Report 74 di Rosarita Catani
IL GOVERNO GIORDANO INVIA UN INVITO UFFICIALE PER IL SUMMIT AD AQABA
AMMAN 31 MAGGIO 2003-Il Ministro degli Esteri Giordano, Marwan Mausher, in una conferenza stampa, annuncia pubblicamente di aver spedito un invito al Presidente G. Bush, al Primo Ministro Palestinese Mahmoud Abbas ed al Primo Ministro Israeliano Ariel Sharon di partecipare al summit per la pace, presieduto dal Re Abdullah di Giordania, che si terrà mercoledì ad Aqaba.
Marwan Mausher, dichiara che “sono stati anticipati i tempi per il summit storico ad Aqaba” per puntualizzare alcuni accordi o dichiarazioni.
“E’ prematuro parlare di cosa ne uscirà fuori” afferma il primo Ministro Giordano. “Quello che speriamo è che con la conclusione degli accordi si avvi la roadmap. Parte della roadmap è stata già adottata dai Palestinesi: Un nuovo governo Palestinese è stato formato, una nuova costituzione è stata sviluppata. Speriamo che adesso ci sia il reciproco scambio da parte israeliana cioè quello di migliorare la vita giornaliera del popolo palestinese e partire seriamente in questo lavoro, inclusa l’attività sugli insediamenti”.
Aqaba, come luogo per il summit è anche il contributo del ruolo attivo della Giordania affinché si metta fine al conflitto arabo-israeliano e si dia l’avvio alla roadmap.
Mausher dichiara che il summit di Aqaba favorirà l’incontro bilaterale tra Bush ed il Re Abdullah, Bush ed Abbas e Bush e Sharon, come sorgente dell’incontro trilaterale tra USA, Israele e Palestina.
In risposta ad una domanda, Musher afferma che i 15 emendamenti proposti dal Governo Sharon per la roadmap non possono essere accettati e non dovranno cambiare il testo attuale del documento.
“In un primo tempo Israele accettò il principio di due Stati. In un secondo tempo Israele ha chiesto agli Stati Uniti di cancellare dalla roadmap l’adozione dell’iniziativa Araba come un termine di garanzia del nuovo processo di pace, “ma, gli Stati Uniti, hanno rigettato la discussione Israeliana, riservando la priorità all’impiego della roadmap”
Con l’accettazione della roadmap, Israele ha sottoscritto l’adozione dell’iniziativa Araba come termine di garanzia per le iniziative di pace , tenutosi nel 2001 nel summit Arabo a Beirut ed offrendo la pace per Israele con tutti i suoi vicini arabi e garantendo la sicurezza collettiva in cambio del pieno ritiro delle terre occupate nel 1967.
Israele dovrà adottare la roadmap quale garanzia per una soluzione, che prevede uno stato palestinese nei confini delle terre occupate nel 1967 ed il ritiro da parte d’Israele da tutte le terre occupate, Siria e Libano compreso, ed hanno tre anni di tempo per mettere fine all’occupazione e instaurare uno Stato Palestinese”.
Comunque, il testo della roadmap non prevede alcuna soluzione al problema dei profughi palestinesi. L’iniziativa Araba ha stipulato un “accordo-soluzione” per la questione dei profughi sulla base delle leggi internazionali e della risoluzione dell’ONU 194.
Al di fuori dei territori occupati vivono piu’ di due milioni e mezzo di Palestinesi, la maggior parte in Giordania, Libano e Siria, altri dispersi in altri Paesi arabi e nel resto del mondo.
E’ logico che il nuovo Stato palestinese non potrebbe non diventare la Patria di questi rifugiati, dispersi in varie parti del mondo, ma unito nell’orgoglio per la rivendicazione d’identità.
.
Nota: Rosarita Catani e' una reporter indipendente che invia i suoi resoconti da Amman, Giordania, raccontando da un punto d’osservazione privilegiato cosa accade in Iraq e in medio oriente. I suoi report - pubblicati regolarmente sul sito www.peacelink.it - sono utilizzabili liberamente previa citazione della fonte e dell'autrice].