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[veritagiustiziagenova] da La Repubblica Genova del 20.7.03
LA POLEMICA
Al Modena affollatissimo convegno per fare il punto delle indagini. Con un
atto d'accusa
Gli avvocati all'attacco della Procura
"Perché non indagano su chi comandava i reparti nelle piazze?"
MASSIMO CALANDRI
TRA rabbia e rassegnazione ma con dignità ed orgoglio, «perché ci dobbiamo
credere».
Con questo spirito il popolo no-global guarda alle indagini della Procura
genovese sulle violenze del G8: le violenze delle forze dell'ordine e della
polizia in particolare, che conta oltre duecento indagati tra agenti e
super-poliziotti ma intanto distribuisce querele ai giornalisti e - parole
del vice-questore Vincenzo Canterini - ribadisce che nel luglio 2001 il
comportamento fu «da manuale».
E però ieri, forse per la prima volta, dal movimento si sono levate
critiche aspre nei confronti dei magistrati del capoluogo ligure, che «non
stanno facendo nulla, e vanno solo dicendo che sono democratici». L'attacco
è arrivato in un teatro Modena gremito per fare il punto sulle inchieste,
raccogliendo testimonianze, denunce e riflessioni sui soprusi e le bugie
delle forze dell'ordine. E' arrivato da Simonetta Crisci, avvocato romano
che tra gli applausi ha suonato la carica: «Pare che i giudici di Genova
allarghino le braccia: "Non riusciamo ad individuare i responsabili dei
fatti specifici delle violenze di strada... ". E chi li comandava, i
reparti? E che fine ha fatto il processo al vice-questore Perugini, filmato
mentre prende a calci in faccia un ragazzino? Questi magistrati genovesi se
ne vanno in ferie, e dicono che non hanno tempo per fare le indagini: però
il tempo l'hanno trovato per fotocopiare gli atti - quegli atti che non ci
hanno voluto dare - e passarli alla Procura di Catanzaro, dove accusano
degli innocenti e già parlano di "insurrezione armata contro lo Stato".
Ancora: la Procura di Genova fatto pubblicare su di un giornale le foto di
alcuni sindacalisti dei Cobas, perché qualcuno li riconoscesse, accusandoli
di essere compiici dei Black Bloc. E le foto dei poliziotti di Bolzaneto,
perché non le hanno fatte pubblicare sui giornali?»
La rabbia della Crisci ha finito per contagiare un po' tutti, dopo che una
delle presunte 93 Tute Nere della scuola Diaz - Arnaldo Cestaro, pensionato
della provincia di Vicenza, 64 anni aveva commosso e paradossalmente
divertito i presenti con un ricordo drammatico e grottesco del famigerato
blitz della «Celere» nell'istituto di via Cesare Battisti. «Invece di
tornare a casa con la corriera mi ero fermato a Genova perché domenica
mattina dovevo portare i fiori a Staglieno sulla tomba della moglie di un
amico - ha raccontato Arnaldo, che a due anni di distanza ha ancora un
braccio ingessato - volevo dormire alla stazione, invece mi hanno indicato
quella scuola. Mi sono sistemato vicino al portone e stavo dormendo, quando
un po' prima della mezzanotte ho sentito il finimondo. Mamma mia, ghe sé i
Black Bloc, mi son detto: invece era la polizia. Mi sono protetto la testa,
mi hanno rotto una gamba e il braccio in due punti, che dopo un'operazione
ho anche rischiato di perderlo e ancora non sono guarito. Ho visto cose che
non dimenticherò mai, una mattanza: picchiavano quei ragazzi che gridavano
aiuto, e sembrava di sentire le urla degli agnelli quando li uccidono. 'Lei
è in arresto per devastazione e saccheggio, mi hanno detto».
E' stato l'avvocato Filippo Guiglia a fare il punto sui falsi della polizia
alla Diaz, sottolineando che «le vittime, le persone offese non sono solo i
93 no-global: siamo noi tutti, che crediamo nello Stato e nelle
istituzioni». La scuola come la caserma di Bolzaneto, l'uso dei gas Cs
(«Armi chimiche vere e proprie: a distanza di due anni, ancora una decina
di persone ne soffre le conseguenze»), l'incostituzionalità della
cosiddetta Zona Rossa, gli arresti illegali fatti per strada, le «torture»
denunciate anche dal presidente di Amnesty International, Marco Bertotto.
L'elenco delle malefatte è infinito. Il Glf, i comitati Verità e Giustizia
per Genova e Carlo Giuliani avevano invitato a discuterne il ministro di
Grazia e Giustizia Roberto Castelli, il capo della polizia Gianni De
Gennaro, l'ex questore di Genova Francesco Colucci, il capo del primo
Reparto Mobile Vincenzo Canterini.
Non si è visto nessuno, se n'è andata un'altra buona occasione per fare
giustizia, .