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[coordinamento185] Comunicato stampa Caritas




ADDIO ALLE ARMI?

La Caritas Italiana rinnova le preoccupazioni per la modifica della legge 185

Misure per facilitare la ristrutturazione e il funzionamento dell'industria 
europea della difesa".

Titolo nebuloso per un accordo internazionale che il nostro Paese ha 
sottoscritto a Farnborough nel luglio 2000 con altri cinque Stati europei. 
Ma gli effetti della ratifica come ripetiamo da tempo - sono chiari e 
preoccupanti: modifica della legge n.185 del 1990, che regolamenta in 
Italia il commercio di armi. Preoccupazioni che, mentre riprende la 
discussione in Senato, non sono del tutto superate, dal momento che il 
dibattito parlamentare ha tenuto conto solo parzialmente dei dubbi 
manifestati da più parti.

La prima preoccupazione è che laccordo internazionale faciliti, in pratica, 
una migliore e più copiosa produzione di armi in Europa, proprio mentre la 
spesa mondiale per armamenti sta subendo un pericoloso aumento, anche a 
seguito della crisi innescata dall11 settembre 2001.

Eppure risuona sempre forte il grido del Santo Padre, il suo NO ALLA GUERRA 
e il suo monito verso coloro che ripongono ancora la loro fiducia nell'arma 
nucleare e ai troppi conflitti che tengono ancora in ostaggio nostri 
fratelli in umanità  (Discorso al Corpo Diplomatico, 13-01-2003).

Come ha confermato la recente ricerca I conflitti dimenticati, condotta 
dalla Caritas Italiana in collaborazione con Famiglia Cristianae Il Regno, 
sono veramente troppi i conflitti in corso, spesso alimentati con armi 
fabbricate nel Nord del mondo. Solo nel 2001 sono state 24 le guerre; 57 i 
conflitti armati che negli anni 90 hanno coinvolto 45 Paesi, per o più in 
Africa e Asia. Inoltre, circa un terzo del debito estero dei Paesi poveri è 
correlato allacquisto di armi da imprese dei Paesi creditori del Nord del 
mondo.

Mai come in questo caso dunque, crediamo che il legislatore abbia il dovere 
di pensare alle conseguenze ultime delle leggi sulla vita delle persone, se 
è vero che a pagare il prezzo maggiore in ogni conflitto sono soprattutto i 
civili: 2 milioni di bambini morti dal 90 al 2000, 27 milioni di civili 
morti dal dopoguerra ad oggi (90% del totale delle vittime), 35 milioni di 
rifugiati

Ci pare infine che la crisi internazionale che stiamo vivendo renda 
necessario un controllo più efficace degli armamenti per impedire il 
commercio illecito di armi. Anche grazie alla legge del 1990, ritenuta 
severa e garantista, lItalia aveva perduto numerose posizioni nella tragica 
classifica dei miglioriesportatori di armi.

A nostro avviso invece le modifiche apportate alla legge 185/90 
(soprattutto con lintroduzione della licenza globale di progetto) si 
tradurranno inevitabilmente in un minor controllo e, di conseguenza, nella 
potenziale crescita della conflittualità a livello internazionale.

Già nel marzo dellanno scorso, il Card. Camillo Ruini, Presidente della 
Conferenza Episcopale Italiana, esprimeva la preoccupazione dei vescovi 
italiani: È importante, in questa prospettiva, fare attenzione a che la 
ratifica da parte del Parlamento italiano dell'accordo quadro per la 
ristrutturazione dell'industria europea di difesa non comporti l'attenuarsi 
dei controlli sul commercio delle armi.

Crediamo dunque che sia ancora possibile, e doveroso, un ripensamento.

Chiediamo che la ratifica dellaccordo di Farnborough non stravolga 
limpianto della legge 185/90 e, in particolare che:

·       permanga il divieto di esportazione, sia dei singoli componenti sia 
del prodotto finale, verso i Paesi dei quali sono accertate violazioni 
delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani;

·       permanga lobbligo, anche per i titolari di licenza globale, di 
comunicare al Ministero degli Esteri la conclusione delle operazioni 
autorizzate, del loro valore e della loro destinazione finale, e di 
notificare le transazioni bancarie al Ministero del Tesoro;

·       permangano le garanzie per un controllo trasparente e pubblico di 
tutte le transazioni finanziarie e bancarie in materia di esportazione, 
transito ed importazione di armi.

Al Governo italiano e al Parlamento chiediamo infine di costituirsi parte 
attiva perché il Codice di condotta europeoin materia di commercio di armi 
assuma carattere giuridicamente vincolante per gli Stati membri.

Siamo convinti che la crescita di una cultura di pacee una lotta condivisa 
contro il terrorismo internazionale passino anche attraverso una legge che 
controlla in maniera attenta il commercio di armi.

Roma, 18 marzo 2003