Israele
impedirà l'ingresso nel paese di attivisti pro-palestinesi
Di Amos
Harel e Aluf Benn Haaretz 2 maggio
2003
Israele d'ora in poi escluderà gli attivisti
pro-palestinesi dall'ingresso nel paese e proverà ad espellere almeno alcuni
delle dozzine di attivisti che sono già qui, in accordo con il nuovo piano
disegnato dall'IDF e dai ministri degli esteri e della
difesa.
Molti degli attivisti, che provengono dall'Europa,
Canada e Stati Uniti, appartengono all'ISM.
Il loro obiettivo è di fungere da "scudi umani" per
gli individui palestinesi e le case durante le incursioni dell'IDF nelle città
palestinesi, e sono stati spesso coinvolti in confronti con i soldati dell'IDF.
Inoltre provano ad aiutare i palestinesi a passare attraverso i blocchi stradali
dell'IDF.
Circa due mesi fa, un'attivista americana, Rachel
Corrie, è stata investita e uccisa da un bulldozer dell'IDF a Gaza. I suoi
colleghi accusano il guidatore del bulldozer di averla investita
deliberatamente. L'IDF nega l'accusa e ha deciso di non incriminare il
guidatore.
In altri due recenti casi, gli attivisti
internazionali sono stati seriamente feriti da colpi di arma da fuoco sparati
dall'IDF durante scontri nei Territori.
La radio israeliana ha citato venerdì le agenzie di
notizie britanniche che dicevano che i due uomini coinvolti nell'attentato
suicida al Mike's Place a Tel Aviv nella tarda notte erano entrati in Israele
precedentemente con un mezzo passato attraverso la frontiera di Erez. I due
avevano preso parte alle azioni effettuate dagli attivisti nella Striscia di
Gaza.
L'IDF accusa che molti dei cosiddetti attivisti di
pace sono "provocatori" e "sobillatori" che interferiscono deliberatamente con
il lavoro dell'IDF, con l'obiettivo di deturpare l'immagine di Israele. Fonti
dell'IDF hanno notato che in un caso, hanno scoperto un terrorista ricercato che
stava nascosto dagli attivisti dell'ISM a Jenin. Le fonti dicono che gli
attivisti hanno ricevuto un addestramento su come ingannare i funzionari di
frontiera dell'aeroporto internazionale Ben Gurion in modo da riuscire ad
entrare nel paese.
Ancora, sia l'esercito che il ministero degli Esteri
temono che altri cittadini stranieri possano essere uccisi o feriti dall'IDF se
sarà permesso agli attivisti dell'ISM di continuare.
L'attentato di mercoledì a Tel Aviv, che è stato
commesso da due uomini entrati in Israele con passaporti britannici, ha aggiunto
un nuovo motivo al desiderio delle autorità di premere sugli attivisti stranieri
- temendo che altri terroristi da oltremare possano entrare nel paese sotto le
spoglie di attivisti di pace.
L'IDF e i funzionari del ministero degli Esteri hanno
tenuto un'altra riunione sull'argomento questa settimana e hanno deciso di
istruire i funzionari di confine del Ben Gurion e delle frontiere con Egitto e
Giordania per impedire agli attivisti internazionali di entrare nel paese. In
più, agli ufficiali dell'IDF che incontrano tali attivisti nelle prossimità di
zone militari sarà ordinato di arrestarli, dopo di che saranno
espulsi.
Giovedì, l'IDF ha arrestato un'attivista straniero
durante la ricerca di tunnel per il contrabbando di armi nella città di Rafah.
Fonti dell'esercito dichiarano che la donna era all'interno di una casa per cui
era prevista la demolizione. La donna è stata successivamente liberata e le è
stato permesso di rimanere nel paese, benché esclusa dal tornare a
Gaza.
Traduzione a cura dell’Operazione
Colomba - Comunità Papa Giovanni XXIII
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