[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

AMNESTY: L'AZIONE MILITARE RISCHIA DI PROVOCARE UNA CATASTROFE



AMNESTY INTERNATIONAL - SEZIONE ITALIANA

ALLA CORTESE ATTENZIONE DEL CAPO REDATTORE ESTERI

COMUNICATO 
STAMPA 
CS 33  - 2003

IRAQ: L'AZIONE MILITARE RISCHIA DI PROVOCARE UNA CATASTROFE PER I DIRITTI 
UMANI E LA POPOLAZIONE CIVILE


All'avvio dell'azione militare contro l'Iraq, Amnesty International ha 
chiesto assicurazioni a tutte le parti coinvolte - gli USA, i loro alleati 
e l'Iraq - affinche' rispettino integralmente le leggi di guerra, 
proteggano la popolazione civile e assicurino l'accesso all'assistenza 
umanitaria.

"Coloro che hanno lanciato gli attacchi militari devono assumersi le 
proprie responsabilita', nel caso in cui la loro azione provochera' una 
catastrofe umanitaria e dei diritti umani. Temiamo che gli attacchi 
militari interromperanno la fornitura dei servizi e dei beni essenziali a 
una popolazione che e' altamente dipendente dall'aiuto governativo, e 
possano causare un disastro sul piano umanitario. Essi dovranno fare ogni 
sforzo per tutelare i civili e alleviare la loro sofferenza" - ha 
dichiarato Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International. 
"Amnesty International ritiene vi sia il rischio concreto che molti civili, 
bambini compresi, possano morire a causa di attacchi indiscriminati o 
dell'uso di armi proibite".

Amnesty International teme inoltre che i tentativi del regime iracheno di 
sopprimere le rivolte interne o i regolamenti di conti che potrebbero 
seguire al suo crollo, potranno causare massicce violazioni dei diritti umani.

"È essenziale che le Nazioni Unite inizino i preparativi per l'invio in 
Iraq di osservatori internazionali sui diritti umani, non appena la 
situazione lo permettera'. Il mandato degli osservatori dovrebbe riguardare 
le violazioni dei diritti umani commesse da qualunque autorita', irachena o 
straniera, abbia il controllo del territorio".

Amnesty International chiede agli Stati confinanti e alle autorita' curde 
di tenere aperti i confini per accogliere i rifugiati e gli sfollati, e di 
consentire pieno e libero accesso alle agenzie internazionali e alle 
organizzazioni non governative. "La comunita' internazionale deve aiutare 
questi paesi" - ha aggiunto Irene Khan.

Amnesty International teme infine significativi "danni collaterali" ai 
diritti umani, nella regione e anche al di fuori di essa.

"All'interno dell'opinione pubblica c'e' un alto livello di rabbia e 
preoccupazione per la guerra. La liberta' di espressione, di riunione e di 
movimento e' gia' minacciata: un sempre maggior numero di manifestazioni 
contro la guerra vengono soppresse, gli oppositori politici e i giornalisti 
vengono arrestati. Dobbiamo resistere alla rappresaglia contro i diritti 
umani" - ha ammonito Irene Khan.

FINE DEL 
COMUNICATO                                                            Roma, 
20 marzo 2003

Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:
Amnesty International - Ufficio stampa
Tel. 06 44.90.224, cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it