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Delegazione Parlamentari europei nella Palestina Occupata



Gerusalemme, Betlemme, Gaza, Hebron, Ramallah: un popolo confinato in città 
blindate
Diario della visita dei parlamentari europei nei Territori occupati
Chiara Tamburini - Liberazione 4 Novembre 2002

Gerusalemme - nostro servizio
Venerdì scorso è arrivata a Gerusalemme una folta delegazione ufficiale del 
Parlamento europeo guidata da Luisa Morgantini (Prc) e composta da 
eurodeputati di varie nazioni e gruppi politici, tra cui l'italiano Bruno 
Trentin (Ds), la danese Sandbaek, i britannici Evans, Nicholson e Perry, e 
l'austriaco Swoboda. Scopo della delegazione è stato incontrare vari 
rappresentanti del Consiglio legislativo palestinese, a soli due mesi dalle 
previste (ma sempre meno probabili, vista l'occupazione) elezioni 
palestinesi. La delegazione è ripartita per l'Europa ieri pomeriggio, dopo 
aver effettuato una serie di incontri per capire l'emergenza ed essere 
stata testimone della tremenda occupazione.
Per le visite ai vari membri del Consiglio legislativo palestinese (tra cui 
il presidente Abu Ala) è stato necessario recarsi di volta in volta nelle 
sedi o nelle abitazioni private, poiché non è permesso ai parlamentari 
palestinesi di spostarsi o lo si consente con le estenuanti attese ai check 
point.

Così, grazie allo statuto diplomatico della delegazione, questa si è potuta 
recare sabato a Betlemme, città sotto stretto coprifuoco da una decina di 
giorni. Lì ha avuto un incontro con Sal Al Tamari (leader storico 
palestinese), visitato la chiesa della natività e la città, in un'atmosfera 
surreale: il coprifuoco impedisce alla gente di uscire di casa anche solo 
per comprare i generi alimentari o andare dal medico. Solo un gruppo di 
ragazzini, sfidando il coprifuoco, giocava a calcio nella piazza centrale: 
un modo innocente e disperato di reagire a una situazione invivibile. 
Domenica la delegazione si è recata a Gaza, dove ha potuto anche vedere le 
case demolite dai militari accanto a una colonia, condividendo con decine 
di altre famiglie il disagio di restare bloccati per sei ore e mezza ad un 
check point, nonostante gli interventi dei rappresentanti diplomatici 
dell'Unione europea e che non vi fosse alcun motivo per bloccare la strada 
di uscita da quel settore di Gaza.

La giornata di lunedì è stata dedicata ad una tappa a Hebron, dove la 
delegazione ha incontrato diverse autorità palestinesi (tra le quali il 
ministro degli Interni e dell'Agricoltura) e ha visitato la parte vecchia 
della città, dominata da 400 coloni che, protetti dall'esercito, tengono 
prigionieri 120mila palestinesi (letteralmente blindati nelle loro case). 
Distrutto gran parte del patrimonio architettonico e storico. Ieri la 
delegazione si è recata a Ramallah per incontrare delle ong palestinesi, 
gli avvocati di Marwan Barghouti e, in serata, il presidente Arafat nel suo 
quartier generale (al momento in cui andiamo in stampa non ci è stato 
possibile avere dettagli di quell'incontro).

Come ha dichiarato Luisa Morgantini, le difficoltà incontrate dai deputati 
europei sono solo piccoli esempi di ciò che i palestinesi subiscono 
quotidianamente a causa dell'occupazione israeliana. Due giorni fa 
l'esercito ha notificato un'ordinanza di demolizione di 15 nuove case per 
«prevenire atti di terrorismo», continuando così lo stillicidio quotidiano. 
Per questo è importante che sempre più persone si rechino di persona nei 
territori occupati per vedere coi proprio occhi e vivere sulla propria 
pelle la tremenda umiliazione che un popolo si trova a subire ormai da 
decenni: in barba agli accordi internazionali, alle risoluzioni dell'Onu, 
alle promesse europee, alle speranze in un futuro di pace che i palestinesi 
incontrati - tenacemente - continuano a manifestare.