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Op Colomba: Arrivederci Gaza



22 marzo 2003 Arrivederci Gaza
 
Di nuovo a Gerusalemme.
Dopo aver salutato la Terra dove i prati continuano a fiorire di margherite gialle e di papaveri.
E le ragazze continuano ad andare a scuola nei loro lunghi abiti blu e veli bianchi e intanto diventano donne.
La Terra in cui la gente continua a morire perché non può scegliere di andarsene o perché ha scelto di non andarsene.
La Terra in cui chi non può andarsene ha capelli corvini, occhi neri senza fondo e pelle di caramello. E chi ha scelto di non andarsene si chiama Rachel, ha ventitré anni, un viso da bambina, capelli biondi, occhi chiari limpidi e pelle di latte.
La Terra dove il mare continua a togliere il fiato e il sole ad essere sempre più caldo.
E il cuore degli uomini diventa sempre più stanco e malato e quello delle donne ogni giorno più forte e grande.
E F., che ha diciannove anni e non si ricorda se il suo promesso sposo è bello perché l'ha visto una sola volta, continua ad aspettare e a sognare ogni notte il giorno delle sue nozze che saranno tra un mese.
E R. continua a ballare nella sua stanza con la musica a tutto volume e la finestra aperta. E i soldati nella torretta a venti metri di distanza continuano a spiarla attraverso la finestra, lei che balla da sola.
E A. continua ad andare all'Università, a studiare e a dare esami per diventare una brava pediatra.
La Terra in cui Suor S. continua a veder e la sua gente soffrire "senza poter fare nulla se non esserci" e arrabbiarsi con Gesù.
E N. continua a non aver paura di essere se stessa a di sentirsi libera e di aver voglia di innamorarsi di qualcuno che la ami e di scrivere poesie con cui sognare una vita vera.
E M. continua a svegliarsi la mattina ascoltando Radio Skopije e aspettando qualcuno che gli insegni il macedone, mentre S. continua ad aver voglia di scrivere e raccontare storie.
La Terra in cui le fragole continuano a maturare e i ragazzini continuano a coglierle a piedi nudi, bruciati dal sole.
La Terra in cu i ogni giorno esci di casa senza essere sicuro di ritrovarla la sera o di poterci tornare.
E ad ogni angolo c'è un sorriso e un bicchiere di the bollente, o qualcuno che frigge falafel e arrostisce Kebab.
 
La Terra dove da più di mezzo secolo la gente per sopravvivere non può far altro che continuare la propria vita, regalandosi qualche volta sogni che, saranno folli, ma certo nessuno potrà demolirli, bruciarli, abbatterli, bombardarli e distruggerli.
 
Ashufak garib Filistin...
A presto Palestina...
Eleonora
 
Comunità Papa Giovanni XXIII- Operazione Colomba Nonviolent Peace Corp