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Liberia, la guerra dimenticata. Piu' di 600 civili massacrati
- Subject: Liberia, la guerra dimenticata. Piu' di 600 civili massacrati
- From: Carlo Gubitosa <c.gubitosa@peacelink.it>
- Date: Wed, 23 Jul 2003 15:29:02 +0200
Fonte: L'Unita' On Line
http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=27533
22.07.2003
Liberia, la guerra dimenticata. Piu' di 600 civili massacrati
di Leonardo Sacchetti
"Questa e' l'anarchia. Altro che scontro tra due opposte fazioni". Con
queste parole, urlate nel caos di Monrovia, Lucio Melandri (responsabile
per l'emergenze dell'organizzazione Intersos) cerca di raccontare a
l'Unita' il dramma di una citta' allo stremo, insanguinata da giorni e
giorni di battaglia, casa per casa, dal lancio indiscriminato di granate,
dai saccheggi, da stupri ed esecuzioni sommarie. Questa e' la capitale
della Liberia, anche ieri strangolata dall'ennesimo giorno di una guerra
che, da oltre 13 anni, ha devastato l'intero paese.
La Manhattan di Monrovia, una penisola che si spinge verso l'oceano, e' il
centro della battaglia che, solo nelle ultime ore, avrebbe provocato piu'
di 600 vittime tra la popolazione civile. È in questo quartiere che si
trovano le ambasciate di molti paesi (una su tutte, quella degli Usa) e
alcuni ministeri chiave del governo di Charles Taylor, l'uomo per la cui
cacciata - almeno ufficialmente - i ribelli del Lurd (Liberiani uniti per
la riconciliazione e la democrazia) hanno sferrato questo terzo attacco nel
giro di poche settimane. Lui, il presidente liberiano che ha promesso di
andarsene in esilio in Nigeria a pace fatta, sembra essere asserragliato
nella sua residenza ufficiale, a sud del quartiere al centro dei bombardamenti.
La giornata di ieri era iniziata con le dichiarazioni bellicose di Sekou
Damate Conneh, capo del Lurd. "Quello che dobbiamo fare - aveva dichiarato
Conneh - e' prendere totalmente il controllo di Monrovia". Dopo le sue
parole, sulla capitale della Liberia si e' abbattuta una pioggia di granate
che, secondo alcuni testimoni, avrebbero provocato altri 50 morti. "Le
bombe - racconta Lucio Melandri di Intersos - stanno cadendo anche sui
campi profughi e ci sono diverse vittime. Ma, sinceramente, non e' ben
chiaro da chi partano questi attacchi".
Infatti, lo scontro all'ultimo uomo a Monrovia sembra essere sfuggito a
qualsiasi strategia militare. Anche i saccheggi e gli stupri, le esecuzioni
sommarie e gli scontri a fuoco di queste ultime ore sarebbero opera di
frange dell'esercito governativo rimasto fedele a Taylor. Un segnale che
potrebbe anticipare la sconfitta del "re" liberiamo. Dall'altra parte,
anche la leadership del Lurd appare divisa sull'offensiva visto che in
serata, dal Ghana (dove si svolgono i colloqui di pace), alcuni capi
guerriglieri del Lurd hanno lanciato un cessate il fuoco.
Chi comanda chi? E chi combatte chi? "Abbiamo visto bambini armati che
saccheggiavano abitazioni di sfollati - dice in collegamento telefonico il
responsabile emergenze di Intersos - mentre qualsiasi malattia, in questa
situazione, diventa fatalmente mortale". In una situazione di incertezza e
di estrema violenza, gli Usa continuano a rimanere in attesa proprio mentre
si moltiplicano gli appelli a porre fine a tale mattanza. L'Alto
Commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr) ha definito l'attuale
situazione in Liberia "terrificante", chiedendo a gran voce l'invio di una
forza di pace internazionale. "Il tempo a disposizione degli Usa e della
comunita' internazionale per evitare un disastro in Africa occidentale -
gli hanno fatto eco i vescovi di Monrovia e di altre citta' dell'area - sta
per scadere".
E Washington? Il portavoce della Casa Bianca si e' limitato a dire che gli
Usa rimangono "attivamente impegnati" nella ricerca di una soluzione mentre
le navi da guerra americane, mossesi dal Corno d'Africa, impiegheranno
almeno dieci giorni per arrivare davanti alle coste liberiane. Mentre
Washington rimane in contatto con il segretario generale dell'Onu, Kofi
Annan, il segretario di Stato americano, Colin Powell, ha cercato di
respingere le accuse di "disinteresse" per il bagno di sangue a Monrovia.
Tutta l'amministrazione Bush, ha detto Powell, sta "seguendo da vicino gli
sviluppi in Liberia" e ha intimato i ribelli del Lurd ha bloccare l'avanzata.
Intanto, da Monrovia arrivano notizie di esodi umani dalla capitale, di
persone che, per salvarsi dagli scontri armati, si rintanano sotto le
fatiscenti baracche della periferia. "Sono tutti stanchi - ci dice Lucio
Melandri -: cercano solo una speranza per un futuro che, da 13 anni, per
loro non esiste". Anche l'Ecowas - la Comunita' economica dei paesi
dell'Africa occidentale - ha fatto sapere di non essere intenzionata a
entrare a Monrovia senza un cessate il fuoco credibile.