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Appello per la ricerca in italia



Aderite tutti!!!

I nostri governanti si stanno giocando ai dadi la ricerca italiana!!!

Facciamo sentire la nostra voce!

Firmiamo l'appello al presidente della repubblica

su Le Scienze (www.lescienze.it)

ciao Letizia




Appello al Presidente della Repubblica
per la manifestazione del 12 febbraio (ore 11.00, Piazza Montecitorio, Roma)

Illustre Presidente,
gli scienziati e i ricercatori italiani non possono tacere. Gli scienziati
e i ricercatori italiani non possono assistere senza reagire alla
destrutturazione del sistema della ricerca nel nostro Paese. I decreti di
riforma passati in "prima lettura" nel Consiglio dei Ministri dello scorso
31 gennaio sono una minaccia non solo perchè mettono una seria ipoteca
sulla capacità produttiva della ricerca pubblica, ma più in generale perchè
animati da un atteggiamento ideologico nei confronti del sapere e della
conoscenza che è contro il sapere e la conoscenza.
Ridurre drasticamente l'autonomia scientifica del lavoro di ricerca,
introdurre una strutturazione rigida e fortemente gerarchica, privilegiare
la direzione politica rispetto al merito scientifico, significa di fatto
non avere chiari quali sono realmente i principi che governano in tutto il
mondo evoluto un'efficace ed efficiente attività di ricerca.
L'idea che un modello aziendalistico (antiquato oltretutto perchè ignora il
valore della rete e delle autonomie) possa essere trasferito
all'organizzazione della ricerca scientifica, tradisce grave estraneità e
incompetenza da parte degli estensori di questi decreti (che sembra ormai
accertato siano stati formulati con la consulenza di una società esperta
nella ristrutturazione di aziende in crisi).
Non è quindi un caso che la comunita' scientifica non sia stata coinvolta
in questo processo di riordino: non si sono interpellati gli organismi
interni agli enti che si vogliono riformare, non si è avviato un chiaro e
trasparente dibattito. Non si sono neppure attese le risultanze del
Parlamento, che pure aveva deciso di avviare un'indagine conoscitiva sullo
stato della ricerca in Italia.
Un'altra gravissima preoccupazione che questi decreti sollecitano è il
fatto che essi sono pervasi dall'idea che sia possibile avere ricadute
applicative immediate e dirette programmandole dall'alto. Emerge infatti
con chiarezza la spinta verso la ricerca applicata a scapito di quella di
base o fondamentale che viene o abbandonata o fortemente limitata ad alcune
aree ritenute più promettenti. E' questa un'altra idea in assoluta
controtendenza con l'esperienza di chi fa ricerca e con le impostazioni che
vengono anche dagli altri Paesi: non esiste ricerca applicata seria e
davvero innovativa senza una ricerca di base vasta e profonda; le più
interessanti scoperte o invenzioni non sono programmabili e spesso
producono straordinari effetti ed eccezionali ricadut
e sulla società solo molto tempo dopo (basti pensare alla "rivoluzione
elettronica" o alla scoperta del DNA di cui quest'anno si celebrano i 50
anni).
Gli scienziati e i ricercatori di questo Paese hanno nel proprio bagaglio
culturale e nelle tradizioni l'idea del cambiamento e dell'adeguamento alle
evoluzioni sociali, naturali e culturali. Non sono avversi alle riforme,
anzi le invocano, sperando che queste li sostengano più efficacemente nel
lavoro che svolgono con passione. Sono però fortemente contrari ad uno
stravolgimento dei principi alla base del lavoro di ricerca che produrrebbe
non un sistema differente ma semplicemente una messa in stallo di uno dei
settori strategici del Paese.
La cultura, la ricerca, i saperi non li si governa attraverso il comando
politico.
Per queste ragioni gli scienziati e i ricercatori italiani non possono
tacere; per queste ragioni gli scienziati e i ricercatori italiani che
sottoscrivono questo appello si rivolgono per la seconda volta in poche
settimane al proprio Presidente, al Capo dello Stato.
Per queste ragioni il prossimo 12 febbraio scienziati e ricercatori
italiani si troveranno a dover dare pubblica manifestazione del loro
dissenso davanti al Parlamento della nostra Repubblica, riconsegnando
simbolicamente i propri strumenti di lavoro.
L'Osservatorio sulla ricerca,
Carlo Bernardini, Giovanni Bignami, Marcello Buiatti, Giorgio Careri,
Cristiano Castelfranchi, Maria Luisa Dalla Chiara, Tullio De Mauro,
Giuseppe Galasso, Carlo Ginzburg, Margherita Hack, Paolo Sylos Labini,
Franco Pacini, Giorgio Parisi, Adriano Prosperi, Tullio Regge, Giorgio
Salvini, Giuliano Toraldo di Francia