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Anteprima da "American Nightmare" di Sbancor
Da lunedi' 26 maggio sara' in libreria "AMERICAN NIGHTMARE - Incubo
Americano", il nuovo saggio di Sbancor edito da Nuovi Mondi Media
(http://www.nuovimondimedia.it), il progetto editoriale che coinvolge anche
Information Guerrilla.
Per i lettori della newsletter di Information Guerrilla pubblichiamo qui in
anteprima la prefazione di Valerio Evangelisti.
SBANCOR, O DELLO STIMOLO AL RAGIONAMENTO
di Valerio Evangelisti
Sbancor, rispetto ad altri uomini del mondo finanziario divenuti noti sotto
pseudonimo, ha una caratteristica: sa scrivere. I suoi interventi, ormai
notissimi a chi frequenta i siti di Internet "alternativi", "antagonisti" e
di controinformazione, non sono mai fredde rassegne di dati e di
interpretazioni. In essi, alla lettura critica degli eventi economici e
all'esposizione delle connessioni che permettono di intenderne il
significato, si sommano riferimenti alla storia, all'esperienza personale,
a fatti di cronaca trascurati o non valorizzati il giusto. Sbancor e', in
questo senso, una straordinaria macchina per la conservazione della memoria
o, se vogliamo usare un esempio piu' pittoresco, il guardiano di uno di
quei pannelli su cui, negli uffici o in qualche scuola, vengono fissati gli
appunti con puntine da disegno. Normalmente, dei piu' ingialliti tra quegli
appunti ci si scorda. Sbancor invece li ha tutti presenti e, quando
occorre, interviene a illustrarcene una possibile coerenza. Piu'
suggerendola, pero', che cercando di renderla totalmente visibile.
Il margine di autonomia lasciato al fruitore e' cio' che, oltre alla
competenza, distingue Sbancor dalla specie in crescita anche in Europa dei
cultori di teorie cospirative. Laddove questi ultimi accordano pari
dignita' a un articolo di giornale, a una foto appannata e a una
comparazione statistica, per poi correre immediatamente alle conclusioni,
Sbancor privilegia le fonti solide e le espone in ordine apparentemente
casuale, limitandosi a lasciare intuire il quadro capace di dimostrarne
l'organicita'. Il metodo dei primi (i Maurizio Blondet, i Thierry Meyssan
ecc.) deve molto al cosiddetto "negazionismo" dell'Olocausto, con la sua
puntigliosita' resa inane dall'assenza di uno sfondo credibile. Al
contrario, il metodo di Sbancor non dimentica mai la cornice di verita',
storica e umana, che sola puo' dare rilievo al particolare; tanto che ogni
volta che puo' ricorre all'espediente narrativo, capace di riportare in
primo piano, sia pur sommessamente, valori, scelte di campo e
contraddizioni. Contrariamente al vocabolario usuale, la metodologia dei
"cospirazionisti" e' induttiva (dal particolare al generale), mentre quella
di Sbancor e' deduttiva (il contrario), cio' che e' molto raro quando si
parla di economia. E di impostazione deduttiva e' questo libro, che,
conformandosi allo stile dell'autore, miscela materiali apparentemente
incompatibili: riflessioni di ampia portata e ricordi individuali, analisi
rigorose e brandelli pudicamente accennati di storie d'amore, fino a
concludersi col saluto a pugno chiuso a un amico ex partigiano appena
morto, e con il ritorno, subito dopo, in quell'America adorata e detestata
in egual misura (a seconda che si parli della vita delle persone o del
sistema politico ed economico che la governa).
Il libro esce a ridosso della conclusione apparente di un'ennesima
avventura coloniale statunitense: la conquista di un Iraq semi-distrutto a
furia di bombe, per impiantarvi qualcosa di ancora imprecisato, ma utile ai
fini di una marcia di terra verso il nemico del futuro: la Cina. Sbancor
prende ovviamente ispirazione dall'evento, ma fa molto di piu'. Con l'aria
disinvolta di chi getti sul tavolo da gioco le carte che ha in mano in un
ordine che sembra casuale, fornisce strumenti utili alla lettura sia del
conflitto in corso, sia di quelli pregressi, sia di quelli verosimilmente
ipotizzabili per l'avvenire. In pratica smonta pezzo per pezzo, con perfida
lentezza, le logiche e le strutture dell'apparato militare, politico ed
economico statunitense. Fino a disseppellirne, sempre con esibita
svagatezza, le origini piu' remote, iscritte nel codice genetico di un
apparato di Stato solo in parte giustapposto alla nazione (e qui sarebbe
utile confrontare certe ipotesi di Sbancor con il libro, appena tradotto in
Italia, di Francis Jennings La creazione dell'America, Einaudi, 2003, che
data certe tendenze addirittura alla Rivoluzione Americana).
Personalmente, da lettore casuale e dilettante di questi temi, sono
convinto che chiave fondamentale per capire il presente sia, oltre agli
eventi politici, il silenzioso spostamento d'accento, nel corso degli anni
Ottanta e soprattutto durante la presidenza Reagan, dall'economia
produttiva all'economia finanziaria. Fu il periodo in cui il volume degli
scambi di borsa crebbe fino a equivalere, quotidianamente, al bilancio
annuale di uno Stato di medie dimensioni; in cui banchieri o personaggi
legati alla finanza assunsero in tutto l'Occidente funzioni direttamente
politiche; in cui si comincio' a concepire l'unione europea in chiave
esclusivamente monetaria, con i governatori usciti dalla dissoluzione delle
banche nazionali in posizione di leadership assoluta, sottratta a ogni
controllo; in cui si ridisegno' la mappa del mondo cancellandone le
porzioni divenute poco interessanti, al di la' del possesso o meno di
materie prime: quasi tutta l'Africa, parte dell'Asia, una larga porzione
dell'America Latina.
Era il compimento del processo che il bistrattato Marx, e dopo di lui
l'ancor piu' bistrattato Kautsky, avevano previsto: l'astrazione assoluta
della moneta, ormai svincolata da ogni processo concreto di produzione e
scambio. Ideale per un connubio con la circolazione di beni immateriali
quali la comunicazione, l'informazione, l' "idea" di merce senza
riferimento al valore d'uso. Era logico, a quel punto, che il comando
passasse a chi creava moneta virtuale a suo arbitrio (gli Stati Uniti) e,
pur non producendo praticamente nulla, era padrone incontrastato del
mercato immateriale; e cio' ancor prima della caduta del muro di Berlino.
Dopo si trattava solo di distruggere, senza pretese di colonizzazione
reale, oasi di resistenza al dominio dell'economia astratta. La Jugoslavia,
per esempio, attardata su un modello inutile di economia parzialmente
socialista. Diveniva d'obbligo favorirne la scissione, poi distruggerne le
schegge troppo grosse. La Somalia, attestata su una posizione geografica in
cui l'economia materiale aveva troppo peso. L'Afghanistan, possibile
passaggio per oleodotti che forse non saranno mai realizzati, ma la cui
potenzialita', reale o virtuale, incide sugli equilibri finanziari. L'Iraq,
che pompi o non pompi petrolio, lo mandi o meno negli Stati Uniti, e' del
petrolio la raffigurazione.
L'importante non e' disegnare una carta geografica dello stesso colore:
cio' che conta e' farvi dei buchi dove esistevano sfumature cromatiche
troppo intense. Di ostacolo a un Occidente che ha ormai affidato il potere
politico, proprio e sul mondo, a quello economico, e in primo luogo a
quello finanziario. Quella che avanzo e' naturalmente una mera ipotesi, da
prendere con le molle. Ma se anche una minima porzione di essa trovasse
rispondenza nei dati della realta', sarebbe da salutare con entusiasmo il
fatto che un uomo come Sbancor stia dalla parte di chi il sistema non lo
accetta. E che, con la sua cultura e le sue conoscenze, fornisca alimento a
riflessioni forti in un periodo in cui anche il pensiero antagonista sembra
tendere all'immaterialita', tanto e' esangue.
Valerio Evangelisti
SBANCOR: AMERICAN NIGHTMARE - La recensione di Giuseppe Genna su Clarence
"Dall'eccezionale fucina di Nuovi Mondi Media, la casa editrice che negli
ultimi tempi mi pare la piu' incisiva quanto a proposta e innovazione
culturale, esce come un lapillo letalmente incendiario l'atteso libro di
una delle voci piu' misteriose e autorevoli della controcultura italiana:
l'ormai leggendario Sbancor. Uno dei libri piu' interessanti dell'anno: una
sorta di romanzo reportage e saggio che vale una banca dati della
controinformazione seria - un thriller alla Ellroy che entra in osmosi con
un assalto alla Ziegler..."
http://www.clarence.com/contents/cultura-spettacolo/societamenti/archives/001613.html#001613
AMERICAN NIGHTMARE - La scheda del libro
http://www.nuovimondimedia.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=167
AMERICAN NIGHTMARE - Incubo Americano
di Sbancor
pagine 176, 12 euro
Nuovi Mondi Media
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