[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

Petizione: Fermate subito la costruzione del muro



Da Sergio Yahni sergio@alt-info.org, sergio_yahni@yahoo.com
Tradotto da Susanna Valle melodr88@hotmail.com per PeaceLink
http://italy.peacelink.org/palestina/articles/art_1097.html


Da firmare e diffondere

Fermate subito la costruzione del muro


Il governo israeliano sta attualmente facendo costruire il 'Muro di 
Separazione', definito con un eufemismo anche 'Recinzione di sicurezza', che 
dovrebbe bloccare gli 'attacchi terroristici' (ma che certamente non eviterà 
che missili ed elicotteri colpiscano i loro obiettivi umani) per un costo 
preventivato di due bilioni di dollari nel bel mezzo dei territori occupati 
della West Bank. Esistono anche dei piani per completarlo lungo la riva del 
Giordano. In ogni caso sta già creando una situazione con conseguenze 
tragiche incommensurabili. Ma in questo momento, le reazioni e le obiezioni 
da parte delle organizzazioni internazionali, dei governi, della pubblica 
opinione fuori e dentro Israele (con la notevole eccezione di alcuni gruppi 
coraggiosi come Gush Shalom, B'Tselem, Ta'yush), rimangono estremamente 
limitate, come se tale costruzione fosse un ormai un dato di fatto, come se 
la protesta dovesse aspettare che il lavoro venga terminato o come se si 
dovessero mantenere delle precauzioni tattiche in un periodo di rinnovati 
'colloqui di pace' sotto gli auspici degli Stati Uniti e di altre potenze 
mondiali. 

Spostando la popolazione direttamente o indirettamente, e/o privandola dei 
mezzi di sussistenza (sradicando alberi, negando l'accesso all'acqua ed alle 
terre coltivabili), dell'opportunità di studiare e lavorare, attraverso la 
terribile limitazione della libertà di movimento, il Muro colpisce la 
capacità del popolo palestinese di continuare a vivere, in maniera simile 
alle espulsioni di massa del 1948 ed all'occupazione del 1967. Secondo una 
stima, tra 90.000 e 210.000 palestinesi stanno per essere trasferiti dalle 
loro case. Come tutti gli altri, anche questo progetto consiste nel rendere 
le loro vite talmente impossibili che molti non avranno altra scelta che 
abbandonare i loro villaggi ed il loro Paese. Le sanzioni del Muro rendono 
irreversibili gli insediamenti ebraici (tutti illegali secondo il Diritto 
internazionale), e la graduale confisca di Gerusalemme Est, cose che 
trasformano il futuro 'Stato Palestinese vitale', sempre oggetto di promesse, 
in una sorta di miscuglio raffazzonato di riserve e campi profughi, 
generalizzando ed aggravando il modello già realizzato a Gaza. Esso 
imprigiona i Palestinesi (o meglio, quella parte di loro che fin'adesso sono 
riusciti a restare ed a resistere sulla loro terra) in una parte ristretta 
della West Bank,  dietro una tripla linea fatale costituita da concreto filo 
spinato e da fortificazioni elettroniche, i cui precedenti nella storia 
moderna appartengono senza possibilità di discussione alle tradizioni 
totalitarie. Esso trasforma anche le 'Forze di difesa' israeliane e gli 
stessi cittadini in un popolo di sentinelle. In poche parole, si tratta di 
una nuova naqba che ha in serbo per il presente e per il futuro soltanto 
carestia, deportazioni, terrore, guerra, abiezione, per quanto possano essere 
raggiunti delle intese provvisorie attraverso gli accordi internazionali. 

Resteremo allora a guardare questo processo senza sollevare alcuna protesta, 
solo per scoprire in seguito la responsabilità di non essere intervenuti 
mentre un crimine contro l'umanità veniva compiuto sotto i nostri occhi? I 
firmatari di questa petizione rifiutano di accettare il Muro come 
inevitabile, e condannano la viltà di quanti non hanno levato le loro voci 
contro questa ingiustizia. I firmatari lanciano un appello urgente alle forze 
democratiche ed ai governi, alle Nazioni Unite ed alle organizzazioni 
umanitarie, alle comunità ebraiche nel mondo che conservano la memoria delle 
loro passate sofferenze, ed alle autorità religiose, morali, accademiche e 
legali. La costruzione del Muro deve essere fermata immediatamente. 
L'opinione pubblica mondiale deve costringere il governo israeliano a 
smantellare il Muro, a ritirarsi ed a ricostituire la terra palestinese della 
quale si era appropriato e che aveva distrutto. Non è l'obiettivo di una 
"negoziazione". E un imperativo morale e politico. 

Per inserire il tuo nome, manda una e-mail a stopthewall@alt-info.org

O aderisci alla petizione on-line su 
http://www.petitiononline.com/stw/petition.html


Primi firmatari:
Ariella AZOULAY, Bar-Ilan University, Israel
Etienne BALIBAR, University of Paris-Nanterre and University of California,
Irvine Daniel BOYARIN, University of California, Berkeley
Susan BUCK-MORSS, Cornell University, Ithaca
Judith BUTLER, University of California, Berkeley
Nabil EL HAGGAR, Université des Sciences et Techniques de Lille
Ghislaine GLASSON-DESCHAUMES, Directrice, Revue Transeuropéennes
Neve GORDON, Ben-Gurion University, Beer-Sheva
Barbara HAHN, Princeton University
Domenico JERVOLINO, Università Federico II, Napoli
Henri KORN, Académie des Sciences, Paris
Catherine LEVY, CNRS, Paris
Jean-Marc LEVY-LEBLOND, Université de Nice, Sophia-Antipolis
Michael L?WY, CNRS, Paris
Camille MANSOUR, Université Bir-Zeit et Université de Paris I
Panthéon-Sorbonne Joëlle MARELLI, traductrice, Paris
Fatma OUSSEDIK, Université d'Alger
Bruce ROBBINS, Columbia University, New-York
Peter SCH?TTLER, Centre Marc Bloch, Berlin
Marianne SCHULLER, Universit?t Hamburg
Immanuel WALLERSTEIN, Yale University
Sergio YAHNI, The Alternative Information Center, Jerusalem