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rossonotizienet n. 26 - marzo 2003




ROSSONotizieNet

numero 27 - marzo 2003


periodico elettronico dell'Associazione Culturale Punto Rosso



FERMIAMO LA GUERRA - FERMIAMO IL MASSACRO

Fermiamo la mano degli apprendisti stregoni che, pur di mantenere il
dominio sulle risorse strategiche, di occupare regioni del mondo cruciali,
di perpetuare un ordine mondiale iniquo, non recedono di un passo dallo
scatenare l'inferno. Basta con lo scempio dei corpi, dell'ambiente, della
democrazia, della cultura, della vita. Basta morti, basta dolori, basta
distruzioni. Basta con la banda di avventurieri che pretende di governare
il mondo.
L'Associazione Culturale Punto Rosso e il Forum Mondiale delle Alternative
daranno come sempre il loro contributo, assieme al movimento, alle forze
politiche, agli uomini e alle donne di buona volontà, di contrinformazione,
di controcultura e di mobilitazione per affermare la giustizia e la pace.

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Per dire no

di Edoardo Galeano

Il presidente del pianeta annuncia il suo prossimo crimine in nome di Dio e
della democrazia. Così calunnia Dio. E calunnia, anche, la democrazia, che è
sopravvissuta con fatica nel mondo nonostante le dittature che gli Stati
Uniti vanno seminando dappertutto da più di un secolo.
Il governo di Bush, che più che un governo sembra un oleodotto, ha bisogno
di impadronirsi della seconda riserva mondiale di petrolio, che giace sotto
il suolo dell' Iraq. In più, ha bisogno di giustificare i suoi investimenti
militari ed ha bisogno di esibire sul campo di battaglia gli ultimi modelli
della sua industria bellica.
Si tratta di questo. Tutto il resto, sono solo scuse. E le scuse per questa
ormai prossima carneficina offendono l' intelligenza. L'unico paese che ha
usato armi nucleari contro la popolazione civile, il paese che ha lanciato
le bombe atomiche che cancellarono Hiroshima e Nagasaki, pretende di
convincerci che l'Iraq sia un pericolo per l'umanità. Se il presidente Bush
ama tanto l'umanità, e davvero vuole scongiurare quella che è la più grave
minaccia per l'umanità, perchè non si bombarda da solo, invece di
pianificare un nuovo sterminio di popoli innocenti?
Il prossimo 15 febbraio immense manifestazioni invaderanno le strade del
mondo.
L'umanità è stufa di essere usata come alibi dai suoi stessi assassini. Ed è
stufa di piangere i suoi morti alla fine di ogni guerra. Questa volta vuole
impedire la guerra che li ucciderà.


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VERITA' E GIUSTIZIA PER DAVIDE, UCCISO PERCHÉ NON DIMENTICAVA
Milano - lunedì 17 marzo,
urla di rabbia e dolore squarciano la notte, risuonano nel silenzio di una
città che dorme
ma questa non è una notte normale.
Non è normale venire assassinati a 25 anni,
non è accettabile morire così.
Non è normale venire aggrediti, feriti, uccisi dai fascisti,
non è accettabile essere massacrati da poliziotti e carabinieri
davanti e dentro quell'ospedale
da cui un compagno non uscirà mai più.
L'assassinio è inaccettabile ed è assurdo comprendere la morte
di un compagno, un ragazzo, un fratello,
tantomeno accettarla.
Anche se queste righe sono sicuramente insufficienti ad esprimere la nostra
rabbia
siamo certi, noi che scriviamo, di non potere neanche lontanamente immaginare
l'annichilimento e il dolore delle compagne e dei compagni di Davide,
La desolazione delle menzogne ed infamità che sono sulle prime pagine di
giornali,
nei titoli dei telegiornali, nelle dichiarazioni delle forze del dis-ordine,
sono nuove ferite che vanno a colpire
compagne e compagni che oggi sicuramente si sentono più soli,
compagne e compagni a cui è giusto e necessario stringersi intorno,
senza se e senza ma.
E' giusto e necessario ribellarsi, mobilitarsi, tutte e tutti.
Tutto il Movimento, tutte e tutti colori che a coltelli, repressioni,
guerre oppongono sogni e ragioni.
Verità e giustizia subito !

Un abbraccio fraterno a tutte le compagne ed compagni di Davide e ai suoi
famigliari,
a chi è ancora oggi in ospedale e deve lottare per uscirne il più presto
possibile,
nonostante la certezza che alcune ferite non si archivieranno mai.

Le compagne e i compagni del CANTIERE - milano -

Le compagne e i compagni dell'Associazione Culturale Punto Rosso - Milano





Sommario:

Iniziative di Punto Rosso
- Campagna di sostegno a Punto Rosso
- Cene dall'altro mondo: cena brasiliana

Corsi della LUP- Libera Università Popolare
- prossimi corsi: Hegel, Marx, Sul sistema della comunicazione, su
immigrazione e neoliberismo

Iniziative dei Punto Rosso locali
- Punto Rosso Carrara: seminario sulla guerra e didattito su sinistre in
movimento
- Vigevano: 3 incontri, da Marx alla globalizzazione neoliberista

Altre iniziative
- Milano: seminari di filosofia su Spinoza

Materiali

- Video sul Forum Sociale Europeo a cura di Urihi e Punto Rosso

- Nasce MediaWatch, osservatorio sulle menzogne della guerra

- Esce una nuova rivista: "Quaderni materialisti"



Documenti

Aggiornamento sulla situazione di Leyla Zana, sui diritti del popolo curdo,
sul nuovo corso politico in Turchia,

di Luigi Vinci - Europarlamentare



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CAMPAGNA DI SOSTEGNO A PUNTO ROSSO



L’Associazione Culturale Punto Rosso è un organismo che collabora in modo
efficace col Forum Mondiale delle Alternative e il Centre Tricontinental.
Una collaborazione molto efficace è stata stabilita per la pubblicazione in
italiano della rivista Alternatives Sud. Numerose azioni sono state
condotte in comune nel quadro delle attività del Forum Mondiale delle
Alternative, in modo particolare per favorire la convergenza internazionale
dei movimenti sociali (Porto Alegre, Firenze, ecc.).

L'azione di Punto Rosso in Italia è fondamentale quale snodo della
convergenza di movimenti sociali e degli sforzi compiuti per fornire una
strumentazione culturale a beneficio di questi ultimi.

Punto Rosso ha svolto un lavoro notevole per la diffusione delle idee negli
ambiti più diversi.



François Houtart

(direttore del Centre Tricontinental, Belgio,

e segretario generale del Forum Mondiale delle Alternative)





L'Associazione Culturale Punto Rosso-Forum Mondiale delle Alternative,
nella sua rete nazionale e nell'arena mondiale, ha contribuito in questi
anni alla costruzione della cultura e della mobilitazione del movimento
contro la globalizzazione neoliberista. Un lavoro di "convergenza nella
diversità", con un'ampia interlocuzione con altri organismi di diversa
matrice politica e culturale. Oggi questo lavoro è messo in discussione
dalla mancanza di risorse economiche. Facciamo appello a coloro i quali in
questo tempo hanno conosciuto il nostro organismo, le sue attività, i
convegni, i corsi, le pubblicazioni ecc. Sostenete, sottoscrivete.
L'Associazione Culturale Punto Rosso è un bene comune. Appartiene non solo
ai fondatori e a chi vi ha profuso lavoro e sacrificio, ma a tutti coloro i
quali in questo tempo hanno condiviso e condivideranno il nostro cammino.



Giorgio Riolo

(presidente Associazione Culturale Punto Rosso-Forum Mondiale delle
Alternative)





L'AZIONE POLITICA E SOCIALE SENZA CULTURA E' CIECA,

LA CULTURA SENZA L'AZIONE POLITICA E SOCIALE E' VUOTA.  

                                                   



ASSOCIAZIONE CULTURALE PUNTO ROSSO

FORUM MONDIALE DELLE
ALTERNATIVE                                                   



Campagna di sostegno 2003





Due diversi modi per sostenere l'attività di PUNTO ROSSO-FMA





Sviluppare la mailing-list



Come sai, Punto Rosso diffonde via e-mail un notiziario sulla propria
attività e sulle iniziative delle principali componenti organizzate del
movimento contro la globalizzazione neoliberista. Ai notiziari sono
allegati documenti inediti, proposti da studiosi di varia matrice  che
partecipano all'attività di Punto Rosso.



L'informazione via mail di Punto Rosso è un servizio per la crescita del
movimento e della sinistra alternativa. Puoi contribuire a questa attività:



-         segnalando nuovi nominativi (e indirizzi mail) degli interessati
a ricevere questo servizio ;

-         contribuendo economicamente alla diffusione e all'ampliamento
dell'informazione in rete di Punto Rosso. Il pagamento può essere
effettuato nella sede di Milano o via posta con il versamento di 7 Euro.
Indicare la causale "mailing list". Il mancato versamento non comporta la
cancellazione dalla lista.





Tesseramento 2003



La tessera annuale di Punto Rosso comporta l'iscrizione nella mailing list
e il diritto a uno sconto del 15% sull'acquisto delle edizioni di Punto
Rosso e del 10% sui corsi della LUP. Il tesseramento può essere effettuato
nella sede di Milano o via posta con il versamento di 15 Euro. Indicare la
causale "tesseramento 2003".



Tesseramento sostenitori



I soci sostenitori sono iscritti alla mailing-list e ricevono la tessera
del Punto Rosso.



Ai sostenitori sono riservati:



a)      una/due assemblee annuali di presentazione e impostazione
dell'attività di Punto Rosso;

b)      incontri con esponenti di rilievo del movimento nazionale e
internazionale contro il liberismo e la globalizzazione e dibattiti su temi
di attualità politico-culturale.



I soci sostengono il Punto Rosso con l'attività volontaria. Il sostegno
economico previsto nella misura minima di E. 50 è versato, anche in due
rate semestrali con procedura di delega bancaria RID.







I VERSAMENTI POSTALI VANNO EFFETTUATI sul c.c.p. n° 37398203 intestato a
Associazione Culturale Punto Rosso. Indicare la causale lista mail o
tesseramento 2003.

I VERSAMENTI BANCARI VANNO EFFETTUATI sul c.c.b.n° 10438

Banca Popolare di Milano, ag.18  ABI 05584 -CAB 01618 intestato a

Associazione Culturale Punto Rosso, indicando la causale lista e-mail o

tesseramento 2003.

Per avere maggiori informazioni, consulta il sito, usa la e-mail, telefona
o passa nella sede di Milano (chiedere di Nelly




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LUP- LIBERA UNIVERSITA' POPOLARE

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prossimi corsi




Dipartimento di storia della filosofia e del pensiero umano “Ernst Bloch”



Il pensiero occidentale attraverso le sue grandi opere.



A seguito del grande interesse suscitato dai corsi svolti nei due anni
passati sulla

storia del pensiero occidentale, riprendiamo questo percorso a partire
dalle grandi opere di questo pensiero, come momenti paradigmatici della
storia della filosofia.



Decimo Corso

LA FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO DI HEGEL



Durata: 3 lezioni. Luogo: Punto Rosso, Via Morigi 8, Milano. Quota di
iscrizione: 10 Euro



Martedì 11 marzo 2003, ore 18.30-20-30

Introduzione alla filosofia di Hegel

Relatore: Giorgio Giovannetti



Martedì 18 marzo 2003, ore 18.30-20-30

La Fenomenologia dello Spirito (I)

Relatore: Roberto Mapelli



Martedì 25 marzo 2003, ore 18.30-20-30

La Fenomenologia dello Spirito (II)

Relatore:  Roberto Mapelli



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Undicesimo Corso



IL CAPITALE DI MARX



Durata: 3 lezioni. Luogo: Punto Rosso, Via Morigi 8, Milano. Quota di
iscrizione: 10 Euro



Martedì 1 Aprile 2003, ore 18.30-20-30

Introduzione alla filosofia di Marx

Relatore: da definire



Martedì 8 Aprile 2003, ore 18.30-20-30

Il Capitale (I)

Relatore: da definire



Martedì 15 Aprile 2003, ore 18.30-20-30

Il Capitale (II)

Relatore: da definire



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Dipartimento di critica dell’economia politica e della società “Rosa Luxemburg”



IL SISTEMA DELLA COMUNICAZIONE: STORIA, PROBLEMI, PROSPETTIVE



Durata: 6 incontri. Luogo : Punto Rosso, via Morigi 8, Milano.Quota di
partecipazione: 20 euro



Primo incontro. Mercoledì 26 Marzo, ore 18.30

Il sistema dei media: storia e problemi.

Relatore: Giovanni Cesareo (Politecnico di Milano)



Secondo incontro. Mercoledì 2 Aprile, ore 18.30.

Il sistema dei media: l’economia della comunicazione.

Relatore: Francesco Siliato (Politecnico di Milano).



Terzo incontro. Mercoledì 9 Aprile, ore 18.30

Il sistema dei media: la “forma di apparato”, l’impresa, l’organizzazione
del lavoro, le alternative.

Relatore: Giovanni Cesareo.

          

Quarto incontro, mercoledì 16 Aprile, ore 18.30

Le nuove tecnologie: sviluppi e previsioni.

Relatore: Roberto Rosso (gruppo comunicazione del Social Forum).



Quinto incontro. Mercoledì 7 Maggio, ore 18.30.

Gli “effetti” della comunicazione mediatica: strategie, presunzioni,
ideologia, realtà.

Relatore: Francesco Siliato.



Sesto incontro. Mercoledì 14 Maggio, ore 18.30.

I media “alternativi” e di movimento.

Relatore: Roberto Savio (IPS), Claudio Jampaglia (responsabile
comunicazione Attac Italia).



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Dipartimento di Studi Internazionali “Patrice Lumumba”



IMMIGRAZIONE E GLOBALIZZAZIONE

I MIGRANTI E IL CONFLITTO SOCIALE NELL’ERA DEL NEOLIBERISMO



Le migrazioni d’individui non sono un fenomeno sociale dei nostri giorni.
Sono piuttosto una pratica storicamente sedimentata nel processo evolutivo
della società umana. Il movimento di popolazioni da un luogo ad un altro è
fenomeno riscontrabile in tutte le epoche storiche. La storia dell’uomo è
una storia di umanità in movimento. La stessa storia dell’Europa moderna
può essere scandita dai tempi delle migrazioni interne, dagli spostamenti
di lavoratori da un paese all’altro, dal continuo esodo dei profughi delle
guerre che hanno insanguinato il nostro continente negli ultimi cinque
secoli.

Le immigrazioni contemporanee si iscrivono in questo continuum storico ma
differiscono dal passato per le concause che oggi le generano. Gli attuali
processi migratori vanno contestualizzati all’interno dell’attuale
situazione socio-economica mondiale nella quale questi stessi si dipanano.
Si tratta di una riflessione che non può non essere posta in termini
sistemici all’interno di quel macro-fenomeno sociale definito
globalizzazione.

Tale è il sistema nel quale si inseriscono gli odierni processi migratori,
non solo per il sottosviluppo generato in alcune zone del mondo dai
processi di globalizzazione dei mercati, ma anche perché le migrazioni – e
soprattutto le politiche di controllo delle stesse, attuate dalle
“democrazie occidentali” – sono funzionali ai processi di precarizzazione e
di indebolimento della forza lavoro anche nei paesi a sviluppo avanzato.



Gli incontri formativi che proponiamo cercheranno di analizzare i punti
critici delle attuali politiche migratorie, partendo da una visione
differente che prenderà in considerazione non tanto i risultati pratici che
queste politiche si propongono, quanto i riflessi sul controllo del lavoro
migrante che le stesse provocano. Si cercherà inoltre di mettere in luce la
reale possibilità di una diversa politica migratoria.



Durata: 4 incontri

Luogo: Punto Rosso, via Morigi 8, Milano

Quota di partecipazione: 20 Euro



1) Venerdì 9 Maggio 2003, 18.30-20.30, relatore Andrea De Bonis

Processi migratori e politiche di controllo

I movimenti di popolazione negli ultimi due secoli: la creazione della
figura giuridica dello straniero – le migrazioni del dopoguerra – il
controllo del lavoro migrante nella Germania – migrazioni e segregazionismo
in U.S.A.



2) Giovedì 15 Maggio 2003, 18.30-20.30, relatori Marco Ferrero e Anna Andrian

La costruzione della fortezza Europa

Diritto diseguale e controllo del lavoro migrante – il modello tedesco del
lavoratore-ospite (Gastarbeiter) – il modello assimilazionista francese –
il modello inglese: tra imperialismo e riconoscimento – le nuove migrazioni
nell’Europa del Sud – le politiche europee di immigrazione e asilo.



3) Venerdì 23 Maggio 2003, 18.30-20.30, relatrici Flavia Favero e Roberta
Rossolini

I processi migratori e l’ibridazione culturale

Multicultura, intercultura, transcultura? – diversità/affinità tra
esperienze geoculturali differenti – razza, etnia, cultura: i rischi di
vecchie e nuove etichette – alla scoperta dell’ibridazione culturale.



4) Venerdì 30 Maggio 2003, 18.30-20.30, relatori Andrea De Bonis e Eleonora
Garosi, con la partecipazione del Professor Salvatore Palidda -

L’immigrazione in Italia: precarietà e criminalizzazione

La criminalizzazione dei migranti – Soft-apartheid e differenza giuridica
del migrante – Sans-papiers ed economia informale – la cittadinanza come
diritto esclusivo – il controllo del lavoro migrante in Italia – proposte
per una possibile nuova politica migratoria.



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INIZIATIVE DEI PUNTO ROSSO LOCALI
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Il mondo che si autodefinisce avanzato,
il mondo che si dice civile
e democratico,
non riusciendo a risolvere
il problema della poverta',
ha deciso di fare la guerra ai poveri.
Eduardo Galeano

Seminario


LA GUERRA
COME ORIZZONTE DELL'ATTUALE
(IN)CIVILTA'

CARRARA,
SALA DI RAPPRESENTANZA DEL COMUNE
PIAZZA DUE GIUGNO
VENERDI 21 MARZO E VENERDI 28 MARZO
CON INIZIO ORE 17.00

Il seminario e' tenuto da

Manlio Dinucci

(Saggista e collaboratore de il manifesto,
e' direttore della sezione italiana della
International Physicians for Prevention
of the Nuclear War,
insignita del Prmio Nobel per la Pace).

Il Seminario si articola in due incontri:

Primo seminario
Venerdi 21 Marzo ore 17


GUERRA

Il profilo storico


-Dalla seconda guerra mondiale alla guerra fredda
-Dalla guerra fredda al dopo guerra fredda
-Riorientamento delle strategie
-Caratteristiche degli attuali conflitti armati
-La nuova corsa agli armamenti nucleari, chimici e biologici
-Il pericolo della guerra nucleare

Secondo seminario
Venerdi 28 Marzo ore 17


GUERRA

La spesa mondiale militare


-Gli affari delle industrie belliche
-L'uso della scienza e della tecnologia a fini militari
-La situazione socioeconomica mondiale
-Lo sviluppo insostenibile
-I bisogni vitali dell'umanita'
-Le ragioni scientifiche del rifiuto della guerra

Il seminario sara' svolto con l'ausilio di mezzi multimediali

Organizza
Associazione Culturale Punto Rosso Massa Carrara
Info: e-mail: puntorosso.carrara@tin.it
cell. 347-1085533



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SABATO 29 MARZO 2003 ORE 15,30
CINEMA GARIBALDI
VIA VERDI - CARRARA

INCONTRO DIBATTITO

SINISTRE IN MOVIMENTO....
GUERRA E PACE, DIRITTI SOCIALI E DEL LAVORO,
DIFESA DEI BENI COMUNI, AMBIENTE, DEMOCRAZIA
PARTECIPATA, RIFORMA DELLA POLITICA

PRESIEDONO
ERNESTO LIGUTTI (Ass. Cult. Punto Rosso)
FRANCO PESELLI (Dierzione Naz.le Socialismo 2000)

INTERVENGONO

MARCO BERSANI (ATTAC-ITALIA)
GLORIA BUFFO (Deputata DS)
PAOLO CENTO (Deputato Verdi)
GIORGIO CREMASCHI (Segretario Naz.le FIOM)
ALFONSO GIANNI (Deputato PRC)
GIORGIO RIOLO  (Punto Rosso-Forum Mondiale delle Alternative - Italia)
CESARE SALVI (Direzione Naz.le DS)


Promuovono
Associazione Culturale Punto Rosso
Socialismo 2000


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VIGEVANO



"Da Marx alla globalizzazione neoliberista" è il titolo del ciclo
d'incontri storico, economici e filosofici promosso dal circolo di
Rifondazione Comunista e dai Giovani Comunisti di Vigevano in
collaborazione con l'associazione culturale Punto Rosso di Milano.
L'iniziativa, aperta a tutti, si svolgerà nei prossimi tre venerdì di marzo
presso la Sala dell'Ottocento di Palazzo Roncalli in via del popolo 17 a
Vigevano, sempre con inizio alle ore 21.
Venerdì 14 marzo 2003 si terrà il primo incontro dal titolo "Introduzione a
Marx" ed incentrato sulla concezione materialistica della storia, su Il
Capitale e sulla teoria politica.
Venerdì 21 marzo 2003 si parlerà invece di "Capitalismo storico", con
particolare riferimento alla storia del capitalismo, alle sue transizioni
interne ed alle varie globalizzazioni-mondializzazioni.
L'ultimo incontro, in programma venerdì 28 marzo 2003, sarà dedicato al
tema "Il capitalismo nell'era della globalizzazione neoliberista": si
parlerà del neoliberismo in teoria ed in pratica, dei caratteri della
globalizzazione neoliberista e delle trasformazioni politiche e culturali.
Docenti di questo ciclo d'incontri saranno Giorgio Riolo e Roberto Mapelli,
dell'associazione culturale Punto Rosso - Libera Università Popolare di
Milano, e Andrea Fumagalli, dell'Università di Pavia, Facoltà di Economia
Politica.


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ALTRE INIZIATIVE
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Fondazione Corrente

Milano, Via Carlo Porta 5

                 



Seminari su Spinoza





24 febbraio 2003, ore 18

Filippo Del Lucchese - Vittorio Morfino

Spinoza e l’epicureismo



17 marzo 2003, ore 18

Aurelia Delfino - Paolo Quintili

Spinoza e il materialismo clandestino



14 aprile 2003, ore 18

Mino Chamla - Amedeo Vigorelli

La religiosità di Spinoza



10 maggio 2003, ore 17, 30

Paola Grassi - Stefano Mistura

Spinoza e la psicoanalisi






MATERIALI


Firenze Europa, Mondo
35' betacam 2002
A cura di Giovanna Cossia e Marco De Poli
Una coproduzione URIHI-Punto Rosso

Firenze, città di Dante e Michelangelo, culla del Rinascimento e della
moderna società mercantile, ha accolto dal 6 al 10 novembre oltre 60.000
partecipanti al 1° Forum Sociale Europeo.
Provenienti da oltre 100 paesi, si sono confrontati in affollati seminari,
dibattiti e assemblee, per iniziare a costruire un'Europa nuova, sociale e
consapevole: non fortezza assediata, ma crocevia di scambi, ponte verso
popoli e culture.

 Il documentario vuole gettare uno sguardo sui problemi ed i temi
affrontati a Firenze - i giovani, l'Europa, la pace e la guerra, cercando di
restituire, per chi c'era e per chi non ha potuto esserci, immagini e suoni,
volti e parole di quattro giorni indimenticabili, dall'apertura in Piazza
Santa Croce all'interminabile corteo di sabato 9 novembre.
Da Dario Fo ad Ahmed Ben Bella, da Giulietto Chiesa a Riccardo Petrella,  da
Francois Houtard a Samir Amin da Isidoro Mortellaro, a Luisa Morgantini al
Presidente della regione Toscana: studenti, sindacalisti, immigrate,
esponenti politici e partecipanti provenienti da Europa, Asia, Africa,
Americhe, tutti alla ricerca di un altro mondo, non solo possibile ma
necessario.
Il costo del video in VHS è di 10 Euro + spese postali e lo si può
richiedere a Punto Rosso.

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NASCE "MEDIAWATCH", OSSERVATORIO SULLE MENZOGNE
DI GUERRA
Dalla societa' civile prende vita una "commissione di vigilanza
popolare", che documentera' i casi in cui l'informazione italiana si
trasforma in propaganda.
L'iniziativa parte da un gruppo di siti e riviste di informazione
indipendente: Altreconomia, Azione Nonviolenta, Buone Nuove,
Guerre & Pace, Information Guerrilla, Informazione senza frontiere,
PeaceLink, Terre di Mezzo, Unimondo, Vita, Volontari per lo
sviluppo.
All'indirizzo http://www.peacelink.it/mediawatch parte la raccolta
delle "bufale" e delle faziosita'.
---
"Non riuscivo a credere che i giornalisti fossero qui per firmare
praticamente pezzi scritti dai militari. Tutto questo e' il contrario di
quello che ha sempre significato l'America, liberta' di pensare,
liberta' di scrivere".
[Dichiarazione di Oriana Fallaci nel 1991, al ritorno dalla prima
guerra nel golfo]
Nel 1991, durante la prima azione di guerra della Nato contro l'Iraq,
i mezzi di informazione hanno inventato la favola delle "bombe
intelligenti", capaci di fare distinzione tra "buoni" e "cattivi".
Solamente a cose fatte le stesse autorita' militari statunitensi
hanno spiegato che le "bombe intelligenti" erano state solamente il
sette per cento degli ordigni sganciati. Come se questo non
bastasse, 77 "bombe intelligenti" su 167 hanno mancato il
bersaglio. e anche il 70 per cento delle 80.000 tonnellate
di esplosivo sganciate durante l'operazione "Desert Storm" ha
raggiunto obiettivi diversi da quelli prefissati.
Questi dati sono stati occultati da un silenzio omertoso, e ancora
oggi qualcuno cerca di farci credere alla "bufala" degli ordigni
selettivi e dotati di senso critico. Questa volta, pero', l'opinione
pubblica non e' impreparata. Dieci anni di propaganda e
informazione manipolata dal Kossovo all'Afghanistan, uniti a dieci
anni di esperienza nell'attivismo digitale ci hanno insegnato a
difenderci dalle bugie con cui gli strateghi dell'"information warfare"
e i "giornalisti con l'elmetto" inquinano il sistema dell'informazione.
La nostra arma nonviolenta per difenderci dalle informazioni
manipolate sara' l'articolo 8 della legge sulla stampa, la 47 del
1948, che da' a qualunque cittadino il diritto di ottenere una rettifica
sulla pubblicazione di notizie false che lo riguardano. Questi venti
di guerra riguardano ognuno di noi, e pertanto richiederemo alle
testate giornalistiche e televisive di rettificare tutte le informazioni
false o manipolate.
Ci rivolgiamo ai cittadini che davanti al teleschermo o leggendo il
giornale lottano contro la rabbia e il senso di impotenza che
nascono da affermazioni palesemente false o faziose.
Ci rivolgiamo ai giornalisti e agli operatori dei media che vorrebbero
esprimere il loro disagio per tutte le manipolazioni, gli imbrogli, le
scorrettezze e le violazioni deontologiche a cui assistono senza
poter reagire.
Ci rivolgiamo a tutte le realta' di informazione indipendente, ai
mediattivisti, alle associazioni e alle organizzazioni di volontariato
dell'informazione.
Ci rivolgiamo a tutte le persone di buona volonta' che vogliono
ribellarsi contro chi gioca a rimpiattino con le coscienze
Ci rivolgiamo anche alle persone che pur non essendo contrarie
alla guerra, sono contrarie alla menzogna.
A tutti loro chiediamo di SEGNALARE TUTTE LE INFORMAZIONI
FALSE, FAZIOSE, PARZIALI O INESATTE che riguardano
l'eventualita' di un attacco militare all'Iraq o altre azioni di guerra
presenti e passate.
Tutte le segnalazioni vanno effettuate all'indirizzo
http://www.peacelink.it/mediawatch
Le organizzazioni che promuovono questa iniziativa si impegnano a
raccogliere e produrre documenti, articoli, approfondimenti e
riflessioni sul ruolo dell'informazione in tempo di guerra, per rendere
un servizio a tutti coloro che vorranno leggere tra le righe della
propaganda per cercare la verita' nascosta dietro le regole
dell'"infotainment" e dell'informazione spettacolo.
Il supposto tecnico per questa raccolta di segnalazioni e' messo a
disposizione dall'associazione PeaceLink, che non intende
proporsi come gestore centralizzato di questa iniziativa, ma vuole
semplicemente offrire uno spazio aperto a tutti e un luogo comune
di raccolta delle controinformazioni sulle "bufale" giornalistiche e
televisive. Questa "commissione popolare di vigilanza" sul sistema
dei media non avra' un capo ne' un padrone, e il suo lavoro sara'
costruito a partire dal libero contributo di tutti coloro che
parteciperanno a questa iniziativa. Oggi piu' che mai i giornali e la
televisione sono chiamati a rispondere del loro operato, e la lista
delle cose di cui rendere conto verra' costruita da ciascuno di noi.
Per informazioni: info@peacelink.it - 3492258342 (Carlo Gubitosa)

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E' uscita l'interessante rivista "Quaderni materialisti". Le copie sono
disponibili presso Punto Rosso di Milano.

Indice
Marco Vanzulli, Caso e necessità nella nuova scienza vichiana

Filippo del Lucchese, Strategie della virtù tra necessità e libertà in
Macchiavelli

Aurelia Delfino, L'empirismo asistematico di Nicholas Fréret

Vittorio Morfino, Il materialismo della pioggia di Althusser. Un lessico

Gianluca Battistel, Il libero arbitrio in Feurbach

Francesco Cappa, Tracce benjaminiane per un materialismo del corpo

Stefano Bracaletti, L'interpretazione funzionalista del materialismo
storico in G.A. Cohen

Claudio Lucchini, Verità dei bisogni e bene umano. Una riflessione
materialistica



Presentazione



 Arrigo Pacchi, nel suo bel libro Materia, indicava diverse accezioni di
questo termine e del connesso «materialismo»; ne riprendiamo in particolare
due:

-         una ontologico-naturalistica: le cose ci sono; ci sono
indipendentemente da noi; non hanno un senso, sono quelle che sono
(significati limitati e parziali li diamo noi, nell’intrecciarsi delle
nostre pratiche); non sono state create da una qualche intelligenza, si
sono sviluppate e si sviluppano naturalmente;

-         una etico-naturalistica: gli uomini (esseri sensibili che provano
piacere e dolore) hanno diritto su questa terra al massimo benessere
possibile per tutti; non il benessere di una minoranza a scapito di una
maggioranza; non «stai buono e sopporta la tua sofferenza, sarai ripagato
nell’aldilà»; ma ciò che è espresso mirabilmente dalla poesia di Heine:



Un canto nuovo, un canto migliore,

amici, vi voglio scrivere!

Noi vogliamo già qui sulla terra

Edificare il regno dei cieli.



Vogliamo essere felici in terra

 e non soffrire più la fame;

il ventre ozioso non deve consumare da solo

quel che hanno fatto mani industriose.



Quaggiù cresce abbastanza pane

per tutti i figli degli uomini,

e anche rose e mirti e bellezza e gioia,

come pure piselli dolci.



Sì, piselli per ognuno,

appena i gusci si spaccano!

Il cielo, lo lasciamo

agli angeli e ai passerotti.



Questi sono valori per la cui realizzazione si può continuare a lottare, ma
senza esiti garantiti: nella storia non c’è un fine che immancabilmente
deve realizzarsi, ma progetti finiti e contingenti, in contrasto con altri.

Quanto diciamo rappresenta, naturalmente, solo un modo di vedere, che è
bene dichiarare; Epicuro affermava che «il saggio sarà dogmatico», e questo
si può intendere nel senso che solo dicendo con chiarezza ciò che si pensa
ci si espone, correttamente, alla discussione e alla correzione.

D’altra parte sappiamo, con Giulio Preti, che di vedute generali coerenti
se ne possono costruire quante se ne vogliono; è importante sia difendere
coerentemente la propria, sia rispettare le altre (e la filosofia è
essenzialmente esercizio di tolleranza e pluralismo); ma le varie vedute
generali hanno una base comune, l’esperienza sensibile, dove si può «vedere
insieme» e verificare insieme; e magari lavorare insieme ad un progetto
comune, limitato al mondo degli uomini, per il benessere comune, pur avendo
– e tenendo – vedute generali assai diverse ed anche opposte.



Mario Cingoli


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Luigi Vinci

Milano, 16 marzo 2003



Aggiornamento sulla situazione di Leyla Zana, sui diritti del popolo curdo,
sul nuovo corso politico in Turchia



Il Parlamento Europeo ha deciso giovedì 13 marzo scorso l’invio ad Ankara
di una propria delegazione ufficiale. Presenzierà, come osservatrice, alla
seduta di apertura, il 28 marzo, del nuovo processo a Leyla Zana e agli
altri tre deputati curdi in carcere da nove anni a seguito di una condanna
per secessionismo e terrorismo. Come è noto, la loro colpa consistette in
un giuramento di fedeltà allo stato turco, all’atto del loro insediamento
parlamentare, effettuato in curdo e nel quale si auspicò la convivenza tra
turchi e curdi in un quadro di democrazia, diritti umani e rispetto quindi
dei diritti culturali e linguistici curdi. La Corte di Strasburgo,
espressione del Consiglio d’Europa, del quale la Turchia fa parte, quindi
incaricata dal Consiglio d’Europa di intervenire contro sentenze ingiuste
passate in giudicato, lesive di fondamentali diritti umani o emesse da
tribunali non imparziali, su richiesta dei difensori dei deputati curdi
condannerà la Turchia al rifacimento del processo. Sia perché la condanna
per secessionismo e terrorismo non era stata provata, che per la violazione
dei diritti della difesa, che perché la condanna era stata emessa da un
tribunale comprendente giudici militari. Ora finalmente, dopo anni di
intimazioni da parte del Consiglio d’Europa alla Turchia perché procedesse
al rifacimento del processo, in condizioni formali democratiche, o perché,
in alternativa, liberasse i condannati, si arriva ad un nuovo processo,
dinanzi ad un tribunale civile e aperto al pubblico.

I legali dei deputati curdi hanno chiesto, nel frattempo, la scarcerazione
dei loro assistiti, a partire dal fatto che la condanna era stata
dichiarata ingiusta. Il tribunale competente l’ha però rifiutata. La
richiesta, com’è ovvio, verrà ripresentata in apertura del nuovo processo.

Vedremo, tutto può accadere oggi in Turchia. Un braccio di ferro, feroce e
confuso, è in corso tra il nuovo governo islamista e il potere storico di
questo paese, costituito dal vertice militare, legato, almeno in larga
prevalenza, alla cultura “laica”, autoritaria e sciovinista del kemalismo e
in più, oggi, estremamente corrotto, e a cui concretamente risponde gran
parte degli apparati statali, a partire dalla magistratura. Tre sono le
grandi questioni in concreto sul tappeto in questo braccio di ferro: la
partecipazione o meno, e se sì, in che forma e con quali obiettivi, alla
guerra di Stati Uniti e Gran Bretagna all’Iraq, il trattamento sostanziale
della popolazione curda del sud-est turco e il superamento o meno della
divisione di Cipro.

Subito dopo, infatti, la decisione del rifacimento del processo ai deputati
curdi abbiamo assistito alla sentenza, da parte della Corte costituzionale,
di scioglimento del partito Hadep, sempre con il pretesto del separatismo e
del terrorismo, e alla messa in stato di accusa del partito Dehap,
succeduto a Hadep alla vigilia delle recenti elezioni politiche. In questa
momento i beni di Hadep-Dehap vengono confiscati in tutta la Turchia.
Insomma continua a essere concretamente impedito ai curdi di organizzarsi e
di agire politicamente nel quadro della stessa nuova legalità turca. Così
come ne continua concretamente nel sud-est, tornato, in vista della guerra,
sotto giurisdizione militare, la repressione e l’impedimento all’esercizio
dei diritti culturali.

Inoltre, subito dopo quella decisione il presidente, vecchio arnese
kemalista, della parte settentrionale di Cipro, occupata dall’esercito
turco e costituita in stato turco, è venuto il rigetto ufficiale della
proposta dell’ONU di ricomposizione, in uno stato federato, dei due stati
ciprioti. Gli Stati Uniti naturalmente se ne sono stati zitti.

Il governo islamico ha un interesse di fondo alla riduzione del potere
militare e a portare la magistratura al rispetto sostanziale di quelle
riforme che recentemente hanno definito un quadro giuridico formalmente
rispettoso, pur con alcuni notevoli limiti, dei diritti democratici e dei
diritti umani, a partire da quelli della popolazione curda. Ne va della
sopravvivenza stessa del governo islamista, almeno nel tempo. Una quantità
di militanti islamisti è tuttora in carcere per reati d’opinione. I curdi
rappresentano per gli islamisti un importante serbatoio elettorale: alle
recenti elezioni hanno votato per loro oltre che per Dehap. Infine se la
Turchia non si democratizzerà realmente e se Cipro prima o poi, anzi più
prima che poi, non si ricomporrà la Turchia l’entrata nell’Unione Europea
può scordarsela. Soprattutto con i nuovi tempi che corrono, nel quali
Francia e Germania tutto possono permettersi tranne l’entrata nell’Unione
Europea di un eccesso di paesi succursalizzati agli Stati Uniti.

Tuttavia il governo islamista non sembra disporre della forza sufficiente
per le iniziative e le pressioni del potere militare, soprattutto quando
avvengono per interposta magistratura. Né è chiaro inoltre se e quanto esso
sia impegnato anche in un compromesso con il potere militare a danno dei
curdi, almeno su alcuni terreni. Valga per tutti a questo proposito
l’esempio vergognoso dell’isolamento nel quale è stato tenuto, rispetto ai
suoi stessi legali, Öcalan dal 27 novembre al 12 marzo, cioè per ben tre
mesi e mezzo, con il pretesto del mare mosso attorno all’isola nella quale
è incarcerato. Solo l’intervento reiterato di alcuni parlamentari europei,
in appoggio alle mobilitazioni dei curdi in Turchia e nell’Unione Europea,
e, dietro le quinte, della Commissione Europea ha potuto ottenere, in
questi giorni, la fine dell’isolamento.

Insomma su Leyla Zana e gli altri tre deputati curdi il governo islamista
ce l’ha fatta e su Öcalan invece non si è mosso, e si trattava solo di
consentirne gli incontri con i legali. Ciò che significa, in generale, che
quando, anche per le caratteristiche di ciò che è in ballo, il governo può
usare supporti interni o internazionali consistenti allora al potere
militare si confronta, altrimenti o cede o non ci prova nemmeno o, forse,
si mette d’accordo. Infatti Leyla Zana ricevette a suo tempo il Premio
Zacharov dal Parlamento Europeo, al contrario su Öcalan proseguono il
silenzio e la mancanza di attenzione al trattamento feroce a cui è
sottoposto da parte di quasi tutte le istituzioni politiche e soprattutto
da parte della società civile dei paesi dell’Unione Europea. Basti pensare
al silenzio, come ha opportunamente osservato Dino Frisullo sul Manifesto,
che ha caratterizzato i mass-media italiani a proposito della recentissima
sentenza, sempre della Corte di Strasburgo, che ha condannato la Turchia
per aver violato i diritti di Öcalan a difendersi immediatamente dopo la
cattura in Kenia e per il carattere non imparziale del tribunale che lo
condannò. E’ ancora all’opera, e non deve meravigliare, quella coscienza
sudicia, ch’è dominante nel profilo sostanziale del giornalismo italiano, e
abbastanza alla stessa maniera di quello stesso europeo, che a suo tempo
linciò Öcalan profugo in Italia e plaudì a scena aperta quando il governo
D’Alema lo tradì e lo cacciò dall’Italia. Sicché immediatamente il governo
islamista ha ritenuto di ricorrere in appello contro questa nuova sentenza.

La questione curda è inoltre tra i principali fattori di complicazione a
proposito di che fare da parte della Turchia nella guerra all’Iraq.
Cautamente, dovendo fronteggiare un paese che alla guerra è ostile, ma
nettamente il potere militare turco ha fatto presente nei giorni scorsi che
alla guerra la Turchia deve partecipare, sia in ossequio al grande fratello
statunitense che, e soprattutto, per prendersi il nord dell’Iraq e il suo
petrolio e, al tempo stesso, per impedire ogni possibilità che vi si
costituisca anche in via formale uno stato curdo indipendente o
semi-indipendente. Esso, dice, porterebbe alla riapertura del conflitto
militare nel sud-est turco. Lo riaprirebbe, in realtà, solo se la
popolazione curda del sud-est turco continuasse a essere trattata come
piace al potere militare, altrimenti non si capisce come potrebbe disporsi
a subire l’ennesimo massacro. Abbiamo qui, dunque, oltre alla dichiarazione
autografa di un intendimento espansionista anche una dichiarazione quasi
autografa di come il potere militare continui a pensare si debba agire
dinanzi alle rivendicazioni della popolazione del sud-est curdo della
Turchia.

Come abbiamo visto, il governo islamista ha sino ad oggi fondamentalmente
scelto di non scegliere, accampando ogni pretesto per prendere tempo, e
probabilmente, qui, vedendo tutto sommato di buon occhio la ribellione
parlamentare alla concessione alle truppe statunitensi della libertà di
pieno e ampio dispiegamento e movimento in Turchia. Ciò che potrebbe anche
fare il risultato, allora, di un contenimento, anche se parziale, di questa
libertà – abbiamo scritto “parziale” perché in realtà il potere militare
turco sta tranquillamente consentendo alle truppe statunitensi di
dispiegarsi e muoversi abbastanza a loro piacimento, cioè sta
tranquillamente violando le decisioni del parlamento. E però non è che a
questo punto la questione sarebbe chiusa. Infatti proprio la difficoltà da
parte statunitense a operare adeguatamente nel nord dell’Iraq e a occuparlo
potrebbe essere usata da parte del potere militare turco per chiedere e
imporre al governo l’intervento in proprio in quest’area, appunto per
prevenirvi la proclamazione di uno stato curdo con tanto di benedizione
degli Stati Uniti. Ciò che per il governo islamista significherebbe i
militari trovarseli addirittura rafforzati in Turchia e non toglierseli più
dai piedi.

Un bel guazzabuglio. Sicché nel momento in cui stiamo scrivendo gli Stati
Uniti, che a questa guerra si sono preparati solo militarmente,
sottovalutandone cioè il complesso delle implicazioni d’altra natura,
stanno cercando di inventarsi qualcosa, e premendo tanto sul versante turco
che sul governo curdo del nord dell’Iraq.

In ultimo, con grande intelligenza politica Öcalan è intervenuto, con un
messaggio affidato il 12 marzo ai suoi legali, proprio su questa questione:
sottolineando cioè il nesso tra soluzione positiva della questione curda e
prospettiva di democratizzazione della Turchia, e come, al contrario,
l’occupazione turca del nord dell’Iraq darebbe il via a una guerra
lunghissima che dissanguerebbe la Turchia e comprometterebbe questa
prospettiva. Il messaggio, com’è chiaro, è rivolto a tutti, ma al governo
islamista in primo luogo.








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