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[quartopotere] Digest Number 430 SPECIALE DIFFAMAZIONE
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Questa emissione contiene 5 messaggi.
Argomenti in questa selezione:
1. immunità e carcere
Da: vittloc@tin.it
2. DIFFAMAZIONE 3/I primi commenti (Ansa e Agi)
Da: Agenzie
3. DIFFAMAZIONE 2/Il resoconto della riunione (dal sito della Camera)
Da: "QUARTO POTERE" <quartopotere@yahoogroup.com>
4. DIFFAMAZIONE 4/Protestare prima che la proposta vada al voto (di
Rudy Belcastro)
Da: Rudy Belcastro <rudy@poc.it>
5. DIFFAMAZIONE 1/La Commissione Giustizia dice sì al carcere (di
Quarto Potere)
Da: "QUARTO POTERE" <quartopotere@yahoogroup.com>
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Messaggio: 1
Data: Wed, 7 May 2003 16:34:06 +0000
Da: vittloc@tin.it
Oggetto: immunità e carcere
Mentre la maggioranza di governo continua a presentare leggi che garantiscano
l'impunità ai parlamentari della Casa della Libertà, e non solo ai semplici
parlamentari, che sono incappati in guai giudiziari (da Previti a Berlusconi
passando per Bossi), la stessa maggioranza ha deciso, con un emendamento
passato in Commissione Giustizia della Camera (per intenderci quella presieduta
dal post-comunista Pecorella, ora di Forza Italia, nonché avvocato dai mille
cavilli per fermare i processi del suo assistito Berlusconi), che prevede
per i giornalisti che "diffamano" fino a tre anni di carcere. Poco ci consola
che il relatore del provvedimento Gianfranco Anedda, di An, si sia dimesso
per protestare con la decisione dei suoi alleati. Sta di fatto che questa
maggioranza conferma sempre più che l'unica libertà a cui tiene è quella
dei propri inquisiti, per quella di stampa invece l'obiettivo è quello del
bavaglio. Ma noi non accettiamo questa logica. Scusate, ma per continuare
a fare la nostra professione non tolleriamo di diventare tutti dei piccoli
Emilio Fede o Bruno Vespa.
QP
Alleghiamo le agenzie che annunciano la decisione della Commissione Giustizia:
CAMERA: DA COMMISSIONE Sì A CARCERE PER GIORNALISTI
APPROVATA PROPOSTA DI FI-SI DIMETTE PER PROTESTA RELATORE DI AN
(ANSA) - ROMA, 7 MAG - La Commissione giustizia della Camera ha detto
sì al carcere fino a tre anni per i giornalisti condannati per iffamazione.
Alla decisione si è arrivati approvando un emendamento proposto da Fi che
ha reintrodotto per i giornalisti condannati il carcere fino a tre anni.
Il relatore del provvedimento, Gianfranco Anedda (An) ha rassegnato le proprie
dimissioni dall'incarico di relatore per protesta contro l'approvazione
dell'emendamento. Il provvedimento è stato approvato in sede referente e
dovrà quindi passare all'esame dell'aula.(SEGUE).
BSA/REN
07-MAG-03 17:00 NNN
(ANSA) - ROMA, 7 MAG - Poichè gli emendamenti accolti hanno letteralmente
stravolto il testo presentato dalla maggioranza - spiega Anedda - aumentando
notevolmente le pene a carico dei giornalisti, ho ritenuto di non poter
più essere relatore di un testo del genere«. L'opposizione ha attaccato
la maggioranza per la sua decisione di approvare l'emendamento che prevede
il carcere fino a tre anni per il giornalista e parla di »colpo di mano«.
I deputati del centrosinistra Enzo Carra, Anna Finocchiaro, Giuseppe Fanfani,
Francesco Bonito e Giuseppe Giulietti hanno protestato contro la Cdl con
una nota congiunta nella quale si parla di »maggioranza forcaiola«. »Siamo
entrati in commissione per riformare la diffamazione a mezzo stampa prevedendo
un istituto di garanzia per i diffamati e considerando antiquati e inutili
gli strumenti giuridici fin qui adottati, dal carcere all'obbligo di rettifica
minimale. Siamo invece tornati indietro - dichiarano nella nota - con
previsioni
di condanna penale e carcere fino a tre anni per i diffamatori e scarsa
o nulla soddisfazione per i diffamati«.
»Dare al giudice ogni potere - proseguono - rende poi del tutto inutile
l'Ordine dei giornalisti di cui andranno poi rivisti funzione e motivi«.
»Ci rammarichiamo di quanto avviene - concludono - e faremo ogni azione
in nostro potere per ribaltare la situazione. E ringraziamo il relatore
Anedda la cui posizione ragionevole è stata sconfitta da una maggioranza
forcaiola tanto da costringerlo ad offrire la remissione del suo mandato«.
»Questo - sottolinea Giulietti - è un autentico colpo di mano perchè il
problema del carcere per i giornalisti venne sollevato all'epoca dalla stessa
maggioranza proprio per risolvere la vicenda di Lino Jannuzzi. Erano entrati
con un testo in gran parte condivisibile. Poi la decisione di approvare
oggi l'emendamento di Forza Italia che ripristina il carcere significa che
qualcosa nel frattempo è cambiato. Hanno deciso di attaccare anche l'Ordine
dei giornalisti. Siamo davvero all'assurdo perchè ora in caso di diffamazione
il giornalista sarà passibile di pena pecuniaria, pena detentiva fino a
tre anni e interdizione dai pubblici uffici. Una cosa così non si era mai
vista«. (ANSA).
BSA/MRC
07-MAG-03 17:15 NNN
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Messaggio: 2
Data: Wed, 07 May 2003 23:20:37 +0200
Da: Agenzie
Oggetto: DIFFAMAZIONE 3/I primi commenti (Ansa e Agi)
Ecco il testo di alcune agenzie che annunciano la decisione della
Commissione Giustizia della Camera e i primi commenti:
CAMERA: DA COMMISSIONE SI'A CARCERE PER GIORNALISTI
APPROVATA PROPOSTA DI FI - SI DIMETTE PER PROTESTA RELATORE DI AN
(ANSA) - ROMA, 7 MAG - La Commissione giustizia della Camera ha detto sì
al carcere fino a tre anni per i giornalisti condannati per
diffamazione.
Alla decisione si è arrivati approvando un emendamento proposto da Fi
che ha reintrodotto per i giornalisti condannati il carcere fino a tre
anni.
Il relatore del provvedimento, Gianfranco Anedda (An) ha rassegnato le
proprie dimissioni dall'incarico di relatore per protesta contro
l'approvazione dell'emendamento. Il provvedimento è stato approvato in
sede referente e dovrà quindi passare all'esame dell'aula.(SEGUE).
BSA/REN
07-MAG-03 17:00 NNN
(ANSA) - ROMA, 7 MAG - Poichè gli emendamenti accolti hanno
letteralmente stravolto il testo presentato dalla maggioranza - spiega
Anedda - aumentando notevolmente le pene a carico dei giornalisti, ho
ritenuto di non poter più essere relatore di un testo del genere".
L'opposizione ha attaccato la maggioranza per la sua decisione di
approvare l'emendamento che prevede il carcere fino a tre anni per il
giornalista e parla di "colpo di mano".
I deputati del centrosinistra Enzo Carra, Anna Finocchiaro, Giuseppe Fanfani,
Francesco Bonito e Giuseppe Giulietti hanno protestato contro la Cdl con una
nota congiunta nella quale si parla di "maggioranza forcaiola". "Siamo entrati
in commissione per riformare la diffamazione a mezzo stampa prevedendo un
istituto di garanzia per i diffamati e considerando antiquati e inutili
gli strumenti giuridici fin qui adottati, dal carcere all'obbligo di
rettifica minimale. Siamo invece tornati indietro - dichiarano nella
nota - con previsioni di condanna penale e carcere fino a tre anni per i
diffamatori e scarsa o nulla soddisfazione per i diffamati".
"Dare al giudice ogni potere - proseguono - rende poi del tutto inutile
l'Ordine dei giornalisti di cui andranno poi rivisti funzione e motivi.
Ci rammarichiamo di quanto avviene - concludono - e faremo ogni azione
in nostro potere per ribaltare la situazione. E ringraziamo il relatore
Anedda la cui posizione ragionevole è stata sconfitta da una maggioranza
forcaiola tanto da costringerlo ad offrire la remissione del suo
mandato".
"Questo - sottolinea Giulietti - è un autentico colpo di mano perchè il
problema del carcere per i giornalisti venne sollevato all'epoca dalla
stessa maggioranza proprio per risolvere la vicenda di Lino Jannuzzi.
Erano entrati con un testo in gran parte condivisibile. Poi la decisione
di approvare oggi l'emendamento di Forza Italia che ripristina il
carcere significa che qualcosa nel frattempo è cambiato. Hanno deciso di
attaccare anche l'Ordine dei giornalisti. Siamo davvero all'assurdo
perchè ora in caso di diffamazione il giornalista sarà passibile di pena
pecuniaria, pena detentiva fino a tre anni e interdizione dai pubblici
uffici. Una cosa così non si era mai vista". (ANSA).
BSA/MRC
07-MAG-03 17:15 NNN
INFORMAZIONE: ORDINE GIORNALISTI, SITUAZIONE GRAVISSIMA
(ANSA) - ROMA, 7 MAG - Una <situazione gravissima, che mostra la
volonta' di una parte della maggioranza che governa il paese di colpire
duramente i giornalisti, il dovere di cronaca e il diritto dei cittadini
di essere informati>: e' il commento dell'Ordine nazionale dei
giornalisti all'approvazione dell'emendamento, in Commissione giustizia
della Camera, che reintroduce il carcere per i giornalisti condannati
per diffamazione.
<E' sconcertante cio' che sta accadendo all'interno della
Commissione Giustizia della Camera - si legge in una nota dell'Ordine -.
Su proposta di alcuni deputati di Forza Italia, nel progetto di riforma
della legge sulla diffamazione e' stata reinserita la pena della
reclusione fino a tre anni. Il relatore Gianfranco Anedda, che da mesi si
batteva per modificare la legge esistente, si e' dimesso dall'incarico>.
Tutto questo, conclude la nota, <nel momento in cui si stava per
varare un provvedimento che interpretava in modo piu' moderno lo spirito
dell'art. 21 della Costituzione>. (ANSA).
SB
07-MAG-03 18:07 NNN
ALTRE DICHIARAZIONI SUL CARCERE PER GIORNALISTI =
(AGI) - Roma, 7 mag. - ....Ancora piu' polemici i Verdi che oggi non
hanno partecipato ai lavori della commissione Giustizia "per protestare
contro l'ennesima prova di regime da parte di FI". Lo afferma il
vicepresidente della Commissione giustizia, Paolo Cento, che giudica
"gravissime le norme sul carcere per giornalisti condannati per
diffamazione volute da FI. Si configura sempre piu' il pericolo che nel
nostro paese venga instaurato un regime: dopo le nuove critiche
ingiustificate rivolte da Berlusconi alla stampa e gli attacchi
violentissimi alla magistratura, non e' difficile intravvedere il
rischio reale di una svolta autoritaria".
"L'emendamento approvato - afferma Roberto Villetti (Sdi) - va ben
oltre la necessaria tutela dell'onorabilita' personale. Gia' esiste
contro la diffamazione, come si sa, il deterrente di forti, e in taluni
casi persino eccessive, richieste di risarcimenti civili. Se si vuole
accrescere la tutela senza minare il diritto all'informazione, il
problema non si risolve con lo spettro del carcere, ma con regole ferree
e realmente applicate per avere rettifiche che non siano oscurate in un
angolo di pagina. La misura repressiva proposta e approvata configura,
invece, una vera e propria intimidazione verso i giornalisti, sfruttando
l'ambiguita' che purtroppo spesso esiste tra la diffamazione che
distrugge la personalita' di un individuo e la denuncia di verita' che
sono spiacevoli". (AGI)
Lam/
071742 MAG 03
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Messaggio: 3
Data: Wed, 07 May 2003 21:51:55 -0000
Da: "QUARTO POTERE" <quartopotere@yahoogroup.com>
Oggetto: DIFFAMAZIONE 2/Il resoconto della riunione (dal sito della Camera)
Dal sito della Camera dei deputati, all'indirizzo:
http://www.camera.it/chiosco.asp?source==/attivita/lavori/02.commissioni/02.giustizia.asp&content==/_dati/leg14/lavori/bollet/200305/0507/html/02/frame.htm?campo==/_dati/leg14/lavori/bollet/200305/sedute/02r.htm
"............
Nino MORMINO, (Forza Italia) presidente . . . raccomanda quindi
l'approvazione del suo emendamento 2.103, volto a reintrodurre la
sanzione della reclusione per il reato di diffamazione di cui
all'articolo 595 del codice penale.
Gian Franco ANEDDA (AN), relatore, esprime rilievi critici sulla
reintroduzione della sanzione della reclusione per il reato di
diffamazione e per quello di diffamazione a mezzo stampa, per i
quali appare sufficiente la sanzione della multa. Ritiene che la
pena della reclusione sia contraddittoria rispetto ai principi cui è
informato il progetto di legge in esame e che a tutela della persona
diffamata sia più efficace una smentita immediata.
Aurelio GIRONDA VERALDI (AN), nel dichiarare la propria astensione,
ritiene che la pena della reclusione possa rappresentare un valido
deterrente.
Enrico BUEMI (Misto-SDI) giudica preferibile elevare l'entità della
pena pecuniaria prevista, come si propongono alcuni emendamenti che
recano la sua firma, ritenendo l'ipotesi della reclusione un
elemento di carattere meramente simbolico.
Giuseppe GIULIETTI (DS-U) si sofferma in particolare sulla
difficoltà di attuare concretamente, e con piena soddisfazione
dell'onore del cittadino diffamato, l'obbligo della rettifica
previsto nel testo unificato. Si dichiara quindi contrario alla pena
della reclusione ed invita a riflettere sull'attribuzione al
magistrato della pena accessoria della sospensione dalla
professione, che a suo giudizio rientra tra i poteri disciplinari
propri dell'ordine dei giornalisti.
Giuseppe FANFANI (MARGH-U), ritenendo che la lesione della dignità e
dell'onore di una persona non possa essere riparata, per così dire,
a tariffa, osserva che la pena della reclusione potrebbe
rappresentare uno stimolo alla rettifica di una notizia
diffamatoria.
Mario PEPE (FI) evidenzia come in ogni caso la rettifica non sia
sufficiente a riabilitare pienamente un soggetto diffamato,
soprattutto se accusato di reati di particolare allarme sociale, che
sono suscettibili di arrecare gravi danni all'onorabilità.
La Commissione, con distinte votazioni, approva gli emendamenti
Mormino 2.103 e 2.104, nonché l'emendamento Buemi 2.107.
Enrico BUEMI (Misto-SDI) raccomanda l'approvazione dell'emendamento
2.300, diretto ad elevare fino a 5.000 euro la multa prevista per il
reato di diffamazione.
Giuseppe FANFANI (MARGH-U) si dichiara favorevole, osservando che
probabilmente, in presenza di una pena pecuniaria di adeguata
entità, il giudice sarà portato a preferire questo tipo di sanzione
rispetto a quella della pena detentiva.
La Commissione, con distinte votazioni, approva l'emendamento Buemi
2.300, respinge l'emendamento Bonito 3.100 ed approva gli identici
emendamenti Mormino 3.102, Buemi 3.50 e Siniscalchi 3.20,
quest'ultimo fatto proprio dal deputato Bonito.
Francesco BONITO (DS-U) dichiara di fare suo l'emendamento
Siniscalchi 3.25, del quale raccomanda l'approvazione.
Sergio COLA (AN) dichiara di non comprendere la ratio di tale
emendamento, che prevede la non punibilità dell'autore dell'offesa
qualora la verità del fatto risulti provata.
La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento
Siniscalchi 3.25, ed approva gli emendamenti Mormino 4.114 e Buemi
4.120, risultando così precluso l'emendamento Bonito 4.101.
Anna FINOCCHIARO (DS-U) illustra l'emendamento 4.105, che prevede,
in caso di condanna del responsabile, l'obbligo del consiglio
dell'ordine dei giornalisti di comminare la pena accessoria
dell'interdizione dalla professione. Pur convenendo che si tratta di
una misura extra ordinem, ritiene opportuno acquisire la volontà
collaborativa dell'ordine, che si fa garante anche sotto il profilo
disciplinare.
Giuseppe GIULIETTI (DS-U) evidenzia in particolare come la pena
della reclusione che alcuni emendamenti approvati tendono a
reintrodurre confligge gravemente con la centralità dell'istituto
della rettifica. Esprime inoltre rilievi critici sull'attribuzione
al giudice della pena accessoria dell'interdizione dalla
professione, che a suo giudizio spetta all'ordine dei giornalisti.
Enzo CARRA (MARGH-U), nel concordare con il deputato Giulietti,
osserva che la sottrazione di questa prerogativa all'ordine dei
giornalisti mette fortemente in discussione la stessa ragion
d'essere di quest'ultimo.
Nino MORMINO, presidente, non ravvisando alcun conflitto fra ordine
dei giornalisti e magistratura, rileva che il primo ha funzioni di
controllo di tipo deontologico, mentre la valutazione dei reati è di
competenza del giudice ordinario, che si serve di un sistema
sanzionatorio composto di pene principali ed accessorie.
Gian Franco ANEDDA (AN), relatore, fa presente che dall'andamento
della discussione si evince la volontà di taluni di modificare
profondamente l'impianto complessivo del testo unificato, che
peraltro aveva raccolto un ampio consenso all'interno della
Commissione. In particolare, risulta totalmente stravolto il
principio della rivisitazione del sistema sanzionatorio che tendeva
a sostituire la pena della reclusione con la sanzione della multa.
In realtà ora il reato si configura come fattispecie molto più grave
di quanto non fosse nella vigente disciplina perché alla reclusione
si aggiungerebbero sanzioni pecuniarie molto più gravi rispetto a
quelle attualmente previste. È contrario all'ipotesi di demandare la
sanzione dell'interdizione dalla professione al consiglio
dell'ordine dei giornalisti, che viceversa rientra nei compiti
istituzionali della magistratura, dichiarandosi in generale
contrario ad ogni tipo di giurisdizione domestica, che per lo più
presenta rischi di influenzabilità e di scarsa imparzialità.
Nel ribadire la propria contrarietà alla previsione della pena della
reclusione, ne sottolinea la gravità, ipotizzando che vi si stia
ragionando con troppa leggerezza, forti del fatto che viene
raramente applicata. In ogni caso il reato di diffamazione non
appare così grave da meritare la sanzione della reclusione.
Esprime infine dei dubbi sulla possibilità di portare a termine il
mandato di relatore di un provvedimento le cui linee portanti
rischiano di risultare difformi dal testo sul quale, fino a poco
tempo fa, vi era il consenso pressoché unanime dalla Commissione.
Nino MORMINO, presidente, ricorda nuovamente che la Commissione
dovrà concludere l'esame del provvedimento entro la giornata di
domani, stante la sua calendarizzazione per l'Assemblea prevista per
lunedì 12 maggio.
Enrico BUEMI (Misto-SDI) osserva che il provvedimento non pare aver
raggiunto un sufficiente grado di maturazione, considerati i
difficili nodi politici da sciogliere.
Anna FINOCCHIARO (DS-U) giudica necessario riflettere ulteriormente
sul testo unificato come risulta dagli emendamenti approvati, in
quanto presenta incoerenze al suo interno ed un impianto
complessivamente diverso da quello originario.
Maurizio PANIZ (FI), nel riscontrare un sostanziale contrasto circa
l'impostazione di fondo del provvedimento, rileva come all'interno
della Commissione stia prevalendo la volontà di dare risalto alla
gravità del reato di diffamazione, attribuendo funzioni di
deterrenza alla pena della reclusione.
Nino MORMINO, presidente, dichiara di comprendere il disagio del
relatore in presenza di una rilevante modificazione dell'impianto
del provvedimento, che impone un'approfondita riflessione articolata
in tempi adeguati.
Ritiene che l'ipotesi di richiedere una modifica della
calendarizzazione del provvedimento per l'Assemblea dovrà essere
valutata in un'apposita riunione dell'ufficio di presidenza. Rinvia
quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 16.55. "
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Messaggio: 4
Data: Wed, 7 May 2003 17:56:46 +0200
Da: Rudy Belcastro <rudy@poc.it>
Oggetto: DIFFAMAZIONE 4/Protestare prima che la proposta vada al voto
(di Rudy Belcastro)
Leggo adesso su Repubblica online che a Commissione giustizia della
Camera ha detto sì al ripristino della norma che prevedeva il
carcere fino a tre anni per i giornalisti condannati per diffamazione.
Secondo Repubblica alla decisione i deputati sono arrivati approvando
un emendamento proposto da Forza Italia. Il relatore del provvedimento
complessivo, Gianfranco Anedda di Alleanza nazionale, ha rassegnato le
proprie dimissioni dall'incarico di relatore per protesta
contro l'approvazione dell'emendamento. Il provvedimento è stato
approvato in sede referente e dovrà quindi passare all'esame
dell'aula. Mi piacerebbe sondare la vostra opinione in merito (politica
e professionale), e se ci saranno interventi di sensibilizzazione,
protesta e proposta prima che l'aula passi in esame il provvedimento.
Cordialmente,
Rudy Belcastro
Palermo
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Messaggio: 5
Data: Wed, 07 May 2003 23:16:21 +0200
Da: "QUARTO POTERE" <quartopotere@yahoogroup.com>
Oggetto: DIFFAMAZIONE 1/La Commissione Giustizia dice sì al carcere (di
Quarto Potere)
E' un attentato alla libertà di stampa quello che la maggioranza della
Commissione giustizia della Camera ha compiuto reintroducendo il carcere
per il reato di diffamazione.
La proposta, presentata con un emendamento da Forza Italia, ha il sapore
della vendetta e deve essere cancellata al più presto.
Il testo base in discussione, prima dell’emendamento, era in gran parte
accettabile per due ragioni: aggiornava la normativa penale e quella
civile in materia di risarcimento dei danni in conseguenza di
pubblicazione di notizie diffamatorie e toglieva il carcere per reati di
opinione, retaggio di un codice nato sotto il fascismo.
L’emendamento approvato ieri ha stravolto il disegno di legge, che poi
dovrà essere discusso in aula: infatti il carcere era stato eliminato e
sostituito da una multa e dalla sospensione temporanea dall'esercizio
della professione nel testo base definito dal relatore Gianfranco Anedda
(An) che, di fronte al capovolgimento della situazione, si è
immediatamente dimesso per protesta.
Quarto Potere chiede al sindacato dei giornalisti e all'Ordine di
mobilitare l'intera categoria a difesa della libertà d’espressione, un
diritto sancito dalla Costituzione repubblicana.
Qui sotto pubblichiamo il verbale della discussione sull’emendamento
nella seduta della Commissione giustizia e alcune dichiarazioni
rilasciate alle agenzie di stampa sul voto a favore del carcere per i
giornalisti.
Quarto Potere
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