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Newsletter N. 12 del 24 Marzo 2003
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*** Associazione Culturale Telematica ***
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Newsletter n. 12 del 24 marzo 2003
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IN PRIMO PIANO
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Codici ribelli, la libertà corre sulla tastiera
«Bush e Berlusconi sono personalità affini: entrambi vogliono il monopolio
sull'informazione. Il software libero è invece una battaglia per i diritti
di cittadinanza nel cyberspazio e per poter modificare a proprio piacimento
i programmi informatici». Intervista a Richard Stallman, fondatore della
«Free software foundation» e ispiratore del sistema operativo per computer
Gnu-Linux, oggi a Roma per partecipare a un convegno all'Università
ARTURO DI CORINTO
C'è grande attesa per la partecipazione di Richard Stallman al convegno
Liberi e Binari organizzato dal Laboratorio della comunicazione del
dipartimento di Sociologia e Comunicazione e dalla società Sammondano che
si terrà oggi a Roma presso il centro congresso dell'università, in Via
Salaria 113 (l'incontro avrà inizio alle 9.30). Grande attesa perché
Richard Matthew Stallman è il fondatore del progetto Gnu e della Free
Software Foundation, cioé è il leader indiscusso del movimento del software
libero e, insieme al finlandese Linus Torvalds, il maggior artefice del
sistema operativo per computer rigorosamente no-copyright più famoso al
mondo: Gnu/Linux (www.gnu.org). Il tour romano di Stallman, oltre al
convegno Liberi e binari, prevede anche un suo intervento al Senato della
Reppubblica su invito del senatore dei Verdi Fiorello Cortiana e la sua
presenza ad una conferenza dei Verdi sui diritti civili nel cyberspazio.
L'intervento di Stallman al Senato arriva dopo uno speech del fondatore
della Microsoft Bi
ll Gates, intervento che fu criticato da una parte dei parlamentari
italiani che ritengono percorribile un'altra strada per l'informatizzazione
della pubblica amministrazione: strada che non prevede l'uso di programmi
informatici sottoposti al diritto d'autore. L'intervento del leader del
software libero precede inoltre di pochi giorni i risultati della
commissione parlamentare voluta dal ministro Lucio Stanca sull'introduzione
del «software open source» nella Pubblica amministrazione e prima della
ripresa del dibattito parlamentare sul «pluralismo informatico e la
proprietà del software usato dallo Stato». Ed è proprio da questo tema che
parte l'intervista al Stallman condotta attraverso la posta elettronica,
cioè uno degli strumenti che preferisce di più per mantenere «contatti» con
quanti hanno a cuore lo svilupppo del free software
Bill Gates è stato invitato a Roma dal presidente del senato Marcello Pera
per parlare di globalizzazione e Berlusconi ha chiesto al fondatore della
Microsoft lumi su come favorire l'informatizzazione della Pubblica
Amministrazione italiana. Che ne pensi?
Berlusconi e Gates sono spiriti affini: entrambi cercano di arricchirsi
controllando la distribuzione dell'informazione. Credono di farlo in
maniera diversa e di non competere l'uno contro l'altro, ma si sbagliano.
Quelli che non usano software libero sono dominati dai proprietari del
software, perciò l'Italia sarà più debole nel lungo termine se usa il
sistema operativo Windows sviluppato dalla Microsoft.
E' per questo motivo che sei considerato la nemesi di Bill Gates?
E' sbagliato concentrarsi troppo sul singolo produttore di software.
Nessuna particolare azienda è infatti il «Grande Satana». Noi stiamo
cercando di risolvere un problema che è assai più grande di Microsoft: il
problema del software non libero.
Il parlamento italiano ha avviato una discussione sull'introduzione del
software open source nella Pubblica amministrazione - senza una chiara
menzione al Free Software - e il Ministro Italiano dell'Innovazione, Lucio
Stanza, ex amministratore delegato di IBM Italia, ha istituito una
commmissione di studio su questo tema. Secondo te è un bene adottare il
software libero nella Pubblica amministrazione italiana?
Col software libero gli utenti controllano ciò che fanno col computer. Le
agenzie governative possono beneficiare della stessa libertà esattamente
come i singoli utenti. Ma c'è un'altra importante ragione per cui i governi
dovrebbero adottare il software libero. Governare un paese nella giusta
direzione è il compito primario dei governi e ogni agenzia di governo
dovrebbe considerare questo fatto.
La Nato, l'Inghilterra, la Russia e la Cina hanno deciso di aderire al
«Microsoft Government Security Programme». Che ne pensi?
Questi governi cominciano a riconoscere l'importanza della libertà del
software ma Microsoft gli sta solo offrendo un pezzetto della libertà che
il free software garantisce. In base a quanto stabilisce il Microsoft
Government Security, i governi possono solo leggere il codice sorgente dei
programmi informatici e non possono usarlo liberamente. Spero che essi
capiscano che è insufficiente. La licenza Microsoft per il codice è basata
sul non nondisclosure agreement, cioè sulla promessa di non condividere con
nessun altro ciò che impari da quel software. E' un accordo non etico che
una persona onesta dovrebbe rigettare da un punto di vista morale. Col
software libero invece sei libero di condividere e scambiare la tua
conoscenza. In ogni caso Micorosoft si offre di mostrare il codice sorgente
solo a pochi governi e poche aziende selezionate. Perciò questa strategia
non ha alcun effetto su me e te.
Cos'è il free software?
Free (libero) software significa che tu come utente sei libero. Hai la
libertà di usare il programma che vuoi; la libertà di studiare il codice
sorgente dei programmi informatici, di cambiarlo e adattarlo ai tuoi
desideri; hai inoltre la libertà di redistribuirne copie ad altri, la
libertà di pubblicarne una versione nuova o modificata. Se non sei un
programmatore e non sai come farti le cose da solo puoi pagare qualcuno che
lo faccia per te.
Il free software consente agli utilizzatori la libertà di formare una
comunità. Se non sai programmare ma cucini, dovresti trovare queste libertà
familiari. Le libertà che penso debbano appartenere alla produzione e
all'uso del software libero sono le stesse libertà che hanno i cuochi
nell'usare una ricetta. Immagina se il governo cercasse di impedirti di
cambiare ricetta o dicesse che se scambi e condividi le ricette sei un
«pirata». Come minimo ti offenderesti.
Venti anni fa, come programmatore di computer, è esattamente ciò che ho
visto succedere: il software proprietario (non free) cominciava a
sostituire il free software. A me e agli altri utenti veniva sottratta una
libertà. Pensando al futuro mi dissi che avrei rifiutato di vivere in quel
modo. Ma qual'era l'alternativa? Dovevamo crearne una. Dovevamo creare un
nuovo continente nel cyberspace, un posto dove vivere in libertà. E questo
è esattamente ciò che abbiamo fatto.
Qual è la differenza fra il software «open source» e il «free software»?
Il movimento del software libero è una campagna per la libertà. Vogliamo
essere liberi di controllare i nostri computer e liberi di aiutarci l'un
l'altro. Insistiamo sul fatto che il software dovrebbe essere libero e se
non c'è il software libero per fare una certa cosa, lo scriviamo. Il nostro
idealismo e la nostra determinazione sono il motivo per cui oggi esiste
GNU/Linux. Negli anni 90 molti adottarono GNU/Linux per i suoi vantaggi
pratici senza apprezzare il suo valore di libertà. Nel 1998 alcuni
lanciarono il «movimento dell' open source». Un movimento simile al nostro
ma la cui filosofia è molto diversa dalla nostra. Quelli dell'«open source»
non affrontano il problema da un punto di vista etico; non dicono mai che
gli utilizzatori hanno il diritto morale di ridistribuire e modificare il
software. Parlano solo dei vantaggi pratici. Quando il movimeno dell'open
source convince la gente a sviluppare programmi liberi contribuisce alla
crescita della comunità. Li apprezziamo e non li critichiamo. Tuttavia
si tratta di idee che non forniscono un fondamento sufficientemente forte
per la nostra comunità. Per difendere la libertà bisogna prima imparare ad
apprezzarla.
Allora ti consideri un hacker?
Ero un hacker ante litteram nel 1960, ma ho appreso questo termine solo
quando cominciai a lavorare al Massachusetts institute of technology (Mit)
nel 1971. Un hacker è uno che fa le cose con uno spirito di gioiosa
bravura. Quello che spesso facciamo è programmare. Ma non solo. Ad esempio
Guillaume de Machaut, famoso compositore, ha scritto un'aria musicale
chiamata Ma Fin Est Mon Commencement, che è una sorta di palindromo ma
anche un pezzo di ottima musica. Era un ottimo hack! Il sistema operativo
Gnu/Linux è anch'esso un ottimo hack! Quanto sia buono un hack lo giudichi
da solo.
Cosa è Gnu/Linux e perchè è sbagliato chiamarlo Linux?
Nel 1984 cominciammo a sviluppare un sistema operativo libero di nome GNU.
Nel 1991 il sistema era quasi completo, gli mancava solo il kernel (una
delle parti più importanti dei programmi per computer). All'epoca Linus
Torvalds, studente finlandese, scrisse il kernel e nel 1992 lo distribuì
sotto la GNU General Public License. Era software libero. GNU e Linux
insieme formano un sistema operativo completo e totalmente libero. Linux è
una parte importante del sitema nel suo insieme ma il contributo maggiore
(lo GNU) era precedente al suo sviluppo. Perciò non diamo molto credito a
quelli che usano la parola Linux per indicare l'intero sistema operativo di
cui Linux è una parte. Chiamandolo GNU/Linux invece si rende giustizia a
entrambi. Non ti sembra più giusto?
Chi è invece Saint IGNUcius?
Saint IGNUcius, della Chiesa di Emacs, è il modo in cui ironizzo su me
stesso e sulla mia immagine di guru (Emacs è il mio editore di testi, che
per molti èdiventato un modo di vivere, quasi una religione). La sua
aureola è un vecchio hard disk dei tempi in cui erano grandi come
lavatrici. St IGNUcius si appella ai fedeli per esorcizzare dai computer
diabolici sistemi operativi proprietari e sostituirli con sistemi operativi
che siano liberi. Saint IGNUcius è un hack. A giudicare dalle risate della
gente quando lo introduco è un hack piuttosto ben riuscito.
Nei tuoi interventi, sostieni che il free software più affidabile di quello
non free. Perché?
L'esperienza ci dimostra che i sistemi GNU/Linux sono altamente affidabili,
molto di più di Windows. Sui motivi di ciò possiamo solo speculare, Alcuni
sostengono che dipende dalle migliaia di di programmatori che cercano e
risolvono i bachi (gli errori, n.d.r.) di funzionamento del software. Ma
anche perchè i programmatori mettono molta cura nello scrivere un codice
sorgente chiaro e pulito quando si aspettano che il loro lavoro sarà letto
da altre migliaia di persone. Ma questa cosa non è per me la più
importante. Io uso software libero per essere libero e sceglierei di usare
software libero anche se fosse meno affidabile di quello che è in effetti.
Molti computers, soprattuto i server Internet, usano «free software».
Invece i computer a casa per la maggior parte usano software non libero
(soprattutto Microsoft). Pensi che il free software cambierà il mercato
domestico?
Il business del «Free software» ha un mercato ma il movimento del software
libero è un movimento sociale, non un business. Noi pensiamo in termini di
cittadinanza, non in termini di mercato. Quando abbiamo cominciato a
sviluppare il sistema GNU volevamo qualcosa di simile allo Unix (altro
sistema operativo), e nel 90' abbiamo avuto quello che volevamo: Gnu/Linux.
Potente come lo Unix e difficile da imparare come Unix. Non aveva
l'interfaccia grafica che molti vogliono. Questo è il motivo per cui
GNU/Linux si è diffuso per i server, perchè solo i più tecnici lo usavano.
Adesso abbiamo interfacce utente a icone e applicativi grafici per
l'ufficio. Non sono in grado di predire il futuro ma queste nuove
opportunità danno a GNU/Linux la possibilità di diventare assai popolare
nell'home computing.
Il free software può essere venduto, ma molti sostengono che non riesce a
garantire il reddito necessario per vivere dignitosamente. Qual è la tua
opinione?
Ci sono centinaia di persone, forse migliaia, che vivono sviluppando
software libero e adattandolo alle esigenze dei loro clienti. La libertà
che è incorporata nel software libero ti dà la possibilità di assumere
qualcuno in grado di modificare il programma in base alle tue necessità.
Non sappiamo se passando al free software si crea o meno occupazione, di
certo non la diminuisce. Il free software si oppone a un modello
commerciale che forza l'utente a pagare l'uso del programma. Il free
software favorisce infatti un modello commerciale basato sull'adattamento e
l'estensione del software a più clienti. In definitiva potrebbe favorire
l'occupazione molto di più del software non libero. Ma non lo si può sapere
prima di farlo. Quello che è evidente è che il software non libero
favorisce le compagnie multinazionali e arricchisce poche persone mentre il
software libero incoraggia l'industria locale del software e favorisce gli
investimenti sul territorio.
Dopo gli attentati dell'11 settembre molti paesi adottano misure
restrittive delle libertà in rete e le cose potrebbero peggiorare a causa
del conflitto iracheno. Nel tuo sito personale (www.stallman.org) sostieni
che patriottismo significa difendere le libertà civili....
Gli attacchi dell'11 settembre sono la scusa più comoda per molti governi,
incluso il regime di Bush, per attaccare la libertà della loro stessa
gente. Il governo americano si arroga il potere di imprigionare
arbitrariamente chiunque senza un processo, qualcosa che non può succedere
in un paese libero. Il terrorismo rappresenta un pericolo reale, ma il
pericolo è maggiore quando è il nostro stesso governo ad attaccare la
nostra libertà. Osamabin Laden può volere distruggere gli Stati Uniti, ma
non può riuscirci. Bush invece può veramente distruggere gli Stati Uniti
come terrra di libertà. Per questo io cerco di richiamare l'attenzione
degli americani sul pericolo che Bush rappresenta. Se ami il tuo paese,
aiutalo a rimanere libero.
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/20-Marzo-2003/art69.html
TECNOLOGIA&INTERNET
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Lazyweb, Idee In liberta'
Troppo pigri per tradurre in concreto intuizioni brillanti? Buttate on
line le vostre riflessioni, c'è la possibilità che qualcuno le
raccolga e magari le realizzi. In perfetto stile cooperativo, per la
gioia delle anime belle di Internet di Nicola D'Agostino
http://www.mytech.it/mytech/internet/art006010045442.jsp
NetBSD compie 10 anni
News - Il sistema operativo NetBSD, nato nella lontana primavera del 1993,
è uno dei più anziani progetti open source. Il suo codice, derivato dallo
Unix sviluppato dall'Università di Berkeley, si trova in molti software
commerciali
http://punto-informatico.it/p.asp?i=43508
Licenze Windows, la burla del bollino
di Paolo Attivissimo
Per anni si è predicato che il Windows preinstallato nella maggior parte
dei Pc non è legalmente trasferibile ad un altro computer: questo
privilegio si ha soltanto pagando una licenza ben più cara. In realtà tutto
dipende da cosa si intende per "altro computer". Qual è la sede dell'anima
di un Pc?
http://www.apogeonline.com/webzine/2003/03/18/01/200303180101
TEMI&APPROFONDIMENTI
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Il grande fratello informatico
di Marco Trotta (matro@bbs.olografix.org)
Carta 9 - 13/19 Marzo 2003 (http://www.carta.org)
Martedì 25 Febbraio la Commissione Cultura della Camera ha dato parere
positivo sul recepimento della European Union Copyright Directive che
sta cercando di uniformare le legislazioni in tema di diritti di
proprietà. La legge delega 39/2002 aveva stabilito il recepimento di
questa direttiva (2000/29/CE) entro il 10 aprile 2003 e il Ministero
dei Beni Culturali, per competenza, aveva scritto uno schema di
decreto legislativo che era arrivato all'opinione pubblica soprattutto
per l'interpretazione contestata di una tassa sui supporti vergini
(Carta 6/03). Per questo, in una lettera aperta ad Urbani, Alessio
Papini e Adriano Sponzilli, misero in evidenza i rischi ben più reali
di un riconoscimento legale di meccanismi di autotutela tecnologica,
ovvero di tutte quelle misure che sono state introdotte per ostacolare
le copie e gli usi illeciti, e che arriverebbero a punire in questo
modo non solo il tentativo ma perfino la detenzione di strumenti atti
all'elusione. Che questo avvenga per studio, per mettere da parte
copie di sicurezza o attraverso tecnologie che non hanno solo finalità
"illecite" potrebbe essere irrilevante. Allo stesso modo si
legalizzerebbero i sistemi di "Trusting Computing", ovvero un insieme
di tecnologie che dietro alleanze tra produttori di software e di
contenuti (Disney e Microsoft, ad esempio con il consorzio TCPA che
sta elaborando il progetto Palladium), cercheranno di introdurre la
possibilità di un controllo pervasivo e centralizzato di tutto quello
che "girerà" su computers e apparati "high tech" in futuro.
Ufficialmente per garantire la sicurezza contro attacchi informatici e
virus, ma soprattutto per impedire la fruizione di contenuti non
certificati e di cui non si hanno i diritti. Il problema è che, in
questo modo, la certificazione e il trattamento di dati riservati
(quelli che ognuno ha sul proprio computer che è, in fondo, un pezzo
di "casa") diventerebbero un ambito senza vincoli per le imprese
private. In più la EUCD stabilisce il principio della "fruizione a
tempo determinato", ovvero la possibilità, tramite le novità già
spiegate, di limitare tempi e modalità di fruizione con il paradosso
che oggi, comprando un libro posso metterlo in libreria e averlo a
disposizione per tutta la vita, in futuro con i libri elettronici
(e-books) potrei pagare per ogni lettura e potrebbe diventare
impossibile (e illecito, comunque) prestarlo o regalarlo a terzi.
Nonostante tutte queste obiezioni il decreto legislativo, prima
dell'esito determinante della commissione cultura, ha superato il
vaglio della commissione "Giustizia" del Senato e "Affari comunitari",
e ora aspetta solo il passaggio in un prossimo Consiglio dei Ministri
e la firma di Ciampi per diventare legge a tutti gli effetti.
L'Associazione Software Libero ha già diffuso un appello per creare un
movimento contro l'EUCD (www.softwarelibero.it), ma il paradosso più
grande è che, nonostante un convegno del 6 Febbraio a Roma, dove i DS
hanno cercato un confronto su tutte queste obiezioni con quella parte
società civile interessata all'argomento, l'On. Chiaromonte, in
commissione, ha dato parere favorevole motivandolo con la "necessità
di un aggiornamento quotidiano del diritto d'autore alla luce dei
continui progressi tecnologici che si registrano in tale settore".
Unica voce contraria l'On. Titti De Simone che ha rilevato, tra
l'altro, quale esclusione rappresenterebbe per licenze di tipo
"copyleft". Gli ha fatto eco Pietro Folena sull'Unità del 3 Marzo: "
Il tema del "diritto del fruitore" - non in antitesi ma come
contrappeso al diritto d'autore e ai diritti connessi - non è presente
come dovrebbe nella nostra agenda politica" e non si è potuto (o
voluto?) "modificare neanche le norme più contestate". Ora toccherà
farlo al movimento.
Links
- Discussione in commissione
http://www.camera.it/_dati/leg14/lavori/bollet/07r.htm?source=3D/attivita/lavori/02.commissioni/07.cultura.asp
- Resoconto di martedì 25 febbraio 2003
http://new.dsonline.it/aree/diritto_autore/documenti/dettaglio.asp?id_doc=10109
- Brevi note allo schema di Decreto legislativo di attuazione della
direttiva 2001/29/CE (EUCD).
http://www.bfsf.it/adriano/articoli/Brevi%20note%20EUCD.html
- Lettera aperta al Ministro Urbani
http://www.bfsf.it/adriano/urbani.htm
- Appello: creiamo una movimento contro l'EUCD
http://lists.softwarelibero.it/pipermail/discussioni/2003-February/006458.html
- 2010, i prigionieri del libro a tempo
http://www.deputatids.it/Articolo.asp?ID=5955
- l diritto d'autore: un punto di partenza per discutere
http://new.dsonline.it/aree/diritto_autore/documenti/dettaglio.asp?id_doc=9721
NEWS DALL'ASSOCIAZIONE
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26 Marzo 2003 ore 18 : 00
Libri / Codice libero
Presentazione del libro di Sam Williams 'CODICE LIBERO' . Free as in
freedom (Apogeo), prefazione di Angelo Raffaele Meo. Intervengono
Giuseppe Caravita, Stefano Chiccarelli, Andrea Monti, Angelo Raffaele
Meo. "La storia di Richard Stallman e della Free Software Foundation"
la Feltrinelli Libri e Musica Milano (piazza Piemonte)
Spaghetti hacker Storie di hacking italiano
Segreti, spie e codici cifrati
Codice libero Free as in Freedom
http://www.lafeltrinelli.it/Feltrinelli/FL_Search_Event/1,1331,1457,00.html
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Stefano Chiccarelli, presidente dell'Associazione,
parteciperà il 12 aprile 2003, a Pescara, al
Meeting 2003 - Software Libero: un'alternativa possibile
Sala dei Marmi, inizio ore 9,00
http://80.205.166.50/meeting2003/html/gzeko/pagine.asp?menupag=Meeting&vocepag=Programma&sottovocepag=si
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a cura di Loris D'Emilio
http://www.olografix.org/loris/
hanno collaborato a questo numero:
Marco Trotta
matro@bbs.olografix.org
Nicola "nezmar" D'Agostino
http://www.olografix.org/nezmar/
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