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Iraq: scomparsi due volontari di Medici senza frontiere (MSF)
- Subject: Iraq: scomparsi due volontari di Medici senza frontiere (MSF)
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti@peacelink.it>
- Date: Mon, 07 Apr 2003 00:11:54 +0200
Iraq: scomparsi due volontari di Medici senza frontiere
di Gabriella Meroni (<mailto:g.meroni@vita.it>g.meroni@vita.it)
04/04/2003 Vita
I due si trovavano a Baghdad
Medici Senza Frontiere (MSF) afferma in una nota di non avere piu' notizie
dei due volontari del team presente a Baghdad, scomparsi la sera di
mercoledì 2 aprile. Gli altri quattro volontari sono tutti al sicuro. I due
volontari scomparsi fanno parte dell'equipe di sei persone presente a
Baghdad da diverse settimane. Il team di MSF forniva supporto
medico-chirurgico allo staff dell'ospedale al-Kindi, nel nord-est della
capitale irachena. Tutte le attività di MSF in Iraq sono state sospese. Al
momento, per motivi di sicurezza, Medici Senza Frontiere non e' in grado di
fornire altre informazioni.
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Queste erano le ultime informazioni inviate da Baghdad.
Fonte: http://www.msf.it/msfinforma/news/03042003_2.shtml
Medici Senza Frontiere - Cronache da Baghdad
(03/04/2003)
Dalla settimana scorsa un'équipe dell'organizzazione umanitaria medica
internazionale Medici Senza Frontiere (MSF) lavora con i colleghi
dell'Al-Kindi General Hospital, un ospedale con 250 posti letto nella zona
nord-est di Baghdad, per supportare l'assistenza medica d'urgenza rivolta
per i feriti. Un chirurgo, un anestesista e un medico esperto in medicina
d'urgenza di MSF si sono uniti ad un'équipe di medici e chirurghi iracheni,
e lavorano a turni di 24 ore ogni due giorni.
Martedì 1 aprile uno dei medici, il Dott. Morten Rostrup, Presidente di MSF
International, ha parlato a MSF attraverso un giornalista presente a Baghdad:
"Per due giorni, durante la tempesta di sabbia della scorsa settimana, non
si vedeva a più di 200 metri, e la sabbia entrava dappertutto: negli occhi,
nelle orecchie, in gola... E poi la città è circondata da un anello di fumo
proveniente dagli incendi dei pozzi. Per fortuna la pioggia ha liberato
l'aria, ma i bombardamenti continuano."
"L'atmosfera è cambiata. All'inizio della guerra, gli abitanti di Baghdad
cercavano di condurre una vita normale, di mantenere il loro ritmo in
questa situazione assurda. Ma le tensioni crescono e i bombardamenti
s'intensificano."
"Abbiamo visto feriti, vittime civili con lesioni leggere oppure con traumi
gravissimi che richiedono interventi chirurgici, e anche morti. Molte
ferite sono causate da frammenti metallici volanti. E' difficile capire,
mentre si esamina un paziente, se le ferite sono causate da bombe o da
fuoco antiaereo."
"Qualche giorno fa un muro è crollato su una donna, che ha riportato la
frattura di diverse ossa facciali. Per fortuna non c'è stata emorragia
cerebrale. Ieri (31 marzo) in ospedale sono arrivati 19 feriti, tra cui
alcuni bambini. Un bimbo è morto in sala operatoria, altri tre pazienti
subito dopo l'arrivo in ospedale. La maggior parte dei traumi era stata
causata da schegge. Due giorni prima avevamo assistito a due operazioni su
ragazzi che presentavano ferite da shrapnel all'addome. Fortunatamente
l'intestino non era stato perforato; ma fegato e reni presentavano alcune
ferite di livello non gravissimo. E' frustrante e angosciante per l'équipe
vedere queste ferite."
"Lo shock e il trauma psicologico dovuto alle esplosioni hanno causato
sindromi da shock e dolori al petto riferibili allo stress, problemi di
respirazione e apoplessie. Abbiamo anche rilevato un aumento dei casi
d'infarto. La situazione è molto tesa e la gente è preoccupata, ha paura,
se ne sta in casa. La maggior parte dei negozi resta chiusa. C'è ancora un
po' di traffico per le strade, e la nostra équipe riesce a spostarsi tra
l'ospedale e la nostra abitazione, situata in una zona periferica
tranquilla, per la maggior parte risparmiata dalla guerra. Ci sono case
danneggiate in centro, e, mentre ci muoviamo, sentiamo spesso delle
esplosioni."
"Fino ad ora, al-Kindi ha funzionato bene, grazie a medici locali
competenti e motivati, ma c'è bisogno di alcuni farmaci specifici, in
particolare di antidolorifici e anestetici. MSF provvederà ai rifornimenti.
Si continua a fornire il normale servizio d'assistenza sanitaria - la gente
ha ancora bisogno di cure per malattie croniche - e, dal momento che, a
causa della guerra, potrebbe diventare di colpo impossibile rifornirsi di
materiale medico di base, terremo sotto stretto controllo la situazione e
cercheremo di recuperare ulteriori scorte quando necessario."
"I medici hanno esperienza di chirurgia traumatica, e vogliono restare
nell'ospedale, continuare a lavorare. Siamo qui per aiutare i nostri
colleghi, se ne hanno bisogno. E, se ci sarà una battaglia intorno a
Baghdad, Al-Kindi potrebbe essere uno dei principali ospedali per
l'accoglienza dei feriti. Perciò la nostra presenza potrebbe essere
importante anche più avanti."
Dott. Morten Rostrup, Presidente, MSF International
------------------------- msf medici senza frontiere
MSF A BAGHDAD
MSF è presente a Baghdad con un'equipe medica composta da 6 persone: un
chirurgo (italiano), un anestesista, un medico esperto in medicina
d'urgenza, un logista, un traduttore e il capo-missione.
Il team è rimasto in città per determinare i bisogni medici della
popolazione e monitorare le possibilità di fornire assistenza medica
indipendente durante l'evolversi della crisi.
Dal 22 marzo il team di Medici Senza Frontiere (MSF) ha affiancato lo staff
dell'al-Kindi General Hospital, a nord-est di Baghdad, per offrire supporto
medico-chirurgico. Al-Kindi è uno dei maggiori ospedali del paese, con una
capacità di 250 posti letto specializzato nell'assistenza in caso di traumi
e ferite di guerra. Lo staff iracheno dell'ospedale è al completo e sta
affrontando i bisogni della popolazione civile con professionalità e
prontezza. Negli ultimi due giorni è tuttavia aumentato il numero di
vittime dei bombardamenti che arrivano in ospedale dove alcuni materiali
chirurgici e anestetici e analgesici cominciano a scarseggiare.
Il team di MSF ha donato del proprio materiale, comprese attrezzature
chirurgiche, come set per la stabilizzazione di fratture, antibiotici. 10
tonnellate di altro materiale, tra cui kit chirurgici, farmaci, anestetici
e cibo, è partito da Amman alla volta di Bagdad.
Dall'inizio dei bombardamenti, nonostante le difficoltà di movimento, lo
staff di MSF prosegue le attività di monitoraggio dei bisogni
medico-sanitari anche in altre aree della città. Il 20 marzo erano
arrivati, via taxi da Amman, i primi rifornimenti di materiale medico
(laringoscopi, tubi endotracheali, kit d'emergenza).
I volontari internazionali di MSF presenti a Bagdad provengono dall'Italia,
dall'Austria, dalla Norvegia, dal Sudan e dall'Algeria.
Team di MSF sono presenti anche in Giordania, Siria e Iran pronti per
offrire supporto all'equipe di Bagdad o a fronteggiare un'eventuale
emergenza profughi in questi paesi. Ad oggi, secondo la testimonianza dei
nostri volontari non ci sono importanti flussi di profughi verso questi paesi.
SITUAZIONE PROFUGHI
Attualmente non si registrano flussi consistenti di popolazione in fuga
dall'Iraq. Alcune famiglie stanno abbandonando alcuni dei quartieri di
Baghdad più colpiti dai bombardamenti per dirigersi verso zone più sicure,
ma sempre all'interno dell'Iraq. Al momento ancora non si sa se le persone
sono sottoposte a pressioni che impediscono loro di fuggire.
In Iran sono presenti team di MSF al confine con l'Iraq per fornire
assistenza in caso di un eventuale afflusso di profughi nei campi allestiti
dalle autorità iraniane nei pressi di Qas-re-Sherin e Kermanshah.
In Siria MSF ha siglato un accordo con le autorità per fornire assistenza
medica e per rispondere all'eventuale bisogno di acqua potabile nel campo
di el Hol, nei pressi di Hassake, allestito per circa 20.000 persone. I
campi profughi sono stati allestiti nel mezzo del deserto e ciò desta molta
preoccupazione perché potrebbero sorgere problemi legati all'acqua, alla
possibilità di preparare del cibo, al tipo di rifugio, alle tempeste di
sabbia e al caldo estremo.
BASSORA
La disponibilità di acqua è il problema principale. Un essere umano ha
bisogno di almeno 5 litri al giorno. In situazioni di caldo torrido come
Bassora, il bisogno aumenta ad almeno 10 litri. Quando l'acqua non viene
trattata, la diarrea può sopraggiungere da un momento all'altro e la pelle
essere soggetta a desquamazione. I situazioni estreme potrebbe esplodere
un'epidemia di colera. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha
parzialmente ripristinato le forniture di acqua e la situazione sembra
essersi stabilizzata. Continueremo a monitorare la situazione di Bassora,
perché potrebbe rapidamente peggiorare.
Amman, martedì 26 marzo 2003. Medici Senza Frontiere (MSF) ha inviato due
camion con dieci tonnellate di materiale medico-sanitario (kit per 300
operazioni chirurgiche, farmaci post-operatori, apparecchiature per la
potabilizzazione e igienizzazione dell'acqua e kit per affrontare eventuali
casi di malnutrizione) a Baghdad.
Intanto un team di MSF sta offrendo il proprio supporto allo staff
dell'al-Kindi General Hospital (ospedale con 250 posti letto) nella zona
nord-est di Baghdad. Il chirurgo, l'anestesista e il medico specializzato
in medicina d'urgenza continueranno a supportare l'equipe medica dell'ospedale.
Nei giorni scorsi MSF ha donato all'ospedale materiale medico-sanitario
(attrezzature chirurgiche, set per la stabilizzazione di fratture,
antibiotici, un kit d'emergenza con materiale sufficiente per curare 150
feriti e fasce per curare gravi ustioni).
"MSF ha comunicato l'invio di questi due camion sia alle autorità irachene
sia al commando militare anglo-americano. I due veicoli sono chiaramente
identificati come convogli umanitari," ha dichiarato Catrin Schulte-Hillen,
infermiera di MSF da Amman. "Attualmente, lo staff dell'al Kindi General
Hospital sta lavorando incessantemente per curare i propri pazienti e MSF è
pronta ad fornire il proprio supporto se necessario. Inviare materiale come
i kit chirurgici e di igienizzazione dell'acqua fa parte delle nostre
normali operazioni in situazioni di guerra."
A Baghdad è presente un team di MSF composto da 6 volontari internazionali
(un chirurgo, un anestesista, un medico specializzato in medicina
d'urgenza, un logista, il capo-missione e un traduttore) provenienti da
Italia, Francia, Austria, Norvegia, Sudan, e Algeria.
Baghdad, domenica 23 marzo 2003.
La notte scorsa, il team di Medici Senza Frontiere (MSF) ha raggiunto lo
staff dell'al-Kindi General Hospital (nord-est di Baghdad con circa 250
posti letto) per offrire il proprio supporto medico. Al-Kindi è stato
designato come uno degli ospedali in grado di assistere persone ferite, e,
fin'ora, l'ospedale è stato in grado di fronteggiare la situazione e di
rispondere ai bisogni della popolazione.
Il chirurgo di MSF, l'anestesista e il medico esperto in medicina d'urgenza
continueranno a fornire il proprio supporto durante i prossimi giorni
nell'eventualità che possa esserci bisogno di maggiore assistenza medica
Il team di MSF ha donato del proprio materiale, comprese attrezzature
chirurgiche, come set per la stabilizzazione di fratture, antibiotici. Un
kit d'emergenza con materiale sufficiente per curare 150 feriti e fasce per
curare gravi ustioni verranno fornite da MSF se necessario. MSF spera di
poter inviare altro materiale da Amman, Giordania.
A Baghdad è presente un team di MSF composto da 6 volontari internazionali
provenienti da Italia, Francia, Austria, Norvegia, Sudan, e Algeria.
Aggiornamento venerdì 21 marzo 2003
MSF mantiene a Baghdad un'equipe medica composta da 5 persone: un chirurgo,
un anestesista, un medico esperto in medicina d'urgenza, un logista e il
capo-missione.
Il team resterà nella città per determinare i bisogni medici della
popolazione e monitorare le possibilità di fornire assistenza medica
indipendente durante l'evolversi della crisi.
Dall'inizio dei bombardamenti, nonostante le difficoltà di movimento, lo
staff di MSF prosegue le attività di monitoraggio dei bisogni
medico-sanitari. Nella giornata di ieri sono arrivati, via taxi da Amman
(Giordania), i primi rifornimenti di materiale medico (laringoscopi, tubi
endotracheali, kit d'emergenza).
I volontari internazionali di MSF presenti a Baghdad provengono
dall'Italia, dall'Austria, dalla Norvegia, dal Sudan e dall'Algeria.
Team di MSF sono presenti anche in Giordania, Siria e Iran pronti per
offrire supporto all'equipe di Baghdad o a fronteggiare un'eventuale
emergenza profughi in questi paesi.
Medici Senza Frontiere ha potuto avviare le proprie attività in Iraq solo
dopo la firma, avvenuta dieci giorni fa, di un protocollo d'intesa con le
autorità irachene. L'accordo, necessario per poter lavorare in Iraq,
permette a MSF assistere la popolazione irachena in base ai principi
cardine dell'azione umanitaria: indipendenza, imparzialità e neutralità.
MSF in Iraq
Nel marzo del 1991 MSF è stata una delle prime organizzazioni umanitarie
internazionali a rientrare in Iraq dopo Desert Storm. Ma nel 1992 le
autorità irachene, rifiutandosi di rinnovare i visti ai volontari di MSF,
hanno costretto l'organizzazione a chiudere la missione di Baghdad. Da
allora MSF non ha più potuto avviare progetti di assistenza medica in Iraq.
http://www.msf.it/msfinforma/news/19032003.shtml