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Report da Amman #27



di Rosarita Catani
da Shafa Badran
(Amman)
Giordania




PALESTINA

5 MAGGIO 2003

Kufr Sur è un villaggio isolato di circa 1000 abitanti situato tra Qalqilya 
e Tulkarem nel West Bank. I buldozer israeliani, per costruire il Muro 
discriminatorio, hanno totalmente distrutto 10.000 ettari di terra, 
appartenenti a 53 famiglie. Tutta questa distruzione era per costruire 10 
chilometri di muro in questa area.

Gli abitanti di Kufr Sur, persero già molto della loro terra, quando 
l’insediamento ebraico di Sal’eet fu costruito virtualmente in cima alle 
case del villaggio, separando I paesani dalla loro terra.

In quest’aerea, il muro, è costruito non lontano dalla linea verde, 
tagliando in linea retta in due parti la Palestina.

L’insediamento è circondato da filo elettrico e gli ebrei non usano la 
terra che hanno occupato, la quale rimane sull’altro lato del recinto. Ciò 
nonostante, gli abitanti dell’insediamento persistono nell’ostacolare I 
paesani di Kufr Sur di curare questa parte della loro terra.

Il muro discriminatorio e razzista, ha procurato una catastrofe per questo 
piccolo villaggio. La terra ad Ovest di Kufr Sur è rocciosa, montagnosa e 
non fertile. E’ realmente un disastro che, la terra fertile ad est del 
villaggio, sia stata distrutta dai buldozer per costruire il muro e che la 
stessa sia stata annessa ad Israele.

Il Muro, inoltre, divide totalmente Kufr Sur da Tulkarem, dove molte 
persone lavorano. “Stanno facendo un assedio lungo la strada” afferma Abu 
Qusai un insegnante d’Inglese.

"They are going to make a siege along the road," says the High School 
English teacher, Abu Qusai.

”Noi vogliamo denunciare questo a tutto il mondo. Il nostro problema non è 
grande è grandissimo. Dove dobbiamo andare per vivere in pace? Oggi è 
migliore di domani. Il muro c’isola dalla nostra terra, non ci permette di 
lavorare e noi soffriremo nel futuro”.

“Speriamo che l’insediamento sarà rimosso nel futuro, poiché, ostacola il 
villaggio e la sua terra. Ma, rimane il Muro! Questo problema non è tanto 
per la nostra generazione, ma quelle future”, dice Abu Qusai.

“ Ci trasferiranno in un altro paese nel futuro. Questo è un confine, non è 
un recinto sicuro. Noi palestinesi insistiamo per vivere in pace e 
sicurezza, invece, noi viviamo come animali in questa parte del Mondo. I 
soldati israeliani impediscono ad ogni palestinese di fare qualsiasi cosa 
senza permesso, nonostante che noi siamo un popolo. Loro hanno deciso di 
buttarci fuori della nostra terra”. Dichiara Abu Qusai."

Khadija è un’abitante del villaggio che ha perso tutta la sua terra a causa 
del Muro. Lei è una vedova con un figlio portatore di handicap da sostenere 
Khadija, ora ha solo il piccolo pezzo di terra vicino la sua casa dove 
coltiva delle piante per nutrire tutta la sua famiglia.  Piange quando è 
intervistata. Ha un figlio di 32 anni e non sa quale sarà il suo futuro. 
Stavamo costruendo una casa, ma adesso non possiamo completarla.

E’ il futuro per i suoi figli. “Siamo nove persone in una piccola casa e 
siamo distrutti psicologicamente” Abu Qusai è molto irritato e non sa cosa 
si può fare ancora. “Ci date un po’ di grano, un po’ di riso? E’ questa la 
fine del problema? La mia terra è la mia anima. Potete ridarmi la mia 
anima? No, la terra bisogna restituirla ai loro proprietari! Noi abbiamo 
lottato. Quali sono i dubbi?”.






[Nota: Rosarita Catani e' una reporter indipendente che invia i suoi 
resoconti da Amman, Giordania, raccontando da un punto di osservazione 
privilegiato cosa accade in Iraq e in medio oriente. I suoi report - 
pubblicati regolarmente sul sito www.peacelink.it -  sono utilizzabili 
liberamente previa citazione della fonte e dell'autrice].