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FSM2003 - NOI COSTRUIREMO L'ARGENTINA DEL FUTURO




"NOI COSTRUIREMO L'ARGENTINA DEL FUTURO"
INTERVISTA A NORA CORTINA, MADRE DE LA "PLAZA DE MAYO"
su www.itaca.coopsoc.it
Sono le otto di sera e il tramonto è magnifico nell'anfiteatro Pôr-do-Sol, 
che significa proprio del tramonto. La Marcia per La Pace che segnava 
l'apertura del Forum Sociale Mondiale si è appena conclusa. Le nuvole 
pesanti della pioggia che ha colpito Porto Alegre cedono spazio alla luce 
di un sole potente che ci fa capire la bella giornata di domani. Ci sono 
migliaia di persone con bandiere delle organizzazioni popolari, studenti, 
contadini, donne, comunità nere, gente di tutto il mondo.
Un gruppo di attori giovanissimi organizza un enorme girotondo attorno ad 
un drago colorato. Il drago balla sopra la testa di gente che lo ha preso 
in prestito alle leggende cinesi. I cinesi? Ridono divertiti dietro ai loro 
striscioni indecifrabili. Poi si mettono a ballare insieme ai palestinesi, 
ai nativi americani (quelli veri che i cowboys non sono riusciti ad 
ammazzare), agli argentini, brasiliani, ai giapponesi pieni di telecamere 
di ultima generazione. Credo di aver capito il significato degli striscioni 
dei cinesi anche se non ho imparato a leggere gli ideogrammi.
Davanti a me c'è una donna, piccola, con un fazzoletto bianco che le 
avvolge la testa. Si legge nel fazzoletto: "Gustavo Cortina 15/O4/1977". È 
Nora Cortina, una delle ostinate donne che i protagonisti della dittatura 
militare argentina ed i politici corrotti hanno imparato a temere. Nora è 
una Madre de la Plaza de Mayo e Gustavo Cortina, suo figlio, è stato uno 
dei desaparecidos portato via in quella data riportata sul fazzoletto.
Nora, perché Lei è venuta a Porto Alegre?
NORA: Non potevamo mancare all'appuntamento del Forum Sociale Mondiale. 
Siamo più che mai impegnate in tante cose in Argentina, ma ci siamo. Per il 
Brasile è arrivato una speranza… un sogno… e noi abbiamo imparato a sognare 
come i nostri figli. Questo Forum è per certi versi l'inizio della 
concretizzazione di quei sogni.
Ricorda il primo giorno nella Plaza de Mayo?
NORA: Come potrei dimenticare? Era il 30 Aprile del 1977. È stata Azucena 
de Villaflor a tirar fuori l'idea di andare alla Plaza de Mayo. Eravamo 
prima nella chiesa della Marina, detta Stella Maris, aspettavamo per poter 
parlare al cappellano militare, Gracelli, per chiedere dei nostri figli 
scomparsi. A quel tempo credevamo ancora che tutti i religiosi fossero 
coinvolti in una lotta per la Giustizia e per la Verità. Invece non era 
così. Allora Azucena ci ha detto che stavamo perdendo tempo lì e che 
dovevamo marciare verso la piazza per farci vedere dalla gente. L'idea era 
buona ma il 30 Aprile del 1977 era un sabato e non c'era la gente. Poi 
abbiamo cambiato giorno ed è stato molto diverso.
Azucena de Villaflor… come era lei?
NORA: È stata la fondatrice delle Madres de la Plaza de Mayo. Era una donna 
energica, una persona eccezionale con una forza spaventosa. Un giorno è 
andata all'edicola a comprare il giornale che aveva pubblicato una nostra 
petizione, chiedendo la verità al governo della dittatura e l'hanno portata 
via… Rimane la forza delle sue idee ed il suo esempio accanto agli esempi 
dei nostri figli cari…
L'Argentina potrebbe seguire la stessa strada del Brasile nella scelta di 
un Presidente veramente coinvolto con le lotte popolari? Ci sono delle 
possibilità in questo senso?
NORA: I movimenti popolari non stanno con le braccia incrociate. C'è una 
lotta disperata per la sopravvivenza accanto allo sforzo per riorganizzare 
il paese. Credo che nel bisogno disperato ci sia l'opportunità del 
cambiamento, perché non ci possiamo attendere niente dai soliti politici 
delle classi abbienti che ci hanno rovinato: o la facciamo noi o non ci 
sarà una Argentina nel futuro. C'è bisogno di lottare ogni giorno in tutti 
i sensi per evitare che ci sia un altro Menem o topi del genere.

venerdi 24 gennaio 2003
Alberto Chicayban
delegato ufficiale al FSM
Coop Itaca - Pordenone
Prot.130