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Newroz 2003




Newroz 2003, la delegazione italiana torna in Italia.

Ottanta persone da ogni parte d'Italia, provenienti dalle piu' diverse 
esperienze politiche e associative, mosse da una piattaforma politica e 
dalla pluriennale esperienza degli anni passati, coordinati dall'Ufficio 
d'Informazione del Kurdistan in Italia, hanno svolto l'importante ruolo di 
osservatori internazionali a garanzia dell'incolumita' dei kurdi, che di 
nuovo in milioni sono scesi in piazza a festeggiare il Newroz.

Quest'anno certo la situazione e' stata aggravata e appesantita proprio 
dalle bombe e dai dolori che la nuova guerra in Iraq ha portato. Non 
dimentichiamo che la guerra di cui oggi ognuno discute, a cui ci si oppone 
con forza in tutto il mondo, e' una delle tante guerre che nel mondo 
portano morte e distruzione, guerre dichiarate e ben note come in Palestina 
e guerre nascoste proprio come quella dei turchi contro i kurdi.

Fin dall'arrivo ad Istanbul la delegazione si e' trovata di fronte la 
preoccupazione e l'ansia dei kurdi e delle kurde, che conoscendo bene i 
dolori e le pene della guerra, nei confronti dell'imminente nuova guerra 
che come un orologio il 20 marzo e' esplosa sulle teste di tutti i kurdi e 
del mondo. Non dimenticando che, con la scusa di questa guerra globale, 
l'intenzione dei militari turchi e' proprio quella di annientare ogni 
resistenza kurda nell'area.

Cosi', la Turchia che intende entrare in Europa, oltre alle evidenti e 
dichiarate violazioni contro i kurdi e le kurde, a cominciare con 
l'isolamento di Abdullah Ocalan e la prigione di Leyla Zana e dei suoi 
compagni parlamentari, e' risultata essere il paese dei guerrafondai e 
delle armi. In Kurdistan la presenza delle caserme e delle istallazioni 
militari, ne fa un territorio veramente militarizzato e mantenuto in uno 
stato di arretratezza economica e sociale sistematicamente pianificata.

Quest'anno come gli ultimi tre anni le celebrazioni del Newroz sono state 
autorizzate e si sono svolte in una maniera limitante, nessun grave scontro 
si e' avuto, ma la repressione e' stata fortissima, a partire da quella 
dovuta alla presenza oppressiva ed intimidatoria della polizia nei luoghi 
della festa, fino a quella preventiva e subdola esercitata contro gli 
organizzatori che non potevano presentare richieste perche' usavano termini 
non riconosciuti, gli insegnanti che per partecipare ai festeggiamenti 
hanno rischiato il trasferimento forzato o la sospensione dal servizio, le 
inchieste e i fermi di polizia per chi e' stato incontrato dalla 
delegazione e ha risposto alle domande, magari compromettenti, che si 
avanzavano, le intimidazioni ai traduttori.

La presenza degli osservatori, organizzata e capillare, che di anno in anno 
si fa piu' forte e vigile e' servita ad evitare che gli scontri con la 
polizia potessero in qualche modo produrre vittime, ma nonostante questa 
presenza molti kurde e kurdi sono finiti in prigione.

Gli stessi osservatori non hanno potuto esprimere il proprio dissenso e 
l'avversione alla guerra vedendosi sequestrate bandiere della pace e 
striscioni contro al guerra, mettendo anche in pericolo il proseguimento 
dei festeggiamenti.

Pensare all'entrata in Europa della Turchia ai livelli di democrazia e 
stato di diritto che la caratterizzano oggi, non solo ci risulta 
impossibile, ma vede la nostra avversione e profonda preoccupazione. 
Avvertiamo infatti la necessita' di mobilitarci affinche' si solleciti da 
ogni settore la Turchia a compiere dei reali passi in avanti verso il 
cambiamento.

Francesca Gianfelici, delegazione Newroz 2003

Roma, 25 marzo 2003



PACE E DEMOCRAZIA IN KURDISTAN E NEL MEDIO ORIENTE

Non c'e' pace vera senza giustizia e democrazia. Non c'e' pace nel Medio 
oriente senza un dialogo che risolva le questioni aperte e riconosca i 
popoli negati. Ma, il popolo kurdo sa per lunga e amara esperienza che la 
democrazia non vola sulle ali dei bombardieri. La democrazia puo' 
diffondersi in Medio oriente, e in particolare nei paesi fra i quali e' 
suddivisa la popolazione kurda (Turchia, Iraq, Iran e Siria), solo a 
partire dal riconoscimento delle identita' e dei diritti dei popoli. Ed i 
kurdi non rivendicano nuovi stati o nuovi confini, ma uguali diritti 
culturali e politici, democrazia e convivenza in ogni paese. In 
particolare, l'ingresso della Turchia nell'Unione europea deve 
accompagnarsi a una nuova Costituzione che riconosca le diverse lingue, 
identita' ed autonomie, ad un'amnistia generale che consenta la liberazione 
di tutti i prigionieri politici, inclusi Abdullah Ocalan e Leyla Zana, alla 
ricostruzione dei villaggi ed al libero ritorno degli esuli.

PIATTAFORMA ITALIANA PER IL NEWROZ 2003 MILLE OSSERVATORI DALL'ITALIA IL 21 
MARZO

In Turchia come in Iraq e in tutto il Medio oriente l'Europa deve 
testimoniare l'universalita' dei diritti.  La presenza di delegazioni 
italiane ed europee, che in Turchia dal '97 in poi ha contribuito ad 
attenuare la repressione della grande festa di liberta' e di pace del 
Newroz, il Capodanno kurdo di primavera, assume quest'anno importanza 
ancora maggiore mentre venti di guerra rischiano di travolgere l'intera 
regione.  Una guerra che partirebbe dal territorio kurdo, e di cui gia' si 
contano a centinaia di migliaia le vittime ed a milioni i profughi. 
Proponiamo che una forte delegazione italiana, caratterizzata per la 
presenza di parlamentari, giuristi, rappresentanti degli enti locali, 
dell'associazionismo, dei sindacati e dei movimenti sociali, faccia sentire 
la presenza dell'Europa della pace al fianco dei milioni di kurdi che 
faranno del Newroz una grande festa di pace e di convivenza. Prima del 
Newroz, una campagna di incontri ed iniziative in ogni citta' italiana, 
intrecciata con le mobilitazioni contro la guerra, e l'invio di una 
delegazione in Turchia, prepareranno l'evento del 21 marzo e il successivo 
appuntamento proposto per l'autunno del 2003 dalla "Piattaforma per la 
Democrazia" e dalla societa' civile kurda: un grande appuntamento 
euro-mediterraneo a Diyarbakir.

Adesioni:   Ass. Azad, Associazione per la Pace,  UIKI-Onlus, CGIL 
Nazionale, Il Manifesto, ARCI Nazionale, Confederazione COBAS, SinCOBAS, 
SlaiCOBAS, Movimento delle/dei disobbedienti, FIOM, PRC, PDCI, VERDI, 
Giovani Comunisti, Tavola della pace, Coordinamento Giuristi Democratici, 
Donne in Nero, Un Ponte per,  Ass. Verso il Kurdistan-Onlus, ICS-Consorzio 
Italiano di Solidarieta' Altrimondi, Comitato Sardo di solidarieta' con il 
popolo del Kurdistan, CIAK di Parma, Comitato Golfo, Guerre e Pace, 
SCI-Italia, Sinistra Giovanile Campana, Provincia di Ancona-CISCASE


Roma, 25 marzo 2003

Newroz 2003: resoconto della conferenza stampa tenuta dalla delegazione 
italiana di ritorno dal Kurdistan

Su invito dell'Assessore del Comune di Roma Luigi Nieri, nella sala delle 
bandiere si e' tenuta oggi una conferenza stampa con alcuni esponenti della 
delegazione italiana di 80 persone. L'assessore ha ricordato l'impegno del 
Comune di Roma a favore dei kurdi e delle kurde che si trovano nella citta' 
avviando alcuni piccoli progetti di cooperazione per la salvaguardia 
dell'identita' e per il recupero della storia kurda.

I presenti (esponenti dell'Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia, 
giuristi democratici, associazionismo di solidarieta' con il popolo kurdo, 
PRC, CGIL, studenti) rappresentativi della delegazione nazionale hanno 
raccontato la loro esperienza e testimoniato le violazioni dei diritti e le 
forme di repressione che caratterizzano la Turchia.

La delegazione italiana che per il Newroz e' stata a Diyarbakir, Van, 
Bingol, Nusaybin, Batman e Dogubeyazit aveva aderito alla "Campagna Newroz 
2003 per la pace e la democrazia in Kurdistan e Medioriente" ritenendo la 
propria presenza in Kurdistan il 21 marzo come un primo passo verso la 
costruzione di un percorso di scambio e solidarieta' con il movimento 
democratico kurdo e turco.

Secondo Antonio Pabis (SPI-CGIL e comitato sardo di solidarieta' con il 
popolo del Kurdistan) "quella di cui siamo stati testimoni e' stata una 
situazione di guerra nella guerra. Le violazioni che abbiamo vissuto 
direttamente, mentre ci trovavamo prigionieri nell'albergo di Bingol, senza 
poter festeggiare il Newroz perche' vietato, sono state solo una piccola 
parte in confronto alle violazioni cui ripetutamente e sistematicamente 
vivono i kurdi di Turchia. Siamo anche molto preoccupati per il destino del 
nostro interprete che, invece di abbandonarci soli in una situazione cosi' 
tesa, ci e' stato vicino insegnandoci come dovevamo reagire. Perche' i 
kurdi sono un popolo che resiste, ce lo hanno dimostrato ancora quest'anno."

La delegazione ha espresso soddisfazione ad essere stata presente nei 
luoghi di festeggiamento dichiarando che e' stata piu' volte sottolineata 
da parte kurda l'importanza di essere li' a vigilare, altrimenti il 
risultato non sarebbe stato altro che nuove repressioni contro la 
popolazione festante. Era infatti evidente che la presenza della polizia, 
in tenuta antisommossa, non aveva intenzione di lasciare che i 
festeggiamenti si svolgessero con serenita'. Infatti, piu' volte e' 
intervenuta per requisire i fazzoletti con i colori nazionali, le bandiere 
della pace che gli italiani avevano con se, gli striscioni contro la guerra 
che erano stati preparati.

"A Diyarbakir si e' respirata un'atmosfera incredibile. Anche se le 
autorita' hanno fatto di tutto perche' fosse difficile raggiungere il luogo 
dei festeggiamenti 15 km lontano dalla citta', con ogni mezzo anche a 
piedi, lamentandosi che pero' non era quello il Newroz che volevano 
festeggiare, ma spontaneamente in ogni luogo e strada. Il tutto reclamando 
diritti e democrazia in Turchia" ha detto Valerio Dell'Anna uno dei venti 
che sono rimasti a Diyarbakir per il Newroz, studente come molti altri 
componenti della delegazione.

"La questione kurda non e' solo d'interesse della Turchia, riguarda tutti 
soprattutto l'Europa. È una questione anche nostra e lo dimostra la 
sentenza che la Corte europea per i diritti dell'uomo ha espresso 
condannando la Turchia per i diritti violati nei confronti del Presidente 
Ocalan" ha detto Arturo Salerni, avvocato italiano di Abdullah Ocalan, 
giurista democratico come molti componenti della delegazione.

Concludendo in risposta ad una delle domande poste dei giornalisti sulle 
conseguenze che questa nuova guerra portera' ai kurdi, Mehmet Yuksel ha 
sottolineato che "gia' lo stato d'emergenza in Kurdistan turco e' scattato 
con la guerra e che la repressione si era gia' aggravata nei confronti dei 
kurdi e dei suoi rappresentanti a partire dall'isolamento di Abdullah 
Ocalan fino alla chiusura del partito HADEP" .



Vi ricordiamo che il 30 marzo a Milano c/o il Leoncavallo si festeggera' il 
Newroz insieme ai kurdi e alle kurde di Milano e d'Italia!