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In memoria di un prete scout
Fonte: www.agesci.org
DON TARCISIO BELTRAME
21/02/03 - Ieri 20 febbraio è tornato alla casa del padre Don Tracisio
Beltrame Quattrocchi (Aquila Azzurra), i funerali si terranno domani sabato
22 febbraio, giornata del pensiero, alle ore 10.00 nella chiesa di S. Maria
in Portico in Campitelli, Piazza Campitelli 9 Roma.
Don Tarcisio Beltrame
La tristezza per la separazione da un carissimo Amico è alleviata dalla
certezza nella fede che ora vive nella gloria del Padre.
Alla Sua chiamata da lungo tempo don Tar era preparato, nello spirito
dell'"Estote Parati".
Innamorato di Dio, ha vissuto i suoi 72 anni di ministero sacerdotale
regalando il meglio di sé nel servizio pastorale con i giovani.
Da sempre entusiasta ed appassionato del gioco scout, con generosità ha
servito l'Associazione esprimendo il suo "Eccomi" in infinite occasioni,
soprattutto privilegiando il rapporto personale con i ragazzi: guide ed
esploratori, rover e scolte.
Fedele compagno di strada, ha saputo accompagnare con grande affetto tanti
di noi alla scoperta e all'incontro con l'amore misericordioso di Dio Padre.
Tutti lo conosciamo come autore del testo, che questa sera cantiamo
commossi: "Al cader della giornata, noi leviamo i cuori a Te. Tu l'avevi a
noi donata: bene spesa fu per Te".
Grazie, nostra Aquila Azzurra, per la testimonianza della tua "avventura"
sulla terra, così come ce la fai rileggere nella lettera della tua partenza.
Paola del cenacolo di Via De Pretis
La lettera della partenza
Dal "Deserto" di S.Agata 2 Golfi
Gennaio 1999
Lettera di Partenza
Anche se, per grazia di Dio, l'animo non è invecchiato, non posso negare di
sentirmi in dirittura di arrivo; il mio cuore che sta pulsando ormai da 93
anni ha dato ripetuti segni di stanchezza, e il motore, che ha cominciato a
perdere colpi, potrebbe fermarsi da un momento all'altro.
Ecco perché cerco di vivere intensamente il nostro evangelico motto "estote
parati"; e anche se non mi interessa sapere quanto tempo il Signore mi
lascerà ancora su questa terra, non posso tuttavia negare - come il mio Guy
de Larigaudie - di "sentire tanto la nostalgia del Cielo". Intendo comunque
di accettare con riconoscenza e con letizia quanto la Volontà del Signore
avrà disposto riguardo al tempo, al luogo e al modo della mia Partenza da
questo mondo, che avrei avuto piacere di lasciare "un po' migliore" di come
l'ho trovato.
Chissà quante volte posso avere sbagliato e, senza rendermene conto,
procurato dispiacere o offesa a qualcuno. Ne domando perdono con tutto il
cuore, come pure di vero cuore perdono a chi può essere stato motivo di
sofferenza per me. "Siamo vasi di coccio che viaggiano a stretto contatto,
e se non sono imballati bene di carità possono facilmente incrinarsi." come
scrisse S.Agostino.
Soprattutto però chiedo comprensione e perdono al Signore, invocando
l'intercessione della Madonna per le tante omissioni e mancanze di
generosità, per avere scarsamente fatto fruttare i molti talenti che mi ha
affidato; e mi consolano le parole di S.Giovanni: "se il nostro cuore ci
rimprovera, Dio è più grande del nostro cuore, e conosce ogni cosa " (I
Gv). Di quante grazie mi ha favorito il Signore fin dal principio della mia
esistenza!
Posso ben dire, ma con profonda compunzione, di essere nel numero dei
"privilegiati". Il clima di "famiglia felice" in cui sono nato da santi
Genitori cristianamente consapevoli e fieri delle loro responsabilità, che
mi hanno educato, i carissimi fratelli con i quali sono cresciuto, i
Sacerdoti esemplari che ho incontrato, l'ottima scuola dei PP. Gesuiti, il
"Massimo", che ho frequentato per 8 anni, sede di una fiorente
Congregazione Mariana e del famoso Reparto scout Roma 5°; i personaggi più
in vista del mondo cattolico di allora che, sebbene ragazzo, ho avuto modo
di avvicinare, ma soprattutto lo Scautismo nel quale, appena fondata l'ASCI
nel 1916, fui iscritto come Lupetto dai miei Genitori, sempre aperti e
attenti alla ricerca di quanto di meglio potessero trovare per favorire la
nostra formazione e la nostra crescita soprattutto spirituale. Anche mio
Padre entrò presto nell'Associazione e fu membro del Comitato Centrale e
del Consiglio Generale dal 1918 fino alla soppressione del 1927. La mia
famiglia fu l'ambiente nel quale nacque e fiorì la mia vocazione
sacerdotale, favorita indubbiamente anche dal clima del reparto, che in
quel torno di tempo fornì alla Chiesa altre cinque vocazioni, tra le quali
- oltre a mio fratello - quella del P.Agostino Ruggi, fondatore del
Guidismo Cattolico, e di Mimmo Maddalena precocemente ritornato alla Casa
del Padre. Il Sacerdozio fu il mio sogno fin dall'adolescenza, e l'ideale
della celebrazione della Messa precedette, ma di poco, quello
dell'apostolato giovanile. Il raggiungimento di queste due mete seguì un
percorso non poco tormentato, che però nei disegni della Provvidenza, fu
prezioso per la mia crescita e la mia formazione. Difficoltà,
incomprensioni e contrasti non mi sono certamente mancati, ma hanno avuto
un peso assai piccolo in confronto delle consolazioni e delle gioie del mio
Ministero. Queste sì, che hanno rappresentato quel "centuplo" promesso dal
Signore fin di quaggiù e mi hanno colmato di tanta gioia da farmi quasi
venire il timore di sentirmi dire, alla resa dei conti: ". ma non hai forse
già ricevuto la tua mercede?."
No, Signore mio! So che nella tua Misericordia non lo dirai, e anche se
riconosco che avrei dovuto essere infinitamente più alacre e generoso nell'
impiegare i talenti che mi hai affidato, la tua cara Madre, Madonna del
Divino Amore che sempre mi ha difeso e protetto, interverrebbe a pregarti
di non volermi considerare come un servo infingardo.
E che dire delle grazie di ordine materiale? "Benedici il Signore, anima
mia e non dimenticare tanti suoi benefici!" canta il Salmo 102. Anche
umanamente parlando, mi devo ritenere un "privilegiato"; il Signore mi ha
concesso una modesta agiatezza, e anche in momenti difficili non mi è mai
mancato il necessario e anche un po' di superfluo. Quanto alla salute, nel
corso della mia lunga esistenza, non poche e gravi malattie me l'hanno
insidiata; ma la Provvidenza non mi ha fatto mai mancare le cure necessarie
per potermi ristabilire e riprendere il mio servizio.
Nel periodo della guerra è stata particolarmente evidente la protezione
della Madonna del Divino Amore, alla quale mia Mamma aveva consacrato con
voto, mio fratello e me. I siluri e le bombe che colpirono le navi sulle
quali ero imbarcato come Cappellano, mi lasciarono sempre incolume. Forse
fu anche per l'Eucarestia che, durante la navigazione portavo in una teca con
me, sul mio petto. Come pure, durante il periodo della Resistenza, quando -
sotto il naso degli occupanti dovetti provvedere a salvare molte decine di
militari sbandati e di ebrei perseguitati, fornendoli pure di documenti
autenticamente falsificati, mentre io stesso, dalla primavera del '43
divenuto Cappellano dello Stato Maggiore della Marina, ero nella lista dei
ricercati. Posso dire di aver toccato con mano la protezione del Cielo.
Come posso ringraziare il buon Dio di tutto questo? Le mie espressioni di
riconoscenza, per quanto continue e profonde, da sole non possono bastare:
sono sempre sentimenti e parole di un pover'uomo; ma con l'inestimabile
"privilegio" del mio Sacerdozio, ho il modo di farle salire a Dio
"tradotte" in linguaggio divino da quel Gesù che con le mie poverissime
mani offro ogni giorno al Padre nella mia Messa, dando così ad esse un
valore veramente degno di Dio.
Ma l'espressione della mia riconoscenza si rivolge anche a voi, Scouts e
Guide carissimi, di ogni età, ai quali da sempre ho dedicato il mio
Sacerdozio, cercando di additarvi la vera "Stella" su cui orientare il non
facile percorso all'azimut della vostra esistenza, dai quali ho anche
imparato tante cose e che mi avete ripagato con tanto affetto. Giunto il
momento della Partenza, "al cader della sua lunga giornata" guardando nel
sole l'Aquila Azzurra prende il volo verso quel "prato di stelle" dove un
immenso cerchio stringe i Beati attorno al fuoco dell' Eterno Amore, e
porta voi tutti nel cuore, nella fiducia che la Misericordia
di Dio, anche per le vostre preghiere, gli abbia riservato un po' di posto.
"Ma non 'addio' diciamo, allor che ancor ci rivedrem, e Dio che tutto vede
e sa un dì ci riunirà!"
Cantate così con me, e Dio sia sempre con voi.
Vi benedico e vi abbraccio tutti, più forte di prima. Ci riconosceremo
nello "spezzar del Pane".
d.Tar
P.S. Ho celebrato sempre tante Messe per voi; vi prego di farne celebrare
qualcuna in suffragio per me. Grazie ancora!