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il nobel Modigliani critica la guerra preventiva di Bush



Paolo Manzo - da Vita on line 7/2/03

Il premio Nobel per l'economia critica duramente la posizione Usa 
sull'Iraq. Intervista esclusiva su VITA di questa settimana

"È un momento in cui noi tutti ci sentiamo a disagio con questo presidente 
cowboy. Bush junior si comporta da cowboy in ogni cosa che fa". Queste le 
parole usate da Franco Modigliani che, assieme ad altri 40 Nobel 
statunitensi, ha firmato un Manifesto contro la guerra preventiva. In una 
lunga intervista in esclusiva concessa a Vita, l'unico Nobel italiano per 
l'economia spiega i motivi che hanno spinto a scendere in campo quasi tutti 
gli statunitensi che hanno ricevuto l'importante premio dell'Accademia 
svedese delle scienze.

Chi oggi ha ancora la testa a posto, chi ha recuperato dalla sbandata post 
11 settembre, è contro la pazzia della guerra preventiva. E, in ogni caso, 
la guerra non la si deve fare da soli, come continua a dire il cowboy. Bush 
ripete Io non ho paura. Io non ho paura- continua Modigliani - senza capire 
che non è quello il punto. Neanche un brigante quando va a fare una rapina 
ha paura. Che vuol dire? Va bene che lui non abbia paura, ma le conseguenze 
quali saranno? Disastrose, perché vanno contro quella sicurezza collettiva 
che ci ha portato fin qui.

Tra i firmatari del Manifesto dei Nobel ci sono anche Hans Bethe, uno dei 
padri della prima bomba atomica, e Norman Ramsey, scienziato che lavorò al 
progetto Manhattan e preparò la bomba che fu sganciata su Hiroshima.

Nell'intervista esclusiva a Vita, Modigliani critica aspramente anche 
alcuni provvedimenti economici, allo studio dell'amministrazione di George 
W. Bush, e che lo hanno lasciato costernato. "All'America non serviranno a 
nulla", assicura il Nobel, e l'unica ripercussione che avranno 
sull'economia sarà quella di far diventare più ricchi quelli che già lo 
sono. La critica maggiore di Modigliani riguarda l'eliminazione 
dell'imposta progressiva sui dividendi, fortemente voluta da Bush junior, e 
che il Nobel definisce una "proposta incredibile".