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Nuovo rapporto di Amnesty International sull'Iraq
- Subject: Nuovo rapporto di Amnesty International sull'Iraq
- From: "Ufficio Stampa Amnesty " <press@amnesty.it> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa@peacelink.it>)
- Date: Fri, 20 Jun 2003 11:49:30 +0200
Gent.mi tutti,
vi trasmettiamo il comunicato stampa della Sezione Italiana di
Amnesty International:
Nuovo rapporto di Amnesty International sull'Iraq:
i diritti umani, alla base della ricostruzione del paese
Grazie per la cortese attenzione
Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:
Ufficio Stampa
Amnesty International
Tel. 06 44.90.224
cell. 348-6974361
e-mail: press@amnesty.it
COMUNICATO STAMPA CS87-2003
NUOVO RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SULL'IRAQ:
I DIRITTI UMANI, ALLA BASE DELLA RICOSTRUZIONE DEL PAESE
Amman - Alla vigilia di una importante conferenza del Forum economico
mondiale, in cui si discutera' del futuro e della ricostruzione dell'Iraq,
Amnesty International ha espresso la propria preoccupazione per l'attuale
situazione dei diritti umani nel paese: "Il rispetto per i diritti umani
dev'essere la condizione essenziale perche' in Iraq vi siano sicurezza,
pace e liberta'" - si legge in apertura del rapporto.
I componenti di una delegazione di Amnesty International di ritorno
dall'Iraq hanno riferito che le potenze occupanti - Stati Uniti e Regno
Unito - non stanno adempiendo alle loro responsabilita' di assicurare la
sicurezza e il benessere della popolazione irachena. Inoltre, le potenze
occupanti continuano a tenere agli arresti oltre 2000 iracheni presso
aeroporti e altri centri di custodia, senza consentire loro di incontrare
parenti e avvocati e di contestare sul piano giudiziario la propria detenzione.
"La famigerata prigione di Abu Ghraib, centro di tortura e di esecuzioni di
massa sotto il regime di Saddam Hussein, rimane ancora tagliata fuori dal
mondo esterno. Il 13 giugno i detenuti hanno effettuato una protesta contro
la propria detenzione a tempo indeterminato e senza processo. Le truppe
delle potenze occupanti hanno reagito uccidendo una persona e ferendone
altre sette" - ha dichiarato Abdel Salam Sidahmed, vicedirettore del
programma Medio Oriente di Amnesty International, al termine della sua
visita in Iraq.
Nel suo rapporto, A vantaggio di chi? I diritti umani e il processo di
ricostruzione economica in Iraq, Amnesty International afferma che
"l'obiettivo della ricostruzione dev'essere quello di assicurare
l'effettiva protezione e realizzazione di tutti i diritti umani per tutti
gli iracheni. La ricostruzione avra' successo solo se i diritti umani
saranno al centro di questo processo". Il rapporto rivolge numerose
preoccupazioni alle potenze occupanti e alle imprese private che stanno
premendo per entrare o investire in Iraq.
La risoluzione 1483, adottata il 22 maggio dal Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Unite, ha abolito il prolungato regime delle sanzioni e ha
stabilito un quadro di riferimento internazionale per il processo di
ricostruzione. Tuttavia, il Fondo di sviluppo menzionato nella risoluzione,
dove saranno versati i proventi derivanti dalla vendita del petrolio,
rimane sotto il chiaro controllo delle potenze occupanti, e persino
l'Organismo "indipendente", che ha il compito di supervisionare le spese
del Fondo, non e' chiamato direttamente a rispondere a livello internazionale.
"Senza un meccanismo di controllo internazionale, non vi e' alcuna
assicurazione che questi organismi orientino gli sforzi della ricostruzione
verso la protezione dei diritti umani o che almeno assicurino che i
progetti di sviluppo non finiscano per causare abusi dei diritti umani" -
ha dichiarato Umberto Musumeci, responsabile Diritti economici e sociali
della Sezione Italiana di Amnesty International.
All'interno delle forze della coalizione, prima della guerra, si e' parlato
a lungo dei diritti umani della popolazione irachena. "Se quelle erano
parole sincere, ora gli Stati Uniti e il Regno Unito dovrebbero affermare
chiaramente che i progetti riguardanti la protezione dei diritti umani
avranno priorita' nel processo di ricostruzione" - ha aggiunto Musumeci.
"Le potenze occupanti dovrebbero inoltre impegnarsi a riferire, nei loro
rapporti al Consiglio di Sicurezza, sul modo in cui i finanziamenti erogati
dal Fondo di sviluppo rafforzeranno la protezione dei diritti umani".
La conferenza del Fondo economico mondiale viene presentata come uno
sguardo rivolto al futuro dell'Iraq. "È davvero sconcertante che i diritti
umani non siano neanche menzionati nelle otto fitte pagine di agenda dei
lavori" - ha lamentato David Petrasek, direttore del programma sulle
politiche e sulla valutazione di Amnesty International. "Saremo presenti
alla riunione per ribadire che non puo' esservi alcuna ricostruzione se non
sara' basata sul ripristino della legalita', sull'eguaglianza e sul
rispetto di tutti i diritti umani di tutti gli iracheni. Perche' la
ricostruzione abbia successo, dovra' inoltre esservi giustizia per le
centinaia di migliaia di vittime delle passate violazioni dei diritti umani
in Iraq".
"La ricostruzione non e' solo una mera questione economica" - ha
sottolineato Musumeci. "Soprattutto in un contesto di occupazione, il
processo di ricostruzione e' destinato ad avere un enorme impatto su
aspetti politici e sociali e ovviamente sui diritti umani. Per questo, deve
essere assicurata giustizia per i passati abusi ma vi e' bisogno di
giustizia sociale nel futuro".
Il rapporto di Amnesty International solleva dubbi sulla mancanza di
trasparenza nell'assegnazione degli appalti e nel processo di
ricostruzione, sottolineando come la mancanza di informazioni stia negando
agli iracheni il loro diritto a prendere parte al processo decisionale su
importanti questioni, come la ricostruzione del sistema giudiziario, la
riorganizzazione delle forze di polizia, il sistema educativo e quello
sanitario.
L'attuale situazione in Iraq mostra come le potenze occupanti non stiano
venendo incontro ai bisogni di sicurezza della popolazione irachena.
Centinaia di migliaia di famiglie stanno lottando per arrivare alla fine
della giornata, senza pensione ne' stipendio. In questa situazione, la
gente e' sempre piu' frustrata e non sa a chi rivolgersi per esprimere
preoccupazioni e proteste. È quasi impossibile scoprire i nomi dei
dirigenti che sono a capo degli uffici governativi, che ruotano in
continuazione, e sembra non vi sia alcun sistema di comunicazioni regolari
tra l'Ufficio dell'autorita' provvisoria della coalizione e la popolazione
irachena.
"Le potenze occupanti devono prendere un esplicito impegno a coinvolgere
gli iracheni nelle decisioni riguardanti la ricostruzione. Gli iracheni
stessi, possibilmente attraverso istituzioni rappresentative, dovrebbero
prendere decisioni sulla ricostruzione, sugli investimenti esteri e sulla
vendita dei beni dello Stato" - ha aggiunto Musumeci. "Anche le donne
devono essere coinvolte pienamente nel processo di ricostruzione: e' una
condizione necessaria per una pacifica ed efficace ricostruzione dell'Iraq".
Il rapporto di Amnesty International rivolge numerose osservazioni alle
imprese private e richiama la necessita' che il loro comportamento non
indebolisca gli sforzi per il ripristino della legalita' attraverso
incentivi alla corruzione. L'organizzazione per i diritti umani chiede alle
imprese di considerare la propria condotta alla luce della nuova serie di
principi sui diritti umani, sviluppati dalle Nazioni Unite con speciale
riferimento al mondo degli affari, e di evitare quei trasferimenti
arbitrari di popolazioni che spesso i progetti relativi a grandi
infrastrutture possono provocare. Il rapporto, infine, sollecita le imprese
a osservare le norme sulla sicurezza riconosciute a livello internazionale,
con particolare riferimento all'impiego e alla formazione degli addetti
alla sicurezza, nonche' ad evitare ogni forma di discriminazione
nell'assunzione di manodopera irachena.
"Se le riforme per proteggere i diritti umani non saranno pienamente
integrate nella ricostruzione, sara' stato perpetrato un tradimento ai
danni della popolazione irachena" - ha concluso Musumeci.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 20 giugno 2003
Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - 348 6974361, e-mail: press@amnesty.it