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Grazie Bush (di Paulo Coelho) e altro ancora



----------  Messaggio inoltrato  ----------

Subject: Macondo Informa
Date: Mon, 17 Mar 2003 19:05:20 +0100
From: info@macondo.it
To: sergio.mauri@mail.inet.it

ASSOCIAZIONE MACONDO per l'incontro e la comunicazione tra i popoli.


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  "Io dico grazie a Bush perché milioni di persone si sono unite per la pace"

  di PAULO COELHO

  Grazie Presidente Bush. Grazie, grande leader George W. Bush.
  Grazie di aver mostrato a tutti il pericolo che Saddam Hussein
  rappresenta. Molti di noi avrebbero potuto altrimenti dimenticare
  che ha utilizzato armi chimiche contro il suo popolo, contro i
  curdi e contro gli iraniani. Hussein è un dittatore sanguinario e
  una delle più chiare espressioni del male al giorno d'oggi. Ma
  questa non è la sola ragione per cui la ringrazio. Nei primi due
  mesi del 2003 ha mostrato al mondo molte altre cose importanti e
  perciò merita la mia gratitudine. Così, ricordando una poesia che
  ho imparato da bambino, voglio dirle grazie. Grazie di aver
  mostrato a tutti che il popolo turco e il suo parlamento non sono
  in vendita, neanche per 26 miliardi di dollari. Grazie di aver
  rivelato al mondo l'abisso che esiste tra le decisioni di coloro
  che sono al potere e i desideri del popolo. Grazie di aver messo
  in evidenza che né José Maria Aznar né Tony Blair danno la minima
  importanza né mostrano il minimo rispetto per i voti che hanno
  ricevuto. Aznar è capace di ignorare che il 90 per cento degli
  spagnoli sono contro la guerra e Blair è rimasto indifferente
  alla più grande manifestazione pubblica svoltasi in Inghilterra
  negli ultimi trent'anni. Grazie di aver costretto Tony Blair a
  recarsi al parlamento inglese con un dossier falso scritto da uno
  studente dieci anni fa e di averlo presentato come "prova
  determinante trovata dal servizio segreto britannico". Grazie di
  aver permesso che Colin Powell si esponesse al ridicolo mostrando
  al Consiglio di Sicurezza dell'Onu delle foto che, una settimana
  dopo, sono state pubblicamente contestate da Hans Blix,
  l'ispettore responsabile del disarmo dell'Iraq. Grazie di aver
  adottato la posizione attuale e di aver pertanto fatto sì che il
  discorso contro la guerra del ministro degli Esteri francese,
  Dominique de Villepin, alla sessione plenaria dell'Onu fosse
  accolto dagli applausi - cosa che, a quanto ne so, è successa
  solo una volta in precedenza nella storia delle Nazioni Unite,
  dopo un discorso di Nelson Mandela. Grazie perché, in seguito ai
  suoi sforzi in favore della guerra, le nazioni arabe, normalmente
  divise, nell'incontro al Cairo avvenuto l'ultima settimana di
  febbraio sono state per la prima volta unanimi nel condannare
  qualsiasi invasione. Grazie di aver affermato che "l'Onu ora ha
  una possibilità di mostrare la sua importanza", affermazione che
  ha indotto a prendere una posizione contro l'attacco all'Iraq
  anche i Paesi più riluttanti. Grazie per la sua politica estera
  che ha spinto il ministro degli Esteri inglese, Jack Straw, a
  dichiarare nel ventunesimo secolo che "una guerra può avere una
  giustificazione morale", perdendo in questo modo tutta la
  credibilità. Grazie di aver cercato di dividere un'Europa che sta
  lottando per
  l'unificazione: è un avvertimento che non sarà ignorato.
  Grazie di aver ottenuto ciò che assai pochi sono riusciti a
  ottenere in questo secolo: unire milioni di persone di tutti i
  continenti nella lotta per la stessa idea, anche se essa è
  opposta alla sua. Grazie di averci dato di nuovo la
  consapevolezza che le nostre parole, anche se non saranno udite,
  almeno sono state pronunciate; questo ci renderà più forti nel
  futuro. Grazie di averci ignorato, di aver emarginato tutti
  coloro che si oppongono alla sua decisione, perché il futuro
  della Terra appartiene agli esclusi. Grazie perché, senza di lei,
  non saremmo stati coscienti della nostra capacità di
  mobilitazione. Potrebbe non servirci questa volta, ma sicuramente
  ci sarà utile in futuro. Ora che sembra non ci sia modo di
  zittire i tamburi di guerra, vorrei ripetere le parole che un
  antico re europeo disse a un invasore: "Che la mattina sia bella,
  che il sole splenda sulle armature dei soldati, perché nel
  pomeriggio ti sconfiggerò". Grazie di aver permesso a noi, un
  esercito di anonimi che riempie le strade nel tentativo di
  fermare un processo già in atto, di capire quel che significa
  essere impotenti e di imparare a fare i conti con quella
  sensazione e a trasformarla. Pertanto si goda la mattina e la
  gloria che potrebbe ancora riservarle. Grazie di non averci
  ascoltato e di non averci preso sul serio, ma sappia che noi la
  ascoltiamo e che non dimenticheremo le sue parole. Grazie grande
  leader George W. Bush. Molte grazie.

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Segnaliamo la possibilità di incontrare RICCARDO PETRELLA, che illustrerà i
termini del contratto mondiale per l'acqua, in due incontri nel padovano:
martedì 18 marzo 2003, ore 21,15, presso la sala Kursaal di ABANO TERME,
in centro presso l'ex azienda di cura;
mercoledì 19 marzo 2003, ore 20,45, sala polivalente di via Guarnieri,
zona Arcella - S. Carlo (Padova).

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  VI GIRIAMO LA LETTERA DI FRANCA RAME DARIO E JACOPO FO CHE ANNUNCIANO
  LA LORO PROSSIMA APPARIZIONE IN TV SUL TEMA DELLA GUERRA IN IRAQ.


  Signore e signori, buona sera.

  Siamo qui per annunciarvi che giovedi' 27 marzo 2003, alle ore 21 saremo in
  onda con una trasmissione comica su almeno 20 televisioni locali e via
  satellite. Cioe' dovremmo riuscire a raggiungere tutta Italia con due ore di
  spettacolo. Si parlera' della guerra in Iraq, della situazione in Italia e
  di alcuni avvenimenti che le televisioni ufficiali tacciono. Diciamo subito
  che non siamo in grado di produrre una televisione stabile. Si tratta solo
  di un esperimento per dimostrare che e' possibile farlo. E in ogni caso ci
  sembrava doveroso cercare di raggiungere, almeno una volta, un grande
  pubblico con un discorso non omologato. Siamo sull'orlo di una tragedia di
  portata immensa e non ci sentiamo di lasciare nulla di intentato. La
  situazione anomala della tv in Italia ha reso possibile qualche cosa di
  incredibile: ci sono 6 televisioni in mano a un uomo solo e centinaia di tv
  locali strangolate da un monopolio pubblicitario quasi assoluto. E un altro
  uomo (Murdock) che controlla Stream e Tele+.
  Ma le nuove tecnologie hanno reso molto piu' economico fare e trasmettere
  tv. Oggi pensare a una televisione indipendente non e' una follia.
  Questa nostra televisione e' per ora in grado di esistere per una notte sola
  come Cenerentola. E' un atto dovuto, per la situazione drammatica che il
  pianeta sta attraversando. Vogliamo far conoscere al pubblico televisivo le
  grandi menzogne che le televisioni nazionali stanno spacciando. Ma lo scopo
  di questa trasmissione sara' anche un altro, vogliamo vedere quante persone,
  in Italia e in tutta Europa via satellite, riusciremo a raggiungere.
  Crediamo che oggi ci siano parecchi milioni di persone che sono stanche di
  questo regime del Pensiero Unico. E crediamo che ci siano tutte le premesse
  per creare una vera televisione libera e stabile. Abbiamo fatto due conti,
  sarebbero sufficienti 500 mila euro (un miliardo di lire) per garantire una
  tv tutti i giorni via satellite e via internet, con un telegiornale
  quotidiano e l'accesso a tutti quelli che in Italia e all'estero avranno
  materiali autoprodotti da proporre. Parliamo di televisione povera, molto
  povera, una telecamera, una persona che racconta e basta: una televisione il
  cui valore sta in quello che dice e per il linguaggio che sa usare. Una
  televisione dove il pubblico vota e puo' determinare veramente i palinsesti
  esprimendo il proprio giudizio. Potenzialmente si potrebbero raggiungere
  almeno 5 milioni di case ed episodicamente si potrebbero organizzare grandi
  eventi e ottenere un passaggio sulla rete delle tv locali. Una televisione
  che si muove fuori dai circuiti normali a costo di fare l'autostop. E
  pensiamo che una televisione che possa offrire un accesso al grande pubblico
  e creare uno straordinario movimento di filmaker, con gruppi che ovunque
  iniziano ad autoprodurre materiali visivi. Perche' la tv monopolista non e'
  negativa solo per i suoi contenuti ma anche perche' non e' in grado di
  stimolare nuovi talenti, e' chiusa in un sistema di caste che non lasciano
  spazio a proposte originali e nuove. Una televisione che sia veramente
  aperta potrebbe scatenare il desiderio di inventare programmi oltre che
  guardarli. E forse ne potrebbero uscire molte opere piu' interessanti e
  divertenti del Grande Fratello. C'e' quindi da chiedersi se ci siano i mezzi
  per finanziare una tale televisione. Potenzialmente si'.
  Pensiamo che un movimento che e' capace di portare in piazza milioni di
  persone dovrebbe essere in grado di raccogliere 500 mila euro. E pensiamo
  anche che ci siano imprenditori in Italia che avrebbero tutto l'interesse a
  comprare 500 mila euro di pubblicita' su una televisione che parli al
  movimento. Da anni lavoriamo al discorso della consociazione degli acquisti
  (risparmiare denaro e, contemporaneamente, ottenere servizi migliori e
  finanziare attivita' etiche). Basterebbe che 50 mila persone facessero il
  contratto di telefonia etica
  (http://www.commercioetico.it/telefonia/index.htm) per mettere insieme
  questi 500 mila euro (risparmi il 20% sulle tariffe di Tele2 e
  contemporaneamente il tuo contratto frutta mediamente 20 euro all'anno che
  il fornitore di telefonia versa come provvigione). Oppure basterebbero 25
  mila persone che stipulassero sia il contratto di telefonia etica che quello
  con l'assicurazione etica. Oppure....
  Le possibilita' sarebbero decine, centinaia... Crediamo che quando il
  movimento sceglie la via della creativita' possa inventare soluzioni
  straordinarie... Ma intanto quello che bisogna riuscire a fare e': informare
  che ci sara' questa trasmissione. Non e' la prima volta che il movimento
  riesce ad avere accesso alla tv. Lo hanno fatto Emergency, MicroMega,
  MegaChip, le dirette sulle manifestazioni e sul Social Forum di Firenze. La
  trasmissione via satellite e tramite le televisioni locali e' un percorso
  gia' sperimentato. Ma e' la prima volta che si prova a trasmettere una
  serata incentrata su un tema tragico svolto con serenita' e sarcasmo. Il
  problema centrale a questo punto e': riusciremo a far sapere che siamo in
  onda? Vuoi dare una possibilita' alla nascita di una tv indipendente?
  Aiutaci a far sapere che giovedi' 27, alle ore 21 saremo in onda. Per una
  sera soltanto e forse mai piu'.

  (Nei prossimi giorni comunicheremo la lista esatta delle frequenze sulle
  quali sara' visibile questa trasmissione.)

Dario Fo, Franca Rame, Jacopo Fo



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Macondo, associazione per l'incontro e la comunicazione tra i popoli.
e-mail:posta@macondo.it
sito: www.macondo.it
indirizzo: 36020 via Romanelle 123, Pove del Grappa (VI)

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