Date: Fri, 25 Jul 2003 13:55:03
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Subject: Medici Senza Frontiere - Rapporto CONGO
COMUNICATO STAMPA
REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO
RAPPORTO DI MEDICI SENZA FRONTIERE
RDC, MSF denuncia l’assenza di protezione e assistenza per i civili
L’illusione della protezione può fare più male che bene
Roma/Parigi/Ginevra/Nairobi, 25 luglio 2003 Nel rapporto intitolato
“Ituri: le promesse non mantenute”, reso pubblico oggi,
l’organizzazione umanitaria internazionale Medici Senza Frontiere (MSF)
denuncia la totale assenza di protezione dei civili nella regione
dell’Ituri (nord-est del paese). MSF ha protestato anche per il
persistere di un elevato livello d’insicurezza dentro e fuori la città di
Bunia e per lo scarso livello di assistenza.
Il rapporto di MSF arriva alla vigilia della decisione del Consiglio
di Sicurezza delle Nazioni Unite sul futuro ruolo della missione Onu
nella Repubblica Democratica del Congo.
“In base a ciò che vediamo qui a Bunia, è estremamente chiaro che
l’attuale livello di protezione e assistenza dei civili è molto lontano
dall’essere accettabile. La violenza e l’insicurezza rappresentano la
battaglia quotidiana per la popolazione che vive in città. Tutte le
misure prese fin’ora sono state insufficienti, sono state solo
un’illusione senza garanzie per una reale protezione sul terreno. Se
dovesse continuare l’assenza di volontà politica nel garantire la
protezione della popolazione civile, le Nazioni Unite non potranno far
finta di stupirsi davanti a nuovi massacri. E’ irresponsabile fare di
Bunia un’enclave, cosa che lo sappiamo per esperienza ha
già generato una finta sensazione di protezione in popolazioni già
abbandonate e vittime di massacri” ha dichiarato Rafael Vila Sanjuan,
Segretario internazionale di MSF, al suo rientro da Bunia.
Le continue violenze perpetrate ai danni dei civili non sono state
affatto interrotte dall’intervento internazionale. La metà dei
pazienti ricoverati sono bambini che non arrivano a cinque anni
d’età. Dalla fine di maggio, il 20% dei pazienti ammessi all’ospedale
di MSF a Bunia erano vittime di guerra. MSF ha effettuato 519 interventi
chirurgici. Circa un quarto di queste ferite erano inflitte a bambini
sotto i 15 anni e un terzo dei pazienti sopra i 15 anni erano donne.
“Non è una guerra tra fazioni appartenenti ad etnie diverse a da
gruppi. Si tratta di una guerra contro i civili,” commenta
Thomas Nierle, Direttore delle operazioni di MSF a Ginevra.
Nelle ultime settimane, più di 12.000 persone sono tornate a Bunia dopo
essere fuggite dai massacri che avevano devastato la città a metà maggio,
ma pochi vogliono tornare nelle loro case: temono per la propria vita.
Continuano a restare nel campo sfollati vicino all’aeroporto di Bunia,
luogo soggetto a continue violenze. Solo alcune zone della città sono
sicure e, nonostante la presenza della Monuc e dell’IEMF, uccisioni,
stupri, estorsioni e saccheggi si susseguono ogni notte.
La situazione è ancora più drammatica fuori della città. Non c’è
protezione per circa 150.000 persone fuggite da Bunia per cercare rifugio
nelle foreste circostanti. Gli abitanti dei villaggi continuano a
scappare dagli scontri. Nessuno è a conoscenza di quanto sia estesa la
violenza fuori da Bunia, perché l’accesso a queste aree è stato
impossibile per mesi. Le organizzazioni umanitarie non possono monitorare
la situazione o estendere la loro azione fuori da Bunia.
Per informazioni e interviste:
Ufficio stampa Sergio Cecchini Tel. 06.44.86.921 Cell.
335.848.97.61
Il nostro collega Arjan Erkel è stato rapito più di sei mesi fa in
Daghestan, Repubblica della Federazione russa. Ti saremmo molto grati se
anche tu firmassi la petizione per richiedere la sua liberazione
immediata.
www.medicisenzafrontiere.it
Sergio Cecchini
Ufficio stampa
Medici Senza Frontiere
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