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Distruggere, costruire o trasformare?




Distruggere, costruire o trasformare?
di Edoardo Conte

I venti di guerra hanno iniziato a soffiare con l'arrivo della primavera. 
Quale tragico paradosso! La stagione che porta alla luce il nuovo virgulto, 
vede crescere anche il seme della distruzione. La vita e la morte sono 
congiunte in indissolubile sposalizio, l'una sostenendo l'altra, a 
compimento del ciclo. E così succede anche nella storia della progenie 
umana impegnata in una altalenante opera di distruzione e ricostruzione. 
Sappiamo tuttavia che una nota legge della fisica recita che in natura 
nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma, ad indicare che 
l'evoluzione universale e, tanto più quella umana, ha il compito di far 
progredire la sostanza di tutte le cose, trasformandola di continuo, fino a 
distillarla in "Materia spirituale", in modo che sprigioni la luce celata 
ed illumini il creato di sublime coscienza.

Questo è dunque il compito e il cammino a cui noi tutti siamo chiamati. Noi 
tutti che aborriamo la guerra, come risulta dai nostri cuori oltre che 
dalla costituzione su cui fonda la nostra nazione; eppure, siamo incapaci 
di eliminarla o di fermarla, quando la spada del potere viene sguainata da 
quei signori che in nome della pace scatenano la "bestia". Non ne siamo 
capaci perché non riusciamo a convergere sotto il vessillo della 
inclusività e dell'amore incondizionato e divenire realmente "l'Umanità Una".
Troppa è la separatività che ci accompagna nel vivere quotidiano ed 
alimenta i nostri sogni di carriera, i nostri desideri di conquista del 
posto più alto da cui godere della vista degli altri che ci servono e 
acclamano. Troppo è l'egoismo che induce a chiuderci nei nostri castelli, 
sollevando il ponte levatoio. Troppo è il cinismo e la ipocrisia che ci fa 
girare lo sguardo per non vedere e non sapere dei mali del mondo.

Eppure dovremmo conoscere che non ci sono scorciatoie; che la via va 
percorsa fino in fondo, passo dopo passo, con pazienza e perseveranza, 
equipaggiati di buona volontà. Ma che cos'è la buona volontà? E' quella 
risorsa umana che produce azione convergente. Significa, in altre parole, 
trovare punti d'incontro e riunire gli sforzi per aggregarsi nel paziente 
lavoro di masticare e digerire (trasformare) le miserie e le sofferenze 
fino a renderle una amalgama uniforme e coesa con cui cementare i mattoni 
della speranza. Significa operare per la pacifica convivenza dei Popoli 
della Terra che si riconoscono animati dallo stesso sangue e uniti dalle 
comuni istanze di libertà e uguaglianza.

Se non saremo capaci di trasformare la nostra vita in esperienza di 
crescita; se non riusciremo a cambiare il segno dei nostri rapporti con i 
familiari, i vicini, i colleghi, da separativo in  unificante; se non 
troveremo il coraggio e la saggezza per mutare i nostri schemi mentali e 
adattare costantemente nuovi modelli alle esigenze di sviluppo armonico 
della società umana, allora continueremo a servirci delle guerre come 
inevitabile e drastico strumento di cambiamento. Si, perché è innegabile 
che dopo ogni distruzione vi sia ricostruzione così come dopo 
ogni  tempesta ritorna la quiete e la stabilità segue alla catastrofe. 
Tutto ciò succede quando la via dell'equilibrio non viene perseguita e 
l'ordine di natura è mantenuto attraverso l'alternanza degli opposti.

Noi esseri umani, quarto regno di natura, possiamo e dobbiamo, tuttavia, 
imparare che, tra il bene e il male, esiste un punto equidistante che si 
chiama: innocuità; che tra l'amore e l'odio vi è la tolleranza. Se sapremo 
coltivare queste virtù del giusto mezzo, potremo far fiorire sentimenti di 
comprensione e rispetto sempre più duraturi e fondare, sulla loro 
stabilità, la vera fratellanza dei Popoli.

Edoardo Conte
responsabile di Fraternity: il movimento della fratellanza.
tel. +393384185669
mail: <mailto:e.conte@fraternity.it>e.conte@fraternity.it
www.fraternity.it
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