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Newsletter PNS AGESCI Calabria numero 6 del 5 luglio 2003
Questo numero della newsletter ha una parte documentaria (quella che va in
coda per chi ha più tempo e voglia) più consistente del solito: c'è un
commento al G8 di Evian estratto dalla newsletter della campagna "Questo
mondo non è in vendita", e una sintesi del ISP sull'impiego di Organismi
Geneticamente Modificati in agricoltura. L'ISP è un gruppo di ricerca
indipendente formato da specialisti di diverse discipline (elencati in
fondo), che ha elaborato un rapporto di 120 pagine piuttosto critico nei
confronti degli OGM, pochi giorni prima dell'invito a <<smetterla con la
loro
opposizione alle biotecnologie» rivolto da G.W.Bush ai governi europei, in
nome della lotta alla fame.
In apertura, una buona notizia dalla Locride segnalataci dall'Ufficio
Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi, poi l'importante scadenza
dell'
incontro di Palermo dei ministri del Commercio europei in preparazione al
vertice WTO di Cancun, una interessante proposta di campo da Chiamalafrica,
il primo campeggio internazionale contro il ponte,
una riflessione di Antonio Socci su cui, "note di colore" a parte, potrebbe
valere la pena di soffermarsi.
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NASCE GOEL - Il primo consorzio sociale territoriale della Locride vede la
luce in occasione del 25° di ordinazione sacerdotale del Vescovo di Locri
mons. Bregantini, per iniziativa di un gruppo di cooperative e associazioni
sociali della Locride, stimolati e coordinati dalla Pastorale Sociale e del
Lavoro della Diocesi di Locri-Gerace.
Per la nascita del consorzio vi è stato il sostegno e l'accompagnamento del
consorzio nazionale CGM (75 consorzi, 1300 cooperative sociali), del Polo
CGM Calabria e, in particolare, del Consorzio CONSOLIDA di Trento (50
cooperative sociali associate) attualmente "tutor" del progetto. Un ruolo di
primo piano hanno avuto l'iniziativa e il sostegno di mons. Bregantini e il
Progetto Policoro della Chiesa Italiana, nel cui alveo nasce questa
esperienza.
Il nome "Goel" ha radici bibliche e sta a significare la funzione di
liberazione e riscatto che intende rivestire il consorzio nei confronti
delle fasce sociali escluse ed emarginate del nostro territorio.
Fra gli obiettivi del consorzio la crescita qualitativa delle esperienze di
cooperazione sociale della Locride, la promozione e lo sviluppo di nuove
iniziative, la realizzazione di servizi consortili che vanno dalla
centralizzazione di commesse ed acquisti alla consulenza fiscale e legale,
la promozione di politiche sociali che vadano incontro alle esigenze dei
soggetti svantaggiati.
Primo atto del nuovo Consorzio la stesura di una Carta dei Valori, che vede
fra i punti qualificanti la centralità della persona, il legame con il
territorio, democrazia interna e tutela dei diritti dei lavoratori, legalità
e trasparenza nei rapporti con le amministrazioni e il potere politico;
questi ed altri principi dovranno servire da riferimento all'azione della
nuova realtà dell'imprenditoria sociale calabrese, che mette assieme, fra le
varie cooperative e associazioni aderenti, 96 soci, con un fatturato
aggregato di 862.000 euro al 31.12.2002.
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PRIMA DI CANCUN, OCCHI PUNTATI SU PALERMO [redazione] - L'Organizzazione
Mondiale del Commercio (OMC, o WTO) è il luogo istituzionale degli accordi
multilaterali sulla liberalizzazione degli scambi: è in quella sede che si
sta imprimendo una robusta accelerazione all'apertura dei mercati mondiali
all'intraprendenza delle multinazionali, è lì che è nato il tanto contestato
GATS, che apre la strada alla privatizzazione di servizi essenziali come la
sanità, l'istruzione, i beni primari come l'acqua, con evidenti forzature
alla sovranità dei singoli stati.
In questo momento gli occhi della società civile organizzata sono puntati su
Cancun, dove si riunirà a settembre la nuova Conferenza ministeriale; in
preparazione di questo appuntamento, i ministri del commercio dell'Unione
Europea e dei 10 aspiranti membri si incontreranno a Palermo il 6 luglio,
per definire l'agenda Europea.
Seguirà giorno 7 una Conferenza dei Ministri dell'Alleanza Euro-Mediterranea
con la partecipazione di rappresentanti di 12 governi del Medio Oriente e
del Nord Africa.
Secondo l'ufficio stampa della campagna "Questo mondo non è in vendita",
«Nelle proposte dell'Unione Europea si dà la precedenza ai diritti degli
investitori stranieri sulla promozione della riduzione della povertà e dello
sviluppo sostenibile e vengono ridotti i diritti dei governi di regolare e
diversificare le proprie economie». L'incontro di Palermo è ritenuto
strategico dalle organizzazioni della società civile europea, che hanno
predisposto un fitto calendario di iniziative: «come membri della Rete
pan-europea Seattle to Brussels, una rete informale di gruppi d'azione e
movimenti sociali (vedi http://www.s2bnetwork.org) siamo molto più forti di
quanto lo fossimo prima delle precedenti conferenze dell'OMC. Un'azione
coordinata sulle questioni dell'OMC può essere molto efficace e può cogliere
i ministri di sorpresa, dal momento che non si è mai tentata prima d'ora
un'attività coordinata di questa scala a livello europeo sulle questioni
dell'OMC prima di una conferenza.»
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IN PIEDI CON L'AFRICA [segnalato da Mimmo Polito]- Chiamalafrica propone,
per il 24-31 agosto a Parma, una settimana di studio e solidarietà con il
continente africano, occasione di confrontarsi con la sua cultura e di
riflettere sulle dinamiche della nostra società dei consumi.
Per partecipare è necessario:
- portare con se' lenzuola o sacco a pelo, necessario per l'igiene;
- munirsi di un piccolo (davvero piccolo) dono da scambiare a fine settimana
con gli altri partecipanti.
- provvedere autonomamente alle spese di viaggio da e per Parma
Le spese di vitto e alloggio saranno carico dell'organizzazione.
I partecipanti saranno coperti da assicurazione.
L'iscrizione costa 10 euro, c'è tempo fino al 31 luglio.
SEGRETERIA: via Francesco del Furia 18 - 00135 Roma - tel: 3295713452 - fax
0630995252 info@chiamafrica.it - www.chiamafrica.it
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PRIMO CAMPEGGIO INTERNAZIONALE CONTRO IL PONTE [segnalato da Luciano Raso] -
si svolgerà dal 28 luglio al 3 agosto sulle due sponde dello stretto, per
iniziativa del Messina Social Forum e del Coordinamento Calabrese contro il
ponte.
<<Un appuntamento importante da costruire sulle macerie dell'illusione dello
"sviluppo" che ci è sempre stato regalato: Termini Imerese, Gela, Priolo,
Milazzo, Gioia Tauro, Saline Joniche, Castrovillari, Lamezia Terme solo
alcune tra le icone dell'aggressione "industrialista" operata negli ultimi
decenni in Sicilia e Calabria>>, di cui il ponte rappresenterebbe il
coronamento: questo il punto di vista dei promotori, che hanno finora
ricevuto, fra le altre, le adesioni di Prc, Pdci, Verdi, Cobas, Cgil, Arci,
Legambiente, WWF, Cric, Ya Basta! e altre sigle vicine al Forum Sociale
Europeo e ai Forum Sociali Italiani. Si attendono ospiti da tutta Europa per
un calendario fitto di iniziative, disponibile sul sito www.noponte.org.
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CRISTIANI E LIBERTA' RELIGIOSA - Quasi mille morti, 629 feriti e oltre 100
mila arresti nel 2002 solo per la religione cristiana, questi i principali
dati diffusi dall'Associazione "Aiuto alla Chiesa che soffre" nel corso
della presentazione del Rapporto 2003 "Sulla libertà religiosa nel mondo",
presentato a Roma nei giorni scorsi [cfr. anche
http://www.calabriaecclesiamagazine.it/Ecclesia/1050570866846.html]. Su
Tempi il commento di Antonio Socci - [...] Le persecuzioni contro i
cristiani, i massacri di tanta povera gente colpevole solo di professare la
propria fede in Gesù, sono trattati con noncuranza e talora fastidio
innanzitutto fra noi, nel mondo cattolico. Tutti - io per primo mi metto
nella schiera - siamo colpevoli di omissione. Eppure siamo zelantissimi noi
cattolici quando si tratta di marciare contro gli Stati Uniti e di esporre
la bandiera della pace fuori dalle chiese per fermare la guerra in Irak
[...] Quello che colpisce è che fra qualche decennio - come spiega, dati
alla mano, Philip Jenkins in The next Christendom - proprio quelle
cristianità saranno la grande maggioranza nella Chiesa. A voler guardare la
storia con gli occhi propriamente cristiani ci sarebbe dunque da cogliere
qualcosa di satanico in questa aggressione a quelle Chiese che sono il
futuro del cattolicesimo. Poi mi domando: e noi, da che parte stiamo oggi? E
in che parte saremo collocati "quel giorno", quando attorno al trono Giudice
della storia - come dice l'Apocalisse - ci saranno i martiri?. [da Giona -
segnalazioni dalla rete - 28 06 03]
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EVIAN: UN BUCO...NELL'ACQUA [newsletter "Questo mondo non è in vendita"] -
L'acqua è essenziale alla vita e la mancanza d'acqua può minare i livelli di
sicurezza. I G8 sono partiti da questa evidenza lapalissiana per lanciare il
loro Piano d'azione sull'acqua, che ha ribadito punto per punto tutte le
pericolose indicazioni politiche già denunciate dalle associazioni e dai
movimenti per l'acqua nel corso del primo Forum alternativo mondiale
dell'acqua di Firenze. Il riferimento teorico è lo stesso documento,
coordinato dall'ex direttore del FMI Michael Camdessus e lanciato in vista
del Forum mondiale dell'acqua di Kyoto, che raccomanda di usare fondi
pubblici e aiuti allo sviluppo per facilitare gli investimenti dei privati
nel settore dei servizi idrici.
Consequenziali e obbedienti, i G8 si sono impegnati ad "assistere"
prioritariamente "quei Paesi che si ponessero come obiettivo politico di
assicurare ai propri cittadini acqua sicura da bere e servizi sanitari di
base", e si sono offerti di mettere a disposizione "le proprie migliori
pratiche": al primo posto, naturalmente, le partnership publico-private, che
hanno già ridotto sul lastrico molte amministrazioni pubbliche, come nel
famigerato caso di Cochabamba, colpevoli di aver affidato alle corporations
più accreditate lo svecchiamento e la gestione dei propri rubinetti.
Sbandierando qui e lì "interventi su base comunitaria" come anche il
"coinvolgimento delle comunità locali e della società civile", per
rispondere ad accuse, dossier ed appelli lanciati in tutti i Paesi dalle
reti internazionali e dai movimenti, gli sfacciatissimi 8 Grandi si
propongono di "indurre gli investimenti del settore privato", promuovendo
linee di credito, a breve e medio termine, con il meccanismo del "full
recovery cost" attraverso la lucrosa cogestione dei costruendi "servizi
idrici locali" e la protezione dei rischi degli investitori esteri.
Naturalmente gli 8 fingono di dimenticare che l'Europa, nel corso delle
trattative per la revisione del trattato GATS sui servizi, in vista del
prossimo vertice mondiale del Wto a Cancun, ha chiesto a ben 72 Paesi, tra
i più poveri del mondo, di aprire al mercato i propri servizi idrici.
L'acqua è servita da merce di scambio per la risoluzione del conflitto
Usa-Francia, scatenatosi alla vigilia dello conflitto in Iraq: non è un caso
infatti che proprio all'oro blu guardino Vivendi e Suez, due multinazionali
francesi tra le più forti del mondo, che insieme controllano il 70% di tutti
i servizi idrici a gestione privata.
E la voce delle Nazioni Unite sembra non valga più nulla, a fronte degli
interessi messi sul tavolo dal club dei gentiluomini di Evian: pur ribadendo
l'utilità del cofinanziamento pubblico-privato, il direttore dell'Unep, il
programma Onu sull'ambiente Klaus Toepfer, ha spiegato ai giornalisti che
"il settore idrico non dovrebbe essere mai privatizzato, e le compagnie
private dovrebbero limitarsi a sostenere i programmi dei governi locali". Ma
i G8, e ancor più i propri consulenti tecnici, cresciuti alla scuola
dell'efficienza corporativa, hanno fatto finta di non sentire.
TRA SCADENZE MANCATE E PROTESTE GLOBALI: LO STATO DEI NEGOZIATI AL WTO
In un continuo crescendo, dopo avere mancato le scadenze riguardo alle
modalità in agricoltura, all'accesso ai farmaci, al trattamento
differenziato, all'"implementation", ai tessili, alle richieste Gats, il Wto
ed i suoi negoziatori hanno fallito anche le due ultime scadenze fissate per
fine maggio. La prima riguardava la decisione in merito a se e come rivedere
il meccanismo di risoluzione delle dispute (il famigerato tribunale
internazionale del Wto, con potere di assumere decisioni che possono
modificare le leggi nazionali e locali, anche se prese a difesa dei diritti
dei cittadini, dell'ambiente e/o dei lavoratori). La seconda scadenza
riguardava la bozza sulle modalità di accordo sulle tariffe industriali e
l'accesso al mercato per i prodotti non agricoli.
L'elenco degli appuntamenti mancati sta cosi diventando sempre più lungo
all'avvicinarsi della conferenza di Cancun, ed è sempre più difficile
pensare che in Messico si potrà trovare un accordo su tutte queste
tematiche.
Anche se i negoziati in sede Wto trattano di materie molto diverse tra loro,
secondo l'affermato meccanismo dei "trade off", per raggiungere un accordo
complessivo ogni paese deve fare delle concessioni in alcuni negoziati per
tentare di ottenere vantaggi in altri.
Per questo i paesi più ricchi sembrano cercare con sempre maggiore affanno
le chiavi di volta per ottenere dai paesi in via di sviluppo un accordo
sulle tematiche che stanno più a cuore alle elite del nord del mondo
(l'ulteriore liberalizzazione dei servizi e le new issues, tra le quali
spicca un accordo sugli investimenti). In "cambio", i paesi occidentali
potrebbero sbloccare il negoziato sull'accesso ai farmaci, che allo stato
attuale, in nome degli accordi sulla proprietà intellettuale, impedisce ai
paesi più poveri di potere tutelare la salute dei propri cittadini
importando o producendo i farmaci generici. Ricordiamo che già la scorsa
conferenza di Doha aveva garantito questo diritto ai paesi in via di
sviluppo, ma i pochi risultati positivi contenuti nella dichiarazione finale
di Doha sono stati rimessi in discussione, e sono oggi utilizzati come merce
di scambio per forzare gli altri negoziati.
Analogamente la situazione nel negoziato sull'agricoltura sembra ancora in
alto mare, in parte per gli enormi sussidi con i quali Unione Europea e
Stati Uniti in testa continuano a falsare il mercato tramite pratiche di
dumping, in parte per la decisione degli Stati Uniti di intentare un
procedimento all'interno del Wto contro la moratoria europea sugli Organismi
Geneticamente Modificati (OGM). Sulle decisioni agricole molto dipenderà
anche dalla revisione della Politica Agricola Comunitaria (PAC) in
discussione in questi giorni tra i paesi dell'Unione Europea.
Per fare un esempio sullo stato dei negoziati, il calendario dell'accordo
Gats (sui servizi) prevedeva che entro la fine di marzo i paesi membri
avrebbero dovuto rendere note le loro offerte, ovvero quali servizi erano
disposti a liberalizzare e ad aprire al mercato, e con quali modalità. A
quasi tre mesi da questa scadenza, solo 25 dei 145 paesi membri hanno
pubblicato una prima versione di queste offerte. Il dato più interessante è
però che tra questi 25 paesi solo 5 sono paesi asiatici (e sono quelli con
un più alto livello di sviluppo come Hong Kong e Singapore) e soprattutto
non figura nessun paese africano, a testimonianza di come i ritmi imposti ai
negoziati dai peasi più industrializzati sono assolutamente incompatibili
con le possibilità delle nazioni meno sviluppate.
D'altra parte, per la prima volta sembra che molti paesi in via di sviluppo
stiano alzando la testa e fronteggiando lo strapotere e l'arroganza dei
paesi occidentali: pochi giorni fa i ministri dei paesi meno sviluppati,
riuniti in Bangladesh, hanno apertamente rifiutato l'ipotesi di un lancio
dei negoziati denominati new issues, chiedendo di continuare a studiare le
modalità ed il processo con i quali si dovrebbero svolgere questi negoziati.
Mentre l'UE sta cercando una formula per lanciare almeno in parte questi
negoziati, molti altri paesi, India in testa, stanno frenando, sostenendo
che non c'è nessuna fretta e che questi negoziati non devono essere lanciati
prima di raggiungere un accordo sulle modalità dei negoziati stessi.
Analogamente, in materia di brevetti, il gruppo di paesi africani che
negoziano nel Wto ha preparato un documento ufficiale sull'accordo TRIPs in
vista di Cancun che afferma, tra le altre cose, che "i brevetti sulle forme
di vita sono contrari all'etica e l'accordo TRIPs dovrebbe proibirli".
Mentre quindi la macchina del Wto sembra volere continuare la sua folle
corsa per ridurre i servizi essenziali, il diritto al cibo, all'acqua, alla
salute, a meri beni commerciali ad unico vantaggio delle elite economiche e
finanziarie del pianeta, in tutto il mondo si stanno levando, dalle
istituzioni, dalla società civile, dai semplici cittadini, sempre più forti
le voci di protesta contro questa istituzione ed i suoi obbiettivi.
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RAPPORTO OGM a cura dell'ISP- [Sommario del documento disponibile su
http://www.indsp.org]
Perché NO Agli OGM?
1. Le colture GM non hanno portato i benefici promessi
Nessun aumento della produttività, né significativa riduzione dell'uso di
antiparassitari ed erbicidi;
L'ammontare delle vendite perdute dagli Stati Uniti, in seguito al rifiuto
delle colture GM in tutto il mondo, è stimato in 12 miliardi di dollari; In
India la percentuale dei raccolti GM falliti arriva fino al 100%;
Futuro ad alto rischio per l'agrobiotech: "Monsanto potrebbe essere un altro
disastro incombente sugli investitori".
2. Le colture GM pongono problemi crescenti all'agricoltura
Le linee transgeniche sono instabili: "la maggior parte dei casi di
inattivazione di transgeni non arriva mai ad apparire nella letteratura
scientifica";
Erbacce e piante dotate di resistenza simultanea a tre diversi diserbanti
sono emerse in America del Nord;
Piante resistenti al glifosato infestano ormai i campi di cotone e soia GM;
per controllarle, si ricomincia a usare l'atrazina;
Le piante che producono tossine Bt minacciano di causare l'emergenza di
piante superinfestanti e di parassiti Bt-resistenti.
3. Un'estesa contaminazione da transgeni è INEVITABILE
Estesa contaminazione da transgeni riscontrata nelle varietà locali di mais,
in remote regioni del Messico;
in Canada si sono rivelati contaminati da OGM 32 su 33 stock commerciali di
semi;
il polline viene disperso e trasportato dal vento per ore e una velocità del
vento di 35 miglia all'ora non è affatto eccezionale;
non ci può essere coesistenza tra raccolti GM e non-GM.
4. Le colture GM non sono sicure
La sicurezza delle colture GM non è stata provata: la regolamentazione è
stata sin dall'inizio inficiata da errori fatali;
il principio della "sostanziale equivalenza", vago e mal definito, non ha
fatto altro che dare alle industrie la totale possibilità di dichiarare che
i prodotti GM sono "sostanzialmente equivalenti" ai prodotti non-GM e perciò
"sicuri".
5. I cibi GM sollevano gravi preoccupazioni circa la loro sicurezza
Malgrado la scarsità di studi credibili, i risultati di cui già oggi
possiamo disporre sollevano serie preoccupazioni circa la sicurezza dei cibi
da OGM;
effetti simili a quelli prodotti da un "fattore della crescita"
[proliferazione e crescita cellulare], osservati nello stomaco e
nell'intestino tenue di giovani ratti, sono stati attribuiti al processo
stesso della transgenesi o al costrutto transgenico [vettore + gene
estraneo]; è quindi possibile che si tratti di effetti generali che
qualsiasi cibo ottenuto con l'ingegneria genetica può provocare.
6. Geni per prodotti pericolosi sono incorporati in piante transgeniche
alimentari
Le proteine Bt [dei Baciiius thuringiensis], incorporate nel 25% del totale
delle piante GM coltivate in tutto il mondo, sono nocive per molti insetti
non-target; alcune sono potenti immunogeni [= sostanze che scatenano
risposte immunitarie] e allergeni [= sostanze che scatenano risposte
allergiche] per gli esseri umani e gli altri mammiferi;
colture alimentari [soprattutto mais] vengono sempre più spesso
ingegnerizzate per produrre sostanze farmaceutiche e medicinali, tra cui:
a) le citochine, note per agire da soppressori del sistema immunitario e
associate a demenza, neurotossicità e ad effetti secondari sia sull'umore
che sui processi cognitivi;
b) vaccini e sequenze virali, ad esempio il gene di un coronavirus del
maiale, appartenente alla stessa famiglia del virus della SARS che è all
origine dell'attuale epidemia;
c) il gene gp120 per una glicoproteina del virus dell'AIDS, che potrebbe
interferire con il sistema immunitario e ricombinare con virus e batteri già
presenti nell'ospite, in modo da generare nuovi e imprevedibili agenti
patogeni.
7. Le colture Terminator diffondono tra le piante la sterilità maschile
Le colture transgeniche in cui sono stati inseriti geni "suicidi" per la
sterilità maschile, reclamizzate come un mezzo per prevenire la diffusione
dei transgeni, in realtà diffondono nell'ambiente, attraverso il polline,
sia la sterilità maschile sia la tolleranza al diserbante.
8. I diserbanti ad ampio spettro sono altamente tossici per gli esseri umani
e per le altre specie animali
L'ammonio glifosinato e il glifosato, i diserbanti usati con le piante GM
resistenti a questi stessi erbicidi (e che attualmente rappresentano il 75%
di tutte le piante GM coltivate al mondo), sono veleni metabolici sistemici;
L'ammonio glifosinato viene associato a varie forme di tossicità -
neurologiche, respiratorie, gastrointestinali ed ematologiche - e a difetti
congeniti nelle varie specie di mammiferi, compresa quella umana; questo
composto è tossico anche per le farfalle e per molti insetti utili, per le
larve dei molluschi e delle ostriche, per la dafnia e per alcuni pesci
d'acqua dolce, in particolare per la trota iridea; esso inibisce i batteri e
i funghi che svolgono nel terreno azioni vantaggiose, e in particolare i
batteri fissatori dell'azoto; nel Regno Unito il glifosato è la causa più
frequente di avvelenamento e vi sono stati casi di disturbi a molte funzioni
organiche anche in seguito all'esposizione ai normali livelli d'uso del
composto;
l'esposizione al glifosato ha quasi raddoppiato, tra gli utilizzatori del
glifosato, il rischio di aborti spontanei e di procreare bambini con difetti
neurocomportamentali; il glifosato ritarda lo sviluppo dello scheletro
fetale nei ratti di laboratorio, inibisce la sintesi degli steroidi ed è
genotossico nei mammiferi, nei pesci e negli anfibi;
l'esposizione alle dosi di irrorazione in campo ha causato nei lombrichi una
mortalità di almeno il 50% e significativi danni intestinali nei lombrichi
sopravvissuti; il Round Up (ovvero il glifosato nella formulazione prodotta
da Monsanto) ha causato disfunzioni della divisione cellulare, un fenomeno
che potrebbe essere collegato al cancro nell'uomo.
9. L'ingegneria genetica genera supervirus
I pericoli più insidiosi dell'ingegneria genetica sono inerenti al suo
stesso processo, il quale fa aumentare notevolmente l'estensione e la
probabilità del trasferimento genico orizzontale e della ricombinazione, la
via principale con cui si generano virus e batteri patogeni;
tecniche recenti, come il DNA shuffling [rimescolamento], consentono ai
genetisti di generare in pochi minuti in laboratorio milioni di virus
ricombinanti, mai esistiti in miliardi di anni di evoluzione;
i virus, i batteri patogeni e il loro materiale genetico costituiscono le
materie prime e gli strumenti di elezione sia per l'ingegneria genetica, sia
per la produzione intenzionale di armi batteriologiche.
10. Il DNA transgenico presente nei cibi viene assorbito dai batteri a
livello dell'intestino umano
E' stato osservato che il DNA transgenico delle piante alimentari viene
assorbito dai batteri, sia nel terreno che nell'intestino di volontari umani
i geni marcatori per la resistenza ad antibiotici, presenti nei cibi
transgenici, possono trasmettersi a batteri patogeni, fatto che rende poi
molto difficile il trattamento delle infezioni.
11. DNA transgenico e cancro
E' provato che il DNA transgenico sopravvive alla digestione nell'intestino
e che "salta" nel genoma delle cellule di mammifero, dando luogo alla
possibilità che si comporti da elemento cancerogeno; l'uso di prodotti GM,
ad esempio mais, per l'alimentazione animale può comportare rischi non solo
per gli animali, ma anche per gli esseri umani che consumano i prodotti di
quegli animali.
12. Il promotore 355 del CaMV [virus del mosaico del cavolfiore] rende più
probabile e frequente il trasferimento orizzontale dei geni
Le prove sperimentali suggeriscono che i costrutti transgenici contenenti il
promotore 355 del CaMV possono essere particolarmente instabili e inclini al
trasferimento orizzontale e alla ricombinazione dei geni, con tutti i rischi
che ne derivano: mutazioni geniche dovute a inserzione casuale, cancro,
riattivazione di virus latenti e generazione di nuovi virus.
13. Una storia fatta di falsità e occultamenti di prove scientifiche
La storia degli OGM è fatta di falsità e occultamenti di prove scientifiche,
in particolare per ciò che riguarda il trasferimento orizzontale dei geni.
Gli esperimenti-chiave non sono stati effettuati, o sono stati effettuati
male e poi presentati in modo distorto. Molti esperimenti non sono stati
ripetuti nel tempo, comprese le ricerche sulla possibilità che il promotore
35S del CaMV sia responsabile degli effetti da fattore di crescita,
osservati in giovani ratti alimentati con patate GM.
In conclusione, le colture GM non hanno portato i benefici promessi e stanno
ponendo all'agricoltura problemi sempre più gravi. LA CONTAMINAZIONE DA
TRANSGENI E OGGI UN DATO DI FATTO AMPIAMENTE RICONOSCIUTO COME INEVITABILE,
quindi NON PUO ESSERVI COESISTENZA tra agricoltura GM e non-GM.
Cosa più importante di tutte, la sicurezza delle colture GM non è mai stata
provata.
AI contrario. le prove già emerse sono sufficienti a suscitare serie
preoccupazioni circa i rischi posti dagli OGM, rischi che se ignorati
potrebbero provocare danni irreversibili alla salute e all'ambiente.
LA COSA PIÙ OPPORTUNA SAREBBE QUINDI RESPINGERE E METTERE IMMEDIATAMENTE AL
BANDO LE COLTURE OGM.
Perché Sì all'agricoltura sostenibile?
1. Produttività e rese maggiori,
soprattutto nel terzo mondo 8,98 milioni di agricoltori hanno adottato
pratiche agricole sostenibili. per un totale di 28,92 milioni di ettari così
coltivati in Asia, America latina e Africa; i dati. scientificamente
affidabili, raccolti da 89 progetti dimostrano che queste pratiche portano a
un aumento della produttività e delle rese del 50-100% per le colture non
irrigate e del 5-10% per le irrigue. I maggiori successi si sono avuti in
Burkina Faso, dove si è passati da un deficit di cereali di 644 chili
all'anno a un'eccedenza annuale di 153 chili, in Etiopia, dove 12.500
famiglie di agricoltori hanno goduto di un aumento del 60% nelle rese dei
raccolti e in Honduras e Guatemala, dove 45.000 famiglie hanno visto
aumentare le rese da 400-600 kg/ha a 2.000-2.500 kg/ha;
studi a lungo termine condotti in paesi industrializzati dimostrano che le
rese dell'agricoltura biologica sono equiparabili a quelle dell'agricoltura
convenzionale e spesso sono superiori.
2. Miglioramento dei terreni
Le pratiche agricole sostenibili riducono l'erosione del suolo, migliorano
la struttura fisica del terreno e la sua capacità di ritenzione dell'acqua,
tutti fattori di cruciale importanza per evitare la perdita dei raccolti
durante i periodi di siccità;
La fertilità del suolo è mantenuta e aumentata dalle pratiche agricole
sostenibili;
I suoli coltivati con le pratiche sostenibili mostrano una maggiore attività
biologica: un più alto numero di lombrichi, artropodi, micorrize ed altri
funghi, e di microorganismi, tutti organismi utili per il riciclo dei
nutrienti e per l'eliminazione naturale delle malattie.
3. Ambiente più pulito
Nell'agricoltura sostenibile è scarso o del tutto assente l'uso di prodotti
chimici inquinanti;
Minori quantità di nitrati e fosforo raggiungono la falda freatica;
La filtrazione dell'acqua è migliore nei sistemi ad agricoltura biologica,
che quindi sono meno esposti all'erosione e contribuiscono meno
all'inquinamento delle acque per dilavazione delle superfici;
4. Riduzione degli antiparassitari, senza aumento dei parassiti
La lotta integrata ai parassiti ha ridotto il numero delle irrorazioni con
antiparassitari da 3,4 a una per stagione in Vietnam, da 2,9 a 0,5 in Sri
Lanka e da 2,9 a 1,1 in Indonesia; nella produzione californiana di pomodori
la scelta di non usare insetticidi di sintesi non ha comportato alcun
incremento delle perdite di raccolto per danni da parassiti;
Il controllo dei parassiti si può realizzare senza ricorrere a
antiparassitari e senza che ciò comporti perdite del raccolto, usando ad
esempio colture "trappola" per attirare la piralide, come si è visto
nell'Africa orientale dove la piralide è un parassita importante;
5. Mantenimento e utilizzo della biodiversità
L'agricoltura sostenibile promuove la biodiversità in agricoltura, cruciale
per la sicurezza alimentare; l'agricoltura biologica può sostenere un
livello molto maggiore di biodiversità, con grande vantaggio per le specie
che hanno subito significative riduzioni;
a Cuba i sistemi agricoli integrati sono da 1,45 a 2,82 volte più produttivi
delle monocolture; in Cina migliaia di coltivatori di riso hanno raddoppiato
i raccolti e quasi eliminato una delle malattie del riso più devastanti,
semplicemente piantando una mescolanza di due diverse varietà;
l'agricoltura biologica fa crescere la biodiversità, portando effetti
benefici quali il recupero di terreni degradati, il miglioramento della
struttura del suolo e della sua capacità di filtrazione dell'acqua.
6. L'agricoltura biologica è sostenibile sia dal punto di vista
dell'ambiente che dell'economia
Una ricerca sulla produzione delle mele con sistemi agricoli diversi ha
rivelato che l'agricoltura biologica si colloca al primo posto per quanto
riguarda la sostenibilità ambientale ed economica; al secondo posto si
piazza il sistema della lotta integrata e all'ultimo quello dell'agricoltura
convenzionale; le mele biologiche si sono rivelate le più redditizie per il
loro più alto prezzo di mercato, per il più rapido ritorno degli
investimenti e un più veloce recupero dei costi;
uno studio condotto su tutta l'Europa ha indicato che l'agricoltura
biologica dà risultati migliori di quella convenzionale, rispetto alla
grande maggioranza degli indicatori ambientali;
un'indagine condotta dall'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura
delle Nazioni Unite (la FAO) ha concluso che le pratiche di agricoltura
biologica opportunamente applicate portano a un miglioramento delle
condizioni ambientali, a tutti i livelli.
7. Effetti positivi sui cambiamenti climatici, tramite la riduzione del
consumo diretto e indiretto di energia
L'agricoltura biologica usa l'energia in modo molto più efficiente, e riduce
notevolmente le emissioni di CO2, rispetto all'agricoltura convenzionale sia
per quanto riguarda il consumo diretto di energia sotto forma di
combustibili fossili, sia riguardo al consumo indiretto connesso con l'uso
di fertilizzanti e antiparassitari chimici di sintesi;
L'agricoltura sostenibile ristabilisce la materia organica del suolo,
aumentando la quantità di carbonio sequestrato nel terreno, quindi
sottraendo significative quantità di carbonio dall'atmosfera;
l'agricoltura biologica probabilmente emette meno biossido di azoto (N2O),
un altro importante gas serra e una delle cause della distruzione dello
strato di ozono.
7. Produzione efficiente, ad alto profitto
nell'agricoltura biologica qualunque eventuale riduzione delle rese è più
che compensata dai miglioramenti ecologici e dagli aumenti di efficienza; le
aziende biologiche, più piccole, producono molto di più per unità di
superficie che non i ben più grandi appezzamenti di terreno caratteristici
dell'agricoltura convenzionale;
nell'agricoltura biologica i costi di produzione sono spesso più bassi che
nell'agricoltura convenzionale, portando a ritorni netti equivalenti o più
alti anche senza il premio sui prezzi dei prodotti biologici;
quando si tiene conto dei prezzi più alti per i prodotti biologici, i
profitti di questo sistema di agricoltura sono quasi sempre superiori.
8. Aumento della sicurezza alimentare e dei vantaggi alle comunità locali
Un'indagine sui risultati dei progetti di agricoltura sostenibile ha
dimostrato che la produzione media alimentare per famiglia è aumentata di 1
71 tonnellate all'anno (fino al 73%) per 4,42 milioni di coltivatori che
lavorano 3,58 milioni di ettari, portando alle comunità locali grandi
benefici in termini di sicurezza alimentare e di salute;
L'aumento della produttività fa aumentare la quantità di cibo disponibile e
i redditi, quindi riduce la povertà aumentando l'accesso al cibo, riducendo
la malnutrizione e migliorando le condizioni di salute e di vita;
i metodi dell'agricoltura sostenibile attingono intensamente dalle
conoscenze tradizionali indigene e danno importanza all'esperienza dei
coltivatori e alle loro innovazioni, quindi ne migliorano la condizione
sociale e l'autonomia, rafforzando le relazioni sociali e culturali
all'interno delle comunità locali;
per ogni sterlina spesa per acquistare prodotti dell'agricoltura biologica
(in uno studio condotto nel Regno Unito), vengono generate 2.59 sterline per
l'economia locale; per ogni sterlina spesa in un supermercato, vengono
generate soltanto 1,40 sterline per l'economia locale.
9. Prodotti alimentari migliori per la salute
Il cibo biologico è più sicuro, poiché nell'agricoltura biologica è vietato
l'uso di antiparassitari; è perciò raro trovare in questi alimenti residui
chimici nocivi;
nella produzione biologica è vietato "uso di additivi artificiali, come i
grassi idrogenati, l'acido fosforico, l'aspartame e il glutammato monosodico
che sono stati messi in relazione con patologie molto diverse quali le
cardiopatie, l'osteoporosi, l'emicrania e l'iperattività; vari studi hanno
dimostrato che, in media, i cibi biologici hanno un contenuto più alto di
vitamina C, di minerali e di fenoli - composti vegetali che possono
combattere le cardiopatie e il cancro e alleviano le disfunzioni
neurologiche correlate con l'età - e un contenuto significativamente più
basso di nitrati, che sono sostanze tossiche. Le pratiche dell'agricoltura
biologica hanno dimostrato di avere effetti positivi su tutti gli aspetti
riguardanti la salute e l'ambiente. In più queste pratiche agricole sono
ovunque fonte di sicurezza alimentare, benessere sociale e culturale per
tutte le comunità locali. E' necessario e urgente il completo passaggio, a
livello mondiale, a tutte le forme di agricoltura sostenibile.
Alcuni degli scienziati che formano l'ISP (il gruppo di scienziati
indipendenti) sugli OGM:
Prof. Miguel Altieri Professore di Agroecologia, University of California,
Berkeley, USA
Dr. Michael Antoniou Senior lecturer in Genetica Molecolare, GKT School of
Medicine, King's Collega, london.
Dr. Susan Bardocz Biochimica, già attiva al Rowett Research Institute,
Scotland
Prof. David Bellamy OBE Botanico di fama internazionale, ambientalista,
giornalista; insignito di numerosi premi e riconoscimenti; Presidente & Vice
Presidente di molte organizzazioni per la conservazione e la tutela
ambientale
Dr. Elizabeth Bravo V. Biologa, ricercatrice e attivista nelle campagne di
informazione sui temi della biodiversità e degli OGM; cofondatrice di Accion
Ecoògica; part-time lecturer alla Universidad Politècnica Salesiana, Ecuador
Prof. Joe Cummins Professor Emeritus di Genetica. University of Western
Ontario, London, Ontario, Canada
Dr. Stanley Ewen Istopatologo presso il Grampian University Hospitals
Trust; già Senlor lecturer di Patologia, University of Aberdeen;
responsabile dello Scottish Colorectal Cantar Screening Pilot PrQject.
Edward Goldsmith Ambientalista, insignito di numerosi premi e
riconoscimenti, studioso, autore e fondatore di The Ecologist.
Dr. Brian Goodwin Studioso attivo a Residence, Schurnacher College, England.
Dr. Mae-Wan Ho Cofondatrice e Direttrice dell'Institute of Science in
Society; Editore di Science in Society; Consulente scientifico per The Third
World Network e per the Roster of Experts far the Cartagena Protocol on
Biosafety; Visiting Reader, Open University, UK e Visiting Professar di
Fisica organica, Università di Catania, Sicilia, Italia
Prof. Malcolm Hooper Professor Emeritus presso la University of Sunderiand;
già Professore di Chimica Medica. Faculty of Pharmaceutical Sciences,
Sunderland Polytechnic; Chief Scientific Consulent per i Gulf War Veterans
Dr. Vyvyan Howard Medico patologo, Developmental Toxico-Pathology Group,
Department of Hunan Anatomy and Cell Biology, The University of Liverpool;
Membro dell'UK Government's Advisory Committee on Pesticides
Dr. Brian John Studioso di geomorfologia e scienze ambientali; Fondatore e
per lungo tempo Presidente del West Wales Eco Centra
Prof. Marijan Jost Professore di Plant Breeding and Seed Production,
Agricultural Collega Krioevci, Croatia.
Lim Li Ching Ricercatrice, Institute of Science in Society e Third World
Network; deputy-editor di Sciante in Society.
Dr. Eva Novotny Astronoma, attivista in campagne sugli OGM per Scientists
far Global Responsibility, SGR
Prof. Bob Orskov OBE Capo della International Feed Resource Unit in Macaulay
Institute, Aberdeen, Scotland; Membro della Royal Society of Edinburgh,
FRSE; Membro della Polish Academy of Sciante
Dr. Michel Pimbert Ecologo. International Institute for Environment and
Development.
Dr. Arpad Pusztai Consulente privato; già Senior Research Fellow al Rowett
Research Institute, Aberdeen, Scotland
David Quist Docente di ecologia microbica, Ecosystem Science Division,
Environmental Sciance. Policy and Management, University of California,
Berkeley, USA
Dr. Peter Rosset Ecologo ed esperto di sviluppo rurale; Codirettore di the
Institute for Food and Development Policy (Food First), Oakland, California,
USA.
Prof. Peter Saunders Professore di Matematica Applicata al King's Collega,
London.
Dr. Veljko Veljkovic Virologo, esperto di AIDS, Center for Multidisciplinary
Research and Engineering, Institute of Nuclear Sciences, VINCA, Belgrade,
Yugoslavia
Roberto Verzola
Philippine Greens; Membro del Board of Trustees, PABINHI (network per
un'agricoltura sostenibile), Coordinatore, SRI-Pilipinas.
Dr. Gregor Wolbring Biochimico, University of Calgary, Alberta, Canada;
Adjunct Assistant Professor su temi di bioetica, University of Calgary;
Adjunct Assistant Professar, University of Alberta; Fondatore e Direttore
Esecutivo dell'International Center for Bioethics, Culture and Disability;
Fondatore e Coordinatore dell'International Network on Bioethics and
Disability
Prof. Oscar B. Zamara- Professore di Agronomla, Oepartment of Agronomy,
University of the Philippines Los Banos-College of Agriculture (UPLB-CA),
College, Laguna, The Philippines
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