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Recensione libro
Pensare ed agire nell'eta' della globalizzazione
a cura di
Stefano Agnoletto
Edizioni di Terrenuove - Euro 14,50
Conosco personalmente Dela Ranci, colei che ha curato la prefazione di
questo libro. Con lei, e con suo marito Carlo Agnoletto, ho trascorso un
piacevole ed insolitamente piovoso e freddo pomeriggio d'agosto. Abbiamo a
lungo parlato dei loro figli e dei miei. Mi sono sembrate due persone
semplici gentili ed eccezionali abituate da sempre, grazie forse anche alle
professioni che hanno scelto di svolgere, a mettere le loro vite ed il loro
sapere a disposizione degli altri. I loro figli sono stati scout
nell'AGESCI per un'infinita' di anni e probabilmente per questo ancora
oggi, da adulti, cercano di mettere in pratica, ognuno in un modo diverso,
l'insegnamento lasciato loro da Baden Powell, fondatore dello scoutismo,
cercate di lasciare il mondo un po' migliore di come lo avete trovato.
Quello che fa Vittorio lo sappiamo tutti. Mariagiulia si occupa di bambini
palestinesi cercando di regalare loro una ragione per vivere. Paolo, con la
moglie ed i loro figli Margherita e Simone, si occupa di un altro bambino
cercando di regalargli una famiglia. Stefano, oltre ad altro, ha scritto,
con altri, questo libro.
Dela Ranci, nella prefazione, spiega che "Pensare e agire nell'eta' della
globalizzazione" raccoglie i materiali di un corso "Fair Trade, Fair
Thinking" (Commercio equo, Pensiero leale) organizzato dalla Libera
Universita' Terrenuove.
Terrenuove e' una cooperativa sociale (promotrice anche dell'edizione di
questo libro) che aiuta le persone che soffrono di emarginazione sociale e
culturale; ed e', al tempo stesso, una Libera Universita'. Un luogo dove
"pensare" insieme; un punto d'incontro dove persone provenienti da mondi
culture ed esperienze diverse si confrontano e cercano insieme di ampliare
i propri orizzonti e di imparare, attraverso i vari corsi, a rendere
possibili altri modi di pensare, curare, lavorare, produrre e vivere.
Stefano Agnoletto sostiene che e' indispensabile riappropriarsi dei
contenuti della cosiddetta "scienza economica" per evitare che questa
rimanga solo ed esclusivamente nelle mani di tecnici e studiosi. Percio' ci
parla di domanda e offerta; del pensiero marxista e della teoria
keynesiana; fino ad arrivare alle multinazionali, ed a come il marchio
tenda a prescindere dalla merce effettivamente prodotta. Le multinazionali,
oggi, fanno di tutto per separare il lavoro finito dallo squallore di dove
e' stato costruito. Nel Sud del mondo artigiani, contadini e chi, nei
decenni scorsi, pensava di poter produrre per esportare, non possono piu'
lavorare, perche' incapaci di sostenere la concorrenza di queste super
potenze. Nel Sud del mondo le multinazionali costringono i lavoratori a
salari assurdi ed a condizioni di lavoro terribili. (Noi, nel Nord del
mondo, compriamo i loro prodotti).
Tutta questa lunga premessa, fatta dal curatore del libro, e'
indispensabile per spiegarci che dietro ad un gesto che puo' sembrare
banale come il fare la spesa, si nascondono invece problemi di natura
sociale, politica ed ambientale che riguardano il mondo intero.
L'acquisto di un prodotto - continua a spiegarci Stefano Agnoletto - non e'
solo l'acquisto di una merce destinata ad un impiego personale ed alla
soddisfazione di un bisogno, ma ci rende complici e responsabili di cio'
che accade in tutto il percorso del prodotto stesso, e dunque dalle
fabbriche ai campi di lavoro di tanti Sud. Esistono dei ponti invisibili
fra il Sud ed il Nord del mondo; ponti che le multinazionali, attente
all'immagine, e preoccupate di nascondere il momento produttivo, cercano di
occultare.
È quindi necessario ed indispensabile stabilire dei contatti, delle
alleanze fra i consumatori e risparmiatori del Nord e lavoratori del Nord e
del Sud.
Il volume prosegue poi a piu' mani. Persone professionalmente qualificate
ci parlano di commercio equo solidale, prodotti ecologici, cooperative,
botteghe; Tobin Tax; Mani tese; debito estero dei paesi poveri; gestione
etica e responsabile del nostro denaro. Fino a giungere, nell'ultimo
capitolo, alle parole di Giovanni Acquati: "Ora per i lettori non ci sono
piu' scuse: hanno la possibilita' di capire meglio, informarsi piu'
approfonditamente, andare a trovare le persone che conducono queste nuove
iniziative: non si puo' far finta di non sapere".
"Ricordo un proverbio tibetano - continua Giovanni Acquati - che amo molto:
la parola non e' che la schiuma che si spande (e si perde) sull'acqua;
l'azione e' la goccia d'oro che scava la pietra".
L'azione dunque dobbiamo compierla noi. Noi possiamo trasformarci da
cittadini passivi a cittadini attivi, consapevoli e protagonisti in prima
persona di ogni nostra scelta. Non sara' sicuramente un'azione semplice, ma
e' l'unica che possiamo fare perche' ormai abbiamo capito che, come ha
detto Vittorio Agnoletto: questo mondo o sara' migliore o semplicemente non
sara'.
Elisabetta Caravati