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Report da Amman #37



di Rosarita Catani
da Shafa Badran
(Amman)
Giordania

Report n. 37

LE ELEZIONI IN GIORDANIA

AMMAN ­ 12 MAGGIO 2003. Analisti e candidati sono d’accordo che il 
tribalismo giocherà un ruolo maggiore in queste elezioni. In ogni modo è 
presto per fare dei polls.

Politici e commendatori aspettano gli emendamenti locali e nazionali per 
iniziare la loro campagna in vista delle prossime elezioni che si terranno 
il 17 giugno prossimo. Slogan anti israeliani ed anti americani sono 
largamente elargiti dai candidati correndo sulla stessa linea dell’Islamic 
Action Front.

Come per tradizione il terzo distretto in Amman è stato chiuso, nell’attesa 
della formazione dei Ministeri e del Nuovo Governatore d’Amman, fra i 
candidati vi sono Mamdouh Abbadi, un democratico liberale ed il deputato 
Ibrahim Zeid Keilani, un veterano del partito islamico.

Importante è la candidatura delle donne in queste elezioni.

Abbadi afferma “in queste elezioni dobbiamo far sì che si possa migliorare 
la qualità di vita del popolo ed instaurare un nuovo piano economico”.

La questione palestinese è anche d’estrema importanza in queste elezioni, 
perché, fanno parte degli effetti e di tutti gli aspetti della vita”.

In ogni caso, continua Abbadi, gli slogan contro la pace ripetuti dai 
canditati del partito islamico sono controproducenti”.

Un attivista per i diritti umani Nadia Hashem Aloul che si presenterà 
anch’essa nel terzo distretto scrive: “Noi non possiamo realmente separare 
i problemi della regione dalla scena internazionale”.

“Il tribalismo giocherà un ruolo maggiore in queste elezioni, dichiara 
Hashem-Aloul. “Una persona, un sistema di voto. Questo metodo è stato usato 
nelle elezioni del 1993, incoraggiando il tribalismo. Molti politici 
specialmente del partito islamico e dell’opposizione di sinistra, hanno 
lungamente criticato il metodo una persona, un voto, dichiarando che la 
società giordana tende a votare i membri appartenenti alla loro famiglia e 
non per ideologia o per considerazioni politiche.

Le tribù attraversano il paese, come in questi giorni, per proporre i loro 
candidati, in alcuni casi propongono solo un nome, disperdendo così i loro 
voti a beneficio delle tribù rivali.

“Per il 70% dei candidati, queste saranno elezioni tribali” commenta Nimri. 
Per Dabbas, invece, la percentuale dei candidati tribali arriva al 90%, “La 
maggior parte dei candidati non ha un programma politico”.

“In ogni modo, il Tribalismo non è l’unica forma di tradizionalismo per le 
elezioni in Giordania: lasciando fuori i distretti tribali (specialmente 
Karak, Salt, Madama, Mafraq, i tre distretti beduini nel Nord, centro e sud 
della regione) la popolazione urbana si concentra tra le città d’Amman e 
Zarqa, dove è concentrata anche la popolazione d’origine palestinese. In 
queste due città vi sono “voti tradizionali”.

Nimri, però, dichiara che di solito I Palestinesi ­ Giordani spesso si 
dividono sui voti d’accordo con i loro villaggi o città, preferendo i 
candidati che provengono dalla Palestina.

In ogni caso, staremo a vedere i risultati.




(fine.)




[Nota: Rosarita Catani e' una reporter indipendente che invia i suoi 
resoconti da Amman, Giordania, raccontando da un punto di osservazione 
privilegiato cosa accade in Iraq e in medio oriente. I suoi report - 
pubblicati regolarmente sul sito www.peacelink.it -  sono utilizzabili 
liberamente previa citazione della fonte e dell'autrice].