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Il probabile attacco contro l’Iraq e’ l’incubo dei palestinesi



Il probabile attacco contro l’Iraq e’ l’incubo dei palestinesi
Perche’ c’e’ bisogno di una massiccia presenza internazionale nei Territori 
occupati
Di C.C.

26 gennaio 2003 - A. mi telefona alle dieci e mezzo di sera. Sta piangendo. 
Il racconto e’ concitato e a tratti incomprensibile. Molti blindati 
israeliani sono entrati nel centro di Gaza City, dove A. abita. Dal cielo 
gli Apache bombardano a raffica. Cerco di capire cosa stia succedendo, 
domande confuse con risposte confuse. Mi dico che sara’ la “solita” azione 
dell’esercito israeliano liquidata dai nostri media con la frase 
“Incursione israeliana nella Striscia di Gaza, x morti”.
Dal computer mi collego all’Ansa. L’occhio vaga… i giocatori della Juventus 
che hanno fatto visita al feretro di Agnelli, il maltempo in Molise, una 
delle sorelle Williams che ha vinto gli open di Australia di tennis e posa 
con il trofeo al fianco di un’enorme bandiera americana. Sul Medio Oriente 
silenzio assoluto. Oggi, 25 gennaio, nessuna news su cio’ che succede in 
Israele e nei Territori occupati palestinesi.
Il telefono squilla ancora. Adesso e’ C. un americana dell’Ism 
(International solidarity movement - http://www.palsolidarity.org/) da 
Betlemme, che mi chiede se so di qualche italiano che sta nella Striscia. 
Da questo momento in poi e’ un susseguirsi di telefonate e sms. Alle undici 
e venticinque esce la prima agenzia su cio’ che sta accadendo: 
“(ANSA)-GAZA, 25 GEN Blindati israeliani con l'appoggio di unita' di 
fanteria e di elicotteri sono penetrati questa sera nel centro della citta' 
di Gaza. Lo riferiscono testimoni.E' la prima volta dall'inizio 
dell'Intifada nel settembre 2000 che le forze israeliane giungono nel 
centro della citta', anche se le incursioni nella Striscia sono diventate 
quasi quotidiane. Un'altra incursione israeliana di otto blindati e' 
segnalata in un villaggio vicino a Khan Younes, sempre nella striscia di 
Gaza. 2003-01-25 - 23:25:00”.
Alle tre di notte mi chiama D., da Ramallah. Vuole numeri di telefono di 
persone con passaporti stranieri disposte ad andare a Gaza. D. coordina il 
Gippp (Grassroots International Protection Palestinian People - 
http://www.pngo.net/GIPP/index.htm).
“La situazione nei Territori sta diventando pericolosissima” mi dice, 
“vogliono schiacciarci tutti come mosche. Abbiamo disperatamente bisogno 
del vostro aiuto, chiama la gente in Italia, dille di venire qui ad 
aiutarci. Se l’occidente sta zitto per il popolo palestinese sara’ la fine. 
Quello che sta succedendo a Gaza succedera’ nei prossimi giorni a Jenin, 
Ramallah, Nablus, Hebron. E’ la fine. Aiutateci, vi prego. Abbiamo bisogno 
di volontari internazionali nei Territori che ci proteggano e testimonino 
quello che stiamo subendo.” Le rispondo che faro’ il possibile, ma mi sento 
triste e impotente.
Intanto (sono le quattro di mattina) da Gaza city mi arrivano notizie che i 
bombardamenti continuano. In varie zone della citta’ si moltiplicano gli 
scontri a fuoco, molti palestinesi si sono rudimentalmente organizzati per 
rispondere al fuoco (armi leggere contro i tank, mi dicono) e gli 
altoparlanti delle moschee invitano le persone a scendere in strada a 
difendere l’onore palestinese.
L’esercito si e’ ritirato stamattina alle otto. I telegiornali italiani 
hanno dedicato mediamente tre minuti alla notizia. Il solito Paolo Longo, 
inviato Rai, parla con il traffico di Gerusalemme alle spalle. “Il bilancio 
della rappresaglia israeliana (non spiega rappresaglia per cosa), la piu’ 
pesante dall’inizio dell’Intifada, e’ di dodici morti e sessanta feriti.” 
Nessuno dice che molti  (sembra cinque) di questi morti non erano attivisti 
di Hamas ma ragazzini con meno di sedici anni, nessuno dice che alle 
tredici di oggi si stava ancora scavando tra macerie e detriti.
F. attivista italiana, ha raggiunto stamattina alle 10 Gaza city. I quattro 
ponti di collegamento dal nord della Striscia alla citta’ sono stati 
distrutti. Un palazzo al centro della citta’ era in fiamme. Le tante 
persone per strada, attonite, non riuscivano davvero a spiegarsi la ragione 
di tanta brutalita’. All’ospedale dei 35 feriti gravi ricoverati cinque 
erano in terapia intensiva. Secondo i medici due non ce la faranno di sicuro.
Intanto oggi, in Cisgiordania, a una delegazione ufficiale di assessori e 
consiglieri della Campania non e’ stato permesso di raggiungere Jenin, 
stavano portando dei fondi per la ricostruzione dell’ospedale. Tutti i 
check point della Cisgiordania, tranne quello di Qalandia (tra Gerusalemme 
e Ramallah) sono chiusi fino alle elezioni israeliane di dopodomani. Piu’ 
di tre milioni di palestinesi non avranno nessuna possibilita’ di lasciare 
i propri villaggi per recarsi al lavoro, per andare a trovare qualcuno o 
semplicemente per il piacere di una passeggiata.
Il ministro della difesa israeliano Mofaz ha dichiarato che l’esercito ha 
iniziato una distribuzione di armi agli abitanti delle colonie piu’ isolate 
e dei villaggi israeliani a ridosso della Green line.


Gippp Grassroots International Protection for Palestinian 
People 
http://www.pngo.net/GIPP/index.htm


APPELLO URGENTE DALLA PALESTINA
AZIONE DI EMERGENZA


La pianificazione americana che portera’ alla guerra contro l’Iraq sta 
spianando la strada che permettera’ a Israele di infliggere la peggiore e 
piu’ terrbibile azione contro il popolo palestinese nella West Bank e nella 
Striscia di Gaza.
Il Grassroot International Protection for the Palestinian People, GIPP, 
chiama a raccolta la comunita’ internazionale, le organizzazioni per i 
diritti umani e civili e tutti quei popoli e quelle istituzioni che si 
oppongono alla guerra e alla distruzione.
Vi chiediamo di venire nei Territori palestinesi occupati a proteggere la 
popolazione palestinese. Specialmente dopo che gli Usa hanno reso 
impossibile al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite l’invio di 
osservatori civili internazionali a protezione dei tre milioni e 
seicentomila palestinesi che vivono nella West Bank, a Gerusalemme est e 
nella Striscia di Gaza, e che da oltre due anni e mezzo sono sottoposti al 
terrorismo di Israele.

Il nostro appello disperato nasce dalle continue dichiarazioni e commenti 
che le fonti ufficiali israeliane e i loro sostenitori (ministri, 
responsabili militari, pianificatori strategici, giornalisti e commentatori 
politici) che reclamano la totale adesione del mondo alla guerra contro l’ 
Iraq e per poter ottenere cosi’ un totale e decisivo annientamento dei 
palestinesi. Tutto cio’ ci riporta gelidamente al ricordo della guerra del 
1948 in Palestina e alle sue catastrofiche conseguenze.

Mentre noi sinceramente speriamo che la societa’ civile internazionale, con 
l’aiuto delle Nazioni Unite, riesca a scongiurare la guerra in Iraq, 
ugualmente non possiamo non tener conto dei solerti preparativi che gli Usa 
stanno portando avanti e l’entusiasta adesione di Israele a questa guerra.
Per questa ragione chiediamo che una massiccia forza di protezione 
internazionale composta da volontari venga immediatamente in Palestina a 
difesa della popolazione civile palestinese, disarmata contro 
l’intensificarsi del terrore e dei crimini di guerra israeliani.

PRENDI  PARTE ALLA STORIA!!!
OPPONITI ALLA GUERRA E AI CRIMINI CONTRO L’UMANITA’ IN PALESTINA

Per informazioni:

Ramallah 00972 55 378262 Bahia
                   bahiaamra@hotmail.com

In Italia    0541 753619 Gianvito
                   Cell. 347 8448791  Daniele
                   e-mail goel.apg23@libero.it
                   Ass. Papa Giovanni XXIII
                   Servizio Obiezione e Pace