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ARTICOLO DI ROBERT FISK INEDITO IN ITALIA: La Realta’ cruda e devastante che svela la verita’ su Bassora



La Realta’ cruda e devastante che svela la verita’ su Bassora  di  Robert Fisk

Traduzione di Lorraine Buckley per www.peacelink.it

Due militari inglesi giacciono privi di vita su una strada di Bassora, una
ragazzina irachena ­ vittima di un raid aereo anglo-americano ­ viene portata
in ospedale con gli intestini che le escono dalla pancia, una donna gravemente
ferita urla di  dolore mentre i medici cercano di sfilarle il vestito nero.

Un generale iracheno, circondato da centinaia dei suoi uomini armati, si fa
vedere al centro di Bassora per annunciare che la seconda citta’ del paese
rimane fermamente sotto  controllo iracheno.  La videocassetta  di al-Jazeera ­
girato durante le ultime 36 ore, appena arrivata a Baghdad e non montata, e’
cruda, dolorosa e devastante.

E’ anche la prove che Bassora ­ che ci dicevano ‘catturata’ e ‘messa in
sicurezza’ dai militari britannici la settimana scorsa ­ e’ davvero sotto il
controllo delle forze di Saddam Hussein.  Nonostante le affermazioni di alcuni
ufficiali britannici che sarebbe in corso una qualche forma di insurrezione a
Bassora, automobili ed autobus continuano a girare, mentre gli iracheni stanno
pazientemente in coda per le bombole di gas che vengono scaricate da un camion
governativo.

Un passaggio notevole della cassetta mostra palle di fuoco che fioriscono sopra
la parte ovest di Bassora e l’esplosione di granate in entrata ­
presumibilmente di provenienza britannica.  La breve sequenza dei militari
inglesi morti ­ della quale Tony Blair si e’ tanto inorridito ieri -  si
differenzia poco da dozzine di clips analoghi di soldati iracheni morti
trasmessi alla tv britannica durante gli ultimi 12 anni, e che non sono mai
stati condannati dal Primo Ministro.

I due britannici, ancora in divisa,  giacciono sulla via, a  braccia e gambe
larghe; uno sembra colpito alla testa, l’altro al petto e all’addome.

Un’altra sequenza della stessa cassetta mostra una folla di civili e uomini
armati in abiti civili a Bassora, che sferrano calci alla Jeep dell’esercito
britannico e ci ballano sopra.  Si vedono altri che  danno calci al rimorchio
capottato del Ministero della Difesa, che era attaccato alla jeep al momento
del presunto agguato.

Un’altra cosa che si vede sulla cassetta non montata ­ portata a Baghdad da
Bassora su strada  - e’ un velivolo  britannico da ricognizione fotografica
senza pilota  , abbattuto e  capovolto   su una strada, le rondelle rosso-blu
ben visibili su un’ala. Contrassegnato a caratteri maiuscoli ARMY (esercito),
sulla coda il contrassegno ZJ300 ed e’ attaccato ad un grosso involucro a
cilindro che probabilmente contiene l’apparato  fotografico.

Molto piu’ terribili di quelle dei militari britannici morti, pero’, sono le
immagini dall’ospedale principale di Bassora che mostra le vittime del
bombardamento anglo-americano mentre vengono portati in sala operatoria urlando
di dolore.

Un uomo di mezza eta’ viene portato in ospedale in pigiama, inzuppato di sangue
dalla testa ai piedi.  Una ragazzina di forse quattro anni viene portata in
sala operatoria sul carrello, fissando il mucchietto del suo intestino che le
esce dal lato sinistro della pancia.  Un medico in divisa azzurra versa acqua
sull’intestino della bambina e poi dolcemente la benda prima di iniziare
l’intervento.  Una donna vestita di nero, a quanto si vede ferita allo stomaco,
urla mentre i medici cercano di spogliarla in preparazione all’intervento.  In
un’altra sequenza, una traccia di sangue parte dal punto d’impatto di una
granata ­ si presume britannica.  Accanto al cratere  un paio di ciabatte di
plastica.

I nastri di Al-Jazeera, la maggior parte dei quali non sono stati trasmessi,
sono la prima prova definitiva che Bassora rimane totalmente fuori del
controllo britannico.  Non solo una delle strade principali tra questa citta’ e
Baghdad e’ ancora aperta ­ e’ cosi’ che le tre cassette piu’ significativi sono
arrivati alla capitale ­ ma il Generale Khaled Hatem si fa intervistare in una
strada di Bassora, circondato da centinaia delle sue truppe in divisa ed
armate, mentre dichiara al cronista di Al-Jazeera che i suoi uomini ‘mai’ si
arrenderanno ai nemici dell’Iraq.  Si vedono anche i miliziani del partito
Baath in strada, come anche i vigili che dirigono il traffico  di camion e
autobus vicino all’albergo Sheraton.

Mohamed al-Abdullah, l’inviato di Al-Jazeera a Bassora, deve essere il piu’
coraggioso tra tutti i giornalisti in Iraq in questo momento.  Nella sequenza
delle tre cassette, lo si vede intervistare le famiglie sotto il tiro nemico,
oppure commentare tranquillamente il bombardamento in corso da parte
dell’artiglieria britannica.  In una cassetta si vede che lo Sheraton, sulle
rive del fiume Shatt al-Arab, e’ stato colpito dalle granate.

In riva al fiume, accanto ad una delle enormi statue dei martiri iracheni della
guerra del 1980-88, ciascuna delle quali punta un dito accusatorio al di la’
delle acque, in direzione dell’Iran, si vedono gli abitanti d Basra che
riempiono le taniche dal fiume inquinato dalle fogne.

Cinque giorni fa il governo iracheno ha denunciato l’uccisione di 30 civili a
Bassora ed il ferimento di altri 63.  Ieri, asserivano che dall’inizio della
guerra i feriti erano piu’ di 4,000, i morti oltre 350.

Ma la cassetta del sig. Abdullah mostra almeno altri sette cadaveri  arrivati
alla camera mortuaria dell’ospedale di Bassora nelle ultime 36 ore.  Uno, che
dalla testa colava ancora sangue sul pavimento , e’ stato identificato per il
corrispondente arabo di un’agenzia giornalistica occidentale.

Altre scene raccapriccianti mostrano il corpo parzialmente decapitato di una
bambina, ancora con la sciarpa rossa stretta al collo.  Ad un’altra bambina in
barella mancano il cervello e l’orecchio sinistro.   Un altro corpicino ha
perso entrambi i piedi.  Non si precisa se sono state armi statunitensi o
britanniche ad uccidere questi bambini.  Ne’ si da’ alcuna indicazione delle
perdite irachene tra i militari.

Ma in un momento in cui le autorita’ irachene non permettono ai giornalisti
occidentali di visitare Bassora, questo e’ quanto piu’ ci possiamo avvicinare
all’ avere  prove indipendenti  della continuata resistenza in citta’,  e del
fatto che i britannici non sono riusciti a sottometterla.  Da giorni gli
iracheni negano i dispacci ottimistici dei giornalisti ‘accorpati’ ­
soprattutto della BBC ­ che davano l’impressione che Bassora fosse stata ‘messa
in sicurezza’ o in qualche modo sotto controllo britannico.  Questa cassetta
da’ prova certa che le cose non stanno cosi’.

Inoltre,  c’e’ una sequenza che mostra due uomini, entrambi vestiti di nero,
che gli iracheni asseriscono essere prigionieri di guerra statunitensi.  Non si
fanno loro domande, indossano camice e giacche identiche, nere.  Entrambi
appaiono apprensivi e fissano i cineoperatori e le truppe irachene ammassate
dietro di loro.

Certo, e’ ancora possibile che qualche moto di  ribellione al regime iracheno
si sia formata in citta’ nei giorni scorsi, come asserivano alcuni ufficiali
britannici.  Ma a guardare le cassette, si fa fatica ad immaginare che abbia
portato, ammesso che sia mai avvenuta, piu’ di qualche breve scambio di
artiglieria.

I rapporti non tagliati, quindi, forniscono prove imbarazzanti che i portavoce
angloamericani non ci hanno raccontanto la verita’ sulla battaglia per Bassora.
  E alla fine  questo fatto e’ piu’ devastante per gli eserciti invasori 
che non
la vista di due militari britannici morti oppure ­ poiche’ le vite irachene
sono sacre quante quelle britanniche ­ dei filmati dei bambini iracheni morti.