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Chi aiuterà i nuovi Saddam? Dubbi alla vigilia del voto sulla 185/90 in Senato.
- Subject: Chi aiuterà i nuovi Saddam? Dubbi alla vigilia del voto sulla 185/90 in Senato.
- From: Roberto Del Bianco <delbia@casamia.org>
- Date: Tue, 25 Mar 2003 22:55:59 +0100
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Chi aiuta, chi ha aiutato Saddam?
Chi aiuterà i vari dittatori grandi e piccoli nel mondo, favorendo
l'acquisto delle armi, e dando nello stesso tempo la possibilità
all'industria bellica di far bene i propri traffici senza controlli
"etici" preventivi?
Molti non ci potranno credere... eppure tra i parlamentari che domani
voteranno in Senato, parecchi di loro daranno il loro voto (magari
senza rendersene completamente conto) affinché guerre e terrorismo non
solo siano banditi ma anzi diventino più facili da generare. E con il
sommo gaudio di chi su questi traffici di morte si arricchisce.
Era
nata in sordina, la vicenda oramai famosa della "legge 185/90"; un
dibattito che sembrava all'inizio puramente "tecnico", di appoggio
dell'Italia nella ratifica del cosiddetto "accordo di Farnbourgh",
quell'intesa del 27 luglio 2000 tra 7 nazioni europee - Francia, Germania, Italia,
Spagna, Svezia, Gran Bretagna e Irlanda del Nord - e relativa "alle
misure per facilitare la ristrutturazione e le attività dell'industria
europea per la difesa”. Ma se per appoggiare questo, se per garantire
lo sviluppo coordinato delle industrie armiere europee si deve
cancellare una legge - la 185 del 1990 appunto - tra le più severe in
Europa in fatto di controlli sulla destinazione degli armamenti, allora
non ci siamo.
D'accordo; da sempre l'economia e il potere hanno imposto i loro
privilegi che spesso hanno oscurato le regole e le conquiste sociali
della comunità. Come pure, c'è sempre chi afferma che le guerre sono
purtroppo una caratteristica insita nel comportamento dell'umanità. Ma
viviamo oramai in un'epoca in cui, se da un lato il progresso
scientifico ha potuto apportare anche benessere e la premessa per una
maturazione dell'uomo, dall'altro gli stessi rapporti tra gli uomini,
come pure tra uomo e natura, diventano equilibri sempre più fragili, al
punto che la stessa sopravvivenza del pianeta è messa a rischio.
Ed è davvero desolante notare come siano ancora troppo poche, tra le
persone "che contano", coloro la cui visione del mondo riesce a
spaziare a 360 gradi, al di là dell'orizzonte della convenienza
immediata, al di là dell'accordo contingente tra i poteri politici ed
economici, al di là della valutazione di parte. C'è un mondo da
salvaguardare, e civiltà intere che potrebbero convivere
nell'arricchimento reciproco anziché nel rischio sempre maggiore di una
distruzione totale.
Perché in questo modo, e con il voto dato alla leggera, i nuovi Saddam,
piccoli o grandi padroni del mondo, potranno avere meno ostacoli per le
loro mire di potere.
Saranno capaci, domani, i nostri rappresentanti in Parlamento, di fare
la scelta più giusta?
Roberto Del Bianco