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carceri: dalla legge pastrocchio alle legge truffa



Comunicato Stampa

Un bel regalo di Natale per le carceri: una legge-pastrocchio rischia di 
diventare una legge-truffa

  Il Papa aveva chiesto una riduzione di pena. I detenuti si attendevano un 
indulto. Gli operatori penitenziari e gli agenti anche ci contavano, perché 
sanno e dicono che lindulto è una precondizione per affrontare in modo 
serio i problemi strutturali delle carceri. Problemi che riguardano le 
condizioni di vita nelle celle, ma anche quelle di lavoro. Ci speravamo 
anche noi, le associazioni e i volontari che quotidianamente vedono il vero 
e proprio sfascio di dignità e di legalità che ogni giorno avviene nelle 
prigioni: a causa del sovraffollamento, anzitutto; ma anche del 
restringimento delle misure alternative, della rigidità e disfunzionamento 
di molti tribunali di sorveglianza, della carenza di educatori e assistenti 
sociali sul territorio, della carenza assoluta di risorse che sostengano il 
reinserimento sociale e lavorativo, della carente attuazione del nuovo 
regolamento penitenziario, della non applicazione della legge sulle 
detenute madri, del mancato rifinanziamento delle legge Smuraglia per 
incentivare il lavoro dei detenuti nelle carceri e fuori, dellulteriore 
taglio nella Legge Finanziaria dei fondi per la sanità penitenziaria, ormai 
ridotta a pura parvenza, nonostante gli sforzi degli operatori. E così via.

Quelli che vogliono deludere queste attese e necessità ed eludere le parole 
del Pontefice sono, ormai in tutta evidenza, molti di coloro che quelle 
parole applaudirono a lungo nellAula di Montecitorio il 14 novembre scorso.

Subito dopo gli applausi, invece, le acque si sono fatte torbide e confuse, 
e si è cominciato a parlare di indultino, ovvero di una misura di 
sospensione, anziché di riduzione della pena. Poi è ripreso il collaudato 
gioco del ping-pong tra le forze politiche e le varie proposte in campo. 
Infine, in una mediazione al ribasso, si è prodotto un pastrocchio. Un 
nuovo testo unificatoche, onestamente, uno dei suoi due estensori ha 
definito non un provvedimento di clemenza ma una legge anti-recidiva. E che 
rischia in questi giorni di essere ulteriormente peggiorata da inacettabili 
emendamenti. In questo caso, il pastrocchio diventerebbe addirittura una 
truffa.

Una truffache, oltre a sovrapporsi alle misure già esistenti, quali 
laffidamento in prova, rischia addirittura di essere peggiorativa dei 
benefici già esistenti, quali la cosiddetta legge Simeone.

Una legge che, in quel caso, sarebbe soggetta a infinite esclusioni e 
discrezionalità. Una legge, in buona sostanza, che non farà uscire dal 
carcere praticamente nessuno in più di quanti già ora potrebbero fruire di 
misure esistenti. Anzi, rischia di farne uscire qualcuno di meno.

Per questo non ci sembra eccessivo parlare di rischio di legge-truffa: se 
questo fosse lesito parlamentare, sarebbe una crudele beffa nei confronti 
del detenuti, uno schiaffo alle parole del Papa, un inganno nei confronti 
della stessa pubblica opinione.

Dunque, prima e già ora in Commissione Giustizia si esperisca per davvero e 
sino in fondo la via maestra, si faccia votare lindulto e su questo ogni 
forza politica si assuma le proprie responsabilità. E semmai dopo si votino 
ipotesi diverse e subordinate.

Per denunciare tutto questo, per chiedere al Parlamento e immediatamente 
alla Commissione Giustizia della Camera di mettere in discussione e in 
votazione le proposte già depositate di amnistia e indulto

  domani, giovedì 19, alle ore 12

terremo una Conferenza Stampa

a Milano, in piazza Filangeri, davanti al carcere di San Vittore

Sergio Segio e Sergio Cusani