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[cbapg23] Prodi sul Corpo di Pace, Verona 6 Giugno 2003
Difendere la pace.
La pace non é uno slogan, ma il risultato di un comune sentire. Ed é
possibile se superiamo odio e pregiudizi. Lo abbiamo fatto in passato tra noi
Europei. A voi spetta farlo dentro e fuori l?Europa, a cominciare dal
Mediterraneo. Lo avete gridato con forza voi, durante la crisi irachena e
dovete continuare a farlo, perché avete la forza di chi chiede e grida il
giusto.
Vi spetta poi il compito di rendere possibile la convivenza tra popoli di
culture diverse, di colore della pelle diverso, di popoli poveri accanto a
quelli ricchi.
Una delle difficoltà dell?Europa e del mondo é l?accettazione del diverso,
che genera paura e diffidenza.
Come si puo? avere paura di essere colpiti da chi é inermi, da chi é più
debole?
Come si possono confondere masse di donne e uomini che guardano all?Europa
con tanta speranza con alcuni assassini e terroristi, che fanno innanzi tutto
il male della loro gente, e che vanno combattuti con fermezza?
Vi chiedo un impegno civico e umano.
Sono infatti convinto che la politica debba incoraggiare e favorire l?impegno
dei giovani. Per questo, in Europa, nei limiti delle nostre competenze,
stiamo attuando una strategia specifica.
Il nostro Libro Bianco sulla gioventù mira a favorire la partecipazione,
l?informazione, il servizio volontario e la comprensione reciproca.
Sono in particolare convinto che il servizio volontario possa diventare un
grande fattore di integrazione e di cittadinanza europea attiva.
Per questo, ritengo un grande passo in avanti la creazione, prevista nel
progetto di Costituzione, di un corpo europeo di pace composto da giovani
europei, per svolgere attività umanitaria. Credo che anche all?interno
dell?Unione, le varie agenzie e centri di volontariato dovrebbero creare
delle reti e delle forme di coordinamento e di scambio. La Presidenza
italiana costituisce una grande occasione per operare in tale direzione. Da
parte nostra, della Commissione, siamo assolutamente disponibili a cooperare
con il governo italiano in tal senso.
Romano Prodi, Verona 6 giugno 2003