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Resistenza nonviolenta nella tenuta Tormancina





LA CITTADELLA DEGLI EROI
Tenuta ''TOR MANCINA ''dell'Istituto Sperimentale Zootecnico di Roma

Durante l'occupazione militare tedesca della Tenuta ''TORMANCINA''(agro 
Monterotondo-anni 1943/1944) l'intera Comunità dell'Azienda  (uomini, 
donne, anziani, bambini, tecnici, impiegati, operai, contadini) si coalizzò 
contro gli occupanti, mettendo in atto tutta una serie di espedienti, 
sotterfugi, stratagemmi, per salvare da cattura, deportazioni, 
rastrellamenti, razzie, saccheggi&.civili, militari, italiani e alleati, 
beni mobili e immobili di proprietà dello Stato Italiano. Una vera e 
propria beffa alimentata dall'insopprimibile spirito di libertà e indipendenza.

Da 60 anni questa esemplare pagina di storia viene relegata nel 
dimenticatoio, condannata ad un ingrato oblio: E'dovere etico sociale e 
civile della Nazione rievocare le gesta di chi non c'è più... rendere 
merito ai superstiti... riconoscere ai figli e nipoti il diritto di 
ricordare i padri con legittima fierezza ed orgoglio.

[]


Si invoca a gran voce la pace&si manifesta su tutte le piazze per la non 
violenza &e si offende poi, relegandola nel silenzio, la memoria storica 
sulla matrice del movimento popolare di resistenza non violento del 1943/44.



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Gentile Signor Sabbetta,

il Presidente della Repubblica comprende i sentimenti che ispirano il 
desiderio di ottenere uno speciale riconoscimento per l'eroico 
comportamento di tante generose famiglie, che in quei momenti non esitarono 
a mettere in pericolo la propria sicurezza per salvare tanti innocenti da 
sicura rappresaglia nazista .Purtroppo le attuali norme di legge non 
prevedono una simile distinzione& che possa in qualche modo assecondare 
un'aspirazione di così elevati contenuti morali&

Con i più cordiali saluti da parte del Capo dello  Stato

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Il Movimento di Resistenza Popolare non violento fu un'esperienza autonoma 
e preziosa di partecipazione e di solidarietà. Rivalutiamo la resistenza 
non armata:

Tutte le azioni non armate di resistenza anche se attuate a livello di 
massa o da larghi settori di popolazione sono state disconosciute a livello 
ufficiale o quanto meno sottovalutate nella ricerca storica.

  Nella resistenza non armata sono state coinvolte molte più persone che 
non in quella armata. Basti pensare che nella sola città di Roma erano 
"nascosti" presso famiglie o istituti religiosi molte migliaia di persone 
(ebrei, dissidenti, politici, renitenti, ex prigionieri alleati &). Nella 
popolazione vi era molta ''solidarietà umana''(verso i ricercati e i 
perseguitati) soprattutto vi era una naturale predisposizione a 
partecipare, ciascuno secondo le proprie possibilità e capacità, alla 
resistenza al nazifascismo.

Solo a partire dagli anni settanta c'è stato un certo interesse 
prevalentemente da parte di alcuni ricercatori di orientamento cattolico, a 
rivalutare (ponendola nella ''giusta luce''e considerazione) la resistenza 
non armata, in particolare quella relativa al coinvolgimento della Chiesa e 
degli enti religiosi cattolici, soprattutto a Roma, nella protezione dei 
perseguitati (ebrei e dissidenti politici) e dei ricercati (renitenti, ex 
prigionieri alleati).

In alcune zone del Paese e in alcune città, la resistenza è stata 
esclusivamente o prevalentemente attuata in forma non armata e con metodi 
non violenti.

Le attività di resistenza non armata praticate erano l'espressione di 
un'autonoma forma di resistenza della popolazione, diffusa e spontanea.. 
Solo in parte queste attività sono state, più o meno adeguatamente, 
documentate (vedi Comunità di Tormancina).

La vicenda della Comunità di Tormancina, emblematica fra tante altre 
Comunità similari, costituisce una pagina di storia che deve ottenere il 
doveroso giusto riconoscimento del Paese per le benemerenze acquisite da 
chi, senza nulla pretendere, ha rischiato la propria vita al di là di ogni 
suo stretto dovere, a beneficio della patria.

E'opportuno, specialmente oggi, richiamare alla memoria un magnifico 
esempio di solidarietà umana, verificatosi nell'ultima guerra, quando 
l'Italia dovette subire le violenze di una occupazione militare straniera.

E'necessario inculcare ai giovani i valori patriottici. i principi di 
libertà e di indipendenza perché conoscano la storia e ciò che hanno fatto 
i padri per restituire loro la libertà e la democrazia. La vicenda di 
Tormancina costituisce una pagina di storia del nostro Paese che abbiamo il 
dovere e l'obbligo di lasciare come esempio ai nostri giovani.

E'vano parlare di pace e di non violenza quando si esaltano la lotta armata 
e si mette a tacere il movimento spontaneo popolare.

La vicenda ''Tormancina''illustra una pagina storica dell'ultima guerra 
scritta dalla nostra gente, eroica e per questo esemplare.

         Diventa imprescindibile dovere, portare alla luce i meriti di 
quegli italiani da additare quale esempio alle 
nuove                     generazioni che, certamente, anche se 
faticosamente e contro ogni caparbia resistenza, riusciranno a costruire 
una             nuova moralità e certezza di giustizia sociale. Gli 
studenti sapranno trovare il modo e forse il tempo di spiegare agli 
altri         e a noi, se, e dove abbiamo sbagliato.Loro saranno i veri 
giudici del nostro passato e del loro domani. Oggi più che             mai 
, è necessario che i giovani sappiano, capiscano e comprendano.



CAV. PAOLO SABBETTA

VIALE EUROPA 45

71100 - FOGGIA

TEL 0881/637822

E-MAIL paolosabbetta@libero.it





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