Qararah, Striscia di Gaza 19 marzo
2003.
6 figli, una ferita e un
amico.
S. ha quasi 40 anni, una moglie che
sta con noi a parlare dopo cena (cosa rara qua) e 6 figli di diverse età, dai 2
ai 15 anni.
S. abita vicino alle postazioni
militari.
S. ha un asino di cui va fiero per
come tira forte il suo carretto, e sorride quando supera gli
altri.
S. ha perso il campo di ulivi perché
era vicino alla sua casa ma troppo vicino alla strada riservata ai
coloni.
S. ha aggiustato i fori di
proiettili nel muro, fatti da un soldato di guardia.
S. ha perso il lavoro a Tel Aviv con
l'inizio di questa intifada, 2 anni e mezzo fa.
S. ha 6 figli e tra questi una
figlia che con il padre condivide una ferita.
S. il segno del dolore lo porta in
pancia, lei per la lunghezza del collo.
Ora sono solo cicatrici, 10 mesi fa
era un colpo di cannone che alle nove di sera ti esplode in cucina mentre parli
con tua figlia. Senza un motivo.
S. racconta con consolante
soddisfazione di come il chirurgo israeliano che ha operato la bambina gli abbia
telefonato per scusarsi ed esprimere la sua condanna per ciò che quei soldati
avevano fatto.
S. ha un
amico.
S. lo ha conosciuto quando lavorava
a Tel Aviv.
L'amico e' israeliano,e visto che
non possono incontrarsi,si chiamano spesso per telefono.
S. ci dice che non è il solo, molti
di quelli che lavoravano in Israele hanno amici la fuori. La, fuori dalla
prigione più grande del mondo, dove le amicizie resistono con un sottile filo di
telefono.
Salam Shalom
Piergiorgio
Comunità Papa Giovanni XXIII- Operazione Colomba
Nonviolent Peace Corp |