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Report da Amman #48



REPORT 48

GERUSALEMME VIETATA LA PREGHIERA DEL VENERDI'

GAZA TORMENTATA DALLA REPRESSIONE

Gerusalemme- 16 maggio 2003 - Il venerdi' e' giorno di preghiera per i 
mussulmani.

I palestinesi si dirigono verso la moschea di Gerusalemme per il rito 
religioso, come ogni venerdi'

I soldati israeliani, pero', vietano l'ingresso ai fedeli nella moschea e 
cosi' che tristemente, le persone si ritrovano a pregare in strada.

Centinaia di persone, stendono il loro tappeto proprio nello spazio di 
fronte la moschea ed iniziano a pregare, flettendo il loro corpo in avanti 
e pronunciando "Allah Akbar", mentre i soldati israeliani a cavallo, sono 
dinanzi la moschea in mezzo la folla.

A Gaza, nel frattempo, 70 tank irrompono nella citta' rioccupando Beit 
Hanun, una parte di Beit Lahia e Jabalya.

Dieci Bulldozer israeliani demoliscono 8 case e delle fattorie.

Un altro palestinese ucciso. La vittima aveva 23 anni e la sua famiglia 
dichiara che il ragazzo era mentalmente insano.

IN UNA VECCHIA SCATOLA E' RACCHIUSO IL SOGNO DEI PROFUGHI PALESTINESI.

Mohammed Assadi, giornalista indipendente, si e' recato nel campo profughi 
di Balata nel West Bank, dove ha incontrato una vecchia profugapalestinese, 
Jamileh Abu E'bayya, che ha tirato fuori da una scatola una vecchio 
documento, ormai ingillito dal tempo.

Il documento, risale al tempo dell'Impero Ottomanno, mostra una casa a 
Sidna Ali, il villaggio vicino Tel Aviv dove era nata 76 anni fa.

Sidna Ali, divenne una parte di Israele quando lo Stato fu creato nel 1948.

"Se e' rimasto qualcosa di buono ai tempi d'oggi e' questa piccola scatola" 
dichiara E'bayya "Quanto mi manca quella casa, posso solo guardarla dalla 
scatola".

E'bayya ed altri Palestinesi del campo hanno commemorato ieri, quelli che 
loro chiamano la Nakbeh (Catastrofe), che vide l'eislio di milioni di 
palestinesi dalla loro case durante la creazione dello Stato d'Israele 
sulla terra di Palestina.

"Io spero di poter vivere li' per un giorno prima di morire" afferma lei, 
indossando il suo lungo stidash (vestito) ed il bianco eshari.

Il diritto dei profughi al ritorno nelle loro case e' solo una mera 
illusione. Israele impedisce il ritorno dei 4 milioni di profughi 
dichiarando che rovinerebbero la "natura dello Stato ebraico" ed 
impedirebbero gli effetti della pace.

E'bayya ed altre persone dicono che I cittadini di  Sidna Ali lasciarono il 
villaggio dopo che un gruppo di coloni ebrei uccise cinque persone.

E'bayya aveva 19 anni allora. Suo fratello ed altre persone del campo 
profughi vivevano in cinque villaggi nel West Bank prima di entrare a 
Balata nel 1962.

"Dormivamo sotto gli alberi di olive. Per qualche giorno siamo stati senza 
cibo e senza acqua. Delle persone ci davano da mangiare".

E'bayya visito' Sidna Ali nel 1981. Mi sedetti di fronte la casa demolita. 
Il mio cuore era infranto, ma e' stato un momento molto, molto felice.

[Nota: Rosarita Catani e' una reporter indipendente che invia i suoi 
resoconti da Amman, Giordania, raccontando da un punto di osservazione 
privilegiato cosa accade in Iraq e in medio oriente. I suoi report - 
pubblicati regolarmente sul sito www.peacelink.it -  sono utilizzabili 
liberamente previa citazione della fonte e dell'autrice].