[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

AMNESTY INTERNATIONAL CONTRO L'USO DELLE BOMBE A GRAPPOLO






COMUNICATO 
STAMPA 
CS49-2003


GUERRA IN IRAQ. AMNESTY INTERNATIONAL CONTRO L'USO DELLE BOMBE
A GRAPPOLO: È LA POPOLAZIONE CIVILE A PAGARE IL PREZZO


Amnesty International ha espresso profonda preoccupazione per l'alto numero 
di vittime civili che la guerra in Iraq sta provocando e per il ricorso 
alle bombe a grappolo nel corso di attacchi militari contro aree densamente 
popolate.

Il 1° aprile almeno 35 civili - tra cui molti bambini - sono stati uccisi 
ed altri 300 sono rimasti feriti a seguito di un attacco militare lanciato 
dalle forze statunitensi contro la citta' di al-Hilla. Amnesty 
International e' sconcertata per le notizie secondo le quali, durante 
l'attacco, sono state utilizzate bombe a grappolo.

"L'uso delle bombe a grappolo ad al-Hilla costituisce un attacco 
indiscriminato e una grave violazione del diritto internazionale 
umanitario" - ha accusato l'organizzazione per i diritti umani.

"Se gli USA parlano seriamente quando dicono di voler proteggere la 
popolazione civile, allora devono impegnarsi pubblicamente a sospendere 
l'uso delle bombe a grappolo. Continuare a usarle significhera' causare 
indiscriminatamente morti e feriti tra la popolazione civile".

Secondo le informazioni ricevute da Amnesty International, ad al-Hilla sono 
state usate bombe a grappolo del tipo BLU97 A/B. Ognuna di esse contiene 
202 ordigni - denominati BLU 97 - di dimensioni simili a una lattina da 
bibita. Le bombe a grappolo si spargono su un'area pari a quella di due 
campi da calcio. In almeno il 5% dei casi, gli ordigni contenuti al loro 
interno non esplodono all'impatto al suolo, trasformandosi in mine 
anti-persona e prolungando nel tempo il rischio di morte per chiunque vi 
entri in contatto.

FINE DEL 
COMUNICATO 
Roma, 2 aprile 2003

Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:
Amnesty International - Ufficio stampa
Tel. 06 44.90.224, cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it	
www.amnesty.it/crisi/iraq/