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REGOLE DI SCELTA E DI SCRITTURA DEI SERVIZI ANSA



Fonte: http://www.ilbarbieredellasera.com/article.php?sid=5050

14.11.2002
Ah Signora mia, all'Ansa non esistono piu' le mezze misure
di Anonimo

Ecco i dettagliati consigli (forniti per iscritto in data 12.11.02) ai 
prodi redattori per rendere ancor più agguerrita quella che è già la più 
grande delle agenzie di stampa italiane. Di più. Un mito


REGOLE DI SCELTA E DI SCRITTURA DEI SERVIZI ANSA

Queste brevi note sono destinate soprattutto ai giornalisti Ansa delle 
redazioni regionali e dall’estero. Le redazioni romane (che pure le 
ricevono) dovrebbero essere già al corrente degli elementi che esse 
sviluppano, perché tali indicazioni sono state sovente ribadite con i capi 
settore nelle riunioni quotidiane di impostazione dell’agenzia.

In questi ultimi anni i servizi dell’Ansa sono enormemente cresciuti in 
numero, completezza e accuratezza. Tutte le redazioni hanno dato un 
contributo determinante per raggiungere questo obiettivo. Anche redazioni 
un tempo in grave difficoltà, come il fotografico, esercitano oggi a 
livello nazionale e, spesso, anche internazionale, un’assoluta leadership.

Da editori e direttori arriva il plauso, che ben volentieri vi giro, per 
l’ottimo lavoro informativo che stiamo svolgendo.

Ma un’azienda sana (e che vuole restare tale) non dorme mai sugli allori. 
E’ proprio quando si fa bene, che si deve cercare di fare meglio. Dobbiamo 
perciò rispondere alle esigenze della nostra clientela prima che essa ce lo 
chieda o prima che la concorrenza lo capisca.

La leadership non è mai acquisita per sempre. Va guadagnata ogni giorno 
esercitando l’autocritica e liberando la nostra creatività.

Sono convinto di poter contare sulla collaborazione di tutti per far sì che 
l’Ansa sia sempre più autorevole ed apprezzata. Cioè, in sostanza, sempre 
più indispensabile.

L’Ansa del terzo millennio deve rispondere sia alle esigenze informative di 
una clientela tradizionale che ha nuovi bisogni, sia a quella di una nuova 
clientela che non è più solo editoriale.

Essa, quindi, deve rispondere alle esigenze:

? della clientela mediatica istantanea (radio, Tv, Internet, reti 
informative private e pubbliche) che domanda servizi tempestivi, brevi 
(massimo dieci righe), essenziali ma anche completi, continuamente aggiornati

? e della clientela giornalistica che, in aggiunta ai precedenti servizi, 
domanda articoli più ampi, riassuntivi e pronti per essere messi in pagina 
senza nessun’altra elaborazione da parte delle redazioni nostre clienti che 
li ricevono. Questi articoli possono consistere nella rielaborazione 
ragionata e completa di alcune delle notizie già immesse in rete nel corso 
della giornata oppure in articoli ad hoc su temi specifici.

L’Ansa, per diversi motivi, è di solito molto efficace nel produrre flash e 
notizie brevi ma, alle volte, lo è meno nel rielaborare, a fine giornata, i 
temi principali allo scopo di sollevare i giornali clienti dall’obbligo 
della rielaborazione dei pezzi.

Inoltre quando, a fine giornata, una novità modifica la struttura di un 
articolo che è già stato immesso in rete perché lo si riteneva concluso, 
non basta pubblicare l’aggiornamento (lasciando alle 47 redazioni nostre 
clienti, il compito di apportare, ognuna, l’aggiornamento stesso) ma si 
deve rifare il pezzo in modo da tener conto dell’aggiornamento 
significativo successivamente emerso.

Se la nostra clientela, diciamo elettronica, chiede notizie tempestive ed 
essenziali e quella giornalistica e stampa domanda articoli elaborati e 
pronti ad essere messi in pagina, non hanno senso le mezze misure, cioè le 
15-20-25 righe. O si pubblica una notizia di massimo dieci righe o si 
diffondono degli articoli da 60 righe o più.

Invece oggi i servizi da 15-20 righe sono la stragrande maggioranza. Essi 
sono troppo lunghi per essere brevi e troppo brevi per essere lunghi.

Credo che la mezza misura sia da noi spesso adattata per liberarci 
dall’obbligo di scegliere. Ma la mezza misura è un guaio.

Se si tira a 20 righe una notizia che poteva essere contenuta in 10 righe, 
si scrivono dieci righe di troppo perdendo così tempo e facendolo perdere 
ai nostri clienti.

Se invece si danno 20 righe a un argomento che ne meritava 60, si rischia 
di perdere la palla per sempre. Infatti, quando il testo ridotto (per un 
fatto importante o significativo) arriva al desk centrale è spesso troppo 
tardi per farlo rielaborare. In ogni caso, la redazione regionale, o 
l’ufficio di corrispondenza sono costretti a riprendere in mano l’argomento 
fuori tempo massimo o quando magari gli interlocutori non sono più 
raggiungibili.

Meglio quindi decidere nel momento in cui si conosce il fatto. E per sapere 
che cosa vogliono i giornali di oggi (che sono molto diversi da quelli 
degli anni ’60 ai quali alcuni di noi sembrano ancora ispirarsi nel loro 
lavoro) basta guardare come essi sono attualmente fatti.

Oggi, i quotidiani, scippati dalle notizie istantanee da parte delle radio 
e dalle Tv, tendono a trovare un loro specifico sviluppando in modo più 
approfondito i vari temi. Non, intendiamoci bene, scrivendo articolesse 
piene di aggettivi (che all’Ansa sono assolutamente banditi) ma dando, con 
una prosa secca ed essenziale ma anche scorrevole, tutti gli elementi di un 
fatto, i particolari interessanti, i virgolettati significativi.

Bisogna, in cronaca, in politica, in economia, negli spettacoli, nello 
sport, e così via, costruire ogni volta una storia.

Ogni titolo, una storia sola. Meglio, quando possibile, se puntata su un 
personaggio.

Quando un tema si presta ad essere declinato in più articoli, bisogna 
prevedere tassativamente un articolo che riassuma tutto il tema. Un 
articolo cioè che sia completamente autosufficiente ed esaustivo, in modo 
tale da consentire a un quotidiano che volesse pubblicare solo questo di 
poterlo fare nella certezza di fornire ai suoi lettori tutte le 
informazioni necessarie.

Gli altri articoli sullo stesso tema diventano, quindi, degli 
approfondimenti importantissimi ma utilizzabili facoltativamente dai 
giornali nostri clienti.

Il compito dell’Ansa è, infatti, quello di offrire varie opzioni alla 
nostra clientela giornalistica. Opzioni utilizzabili nel modo più rapido 
possibile e nel modo più personale possibile da parte delle varie redazioni 
clienti.

In linea generale dovremmo, nel redigere un articolo, domandarci sempre se 
anche noi, che lo stiamo scrivendo, lo leggeremmo con interesse. E, tenendo 
presente questo principio, possiamo facilmente decidere anche la lunghezza 
di un pezzo. La lunghezza, infatti, non è necessariamente relativa al 
numero di righe scritte. E’ lungo l’articolo di cui si abbandona la lettura 
prima della sua conclusione ed è corto (o lungo nel modo giusto) l’articolo 
che si legge con interesse fino in fondo.

REDAZIONI REGIONALI ANSA

Le redazioni regionali Ansa costituiscono un plus significativo. Nessuna 
altra agenzia italiana ha, nemmeno lontanamente, una copertura regionale 
così ampia, stabile, completa e omogeneamente diffusa su tutte le regioni 
italiane.

Queste redazioni vanno quindi messe nelle condizioni di esprimersi al 
meglio, consentendo alle grandi professionalità in esse esistenti di dare 
un significativo e originale contributo all’Ansa del terzo millennio.

Le redazioni regionali producono il notiziario regionale (Reloc) e 
contribuiscono ad alimentare il notiziario nazionale.

Il primo problema che si pongono ogni giorno è: quali notizie si danno nel 
Reloc e quali si destinano al notiziario nazionale?

La risposta è semplice: restano nel Reloc quelle notizie, anche se 
importanti, che non sono leggibili con interesse fuori dalle regioni di 
origine e vanno invece nel notiziario nazionale quelle, anche se minuscole, 
che, essendo significative, sono leggibili con interesse anche a 500 o 1000 
chilometri di distanza dal posto che le ha espresse.

Le notizie locali da notiziario nazionale spesso vanno elaborate in modo 
ampio, dando i dettagli della storia, ricostruendo, quando sia possibile, 
visivamente, il fatto, descrivendo le persone coinvolte e gli ambienti nei 
quali esse operano e trovando le foto necessarie.

Ovviamente il meglio è dare le notizie fresche, di giornata. Ma quando un 
fatto che ci è sfuggito e che conserva attualità viene dato in esclusiva da 
un quotidiano regionale o locale, esso va ripreso ampiamente citando, 
sempre, la fonte (se, ripeto, questo era un evento dato in esclusiva da una 
sola testata locale).

L’importante è che il fatto che era a noi sfuggito non sia già stato 
pubblicato dalla stampa nazionale.

Gli uffici regionali debbono essere in grado di capire subito quando un 
fatto non solo va proposto al notiziario nazionale ma anche quando esso 
deve essere sviluppato ben oltre la notizia pura e cruda.

Dando per scontato che ci sono grandi fatti di cronaca sui quali la 
copertura deve scattare automaticamente (deragliamenti, grandi incidenti, 
nubifragi catastrofici, grandi fatti di cronaca nera, avvenimenti politici, 
culturali e sportivi importanti) resta l’area dell’opinabile che è quella 
più difficile da individuare ma anche la più creativa o originale da 
proporre. Un’area nella quale l’Ansa potrebbe rivelarsi assolutamente 
imbattibile.

Per rendere l’idea farò, in nota, qualche esempio di notizie vere, recenti 
e mai date dai quotidiani nazionali, che possono essere sviluppate dalle 
solite 10 righe alle più opportune 60-80 righe. (1)

REDAZIONI INTERNAZIONALI ANSA

Premesso che l’informazione internazionale dell’Ansa è di primissima 
qualità, credo che, anche in questo caso, si debba cercare di vedere come 
ulteriormente migliorala.

Un punto è evidente. C’è spesso una grande disparità fra il lavoro nelle 
grandi capitali dove i giornalisti Ansa sono chiamati a un impegno 
straordinariamente pesante e quello di altri colleghi altrettanto bravi ma 
che operano in aree che vanno sì presidiate ma che non producono molte 
notizie utilizzabili dai media italiani.

Per evitare disparità troppo evidenti di impegno (che alla lunga potrebbero 
mettere in forse alcuni uffici di corrispondenza) e per alleviare la 
pressione alla quale sono sottoposti i colleghi delle grandi capitali, si 
può ipotizzare di decentrare, di volta in volta, grazie ai collegamenti 
elettronici, l’eccesso di lavoro di alcune redazioni su altre meno 
impegnate ed inoltre, con il Portale Ansa Balcani e il prossimo avvio di 
quello Mediterraneo, si potranno utilizzare al meglio le potenzialità 
giornalistiche presenti in quest’area.

Per capire bene il ruolo dell’Ansa a livello internazionale è necessario 
sottolineare che la nostra è un’agenzia italiana.

Il corrispondente perciò, nel suo lavoro, deve sempre guardare il paese o 
l’area nella quale opera con gli occhi del lettore italiano e quindi dei 
media italiani. So di affermare una cosa ovvia che però dico ugualmente 
perché, purtroppo, ovvia non è.

Se in un paese sudamericano cade un aereo con 100 passeggeri, dei quali due 
italiani, la prima preoccupazione del corrispondente dell’Ansa deve essere 
quella di sapere tutto degli italiani che sono morti nell’incidente.

Se in un attentato in Israele sono morte 10 persone e una studentessa 
italiana è stata ferita, dobbiamo essere in grado di farci spiegare da lei 
(o dai suoi amici che parlano per lei) che cosa è successo, perché era lì. 
E se non si riesce il giorno dell’attentato, bisogna ritornare alla carica 
il giorno dopo cercando sue foto con i suoi amici in Israele.

Ovviamente queste notizie vanno riferite subito alla redazione centrale per 
poterle sviluppare con gli echi presso le famiglie in Italia.

Guardare il mondo con gli occhi italiani significa anche, ad esempio, 
quando è possibile, dire che Ground Zero è grande il doppio di piazza San 
Pietro o che il nuovo invaso provocato dalla diga sullo Yangtze è come 
dieci volte il lago di Garda o che l’ultimo grattacielo di Shangai è alto 
il doppio della Tour Eiffel o che la General Motors capitalizza tot volte 
la Fiat. E così via.

Per essere sempre in palla bisogna seguire le agenzie, le radio, le Tv e i 
giornali. Non solo con occhio grande politica e alla grande cronaca che 
sono importantissimi ma anche allo sport, all’economia, al costume, alla 
cultura, al cinema.

Alcuni servizi dall’estero, al pari di quelli dall’Italia, vengono spesso 
fatti con il piede sul freno, come se il corrispondente avesse paura di 
scrivere troppo.

Valgono quindi, anche per le redazioni all’estero, le considerazioni svolte 
nel secondo capitolo di questa nota sulle lunghezze dei pezzi.

Anche dal corrispondente dall’estero ci si aspetta la notizia (10 righe) o 
il servizio di 60-80 righe. E il servizio ha bisogno del valore aggiunto, 
fatto di particolari, che si possono desumere, non solo andando sul posto, 
ma anche guardando le Tv locali, facendo telefonate, leggendo le agenzie e 
i giornali, consultando i siti più autorevoli.

L’articolo Ansa deve essere raccontato, caldo, in presa diretta e dotato di 
fotografie.

Le grandi agenzie internazionali si ricevono anche in Italia. Il 
corrispondente Ansa dall’estero si giustifica solo perché, vivendo sul 
posto e avendo sotto gli occhi un plus di fonti, deve saperle sfruttare al 
massimo per poter redigere degli articoli con occhi italiani che si 
distinguano per originalità, freschezza, alternatività, leggibilità.

REGOLE GENERALI E TASSATIVE VALIDE PER TUTTI I GIORNALISTI ANSA

5.1- Ogni flash, articolo o servizio deve iniziare solo con la notizia. Non 
sono mai ammessi incipit cosiddetti creativi.

Bisogna subito rispondere alle domande classiche: chi, che cosa, come, 
dove, quando, perché.

I pezzi che non sono concepiti in questo modo saranno riscritti in modo 
corretto da chi passa l’articolo. In caso di reiterata inadempienza, il 
giornalista sarà formalmente richiamato.

Nelle interviste, le prime righe dovranno tassativamente contenere una 
raffica delle affermazioni più significative rese dall’intervistato. E che 
saranno poi ripetute più ampiamente.

5.2- Le notizie vanno sempre verificate alla fonte e debbono essere date 
citando l’origine delle medesime.

5.3- Le frasi virgolettate debbono riportare solo le esatte parole 
pronunciate o scritte dalla fonte. Se queste vengono rielaborate bisogna 
sempre rinunciare al virgolettato.

Le virgolette servono solo per fare delle citazioni e non possono mai 
essere usate per attenuare un termine. Se un termine non è adatto, si deve 
trovare la parola esatta e non mettere tra virgolette il termine fuorviante.

Non si debbono mai usare le virgolette in un titolo.

5.4- Ogni articolo deve contenere una sola storia, quella riassunta dal 
titolo. Quando è possibile, questa storia deve essere puntata su un 
personaggio.

5.5- Quando un tema è così rilevante da giustificare più articoli, bisogna 
prevedere sempre e tassativamente un articolo che riassuma tutte le 
informazioni relative al fatto trattato. Gli altri articoli sull’argomento 
diventano quindi degli approfondimenti utilizzabili facoltativamente dai 
giornali nostri clienti.

5.6- Il giornalista, in collaborazione con il servizio fotografico, deve 
interessarsi di recuperare l’informazione fotografica relativa ai suoi 
servizi. Un articolo corredato da fotografie vale il doppio e, spesso, 
anche di più.

5.7- Gli articoli vanno firmati per esteso. Anche se non più di un articolo 
al giorno per giornalista. La firma, anche quando non viene riprodotta dai 
giornali, è molto apprezzata dalle direzioni dei media nostri clienti. Essa 
infatti è, non solo un riconoscimento dell’impegno di chi ha scritto 
l’articolo, ma anche un identificativo prezioso nella costruzione dei 
menabò da parte dei giornali clienti. Per questo è opportuno che negli 
annunciati si anticipi anche la firma del giornalista incaricato di seguire 
il fatto e che firmerà per esteso il pezzo.

5.8- Gli articoli che si ha motivo di ritenere conclusi vanno sempre dati, 
nel titolo, con /Ansa.

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(1)
? I preti di una regione chiedono l’intervento degli enti pubblici a 
sostegno delle osterie di montagna. Dieci righe bastano. Ma se si spiega 
anche che fino a non pochi decenni fa, le osterie venivano viste dalla 
Chiesa come un luogo di perdizione (alcolismo), di dissipazione (ozio e 
gioco) si capisce il salto che è stato fatto. Gli oratori sono vuoti da 
tempo. Restino aperte almeno le osterie. Bisognerebbe far parlare, nel 
pezzo, un prete, uno storico dell’economia, un sociologo, uno scrittore, un 
oste, un gastronomo legato agli antichi sapori (tutti della regione).

? In piena estate una capitaneria di porto, stanca di far rischiare la vita 
ai suoi uomini, fa sapere che la bandiera di pericolo non è un invito a non 
fare il bagno ma un divieto a farlo con specifiche e salate multe. Anche 
qui 10 righe. O, meglio 60-80, se si fa parlare questo ufficiale, si 
ricordano i più recenti annegamenti o salvataggi. Si raccontano aneddoti, 
si fa spiegare a un bagnino che, in certe condizioni, non bastano tecnica, 
braccia e fiato perché nel mare si è dei gusci.

? Un piccolo comune ha già concesso la cittadinanza italiana a 108 figli di 
suoi immigrati che avevano cercato la fortuna in Argentina. La notizia, 
inspiegabilmente, non è stata mai data dai giornali nazionali. Bisognerebbe 
farsi spiegare che cosa sta succedendo, chi è già tornato, com’è stato 
accolto, che cosa fa, di che cosa vive. Sarà un fuoco di paglia o un grosso 
problema?

? Un grosso comune (anche questa notizia non è uscita dall’ambito locale) 
alla ricerca di risorse ha deciso di mettere a disposizione dei privati, 
ovviamente a pagamento, gli uomini e le attrezzature della sua società che 
cura i giardini pubblici. Insomma, il comune affitta ai suoi giardinieri. 
Quanto chiede? C’è un tariffario? Gli conviene? Che cosa dicono le società 
di giardinaggio private? E l’opposizione?

? Un altro piccolo comune ha deciso di far salire sull’ambulanza, oltre a 
medico e infermieri, anche uno psicologo che dovrà assistere 
psicologicamente il malato e i famigliari. L’iniziativa meriterebbe di 
essere spiegata.

? Per sfuggire alle quote latte un allevatore del Nord si è messo ad 
allevare delle bufale e produce mozzarelle doc. Gli allevatori campani sono 
preoccupati? C’è spazio per tutti? Che prospettive ha questo allevamento?

? In una zona di un paese europeo confinante con l’Italia, circolano in 
abbondanza monete false da 50 e 100 euro. I turisti bidonati le stanno 
importando in Italia. Come ci si accorge che sono false? Dov’è, in Italia, 
che il fenomeno si sta facendo vivo?

? Come le varie università italiane hanno cercato nuovi iscritti attraverso 
la pubblicità? Gli slogan più interessanti, i testimonial utilizzati. Quali 
mezzi, con che costi. I limiti delle iniziative. Qualche guru che le 
critica o le approva.

? Inchiesta sulle nuove lauree triennali con sette allievi e 32 professori. 
Non in generale. Bisognerebbe scegliere un caso e approfondire, chiedere i 
costi, sentire gli allievi, interpellare il rettore, il ministero della 
Pubblica Istruzione o il ministero dell’Economia.

Ovviamente gli esempi da fare potrebbero essere infiniti.