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Iraq: scomparsi due volontari di Medici senza frontiere (MSF)




Iraq: scomparsi due volontari di Medici senza frontiere

di Gabriella Meroni (<mailto:g.meroni@vita.it>g.meroni@vita.it)

04/04/2003 Vita


I due si trovavano a Baghdad

Medici Senza Frontiere (MSF) afferma in una nota di non avere piu' notizie 
dei due volontari del team presente a Baghdad, scomparsi la sera di 
mercoledì 2 aprile. Gli altri quattro volontari sono tutti al sicuro. I due 
volontari scomparsi fanno parte dell'equipe di sei persone presente a 
Baghdad da diverse settimane. Il team di MSF forniva supporto 
medico-chirurgico allo staff dell'ospedale al-Kindi, nel nord-est della 
capitale irachena. Tutte le attività di MSF in Iraq sono state sospese. Al 
momento, per motivi di sicurezza, Medici Senza Frontiere non e' in grado di 
fornire altre informazioni.

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Queste erano le ultime informazioni inviate da Baghdad.
Fonte: http://www.msf.it/msfinforma/news/03042003_2.shtml

Medici Senza Frontiere - Cronache da Baghdad
(03/04/2003)

Dalla settimana scorsa un'équipe dell'organizzazione umanitaria medica 
internazionale Medici Senza Frontiere (MSF) lavora con i colleghi 
dell'Al-Kindi General Hospital, un ospedale con 250 posti letto nella zona 
nord-est di Baghdad, per supportare l'assistenza medica d'urgenza rivolta 
per i feriti. Un chirurgo, un anestesista e un medico esperto in medicina 
d'urgenza di MSF si sono uniti ad un'équipe di medici e chirurghi iracheni, 
e lavorano a turni di 24 ore ogni due giorni.
Martedì 1 aprile uno dei medici, il Dott. Morten Rostrup, Presidente di MSF 
International, ha parlato a MSF attraverso un giornalista presente a Baghdad:

"Per due giorni, durante la tempesta di sabbia della scorsa settimana, non 
si vedeva a più di 200 metri, e la sabbia entrava dappertutto: negli occhi, 
nelle orecchie, in gola... E poi la città è circondata da un anello di fumo 
proveniente dagli incendi dei pozzi. Per fortuna la pioggia ha liberato 
l'aria, ma i bombardamenti continuano."

"L'atmosfera è cambiata. All'inizio della guerra, gli abitanti di Baghdad 
cercavano di condurre una vita normale, di mantenere il loro ritmo in 
questa situazione assurda. Ma le tensioni crescono e i bombardamenti 
s'intensificano."

"Abbiamo visto feriti, vittime civili con lesioni leggere oppure con traumi 
gravissimi che richiedono interventi chirurgici, e anche morti. Molte 
ferite sono causate da frammenti metallici volanti. E' difficile capire, 
mentre si esamina un paziente, se le ferite sono causate da bombe o da 
fuoco antiaereo."

"Qualche giorno fa un muro è crollato su una donna, che ha riportato la 
frattura di diverse ossa facciali. Per fortuna non c'è stata emorragia 
cerebrale. Ieri (31 marzo) in ospedale sono arrivati 19 feriti, tra cui 
alcuni bambini. Un bimbo è morto in sala operatoria, altri tre pazienti 
subito dopo l'arrivo in ospedale. La maggior parte dei traumi era stata 
causata da schegge. Due giorni prima avevamo assistito a due operazioni su 
ragazzi che presentavano ferite da shrapnel all'addome. Fortunatamente 
l'intestino non era stato perforato; ma fegato e reni presentavano alcune 
ferite di livello non gravissimo. E' frustrante e angosciante per l'équipe 
vedere queste ferite."

"Lo shock e il trauma psicologico dovuto alle esplosioni hanno causato 
sindromi da shock e dolori al petto riferibili allo stress, problemi di 
respirazione e apoplessie. Abbiamo anche rilevato un aumento dei casi 
d'infarto. La situazione è molto tesa e la gente è preoccupata, ha paura, 
se ne sta in casa. La maggior parte dei negozi resta chiusa. C'è ancora un 
po' di traffico per le strade, e la nostra équipe riesce a spostarsi tra 
l'ospedale e la nostra abitazione, situata in una zona periferica 
tranquilla, per la maggior parte risparmiata dalla guerra. Ci sono case 
danneggiate in centro, e, mentre ci muoviamo, sentiamo spesso delle 
esplosioni."

"Fino ad ora, al-Kindi ha funzionato bene, grazie a medici locali 
competenti e motivati, ma c'è bisogno di alcuni farmaci specifici, in 
particolare di antidolorifici e anestetici. MSF provvederà ai rifornimenti. 
Si continua a fornire il normale servizio d'assistenza sanitaria - la gente 
ha ancora bisogno di cure per malattie croniche - e, dal momento che, a 
causa della guerra, potrebbe diventare di colpo impossibile rifornirsi di 
materiale medico di base, terremo sotto stretto controllo la situazione e 
cercheremo di recuperare ulteriori scorte quando necessario."

"I medici hanno esperienza di chirurgia traumatica, e vogliono restare 
nell'ospedale, continuare a lavorare. Siamo qui per aiutare i nostri 
colleghi, se ne hanno bisogno. E, se ci sarà una battaglia intorno a 
Baghdad, Al-Kindi potrebbe essere uno dei principali ospedali per 
l'accoglienza dei feriti. Perciò la nostra presenza potrebbe essere 
importante anche più avanti."

Dott. Morten Rostrup, Presidente, MSF International


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MSF A BAGHDAD
MSF è presente a Baghdad con un'equipe medica composta da 6 persone: un 
chirurgo (italiano), un anestesista, un medico esperto in medicina 
d'urgenza, un logista, un traduttore e il capo-missione.
Il team è rimasto in città per determinare i bisogni medici della 
popolazione e monitorare le possibilità di fornire assistenza medica 
indipendente durante l'evolversi della crisi.

Dal 22 marzo il team di Medici Senza Frontiere (MSF) ha affiancato lo staff 
dell'al-Kindi General Hospital, a nord-est di Baghdad, per offrire supporto 
medico-chirurgico. Al-Kindi è uno dei maggiori ospedali del paese, con una 
capacità di 250 posti letto specializzato nell'assistenza in caso di traumi 
e ferite di guerra. Lo staff iracheno dell'ospedale è al completo e sta 
affrontando i bisogni della popolazione civile con professionalità e 
prontezza. Negli ultimi due giorni è tuttavia aumentato il numero di 
vittime dei bombardamenti che arrivano in ospedale dove alcuni materiali 
chirurgici e anestetici e analgesici cominciano a scarseggiare.

Il team di MSF ha donato del proprio materiale, comprese attrezzature 
chirurgiche, come set per la stabilizzazione di fratture, antibiotici. 10 
tonnellate di altro materiale, tra cui kit chirurgici, farmaci, anestetici 
e cibo, è partito da Amman alla volta di Bagdad.

Dall'inizio dei bombardamenti, nonostante le difficoltà di movimento, lo 
staff di MSF prosegue le attività di monitoraggio dei bisogni 
medico-sanitari anche in altre aree della città. Il 20 marzo erano 
arrivati, via taxi da Amman, i primi rifornimenti di materiale medico 
(laringoscopi, tubi endotracheali, kit d'emergenza).

I volontari internazionali di MSF presenti a Bagdad provengono dall'Italia, 
dall'Austria, dalla Norvegia, dal Sudan e dall'Algeria.

Team di MSF sono presenti anche in Giordania, Siria e Iran pronti per 
offrire supporto all'equipe di Bagdad o a fronteggiare un'eventuale 
emergenza profughi in questi paesi. Ad oggi, secondo la testimonianza dei 
nostri volontari non ci sono importanti flussi di profughi verso questi paesi.

SITUAZIONE PROFUGHI
Attualmente non si registrano flussi consistenti di popolazione in fuga 
dall'Iraq. Alcune famiglie stanno abbandonando alcuni dei quartieri di 
Baghdad più colpiti dai bombardamenti per dirigersi verso zone più sicure, 
ma sempre all'interno dell'Iraq. Al momento ancora non si sa se le persone 
sono sottoposte a pressioni che impediscono loro di fuggire.

In Iran sono presenti team di MSF al confine con l'Iraq per fornire 
assistenza in caso di un eventuale afflusso di profughi nei campi allestiti 
dalle autorità iraniane nei pressi di Qas-re-Sherin e Kermanshah.
In Siria MSF ha siglato un accordo con le autorità per fornire assistenza 
medica e per rispondere all'eventuale bisogno di acqua potabile nel campo 
di el Hol, nei pressi di Hassake, allestito per circa 20.000 persone. I 
campi profughi sono stati allestiti nel mezzo del deserto e ciò desta molta 
preoccupazione perché potrebbero sorgere problemi legati all'acqua, alla 
possibilità di preparare del cibo, al tipo di rifugio, alle tempeste di 
sabbia e al caldo estremo.

BASSORA
La disponibilità di acqua è il problema principale. Un essere umano ha 
bisogno di almeno 5 litri al giorno. In situazioni di caldo torrido come 
Bassora, il bisogno aumenta ad almeno 10 litri. Quando l'acqua non viene 
trattata, la diarrea può sopraggiungere da un momento all'altro e la pelle 
essere soggetta a desquamazione. I situazioni estreme potrebbe esplodere 
un'epidemia di colera. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha 
parzialmente ripristinato le forniture di acqua e la situazione sembra 
essersi stabilizzata. Continueremo a monitorare la situazione di Bassora, 
perché potrebbe rapidamente peggiorare.

Amman, martedì 26 marzo 2003. Medici Senza Frontiere (MSF) ha inviato due 
camion con dieci tonnellate di materiale medico-sanitario (kit per 300 
operazioni chirurgiche, farmaci post-operatori, apparecchiature per la 
potabilizzazione e igienizzazione dell'acqua e kit per affrontare eventuali 
casi di malnutrizione) a Baghdad.

Intanto un team di MSF sta offrendo il proprio supporto allo staff 
dell'al-Kindi General Hospital (ospedale con 250 posti letto) nella zona 
nord-est di Baghdad. Il chirurgo, l'anestesista e il medico specializzato 
in medicina d'urgenza continueranno a supportare l'equipe medica dell'ospedale.
Nei giorni scorsi MSF ha donato all'ospedale materiale medico-sanitario 
(attrezzature chirurgiche, set per la stabilizzazione di fratture, 
antibiotici, un kit d'emergenza con materiale sufficiente per curare 150 
feriti e fasce per curare gravi ustioni).

"MSF ha comunicato l'invio di questi due camion sia alle autorità irachene 
sia al commando militare anglo-americano. I due veicoli sono chiaramente 
identificati come convogli umanitari," ha dichiarato Catrin Schulte-Hillen, 
infermiera di MSF da Amman. "Attualmente, lo staff dell'al Kindi General 
Hospital sta lavorando incessantemente per curare i propri pazienti e MSF è 
pronta ad fornire il proprio supporto se necessario. Inviare materiale come 
i kit chirurgici e di igienizzazione dell'acqua fa parte delle nostre 
normali operazioni in situazioni di guerra."

A Baghdad è presente un team di MSF composto da 6 volontari internazionali 
(un chirurgo, un anestesista, un medico specializzato in medicina 
d'urgenza, un logista, il capo-missione e un traduttore) provenienti da 
Italia, Francia, Austria, Norvegia, Sudan, e Algeria.

Baghdad, domenica 23 marzo 2003.
La notte scorsa, il team di Medici Senza Frontiere (MSF) ha raggiunto lo 
staff dell'al-Kindi General Hospital (nord-est di Baghdad con circa 250 
posti letto) per offrire il proprio supporto medico. Al-Kindi è stato 
designato come uno degli ospedali in grado di assistere persone ferite, e, 
fin'ora, l'ospedale è stato in grado di fronteggiare la situazione e di 
rispondere ai bisogni della popolazione.

Il chirurgo di MSF, l'anestesista e il medico esperto in medicina d'urgenza 
continueranno a fornire il proprio supporto durante i prossimi giorni 
nell'eventualità che possa esserci bisogno di maggiore assistenza medica

Il team di MSF ha donato del proprio materiale, comprese attrezzature 
chirurgiche, come set per la stabilizzazione di fratture, antibiotici. Un 
kit d'emergenza con materiale sufficiente per curare 150 feriti e fasce per 
curare gravi ustioni verranno fornite da MSF se necessario. MSF spera di 
poter inviare altro materiale da Amman, Giordania.

A Baghdad è presente un team di MSF composto da 6 volontari internazionali 
provenienti da Italia, Francia, Austria, Norvegia, Sudan, e Algeria.

Aggiornamento venerdì 21 marzo 2003

MSF mantiene a Baghdad un'equipe medica composta da 5 persone: un chirurgo, 
un anestesista, un medico esperto in medicina d'urgenza, un logista e il 
capo-missione.
Il team resterà nella città per determinare i bisogni medici della 
popolazione e monitorare le possibilità di fornire assistenza medica 
indipendente durante l'evolversi della crisi.

Dall'inizio dei bombardamenti, nonostante le difficoltà di movimento, lo 
staff di MSF prosegue le attività di monitoraggio dei bisogni 
medico-sanitari. Nella giornata di ieri sono arrivati, via taxi da Amman 
(Giordania), i primi rifornimenti di materiale medico (laringoscopi, tubi 
endotracheali, kit d'emergenza).

I volontari internazionali di MSF presenti a Baghdad provengono 
dall'Italia, dall'Austria, dalla Norvegia, dal Sudan e dall'Algeria.

Team di MSF sono presenti anche in Giordania, Siria e Iran pronti per 
offrire supporto all'equipe di Baghdad o a fronteggiare un'eventuale 
emergenza profughi in questi paesi.

Medici Senza Frontiere ha potuto avviare le proprie attività in Iraq solo 
dopo la firma, avvenuta dieci giorni fa, di un protocollo d'intesa con le 
autorità irachene. L'accordo, necessario per poter lavorare in Iraq, 
permette a MSF assistere la popolazione irachena in base ai principi 
cardine dell'azione umanitaria: indipendenza, imparzialità e neutralità.

MSF in Iraq

Nel marzo del 1991 MSF è stata una delle prime organizzazioni umanitarie 
internazionali a rientrare in Iraq dopo Desert Storm. Ma nel 1992 le 
autorità irachene, rifiutandosi di rinnovare i visti ai volontari di MSF, 
hanno costretto l'organizzazione a chiudere la missione di Baghdad. Da 
allora MSF non ha più potuto avviare progetti di assistenza medica in Iraq.

http://www.msf.it/msfinforma/news/19032003.shtml