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Per salvare molte vite umane: una proposta ragionevole



Ad alcuni mezzi d'informazione
e ad alcune istituzioni, associazioni e persone di volonta' buona

Vi inviamo un intervento estratto dal numero odierno del notiziario
quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".
In esso si riprende, si argomenta e si rilancia la proposta formulata
nell'intervento diffuso il 3 dicembre dalla struttura pacifista viterbese.
Vi saremmo assai grati se a questa proposta voleste dedicare la vostra
attenzione.
Ringraziandovi fin d'ora, vogliate gradire cordiali saluti,

Centro di ricerca per la pace di Viterbo
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Viterbo, 5 dicembre 2002

* * *

ANCORA SULLA RAGIONEVOLE PROPOSTA PER FAR CESSARE LE STRAGI DI IMMIGRATI IN
MARE: INGRESSI LEGALI E TRASPORTO PUBBLICO E GRATUITO

Vorremmo che fosse discussa seriamente la ragionevole proposta - avanzata
anni fa dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo e ieri riproposta su
questo notiziario - per far cessare le stragi di immigrati in mare: proposta
consistente nel consentire a tutti i richiedenti ingressi legali e garantire
un servizio di trasporto pubblico e gratuito.
Vorremmo che fosse discussa per quello che e': una proposta politica ed
amministrativa di mero buonsenso, non una astratta levata d'ingegno.
Perche' astratto e velleitario e' piuttosto il disegno disumano e dereistico
di erigere una muraglia nel Mediterraneo che separi ed imprigioni l'Europa
rispetto al resto del mondo; una muraglia che nega alla stragrande
maggioranza dell'umanita' di sfuggire alla fame, alle guerre e alla morte e
venire costi' ove la vita e' piu' possibile che altrove (e lo e' grazie alla
plurisecolare nostra rapina delle risorse del sud del mondo); una muraglia
che tradisce ed annienta i principi solennemente affermati fin nella nostra
carta costituzionale. Ma questo disegno feroce e insensato e' oggi
tragicamente la politica dominante dei governi europei tutti, ed essa
politica deve essere denunciata e rovesciata per restaurare democrazia e
diritti.
Lo diciamo in tono piano ma fermo: chi pensa di poter proseguire con
l'apartheid a livello planetario dovrebbe al piu' presto informarsi
sull'avvenuta, perche' inevitabile, caduta del regime che l'apartheid
istituzionalizzo' e perpetro' lungamente in Sud Africa: e sarebbe bene che
tutti ci si affrettasse a passi costruttivi per la fine dell'apartheid
planetario poiche' non e' detto che anche a livello planetario si ripeta la
fortuna di una transizione alla democrazia senza un immane bagno di sangue.
*
Le principali obiezioni che vengono mosse alla nostra ragionevole proposta
sono tre:
a) aprire le frontiere provocherebbe una incontrollabile invasione che
presto soverchierebbe la "capacita' di carico" del nostro territorio;
b) gli altri paesi europei non ce lo permetterebbero mai;
c) e' di estrema difficolta' organizzare sia l'ingresso legale che, e ancor
piu', un servizio di trasporto pubblico e gratuito per quanti vogliono
venire nel nostro paese in fuga da fame, guerre, persecuzioni.
Proviamo ad analizzarle una per una, confrontandole con la situazione
attuale.
*
Quanto alla prima obiezione, partiamo dalla realta' odierna.
Le frontiere europee - e soprattutto quelle italiane - sono un colabrodo e
resteranno tali per quanto si dia disposizione alle forze dell'ordine di
fare la faccia feroce. La realta' e' che oggi l'immigrazione verso l'Italia
avviene in modo massiccio, avviene in modo clandestino, costituisce un lucro
immenso per i poteri criminali, provoca stragi di esseri umani innocenti e
disperati, porta nel nostro paese persone in condizioni drammatiche ed
esposte ad ogni rischio e vessazione, le porta qui come persone braccate e
necessariamente nemiche di una realta' ostile. E' ragionevole tutto questo?
Se invece facessimo la scelta di accogliere le persone che fuggono da luoghi
e condizioni da cui ogni persona ragionevole fuggirebbe, non solo
applicheremmo il comma terzo dell'art. 10 della Costituzione (ovvero
adempiremmo a un dovere sancito dalla legge su cui si fonda l'intero nostro
ordinamento giuridico), ma faremmo cosa buona, giusta e soprattuto utile a
tutti: anche a noi stessi cittadini italiani: tutte le persone che
giungerebbero nel nostro paese lo farebbero in condizioni di legalita', e si
sentirebbero vincolate ad un atteggiamento di reciprocita'; sottrarremmo ai
poteri criminali ingenti profitti, numerose vittime e mano d'opera;
promuoveremmo sicurezza per tutti, diritti per tutti e cooperazione
concreta.
Quanto al pericolo della "invasione": ma siamo poi certi che ci sarebbe
l'invasione?  non si perverrebbe piuttosto, come sempre accade, a una sorta
di ragionata e negoziata autoregolazione del fenomeno, come insegnano
innumerevoli esperienze storiche? Vogliamo cominciare a rifletterci da
persone pratiche?
Ma prendiamola comunque sul serio questa obiezione, e pensiamo comunque a
una strategia adeguata, complessa e sistemica, che agisca sui due versanti:
l'accoglienza qui, e il sostegno allo sviluppo (quello economico:
sostenibile, autocentrato, con tecnologie appropriate; e quello politico:
verso l'affermazione dei diritti umani per tutti gli esseri umani)) la':
poiche' dobbiamo pur dircelo che le flagranti violazioni dei diritti umani
in tante aree del sud del mondo, e la tremenda poverta' da cui sono afflitte
le popolazioni che li' risiedono, discendono in larga e decisiva misura
direttamente dagli inqui rapporti tra i paesi ricchi e gli altri; ovvero
possono essere risolti solo se noi decidiamo di contribuire a risolverli,
smettendola di rapinare e cominciando ad aiutare quei popoli: e sarebbe ora
di farlo davvero.
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Quanto alla seconda obiezione, partiamo anche qui dalla realta'.
Altri paesi europei hanno adottato ed adottano tuttora politiche ben diverse
da quella italiana, in ragione del loro diverso passato (ad esempio
l'eredita' del colonialismo, che oltre ad aver provocato infiniti e non
cessati orrori, ha tuttavia creato anche ponti e legami: quando pensiamo
alla poesia francese del Novecento Senghor o Cesaire sono altrettanto
rappresentativi di Eluard; e le cose piu' notevoli della letteratura in
lingua inglese di questi ultimi decenni sono state scritte da persone del
sud del mondo).
Ma se guardassimo seriamente, profondamente, al passato del nostro paese,
non troveremmo qualcosa che fieramente contrasta col razzismo oggi egemone?
L'enorme ricchezza culturale del nostro territorio non dipende forse dalla
compresenza di culture le piu' diverse? Non dipende dal meticciato di cui il
nostro paese e la nostra storia sono un esempio grandioso? E c'e' davvero
bisogno di ricordare la storia tremenda dell'emigrazione italiana (in anni
non cosi' remoti come vorrebbe farci credere la rimozione massmediatica che
cerca di murarci in un eterno presente abitato pressoche' solo da
simulacri)?
Si dice: vi sono accordi politici nella comunita' europea: e' vero; ed
alcuni di essi sono biecamente razzisti. Essi possono e devono essere
rinegoziati. Non sarebbe ne' la prima ne' l'ultima volta; anzi: gia' troppo
tempo si e' perso. E non si dica che contrastare il razzismo - nei fatti,
oltre che a chiacchiere - non sia un dovere dell'Unione Europea, che in
tanto ha ragione di essere in quanto ai valori della democrazia e
all'estensione dei diritti umani si ispiri.
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Quanto alla terza obiezione, ancora una volta partiamo dalla situazione
odierna.
La situazione odierna e' caratterizzata da stragi, incremento della
criminalita' organizzata, crescita del razzismo e dell'insicurezza, violenze
inenarrabili (e proprio contro persone giunte nel nostro paese con la
speranza di trovarvi un paese civile e civili persone). Non sara' ora di
sperimentare politiche che cerchino di opporsi a tutto cio'?
Per promuovere la legalita' la politica migliore e' appunto favorire la
legalita'.
Per promuovere la sicurezza la politica migliore e' garantire a tutti
sicurezza.
E le stragi? Vogliamo farle cessare o no?
E i poteri criminali: vogliamo contrastarli o no?
Se vogliamo farlo occorre una politica sostanziata in provvedimenti
amministrativi adeguati, che muova nella direzione degli ingressi legali;
non ci sono alternative.
E se vogliamo organizzare questa politica in termini di servizio pubblico e
gratuito, che e' l'unico modo per organizzarla seriamente, le risorse si
devono trovare. E ci sono. Chi scrive queste righe ha dedicato tanti anni
della sua vita alla gestione della cosa pubblica, e ha dedicato tanto di
quel tempo alla verifica dei bilanci degli enti pubblici da sapere fin
troppo bene che i soldi ci sono, e che una politica come quella che
proponiamo non solo e' sostenibile, ma avrebbe ricadute piu' che benefiche
sulla societa', sull'economia e sulla stessa pubblica amministrazione del
nostro paese.
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Ma vi sono, si capisce, due obiezioni uteriori, non dette perche' tra
gentiluomini certe cose non si dicono, ma a tutti palesi:
d) con il governo che ci troviamo, come potete pensare che la vostra
proposta abbia possibilita' di attuazione?
e) e con lo spettro del terrorismo ovunque incombente, non avete altro da
pensare che aprire le frontiere?
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Anche qui, ragioniamoci sopra da persone pratiche.
Per quanto riguarda il governo:
- primo, il governo attuale non e' un'eterna dannazione: puo' perdurare a
lungo ma puo' anche cadere prima di quanto si creda; la legge
sull'immigrazione in vigore e' gia' da se stessa condannata all'abrogazione
in punti decisivi non appena la Corte Costituzionale si pronuncera' (e il
Tribunale di Viterbo ha gia' da tempo rimesso alla Corte Costituzionale
quella legge evidenziandone i profili di incostituzionalita');
- secondo, di questo governo si puo' favorire la caduta proprio promuovendo
proposte politiche ragionevoli, proprio promuovendo proposte di civilta',
proprio lavorando sul terreno della promozione della democrazia, della
legalita', dei diritti umani, e traducendo questa azione anche in
provvedimenti legislativi ed amministrativi.
Del resto: avra' contribuito o no a portare alla vittoria elettorale e al
governo del paese la coalizione che include razzisti e fascisti il fatto che
il precedente governo avesse proprio nel campo delle politiche migratorie
adottato provvedimenti razzisti come ad esempio l'aperura del campi di
concentramento in cui sono recluse persone che non hanno commesso alcun
reato? C'e' qualcuno che pensa che questo non abbia contato nel consegnare
alla destra il governo, dopo aver contribuito a rendere egemone il razzismo
nell'opinione pubblica e nelle concrete scelte legislative ed amministrative
di quel governo che pur si fregiava della qualifica di "centro-sinistra"?
Non e' forse evidente che nel determinare la vittoria della coalizione piu'
bellicosa ed eversiva abbia contato non poco il fatto che il precedente
governo trascino' l'Italia in una guerra immorale e ilegale, violando la
Costituzione e rendendo il nostro paese partecipe di crimini di guerra e
contro l'umanita'?
E dunque: formuliamo le proposte legislative ed amministrative che ci
sembrano giuste e necessarie, senza subalternita', senza rassegnazioni.
Usciamo dall'apatia e diciamo cio' che occorre fare, e cominciamo a
costruirne la realizzazione.
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E quanto al terrorismo: promuovere la legalita' non e' forse il modo
migliore per contrastare i poteri criminali e assassini? Quante piu' persone
sono nella legalita' tanto piu' la legalita' si rafforza, e si indebolisce
il campo del crimine. E quanto piu' la politica italiana viene incontro ai
bisogni dei popoli del sud del mondo, tanto piu' si realizza cooperazione e
si riconoscono diritti umani, tanto piu' si puo' sconfiggere la propaganda
degli scellerati criminali terroristi che ha buon gioco oggi a denunciare i
crimini del nord del mondo colonialista, razzista e onnicida.
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In breve e per concludere: anche in questo ambito occorre uscire dalla
subalternita': apriamo se non altro un campo di riflessione e di discussione
su una proposta che avrebbe una efficacia reale ed e' formulata secondo
ragionevolezza e pragmatismo, come proposta politica ed amministrativa
concretamente praticabile, e sicuramente efficiente ad intervenire su una
questione rispetto alla quale l'inerzia, o peggio gli interventi come quelli
disposti dalla legislazione attuale, provocano stragi e favoreggiano i
poteri criminalI.
E noi stiamo a perderci tempo?
Non sentiamo il diritto e il dovere di cercar di far cessare le stragi nei
nostri mari?
Non sentiamo il dovere di venire in soccorso di donne e uomini alla
disperata ricerca di aiuto?
Non sentiamo il dovere di contrastare le mafie?
Non sentiamo il dovere di prendere sul serio quanto scritto nella legge alla
base del nostro ordinamento giuridico?
E' una proposta ragionevole, e necessaria: per far cessare le stragi di
immigrati in mare occorre consentire a tutti l'ingresso legale nel nostro
paese ed offrire un servizio di trasporto pubblico e gratuito.

Severino Vardacampi
a nome del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

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