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[Metro] Newsletter n. 11 del 17 marzo 2003



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*** Associazione Culturale Telematica ***
   ********** "Metro Olografix" **********
     Newsletter n. 11 del 17 marzo 2003
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IN PRIMO PIANO
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Un copyright senza limiti
La commissione cultura della Camera ha approvato una legislazione 
restrittiva sul diritto
d'autore che recepisce una direttiva della Unione europea. Con il voto 
favorevole dei
democratici di sinistra
ADRIANO SPONZILLI

C'è subbuglio nel mondo del «software libero». È infatti prossima 
l'approvazione da
parte del parlamento italiano di un provvedimento legislativo che cambierà
profondamente il diritto d'autore. L'occasione è data da una direttiva 
comunitaria, la
cosiddetta Eucd (European Union Copyright Directive). Formalmente si tratta 
di una
armonizzazione del diritto d'autore nei vari paesi membri. Ma, di fatto, è 
una norma che
aumenterà il potere di coloro che detengono i diritti d'autore - leggi le 
grandi case
produttrici -, a discapito di tutti coloro che delle «opere dell'ingegno» 
sono utenti. Lo
schema del decreto legislativo elaborato dal governo italiano recepisce 
interamente la
direttiva dell'Unione europea ed è stato esaminato nelle Commissioni 
competenti nelle
ultime settimane. L'ultimo passaggio è stato il 25 febbraio: la Commissione 
cultura alla
Camera ha espresso parere favorevole, compresi i rappresentanti dei 
democratici di
sinistra. Unico parere contrario: quello di Titti De Simone di Rifondazione 
comunista.
Franca Chiaromonte dei democratici di sinistra ha annunciato il voto 
favorevole del suo
gruppo lodando lo schema di decreto legislativo, perché «tiene conto della 
necessità di
un aggiornamento quotidiano del diritto d'autore alla luce dei continui 
progressi
tecnologici che si registrano in tale settore». Le associazioni del 
«software Libero», dal
canto loro, hanno considerato negativamente il testo approvato dalla 
Commissione
cultura. Ventiquattro associazioni e una decina fra aziende e studi 
professionali hanno
quindi rivolto una petizione ai membri delle Commissione cultura, chiedendo 
un nuovo
esame parlamentare della materia. (Le sottoscrizioni individuali della 
petizione sono in
Internet, all'indirizzo www.softwarelibero.it/progetti/eucd/ e superano al 
momento le
1.300).

Per le associazioni del software libero e delle libertà civili nel 
cyberspazio, la nuova
normativa che sta per essere approvata inasprisce fino all'inverosimile la 
legislazione
sul copyright, colpendo mortalmente anche il «diritto di decompilazione a 
fini di
interoperabilità», cioè la possibilità di studiare «standard e formati» 
utilizzati da altri con
lo scopo di creare prodotti ad essi compatibili. Partiamo dal caso dei cd 
musicali, che
sono stati realizzati per inibirne la copia. Ad esempio, il cd di Natalie 
Imbruglia,
distribuito nell'ottobre del 2001, è stato forse il primo ad essere 
prodotto con un sistema
di protezione (in questo caso il Cactus Data Shield della Midbar) che entra 
in funzione
ogni volta che ne viene tentata una registrazione, rendendo illeggibile la 
copia. Con la
norma ancora in vigore è consentito studiare gli standard di protezione e 
utilizzarli per
leggere i supporti protetti su altre «piattaforme». La nuova legge allo 
studio del
Parlamento, teoricamente, fa salvo il «diritto di decompilazione», ma 
prevede sanzioni
penali per chi produce o vende o è in possesso dei macchinari e del 
software che
consentono di eludere le misure di protezione.

La direttiva Eucd ha negli Usa una legge gemella, approvata nel 2000, la 
Digital
Millenium Copyright Act (Dmca). Entrambe discendono dai medesimi trattati
internazionali della «Organizzazione mondiale per la proprietà 
intellettuale» (Wipo) del
dicembre 1996. Negli Stati Uniti la legge è stata applicata per la prima 
volta durante il
«caso Sklyarov», dal nome del cittadino russo arrestato con l'accusa di 
aver realizzato
un programma che consente di visualizzare gli e-book (i libri elettronici) 
in modalità
diverse da quelle previste dai produttori. Anche qui è importante 
sottolineare che il
programma in questione non serve a usi illeciti, ma solo a compiere usi 
diversi da quelli
previsti, ma comunque leciti, di un contenuto acquistato. Può servire ad 
esempio a
travasare in un altro formato un libro elettronico o a stamparlo per 
leggerlo più
comodamente.

Lo spirito complessivo del Dmca, così come della direttiva comunitaria, è 
dunque di
togliere al'utente il controllo sull'«opera» acquistata. È il produttore o 
editore o
distributore che ti dice cosa farne. Attualmente, gran parte della 
legislazione attuale sul
copyright, prevede che chi acquista un'«opera di ingegno» può farne una 
copia di
sicurezza. La direttiva comunitaria riconosce il diritto dei produttori ad 
impedire anche
questa copia di sicurezza, ma anche la possibilità di disporne come meglio 
crede:
possiamo rivenderla, prestarla, farne l'uso che preferiamo fino a quando 
vogliamo,
compreso il suo lascito in eredità. Con l'approvazione della nuova norma 
tutto questo
sparirà. Per i produttori, diventa infatti possibile vendere un libro 
vietandone la rivendita;
oppure consente la vendita «a scadenza»: «questo Cd musicale si 
autodistruggerà fra
un anno»; oppure ad personam: «questa videocassetta potrai leggerla solo tu 
e se inviti
un amico a vederla a casa tua commetti un illecito».

Non si tratta di una realtà futuribile, perché negli Stati uniti sono già 
in vendita manuali
universitari in formato elettronico (degli e-book da visualizzare sul 
computer) che alla
fine del semestre accademico si autodistruggono. Scopo dichiarato 
dell'operazione:
impedire che gli studenti più anziani degli anni successivi passino i loro 
vecchi libri ai
più giovani. Che succederebbe se questa modalità di distribuzione dovesse 
affermarsi
come prevalente? Che nel giro di dieci anni, nessuno avrebbe più copia di 
un certo
libro, album, film. La memoria collettiva perderebbe il diritto al ricordo. 
Il che è l'esatto
contrario dello spirito del diritto d'autore, la cui logica è che, nel 
tempo, l'opera cessi di
essere un patrimonio dell'autore ed entri nel patrimonio collettivo.

http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/15-Marzo-2003/art75.html


TECNOLOGIA&INTERNET
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Come elaborare un lutto ai tempi di Internet? Spesso lo scomparso è
una persona che abbiamo incontrato solo in Rete, un membro di una
community. Le risposte in un weblog americano
di Nicola D'Agostino
http://www.mytech.it/mytech/internet/art006010045596.jsp

Garante: con gli MMS non si scherza
Telefonia e C. - Guai a chi pubblica MMS su internet senza aver richiesto 
il consenso di
chi è ritratto nella foto. Guai a chi manda MMS in giro senza 
autorizzazione. Nessun
problema solo a chi li manda alla mamma. Monito dell'Autorità anche ai gestori
http://punto-informatico.it/p.asp?i=43435

Roma alle prese con il TIA
News - Una interpellanza dell'opposizione apre il dibattito nel Parlamento 
italiano sul
Total Information Awareness, il sistema di monitoraggio totale ideato negli 
USA. Botta e
risposta con il Governo
http://punto-informatico.it/p.asp?i=43431


TEMI&APPROFONDIMENTI
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La guerra mediatica è già cominciata
di Marco Trotta (matro@bbs.olografix.org)
Carta 6 - 6/12 Marzo 2003 (http://www.carta.org)

Ma allora, è vero o no che eravamo 110 milioni in piazza, per la prima
mobilitazione globale della storia, lo scorso 15 Febbraio? Bush e
Berlusconi l'hanno smentito categoricamente. In realtà dietro tutto questo
c'è una storia che dovrebbe far riflettere su quale ruolo stanno giocando
(e giocheranno) i mezzi di informazione di massa nelle vicenda bellica. Nei
fatti, il dato sui 110 milioni in piazza è stato riportato da tutta la
stampa locale ripreso dalla CNN, fonte autorevole che, però,
successivamente ha smentito affermando che è stata una "rappresentazione
irrealistica" e che quel dato non era stato mai diffuso (c'è un servizio
del programma Baobab su www.radio.rai.it). In effetti se si visitasse oggi
il sito italiano della CNN (www.cnnitalia.it) non si troverebbe nulla, ma
visto che la rete ha una sua memoria, basta fare una interrogazione tra i
motori di ricerca che fanno una copia delle pagine che indicizzano
(www.mamma.com o www.lycos.com con le parole "110 milioni piazza"), per
scoprire le bugie della multinazionale dell'informazione di Atlanta. Lì
dove c'era scritto "Nel mondo 110 milioni di persone in piazza" oggi si
legge genericamente di "milioni di persone", corretto dal primo pomeriggio
del 21/02 con invidiabile tempismo rispetto alle dichiarazioni di
Berlusconi. Per la cronaca, la questura di Roma, rispetto alla figuraccia
della manifestazione del 23 Marzo 2002, non ha voluto dare cifre questa
volta (Carta 40/02). D'altra parte, non sarebbe l'unico esempio di
"limatura" di notizie sul web. E' già successo con la BBC, per la quale si
è riuscito a dimostrare con un archivio di pagine scaricate in precedenza,
quelle che sono state cambiate diverso tempo dopo allo scopo di nascondere
concetti in contraddizione tra loro rispetto alla linea editoriale portata
avanti di volta in volta. Secondo Franco Carlini, in un articolo sul
Manifesto di qualche tempo fa, anche gli archivi chiusi dei giornali
cartacei consultabili "on line" (dopo Repubblica, di recente anche il
Corriere della Sera ha fatto questa scelta), sono certamente un tentativo
di offrire servizi commerciali che invoglino gli utenti a mettere mano al
portafoglio, ma anche una misura per non rendere troppo pubblici errori e
discrepanze passate. Della serie: si scuseranno mai per le illazioni prima
del Forum Sociale Europeo? Quanto alla guerra prossima ventura, le
indiscrezioni non sono affatto positive. Robert Fisk, sul Manifesto del
26/02, ha dato la notizia che la CNN ha diramato una nota interna per la
quale si sancisce il principio dell'approvazione di tutti i servizi "che
non abbiano avuto origine a Washington, Los Angeles o New York" da parte di
un ufficio centrale di Atlanta. Lo stesso che, per esplicita rivelazione
della CNN, nel '91 ospitò "alcuni tirocinanti del Pentagono". Allo stesso
modo, il New York Times del 18/02 faceva sapere che si sta preparando una
"truppa" di 500 tra giornalisti e addetti televisivi, ognuno dei quali sarà
assegnato, per la prima volta nella storia, ad una unità dell'esercito USA
schierato in Iraq, vivendo con loro sul campo. Una nota del Pentagono ha
fatto sapere che qualsiasi diretta dovrà essere approvata dall'ufficiale
competente e 232 tra questi, mentre di stanno addestrando in campi
militari, hanno già ricevuto le stesse vaccinazioni dell'esercito contro le
armi biologiche. Pare che non saranno obbligati a vestirsi anche nello
stesso modo, ma cosa li distinguerà dai soldati che combatteranno davvero?
La penna invece del fucile? Nel '91, le immagini della CNN di un uccello
incatramato indignarono il mondo contro Saddam che distruggeva i pozzi di
petrolio. Solo molto tempo dopo venne fuori che era specie che non poteva
vivere a quelle latitudini e che abili mani ne avevano incatramato le piume
ad arte.

Link:
- Sì alla pace, il mondo sfila in corteo
http://www.repubblica.it/online/politica/noguerradue/mondo/mondo.html
- 110 MILIONI IN PIAZZA: LA CNN SMENTISCE
http://www.radio.rai.it/radio1/baobab/view_eventi.cfm?Q_EV_ID=53225
- Baobab, Pinocchio e Berlusconi. 110 milioni di c...ate
http://web.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=29208
- La BBC cambia le notizie
http://www.erinit.com/2002-10-05-bbc-cambia-la-storia-p.php3
- Guerra all'Iraq. La truppa dei giornalisti
http://www.ilbarbieredellasera.com/article.php?sid=6341
- Giornalismo verità
http://www.hackerart.org/corsi/aba01/fremente/TV_istruzioni_per_uso_1_0/giornverita_
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Non sempre il sapere è potere
«Kaos Tour», due giorni di software libero e «etica hacker» a Roma
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/15-Marzo-2003/art76.html


NEWS DALL'ASSOCIAZIONE
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Associazione Culturale Telematica
"Metro Olografix"
http://www.olografix.org


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a cura di Loris D'Emilio
http://www.olografix.org/loris/

hanno collaborato a questo numero:
Marco Trotta
matro@bbs.olografix.org
nicola "nezmar" d'agostino
http://www.olografix.org/nezmar/

Loris D'Emilio
       Metro Olografix Member
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