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perché voteremo SI' domenica prossima




  Articolo 18 e società dei diritti
La nostra partecipazione in senso positivo al referendum sulla estensione
dell¹art. 18 è in una linea di coerenza col nostro costante impegno per
l¹affermazione della società dei diritti.

  In sintonia con le donne e gli uomini che animano i nuovi movimenti siamo
convinti che diritti sociali e diritti umani insieme si tengono o insieme
cadono. Non si può dire ad esempio a un essere umano "tu hai inalienabile
diritto all¹integrità fisica" e insieme sostenere, se necessario anche con
la guerra, un ordine mondiale che priva quello stesso essere umano dei mezzi
essenziali alla sopravvivenza: cibo, medicine, lavoro, informazioni, ecc.

  I diritti, inoltre, anche quelli sociali o sono di tutti o non sono di
nessuno. Finché un solo essere umano non ha lavoro o non ha cibo o non ha
ciò che gli assicura identità, sicurezza, dignità e vita, i diritti di tutti
gli altri, di tutti noi, non sono più veri diritti ma sostanziali privilegi.

  Siamo ben consapevoli del fatto che le pratiche politiche richiedono
mediazioni fra questi principi di alto valore etico universale e la realtà
concreta sempre parziale e contraddittoria. Gli stessi movimenti si trovano
immersi nelle contraddizioni e nella necessità di andare per piccoli passi.
Siamo però anche consapevoli che la globalizzazione liberista tenta di
annientare con mezzi potentissimi e perfino col terrore e con la guerra la
cultura etica della solidarietà e dei diritti sociali, in quanto considera
tale cultura e le pratiche conseguenti come ostacolo al libero svilupparsi
del mercato, come un gravissimo attentato allo sviluppo e alla libertà. Per
i poteri che sostengono e propagano la cultura liberista, la centralità del
lavoro è una bestemmia e lo stato sociale è la cura pietosa che può
incancrenire la piaga. Solo l'interesse privato, mediato dal mercato, ha in
sé la capacità di condurre l'umanità verso un progressivo allargamento
dell'onda della ricchezza, fino a raggiungere tutti gli uomini e debellare
infine la povertà. Tutto il resto è aleatorio e affidato al giudizio di
opportunità del luogo e del momento. E' talmente decisiva l'affermazione del
libero mercato a livello planetario che per il nobile scopo tutti i mezzi
sono leciti, compresa la guerra. Il liberismo è ormai un assoluto. Non è più
un sistema economico e politico parziale con cui negoziare mediazioni
possibili. E il danaro è un dio che esige sacrifici e sottomissione
incondizionata.

  Le necessarie mediazioni politiche e i piccoli passi possibili rischiano
continuamente di essere rimangiati dalla potenza del liberismo. Ciò che si
ottiene sul piano politico o economico si rischia di pagarlo con involuzioni
e arretramenti sul piano delle consapevolezze. E¹ perciò sempre necessario,
secondo noi, mantenere alta la tensione verso l¹obbiettivo della
generalizzazione e universalizzazione dei diritti sociali. Insieme alle
mediazioni politiche sono sempre indispensabili campagne culturali. Il
ritrarsi dalla partecipazione positiva al referendum dà alla gente un
preciso segnale: il liberismo ha vinto, il liberismo domina il mondo, il
liberismo vuole mano libera nel mercato del lavoro, e noi dobbiamo piegarci
alle condizioni imposte dal vincitore.

  Qualunque sia il giudizio che si può dare sul merito del referendum e sul
percorso politico che ne ha accompagnato la promozione, e può essere davvero
un giudizio negativo, ormai è una battaglia di cultura votare SI¹. E¹ un
modo per tenere teso l¹arcobaleno e diffondere un messaggio di speranza: la
resistenza è ancora possibile, la società dei diritti è una stella fissa
nella notte fonda della prepotenza senza limiti, dell¹illegalità che si fa
ordine mondiale, del dominio che vuole i nostri corpi, le nostre
intelligenze e i nostri sentimenti.

  Luigi Ciotti; Enzo Mazzi; Giovanni Franzoni; Arturo Paoli; Andrea Gallo;
Vitaliano Della Sala; Alex Zanotelli; Sergio Tanzarella; Ettore Masina;
Marcello Vigli; Pasquale Colella; Lidia Menapace; Erika Tomassone; Vittorio
Bellavite; Antonio Parisella; Peppino Coscione; Maria Caterina Cifatte
Alessandro Santoro; Sergio Gomiti; Giovanni Avena, Eletta Cucuzza, Ludovica
Eugenio, Claudia Fanti, Valerio Gigante, Luca Kocci, Laura Leonori,
Francesca Nava, Marco Zerbino (Adista); Cristiano Bumbaca; Leda Giacomelli;
Laura Forgione; Vittoria Ravano; Mario Mencaraglia; Benedetto Di Sillico;
Mauro Gozzio; Bernard Byzek, Mauro Castagnaro, Linda Di Ianni.

6 Giugno 2003