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Chi aiuterà i nuovi Saddam? Dubbi alla vigilia del voto sulla 185/90 in Senato.



Chi aiuta, chi ha aiutato Saddam?
Chi aiuterà i vari dittatori grandi e piccoli nel mondo, favorendo l'acquisto delle armi, e dando nello stesso tempo la possibilità all'industria bellica di far bene i propri traffici senza controlli "etici" preventivi?
Molti non ci potranno credere... eppure tra i parlamentari che domani voteranno in Senato, parecchi di loro daranno il loro voto (magari senza rendersene completamente conto) affinché guerre e terrorismo non solo siano banditi ma anzi diventino più facili da generare. E con il sommo gaudio di chi su questi traffici di morte si arricchisce.

Era nata in sordina, la vicenda oramai famosa della "legge 185/90"; un dibattito che sembrava all'inizio puramente "tecnico", di appoggio dell'Italia nella ratifica del cosiddetto "accordo di Farnbourgh", quell'intesa del 27 luglio 2000 tra 7 nazioni europee - Francia, Germania, Italia, Spagna, Svezia, Gran Bretagna e Irlanda del Nord - e relativa "alle misure per facilitare la ristrutturazione e le attività dell'industria europea per la difesa”. Ma se per appoggiare questo, se per garantire lo sviluppo coordinato delle industrie armiere europee si deve cancellare una legge - la 185 del 1990 appunto - tra le più severe in Europa in fatto di controlli sulla destinazione degli armamenti, allora non ci siamo.
D'accordo; da sempre l'economia e il potere hanno imposto i loro privilegi che spesso hanno oscurato le regole e le conquiste sociali della comunità. Come pure, c'è sempre chi afferma che le guerre sono purtroppo una caratteristica insita nel comportamento dell'umanità. Ma viviamo oramai in un'epoca in cui, se da un lato il progresso scientifico ha potuto apportare anche benessere e la premessa per una maturazione dell'uomo, dall'altro gli stessi rapporti tra gli uomini, come pure tra uomo e natura, diventano equilibri sempre più fragili, al punto che la stessa sopravvivenza del pianeta è messa a rischio.

Ed è davvero desolante notare come siano ancora troppo poche, tra le persone "che contano", coloro la cui visione del mondo riesce a spaziare a 360 gradi, al di là dell'orizzonte della convenienza immediata, al di là dell'accordo contingente tra i poteri politici ed economici, al di là della valutazione di parte. C'è un mondo da salvaguardare, e civiltà intere che potrebbero convivere nell'arricchimento reciproco anziché nel rischio sempre maggiore di una distruzione totale.

Perché in questo modo, e con il voto dato alla leggera, i nuovi Saddam, piccoli o grandi padroni del mondo, potranno avere meno ostacoli per le loro mire di potere.
Saranno capaci, domani, i nostri rappresentanti in Parlamento, di fare la scelta più giusta?

Roberto Del Bianco