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Rapporto di Amnesty International sulla Bosnia Erzegovina: è il momento di porre fine all'impunità per le "sparizioni"



Gent.mi tutti,

vi trasmettiamo il comunicato stampa odierno della Sezione Italiana di
Amnesty International:


(Si prega di rispettare l'EMBARGO fino alle ore 00,01di mercoledì 5 marzo 2003)


Rapporto di Amnesty International sulla Bosnia Erzegovina:
è il momento di porre fine all'impunità per le "sparizioni"



Grazie per la cortese attenzione


Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa
Amnesty International
Tel. 06 44.90.224
cell. 348-6974361
E-mail: press@amnesty.it




(EMBARGO fino alle ore 00,01 di mercoledì 5 marzo 2003)


COMUNICATO STAMPA
CS26-2003

RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SULLA BOSNIA ERZEGOVINA:
È IL MOMENTO DI PORRE FINE ALL'IMPUNITÀ PER LE "SPARIZIONI"

Le autorità della Bosnia e la comunità internazionale devono adottare
misure immediate per affrontare l'enorme numero di casi irrisolti di
'sparizioni': lo ha dichiarato oggi Amnesty International, rendendo
pubblico un nuovo rapporto sul continuo e devastante impatto di questa
grave violazione dei diritti umani.

Si stima che, dopo la fine della guerra, la sorte di oltre 17.000 persone
rimanga avvolta dal mistero. Molte di esse sono 'scomparse' dopo essere
state viste per l'ultima volta nelle mani delle varie forze armate e si
teme siano morte.

In questi anni sono stati fatti straordinari progressi nel riconoscimento
delle persone "scomparse" attraverso il processo di esumazione e
identificazione dei corpi. La Bosnia vanta infatti uno dei più sofisticati
sistemi di analisi del Dna nel mondo.

"Ora è necessario che le autorità del paese introducano una nuova
legislazione, che renda la 'sparizione' un crimine e consenta finalmente di
perseguirne gli autori" - ha affermato Paolo Pignocchi, responsabile del
Coordinamento Europa orientale di Amnesty International, aggiungendo che la
revisione in corso della legislazione penale costituisce un'opportunità
ideale per prendere questi provvedimenti.

È arrivato il momento di onorare le vittime delle "sparizioni", mettendo
sotto inchiesta e perseguendo penalmente i responsabili e concedendo
risarcimenti ai parenti e alle persone rimaste prive di mezzi che ancora
non sono in grado di rifarsi una vita. Inoltre è necessario che, per
favorire la riconciliazione e rimarginare le ferite ancora aperte, la gente
conosca la vera storia di queste violazioni, che continuano a tormentare e
dividere la società bosniaca.

Amnesty International ha ribadito la propria richiesta alla comunità
internazionale, in particolare alla Missione di polizia dell'Unione Europea
(EUPM) recentemente insediatasi in Bosnia, di attuare sul serio il
dichiarato impegno in favore dei diritti umani e di incoraggiare e
supervisionare le indagini della polizia sulle 'sparizioni' in modo da
fornire una solida base per procedimenti giudiziari efficaci ed imparziali.

Secondo l'organizzazione per i diritti umani, quei pochi risultati sin qui
ottenuti potranno essere pregiudicati se non si agirà immediatamente. In
quella manciata di casi in cui sono state aperte inchieste su casi di
'sparizione', ciò è stato dovuto alla tenacia dei parenti e degli amici
delle vittime e alla professionalità e al coraggio di qualche ispettore di
polizia o magistrato.

"C'è evidente bisogno di un monitoraggio a lungo termine e dell'opera di
osservatori sui diritti umani impegnati e competenti all'interno della
comunità internazionale. Se la loro azione sarà ulteriormente indebolita,
non resterà speranza per i molti casi irrisolti" - ha detto Pignocchi. "È
indispensabile che le autorità bosniache, a tutti i livelli, e la comunità
internazionale elaborino ed attuino una strategia complessiva per
affrontare queste violazioni dei diritti umani."

Oltre a portare una giustizia da lungo tempo attesa per tutte le vittime, i
procedimenti giudiziari su specifici casi di 'sparizione' costituiranno la
cartina di tornasole del complesso, lento e costoso processo di riforma del
sistema giudiziario e degli organismi responsabili dell'applicazione della
legge. Queste riforme hanno costituito una priorità elevatissima per la
comunità internazionale negli ultimi anni, in particolare in vista della
prevista chiusura, nel 2008, del Tribunale penale internazionale per la ex
Jugoslavia.

"Un sistema giudiziario dev'essere in grado di riparare alle violazioni dei
diritti umani, 'sparizioni' comprese" - ha aggiunto Pignocchi. "Altrimenti,
per quanto le sue regole e le sue strutture siano state ammodernate e
riorganizzate con ampio dispendio di soldi, dal punto di vista degli esseri
umani i cui diritti sono stati violati si tratterà solo della dimostrazione
del trionfo dell'apparenza sulla sostanza."

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 5 marzo 2003

Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:
Amnesty International  - Ufficio stampa
Tel. 06 44.90.224, cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it