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Rapporto di Amnesty International sull'Afghanistan: l'azionedella polizia per proteggere i diritti umani
Gent.mi tutti,
vi trasmettiamo il comunicato stampa odierno della Sezione Italiana di
Amnesty International:
Rapporto di Amnesty International sull'Afghanistan: l'azione della polizia
per proteggere i diritti umani
Grazie per la cortese attenzione
Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa
Amnesty International
Tel. 06 44.90.224
cell. 348-6974361
E-mail: press@amnesty.it
COMUNICATO STAMPA
CS30-2003
RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SULL'AFGHANISTAN:
L'AZIONE DELLA POLIZIA PER PROTEGGERE I DIRITTI UMANI
Amnesty International ha presentato oggi a Kabul un nuovo rapporto dal
titolo "La ricostruzione delle forze di polizia è essenziale per la difesa
dei diritti umani". Dopo oltre due decenni di conflitto armato, durante i
quali i diritti umani sono stati sistematicamente violati, l'Afghanistan
necessita di un sistema giudiziario funzionante ed efficiente che protegga
e promuova i diritti umani e di forze di polizia a disposizione della
comunità che costituiscano parte integrante di tale sistema.
Le forze di polizia, il sistema carcerario e i tribunali dell'Afghanistan,
quasi completamente distrutti dal conflitto, oggi non offrono di fatto
alcuna protezione alla popolazione del paese. Non solo la polizia è
incapace di garantire la difesa dei diritti umani in Afghanistan, ma alcuni
suoi membri sono direttamente coinvolti nelle violazioni dei diritti umani,
tra cui torture e maltrattamenti durante la custodia o il ricorso a
percosse e alla somministrazione di corrente elettrica nel corso degli
interrogatori.
I molteplici problemi che riguardano la polizia non consentono agli agenti
di svolgere il proprio compito in modo rispettoso dei diritti umani. I
salari non vengono pagati e le stazioni di polizia di ogni parte del paese
sono prive anche del materiale di base come carta e penne. La mancanza di
una formazione sufficiente, anche su come proteggere i diritti umani, è un
ostacolo enorme allo sviluppo di un servizio di polizia funzionante, mentre
la completa assenza di strutture per l'amministrazione della giustizia
permette a chi viola i diritti umani di continuare a commettere abusi senza
affrontare la giustizia.
"Per interrompere il ciclo dell'impunità che dura ormai da più di venti
anni è necessario che i responsabili delle violazioni dei diritti umani
siano chiamati a risponderne" - ha affermato Amnesty International, che ha
chiesto alla comunità internazionale di aumentare il sostegno per la
ricostruzione delle forze di polizia, essenziale per i diritti umani.
"La ricostruzione di una forza di polizia professionale che rafforzi il
ruolo della legge in tutto il paese, è un problema urgente che le autorità
afgane devono risolvere in maniera prioritaria. Ma non possono farlo da
sole. La comunità internazionale deve provvedere ai finanziamenti necessari
al supporto tecnico e impegnarsi per un lungo periodo nella ricostruzione"
- ha sottolineato l'organizzazione per i diritti umani. "La sfiducia nei
confronti della polizia è assai diffusa nella popolazione e se i problemi
evidenziati nel nostro rapporto non verranno affrontati immediatamente, la
situazione si aggraverà."
Ulteriori informazioni
Alla Conferenza internazionale sull'assistenza per la ricostruzione
dell'Afghanistan, svoltasi a Tokyo nel gennaio 2002, la Germania accettò,
su richiesta dell'Amministrazione provvisoria afgana, di guidare
l'assistenza alla ricostruzione delle forze di polizia del paese. Il
Progetto tedesco per il sostegno alla polizia in Afghanistan ha fornito
supporto tecnico e finanziario e consulenza alle azioni di polizia
dell'Amministrazione provvisoria afgana. Il Progetto ha anche previsto la
ricostruzione dell'Accademia di Polizia a Kabul per addestrare 1500 agenti
di polizia. Anche altri donatori, tra cui gli Stati Uniti, si sono
concentrati sull'addestramento, tralasciando però molte altre aree
essenziali, come l'importante costituzione di meccanismi di responsabilità
e meccanismi di supervisione civile.
In Afghanistan vi sono oltre 50.000 poliziotti, ma essi non si comportano
come un corpo unitario di polizia. Molti sono ex Mujahideen, che hanno una
grande esperienza militare ma poca o nessuna formazione professionale di
polizia. La loro lealtà è diretta ai potenti comandanti regionali, con i
quali hanno combattuto contro i Talebani. Questi comandanti sono stati in
grado di mantenere il controllo delle province, riempiendo il vuoto
lasciato dalla partenza dei Talebani, mentre il governo ha assunto
l'effettivo controllo su Kabul.
Molti di questi Mujahideen hanno preso parte al conflitto armato per la
maggior parte della loro vita e sono abituati ad agire nell'impunità. Anche
se in tutto il paese vi sono agenti di polizia altamente impegnati, essi
sono in minoranza e la loro presenza è insufficiente per fronteggiare
l'opprimente mole di problemi che ritardano la necessaria riforma e
professionalizzazione della polizia.
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 12 marzo 2003
E' anche disponibile il testo della lettera inviata dalla segretaria
generale di Amnesty International, Irene Khan, al presidente degli USA, G.
W. Bush, sul trattamento delle persone tenute in custodia dagli USA in
connessione con la "guerra al terrorismo".
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