crimine contro l'umanità veniva compiuto sotto i nostri occhi? I
firmatari di questa petizione rifiutano di accettare il Muro come
inevitabile, e condannano la viltà di quanti non hanno levato le loro voci
contro questa ingiustizia. I firmatari lanciano un appello urgente alle forze
democratiche ed ai governi, alle Nazioni Unite ed alle organizzazioni
umanitarie, alle comunità ebraiche nel mondo che conservano la memoria delle
loro passate sofferenze, ed alle autorità religiose, morali, accademiche e
legali. La costruzione del Muro deve essere fermata immediatamente.
L'opinione pubblica mondiale deve costringere il governo israeliano a
smantellare il Muro, a ritirarsi ed a ricostituire la terra palestinese della
quale si era appropriato e che aveva distrutto. Non è l'obiettivo di una
"negoziazione". E un imperativo morale e politico.
Per inserire il tuo nome, manda una e-mail a stopthewall@alt-info.org
O aderisci alla petizione on-line su
http://www.petitiononline.com/stw/petition.html
Primi firmatari:
Ariella AZOULAY, Bar-Ilan University, Israel
Etienne BALIBAR, University of Paris-Nanterre and University of California,
Irvine Daniel BOYARIN, University of California, Berkeley
Susan BUCK-MORSS, Cornell University, Ithaca
Judith BUTLER, University of California, Berkeley
Nabil EL HAGGAR, Université des Sciences et Techniques de Lille
Ghislaine GLASSON-DESCHAUMES, Directrice, Revue Transeuropéennes
Neve GORDON, Ben-Gurion University, Beer-Sheva
Barbara HAHN, Princeton University
Domenico JERVOLINO, Università Federico II, Napoli
Henri KORN, Académie des Sciences, Paris
Catherine LEVY, CNRS, Paris
Jean-Marc LEVY-LEBLOND, Université de Nice, Sophia-Antipolis
Michael L?WY, CNRS, Paris
Camille MANSOUR, Université Bir-Zeit et Université de Paris I
Panthéon-Sorbonne Joëlle MARELLI, traductrice, Paris
Fatma OUSSEDIK, Université d'Alger
Bruce ROBBINS, Columbia University, New-York
Peter SCH?TTLER, Centre Marc Bloch, Berlin
Marianne SCHULLER, Universit?t Hamburg
Immanuel WALLERSTEIN, Yale University
Sergio YAHNI, The Alternative Information Center, Jerusalem