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Microsoft dà accesso ai codici (ma a pochi)
From Associazione software libero
<PR@softwarelibero.it> -----
COMUNICATO STAMPA.
Associazione Software Libero: La libertà non è poter stare a guardare.
Con una comunicazione ripresa da molti organi di stampa, Microsoft ha
dichiarato di voler "aprire" il proprio codice ai governi e alle
principali agenzie nazionali. Niente di nuovo, già da tempo Microsoft
aveva rilasciato sorgenti dei suoi programmi ad alcuni partner ed
istituzioni accademiche. La differenza questa volta sembra essere
l'attenzione verso le istituzioni pubbliche.
Stimolata, come molti osservatori ritengono, dalla cresciuta diffusione
di GNU/Linux e dall'emergere in molti paesi di proposte di legge che
richiedono la verificabilità del comportamento del codice usato dalla
pubblica amministrazione, Microsoft è stata costretta a riconoscere la
validità delle idee di quanti, da decenni, ritenevano l'accesso al
codice la condizione minima indispensabile per poter verificare in
maniera imparziale il corretto funzionamento dei programmi.
Ma l'accesso al codice, e per di più ristretto ad un numero estremamente
ridotto di persone, non garantisce nessuna delle libertà del Software
Libero, ed è di scarsa utilità anche sul semplice piano della ricerca
sui problemi di sicurezza, che sarebbe limitata non solo nel numero di
soggetti che la potrebbero compiere, ma pure nelle modalità.
In ogni caso per gli utenti finali, siano essi singoli che imprese, non
cambia assolutamente nulla; ed anche per lo stato restano negate libertà
fondamentali come quelle di poter distribuire liberamente il codice e
poterlo modificare a piacimento. Solo se queste libertà sono garantite
il software può essere considerato libero, ed un soggetto, sia esso
privato o pubblico, può considerarlo "suo".
Infatti il solo accesso al codice, anche quando non limitato, come in
questo caso, a pochi eletti, senza la possibilità di una libera
distribuzione e modifica non garantisce nessuno dei diritti fondamentali
che servono ad evitare la dipendenza da un fornitore ed ad incentivare
la concorrenza sul mercato e il controllo capillare da parte dei
cittadini.
Il problema maggiore infatti non è tanto l'accesso o meno al codice
quanto la dipendenza da un singolo fornitore per un prodotto sul quale
non si ha praticamente nessuna capacità di controllo. Ci parrebbe
pertanto molto più rilevante da parte di uno stato richiedere che tutti
i fornitori di software proprietario, di cui Microsoft è il più
importante, debbano usare protocolli di comunicazione e formati dei dati
pienamente documentati, di pubblico dominio e non coperti da brevetti,
garantendo così l'interoperabilità, l'indipendenza dal singolo
fornitore, ed un regime di concorrenza reale.