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[Internet per tutti] 2003.03.14-01. Antibufale: errata corrige sul caro-benzina; Valentin ha tanto freddo
__2003.03.14-01. Antibufale: errata corrige sul caro-benzina; Valentin ha
tanto freddo__
__Antibufala benzina: vado a comprarmi un pallottoliere__
Grazie alla mente matematica di glucrezi, ben più sveglia della mia, devo
segnalarvi un errore nei conticini della newsletter scorsa a proposito
dell'appello a boicottare Shell e Esso per "dimezzare il prezzo della
benzina”.
Infatti nell'ipotesi che avevo fatto, giusto per ridere, che i produttori
rinuncino completamente alla loro quota del prezzo della benzina, ho
scritto che “la benzina scenderebbe da 109,5 eurocent a 72,4 eurocent
(ossia da 2120 a 1400 vecchie lire)”. In realtà scenderebbe da 109,5
eurocent a 65 eurocent (ossia da 2120 a 1260 vecchie lire). Mi scuso
dell'errore.
Resta valido comunque il ragionamento: persino in questo caso estremo (e
impossibile), il prezzo non si dimezzerebbe come promette l'appello.
L'indagine completa, corretta e aggiornata è qui:
http://www.attivissimo.net/antibufala/caro_benzina_idea_francese.htm
__Antibufala benzina 2: attenzione, c'è boicottaggio e boicottaggio__
Molti lettori mi hanno chiesto chiarimenti su un'altra iniziativa di
boicottaggio riguardante la benzina, quella promossa da Greenpeace contro
Esso (Exxon). Dico subito che assolutamente non è una bufala ed ha
tutt'altro significato e spessore rispetto alla catena di sant'Antonio che
propone di boicottare Esso e Shell per arrivare a prezzi più bassi che ho
recentemente descritto presso
http://www.attivissimo.net/antibufala/caro_benzina_idea_francese.htm
Faccio questa precisazione per evitare eventuali confusioni fra le due
iniziative: non vorrei che qualcuno, leggendo una riga sì e una no della
mia indagine antibufala, pensasse che tutte le forme di boicottaggio che
girano intorno al petrolio siano bufale (e magari che io sono al soldo
delle compagnie petrolifere; capita anche questo).
La differenza fondamentale e abissale fra l'appello di Greenpeace e la
bufala del "boicotta Esso e Shell per dimezzare il prezzo della benzina" è
nelle motivazioni e nell'efficacia: mentre la bufala ha un obiettivo
egoista e oltretutto impossibile per motivi fiscali (si vuole pagare meno
la benzina soltanto per essere liberi di rombare con il macchinone, ed è il
Fisco il principale responsabile del prezzo del carburante), l'invito al
boicottaggio della Esso fatto da Greenpeace ha una motivazione etica ed ha
ottime possibilità di riuscita. E' una forma pacifica di protesta, presente
in numerosi paesi.
Come trovate descritto sul sito italiano di Greenpeace presso
http://www.greenpeace.it/stopesso
l'iniziativa di Greenpeace è una "azione responsabile e nonviolenta... per
esprimere efficacemente dal basso la volontà della stragrande maggioranza
della popolazione". L'invito è a fare "un gesto concreto contro la guerra -
non finanziare chi le dà energia". Secondo Greenpeace, infatti, Exxon
sarebbe, fra le compagnie petrolifere, la maggiore beneficiaria dell'intera
operazione militare in Iraq. Un'ipotesi assai plausibile, dato che Exxon è
la maggiore compagnia petrolifera del mondo; trovate tutta la
documentazione sul sito di Greenpeace.
Oltre ad avere un contenuto moralmente assai più difendibile, questa forma
di boicottaggio è efficace, diversamente da quella mirata soltanto a far
calare il prezzo alla pompa. Infatti come spiegato presso Clarence.com
http://www.clarence.com/staff/mao/archives/001050.html
"secondo un recente sondaggio dell'agenzia Mori, nell'arco di un anno, il
numero degli inglesi che hanno dichiarato di rifornirsi periodicamente
nelle stazioni Esso è sceso di un quarto e circa un milione di guidatori
hanno deciso di boicottare la compagnia per la sua politica in merito ai
cambiamenti climatici. Dalla ricerca emerge che, alla domanda su dove si
riforniscono regolarmente di carburanti, nel 2001 il 26% aveva risposto
Esso contro il 19% dell'ultimo sondaggio."
In altre parole, questo tipo di iniziativa funziona: il consumatore accorto
può davvero influenzare il modo di operare delle società petrolifere,
punendo quelle eticamente scorrette e premiando quelle che prestano ascolto
alle campagne contro l'inquinamento, per esempio. Cito sempre da Clarence:
"Che una politica più attenta alle esigenze di tutela ambientale sia oramai
una strategia anche per il mercato, è dimostrato dal dato, rilevato dalla
stessa agenzia, che la British Petroleum, che al contrario ha deciso di non
disconoscere le proprie responsabilità sui cambiamenti climatici e sta
investendo molte risorse nella ricerca su fonti rinnovabili, è passata da
18% al 21% nelle preferenze dei guidatori."
Per farla breve: la campagna promossa da Greenpeace non ha niente a che
vedere con la bufala che ho descritto, e non è assolutamente una perdita di
tempo.
__Antibufala benzina 3: coinvolto un professore__
Come al solito, anche stavolta la distribuzione incontrollata degli appelli
più squinternati fa "vittime" innocenti. Ricevo infatti da un professore
dell'Università di Pisa la richiesta di segnalare che un'altra bufala sul
boicottaggio per ridurre il prezzo alla pompa, quella descritta presso
http://www.attivissimo.net/antibufala/caro_benzina.htm
circola anche in una versione accompagnata in calce dal suo nome, cognome,
indirizzo del luogo di lavoro, numeri di telefono, ed indirizzo e-mail, in
maniera tale che ne sembra l'autore, cosa assolutamente falsa.
Non è un fenomeno nuovo: per esempio, l'appello-bufala per la povera Rachel
che per riceverà 32 cent per ogni copia dell'appello che mandate
http://www.attivissimo.net/antibufala/george_arlington.htm
ha visto coinvolti l'Istituto Superiore di Sanità e altri enti pubblici di
prestigio, che si sono trovati ad essere involontari "firmatari"
dell'appello, facendolo sembrare autentico.
In questo caso, il professore smentisce in maniera categorica di essere
l'autore dell'invito al boicottaggio.
Il caso del professore è tipico delle conseguenze nefaste di chi, per varie
ragioni, si ritrova ad avere il proprio nome associato a una bufala. Come
racconta il professore stesso, "da diverse settimane mi arrivano ogni
giorno decine di e-mail e telefonate con richieste di chiarimento, commenti
di tutti i tipi, ed anche insulti. Ho quindi cercato di rispondere a tutti
i messaggi che mi sono arrivati con delle smentite e richieste di
interrompere la catena. Tuttavia, negli ultimi giorni la divulgazione di
questo messaggio sembra invece aumentare esponenzialmente (forse anche
grazie a questa firma, ritenuta da qualcuno "autorevole")."
Ma come sempre le sue risposte individuali e le sue smentite non bastano,
per cui si è rivolto al Servizio Antibufala nella speranza che questo possa
dare più visibilità alla reale situazione. Riporto pertanto integralmente
il testo della sua smentita, e mantengo riservato il suo nome per non
esporlo ulteriormente alla persecuzione derivante da questa bufala:
---- inizio citazione ------
Oggetto: Bufala boicottaggio benzina
Da diverso tempo gira nella rete un messaggio a catena con una proposta di
boicottaggio per ridurre il prezzo della benzina. Si tratta di una "bufala"
in giro dal luglio 2002, come si puo' vedere, ad esempio, nel sito web
http://www.attivissimo.net/antibufala/caro_benzina.htm
Ultimamente (cioè da circa fine gennaio) è stata immessa in rete una
versione del messaggio originale con aggiunti in calce il nome, cognome,
luogo di lavoro, recapiti telefonici ed e-mail di un professore
dell'Università di Pisa, in maniera tale che ne sembrasse l'autore, cosa,
ovviamente, del tutto falsa.
Qualora riceveste (o abbiate già ricevuto) tale messaggio, siete quindi
vivamente pregati non solo di non continuare la catena ma anche, se
possibile, di far pervenire questa smentita a più persone possibile che
pensiate possano aver ricevuto il messaggio stesso. Grazie.
----- fine citazione ----
__Antibufala: lo strano caso di Valentin, che muore di freddo in Russia. Da
tre anni__
L'appello circola in varie lingue: Valentin Mikhaylin, uno studente di
Kaluga, in Russia, ha la madre invalida. Fa tanto freddo, molta gente è già
morta per il gelo, e anche lui sente la morte vicina. Così ha pensato di
usare la connessione Internet della sua facoltà per chiedervi aiuto.
Potreste mandargli coperte, sacchi a pelo, medicinali e cibo al suo
indirizzo di casa? Anche i soldi vanno bene, anzi forse sono anche più
pratici.
Come forse avrete sospettato, tutto fa pensare che si tratti di una truffa,
per una serie di motivi descritti chiaramente da Hoaxbuster.com
(http://www.hoaxbuster.com/hoaxliste/hoax.php?idArticle=6296, in francese).
Primo: questo appello è stato ricevuto da centinaia di migliaia di utenti
della Rete, al punto di essere segnalato ripetutamente come “abusatore di
Internet” nei newsgroup it.news.net-abuse e news.admin.net-abuse.sightings,
specializzati nella segnalazione di questi comportamenti scorretti. Come fa
uno studente disperatamente povero ad avere le risorse necessarie per
un'invio di massa del genere, degno del più agguerrito degli spammer? Di
certo non gli bastano la “connessione Internet gratuita” della facoltà dove
studia e un normale programma di posta elettronica.
Secondo: come fa uno studente a procurarsi gli indirizzi delle centinaia di
migliaia di utenti che hanno ricevuto il suo appello?
Terzo: l'appello, in numerose varianti, circola dal 1999. Valentin dice
sempre che “ La morte è vicina anche a noi”, ma mi pare che sappia tenerla
a distanza piuttosto benino.
Quarto: come mai nella versione del 1999 di questo appello Valentin
Mikhaylin si presentava come un professore, anziché come uno studente?
Quinto: come mai c'è un appello
(http://www.h-debate.com/listahad/26-11.htm) in cui un Valentin Mikhaylin,
abitante allo stesso identico indirizzo, precisa che ha bisogno solo di
“vestiti da uomo taglie L e XL” e “scarpe da uomo taglia 44-45”? Tutta
gente fatta con lo stampino, a Kaluga? Le donne di Kaluga non patiscono il
freddo? I bambini neppure?
Ovviamente si potrebbe tagliare la testa al toro andando a Kaluga a vedere
chi abita all'indirizzo indicato: se qualcuno mi paga il viaggetto, lo
faccio volentieri. Tuttavia, anche senza arrivare a questi estremi, gli
indizi e le strane circostanze tecniche riguardanti la sua massiccia
diffusione sembrano indicare più che chiaramente che l'appello è una truffa
organizzata.
Esiste un fiorente mercato nero dei generi di prima necessità in Russia, e
a qualcuno potrebbe essere venuta l'idea di far leva sul buon cuore della
gente e indurla a mandare indumenti smessi e cibo, che poi verrebbero
rivenduti. L'appello, oltretutto, suggerisce non troppo discretamente che è
meglio mandare soldi.
Pertanto questo appello va considerato bufala, anzi truffa, fino a prova
contraria. Perché rischiare? Dopotutto, se volete fare del bene agli
abitanti di Kaluga, vi basta rivolgervi a organizzazioni più affidabili,
come la Croce Rossa, piuttosto che a uno sconosciuto dai comportamenti
assai sospetti.
L'indagine antibufala completa sul caso di Valentin è presso
http://www.attivissimo.net/antibufala/valentin_russia.htm.
Ciao da Paolo.
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Paolo Attivissimo Traduttore tecnico, divulgatore informatico
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