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Contributo di Gettiamo le Basi al forum di Firenze



Contributo di Gettiamo le Basi al Forum di Firenze
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30 ottobre 2002

GUERRA e BASI MILITARI, CRIMINI in tempo di GUERRA e CRIMINI in tempo di PACE

I venti di guerre infinite e preventive che soffiano impetuosi rendono
indilazionabile l'impegno per sottrarre alle politiche di guerra le sue
basi, i suoi poligoni che proliferano nei nostri territori, imprescindibili
strumenti di qualsiasi attività bellica e della deterrenza convenzionale e
nucleare per tenere sottomessi i Sud del pianeta.
Se si vuole la pace, se si vuole disarmare il neoliberismo, è conseguente
porsi come obiettivo prioritario la lotta per espellere le basi militari,
basi in cui si testano sistemi di morte e si affinano le tecniche di
sterminio, basi da cui partono le aggressioni "umanitarie" contro altri
popoli perpetrate per garantire la rapina delle risorse, il controllo
dell'area e delle rotte del petrolio.
La nostra terra non deve più essere messa a disposizione dei  "giochi di
guerra" che sostengono e alimentano barbare politiche funzionali a interessi
che non ci appartengono e ci penalizzano.

L'oppressione militare grava sulla Sardegna in misura abnorme e iniqua, ha
trasformato la felice posizione di centralità mediterranea in una
maledizione per il popolo sardo e i popoli dell'altra riva. Da oltre mezzo
secolo,
nel quadro della strategia militare Nato-Usa, è stata e continua ad essere
un'immensa base di addestramenti e sperimentazioni, deposito di armi,
munizioni e carburanti, sede di potenti impianti radar di spionaggio, teatro
di guerre simulate condotte con munizionamento vivo, "life fire", esplosivi
da guerra.
Nell'isola il demanio militare permanentemente impegnato ammonta a 24.000
ettari; in tutta la penisola italiana raggiunge i 16.000 ettari. A questa
cifra vanno sommati i 12.000 ettari gravati da servitù militare. Gli spazi
aerei e marittimi sottoposti a schiavitù militare sono di fatto
incommensurabili, solo uno degli immensi tratti di mare annessi al poligono
Salto di Quirra con i suoi 2.840.000 ettari supera la superficie dell'intera
isola (kmq 23.821).
Con la fine della guerra fredda e del pretestuoso "pericolo d'invasione
comunista", l'occupazione militare dell'isola non si è allentata, al
contrario assistiamo ad un progressivo ampliamento e ammodernamento delle
installazioni militari.
La Sardegna acquisisce nuovi compiti che si sommano ai precedenti di caserma
e scuola di guerra. Oggi l'isola è la chiave per il controllo dell'intero
bacino Mediterraneo, il perno del sistema politico militare di Nato/Usa per
affrontare i "nuovi nemici" dell'altra sponda, del vicino e medio Oriente.
L'importanza strategica dell'isola, come sostengono i vertici delle Forze
Armate, è stata potenziata ed è "destinata" a crescere.

Una descrizione completa delle installazioni militari che penalizzano
l'isola sarebbe troppo estesa, delineiamo brevemente solo tre casi: La
Maddalena, il Poligono Salto di Quirra, Capo Teulada.

LA MADDALENA. Nel 1972, in base a trattati tuttora segreti tra Italia e
Stati Uniti, si installa nel nord dell'isola la base della Marina di Guerra
Usa per sottomarini a propulsione nucleare e armamento atomico. La base
agisce in regime di piena extraterritorialità ed extragiurisdizionalità, al
di fuori della copertura Nato, totalmente sottratta ad ogni controllo
italiano.
E' scandalosamente palese l'irrisione della volontà del popolo italiano
espressa nel referendum vincente per la messa al bando del nucleare. Brucia
ancora l'umiliante divieto imposto al popolo sardo di esprimere la sua
volontà sulla base atomica statunitense; il referendum regionale del 1988/89
è stato prontamente affossato appena sono stati resi noti i dati di un
sondaggio: il 68 percento dei sardi avrebbe votato contro l'installazione
militare Usa.
Incredibilmente, la nave-appoggio-officina riparazioni dei sommergibili
atomici staziona dentro la stessa area in cui sono ubicati i due giganteschi

depositi Nato di armi, munizioni e carburante.
E' lampante la violazione delle norme internazionali di sicurezza stabilite
dall' AIEA (Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica) e ratificate da
Italia e Stati Uniti. Per tre volte la Regione Autonoma di Sardegna ha
sollevato formalmente la questione della compatibilità ambientale della base
atomica individuando proprio nell'AIEA l'organismo scientifico da attivare.
Le richieste di un parere di compatibilità sono state arrogantemente
ignorate da tutti i Governi.
Dagli anni '70 ad oggi, medici di base denunciano percentuali anomale di
tumori e alterazioni genetiche, analisi scientifiche indipendenti registrano
la presenza di sostanze radioattive prodotte dall'attività dei reattori. Il
Governo italiano non ha mai inteso svolgere indagini sanitarie e ambientali.
Con decreto ministeriale del Governo ulivista, La Maddalena assurge al rango
di Parco Naturale Nazionale, cade una pesante coltre di silenzio omertoso
sull'inquietante presenza dei mostri atomici, ormai "invisibili" al mondo
pacifista e ambientalista.

POLIGONO di CAPO TEULADA . Poligono per esercitazioni terra, aria e mare,
"attualmente costituisce la più importante risorsa addestrativa e rimarrà
nel medio e lungo termine il poligono più importante per la forza Armata"
  Stato Maggiore). E' il poligono a più intenso utilizzo d'Europa, per
estensione è il secondo dopo Quirra. Recentemente è stato investito da un
flusso di miliardi per renderlo il poligono tecnologicamente più avanzato,
il più appetibile per le varie forze armate Nato e extra Nato smaniose di
guerre simulate con vere armi da guerra.
Dal 2000, il poligono è stato prescelto dalla Seconda Flotta Usa per
effettuare gli esercizi di bombardamento che dal 1999 non può più svolgere
nell'isola caraibica di Vieques a causa della coraggiosa e ostinata
resistenza della popolazione che occupa le aree di tiro ponendosi come scudo
umano a protezione della sua terra.
Alcuni dati sulle conseguenze dei giochi di guerra della Us Navy e della
Nato nell'isoletta portoricana: tasso di mortalità per tumore del 34% più
alto rispetto all'isola madre; anomala incidenza di patologie riconducibili
alle attività militari come malattie polmonari, cardiache, cardiovascolari,
diabete, alta mortalità infantile; 45% dei residenti con livelli tossici di
mercurio, forte presenza di sostanze cancerogene uranio, arsenico, piombo,
cadmio ecc...
A Teulada la voce di popolo su un incremento inquietante di tumori a partire
dagli anni '80 non è stata mai smentita o confermata da alcuna indagine
scientifica. Le lunghe lotte della popolazione coinvolta dalle attività del
poligono per ottenere un monitoraggio ambientale e sanitario si legano
strettamente alla denuncia della riduzione del lavoro e dei danni
all'economia locale causati dalle attività di guerra. Nel settembre 2000,
quando in Italia quasi nessuno parlava di uranio impoverito, ha interrogato
formalmente i vertici delle FF.AA. sull'uso di DU nei 7.200 ettari del suo
territorio espropriato e nei 50.000 ettari del suo mare sottoposto a
schiavitù militare dando il via all'esigenza di chiarezza sullo sterminio
radioattivo condotto dalla Nato nei Balcani e testato in Sardegna.

POLIGONO INTERFORZE SALTO di QUIRRA (Perdasdefogu/Capo San Lorenzo). E'
utilizzato, sia dalle tre forze armate Italia-Nato per attività sperimentali
e addestrative, sia dalle multinazionali fabbricanti di ordigni bellici come
Alenia, Fiat, Melara, Dalmine, Eurosam, Aerospatiale, Thomson, Meteor ecc.
Funziona come grande shopping center dove industrie private effettuano
prove, sperimentano, collaudano missili, razzi, armamenti, materiali da
guerra e dove conducono organismi militari stranieri, i potenziali clienti,
per le dimostrazioni promozionali prima degli acquisti. Nel prezzo
"d'affitto" del poligono, è incluso il diritto all'uso del mare sardo come
bersaglio e discarica di missili e razzi di vecchia e nuova generazione.
E' il poligono più vasto d'Europa, con i suoi 13.000 ettari di terra
corrisponde alla quasi totalità del demanio militare sparso in tutta la
penisola italiana (16.000 ettari), l'estensione a mare supera la superficie
di tutta l'isola.
Le cupe dicerie che hanno sempre aleggiato intorno al poligono "protetto"
dal segreto militare e dal segreto industriale sono state superate in orrore
dalla realtà lentamente emersa negli ultimi due anni e, in particolare, nel
febbraio-marzo 2002. Ad oggi i dati accertati sono i seguenti: sei militari
uccisi dalla leucemia, quattro in lotta contro il male; Quirra, 150
abitanti, 12 persone divorate da tumori al sistema emolinfatico, 2 decedute;
Escalaplano, 2.600 abitanti, 14 casi di tumore alla tiroide, 12 bambini nati
con gravi malformazioni genetiche
Questi sono solo i casi documentati, sappiamo di famiglie che non intendono
rendere pubblici i loro drammi, sappiamo di casi di aborti e deformità
genetiche tra gli animali.
Per mesi, la stampa sarda ha gridato in prima pagina i crimini perpetrati
nel poligono della morte. I media a diffusione nazionale hanno rigorosamente
osservato un gelido, tombale silenzio (sole eccezioni: Liberazione, Il
Salvagente, Enzo Biagi, Sigfrido Ranucci). Un indifferente silenzio ancora
più agghiacciante ha contraddistinto i cosiddetti movimenti e organizzazioni
della società civile. Le strutture territoriali di Cgil, Cisl, Uil, invece,
si sono espresse con forza. Con cinica miopia sono scese in piazza compatte
a difesa del poligono della morte e dei 25 posti di lavoro "minacciati".


Crediamo che costruire la pace significa anche garantire la pace per i
popoli condannati a vivere sotto l'impatto della presenza militare che
sottrae alla collettività l'uso sostenibile delle risorse naturali, nega
il diritto al controllo democratico del territorio e, sopratutto, il diritto
fondamentale alla salute e alla vita.
Non intendiamo continuare ad essere né vittime né complici delle politiche
militari di Nato e Stati Uniti
Nonostante la nostra lotta stenti a superare il mare che ci isola, sappiamo
bene che i crimini Usa/Nato in "tempo di pace" non conoscono confini. Il
forte sospetto di contaminazione prodotta dalle "normali" attività militari
condotte con armi convenzionali e non convenzionali grava, non solo nei
poligoni sardi *, ma anche sulle basi del Triveneto, Puglia , Nettuno,
Cecina. E' certezza a Vieques, Okinawa, Semipalantisk, Halifax, Moronviller,
Bardenas Reales, Dundrennam, Kirkcudbright, Solway Firth, Eskmeals,
Lulworth. ...

Urge costruire ponti tra i popoli in lotta contro la presenza  militare sul
loro territorio finalizzata ad esportare guerra presso altri popoli e che,
come effetto collaterale, semina morte e sofferenza tra le comunità
costrette ad "ospitarla".
La lotta vincente di Vieques conferma che non c'è Stato né Forza Armata che
non possano essere sconfitti da un popolo quando il popolo ha la ragione e
la volontà di lottare per far prevalere i suoi diritti e le sue esigenze.
Per quanto potente sia l'Impero della Guerra, i suoi crimini non possono
restare a lungo impuniti, un modello di difesa meno irrazionale è possibile
e un mondo diverso è necessario.
In "GETTIAMO le BASI" lavoriamo per liberare la Sardegna dalla presenza
militare con l'obiettivo che tutto l'apparato che sostiene e fomenta la
guerra, così come schiavitù, razzismo, ingiustizia sociale, finisca
nell'archeologia della storia.
Crediamo che la Sardegna possa dare un enorme
contributo perché è enorme il peso dell'oppressione militare che la
mortifica. Liberandosi del ruolo di vittima si libera del ruolo di complice
e concorre a liberare l'umanità dalla maledizione della guerra


  Comitato sardo GETTIAMO le BASI
<mailto:caomar@tiscalinet.it>mailto:caomar@tiscalinet.it 
<mailto:comitatoglb@katamail.com>comitatoglb@katamail.com
<http://www.gettiamolebasi.supereva.it>www.gettiamolebasi.supereva.it.

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* Basi dove Usa e Nato hanno usato Depleted Uranium

ITALIA: Aviano, Dandolo, Gioia del colle. Poligoni sospettati di uso
occasionale di DU: Cecina (interrogazione di Rizzi e Ballaman (AN), Nettuno,
Monte Romano, Bibbona (marzo 2001 interrogazioni di Russo Spena PRC).
EUROPA
Francia:Moronvilliers. Spagna: Bardenas Reales. Gran Bretagna:Dundrennam,
Kirkcudbright, Solway Firth (Scozia), Eskmeals, Lulworth. Un poligono in
Germania e uno in Grecia per ammissione dei Ministri della Difesa.

Oltre le zone teatro di guerra - Irak, Somalia, Balcani, Palestina,
Afghanistan - il Du ha contaminato varie parti del MONDO. Giappone, base Usa
di Okinawa. Portorico, base Usa di Vieques. Canada:Halifax. USA:
Semipalatinsk, Albany-Colonie. Corea del Sud

Albany, Colonie, New York:
<http://web.ead.anl.gov/corps/colonie/>http://web.ead.anl.gov/corps/colonie/

Decontaminazione al poligono di Semipalatinsk:
<http://www.ips.org/Critical/Enviroment/Environ/env1209003.htm>http://www.ips.org/Critical/Enviroment/Environ/env1209003.htm

Contaminazione al poligono di Moronvilliers, Francia:
<http://www.bullatomsci.org/issues/1994/ja94/ja94Davis.html>http://www.bullatomsci.org/issues/1994/ja94/ja94Davis.html

Contaminazione al poligono di Vieques, Portorico:
<http://www.redbetances.com>www.redbetances.com
http://www.foxnews.com/fn99/national/011300/vieques_broder.sml

Contaminazione ad Halifax (Canada), articolo con foto:
<http://www.tv.cbc.ca/national/pgminfo/du/>http://www.tv.cbc.ca/national/pgminfo/du/



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Riproponiamo un testo del luglio 2001, purtroppo, sempre attuale.

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                                          CONTRO E OLTRE IL G8


Si sòlo vemos muy cerca, entonces nomàs por ahì nos vamos a quedar. Si sòlo
vemos muy lejos, entonces vamos a tropezarnos mucho y a perder el camino.
[Si castiaus sceti accanta meda, insandus s'aparraus innì e tottu. Si
castiaus sceti meda attesu, insandus eus a imburchinai meda e a perdi s'
arruga.]  El Viejo Antonio/SubMarcos.


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Senza l'apporto della Sardegna, dato suo malgrado e spesso a sua insaputa,
come base di servizi e attività  essenziali per la guerra e l'esercizio
della deterrenza convenzionale e nucleare, potenti sostegni della
penetrazione economica, appare improbabile che i G1+7, autoproclamatisi
Signori del pianeta, possano, credibilmente, arrogare alla Nato la funzione
di gendarme del neoliberismo e usurpare l'Onu del ruolo di risoluzione dei
conflitti.

Dagli anni '50 Nato e Usa adibiscono l'isola a grande area strategica di
servizi bellici essenziali: esercitazioni, addestramento, sperimentazioni di
nuovi sistemi d'arma, guerre simulate, depositi di carburanti, armi e
munizioni, rete di spionaggio e telecomunicazioni. Al tradizionale ruolo di
caserma-scuola di guerra, oggi si sovrappongono compiti direttamente
operativi e funzioni di postazione-chiave per il controllo dell'intera area
mediterranea, funzioni che potenziano l'importanza strategica dell'isola
come perno del sistema politico-militare dell'alleanza nord-atlantica.

Sulla terra sarda grava il 66% delle installazioni militari italiane-Nato.
La vastità degli spazi aerei e marittimi militarmente asserviti non ha
termini di paragone con nessun altra regione. Solo il tratto di mare annesso
al poligono Salto di Quirra supera in estensione la superficie dell'intera
isola.

Ma ancora non basta. La fabbrica di guerra, l'unica industria che non
conosce crisi e produce disoccupazione e sottosviluppo, è in espansione:
nuovo centro logistico e nuovo molo Nato a Cagliari, cospicui investimenti a
Capo Teulada e Quirra. Nel mare del Parco Naturale Sinis-Malu Bentu,
"incredibilmente" inglobato in zona militarmente asservita(R.54) e a ridosso
delle zone "Danger 40, R59, T822", spunta una nuova installazione, la
gigantesca torre-spia statunitense.

La maschera di "paradiso turistico" nasconde, maldestramente, il
rafforzamento della realtà di sinistra fortezza militare. La base atomica
Usa, operativa fuori dal quadro Nato e fuori da qualsiasi controllo dell'
Italia, è diventata, per decreto governativo, fulcro del Parco Nazionale
Arcipelago di La Maddalena. Inquieta constatare come i parchi naturali
imposti dal Governo siano tutti, con una sola eccezione, interessati da
importanti installazioni e intense attività militari e, viceversa, siano
paralizzati quelli fortemente voluti dalla popolazione (Parco Geominerario,
Molentargius..) ma esenti dalla devastante presenza delle FF.AA. Un omertoso
silenzio copre il costante, osceno binomio: parchi nazionali/installazioni
militari

La Sardegna, finora appannaggio delle grandi ditte produttrici di sistemi d'
arma (Fiat, Alenia, Thomson, Aerospatiale.) che operano nel poligono di
Quirra, si apre al mercato globale e a nuovi investimenti. A Domusnovas, la
SEI converte l'impianto di esplosivi civili in fabbrica di ordigni bellici.
Il mercato è ghiotto: dal luogo di produzione ai poligoni-luoghi di consumo
e di stoccaggio, senza costi aggiuntivi di trasporto e con la certezza di
accaparrare una buona fetta della quota di forniture riservata alle imprese
"ubicate nelle Regioni maggiormente oberate dai vincoli e dalle attività
militari" (art.4,5 l.104/90).


La Sardegna assume il doppio ruolo di complice e vittima al tempo stesso
delle politiche Nato, <insostituibile meccanismo per l'esercizio della
leadership Usa (..) e per la proiezione della potenza e della influenza
americana attraverso l'Atlantico e oltre >, come afferma il Dipartimento
della difesa degli Stati Uniti nel suo rapporto al Congresso del 1998. Isola
aggressiva e minacciosa, perno strategico per il controllo armato dell'area
mediterranea, base indispensabile da cui partono tutte le incursioni. Isola
rassegnata e sofferente, espropriata delle sue aree più belle, pesantemente
asservita alle esigenze della "monocoltura di guerra" che strangola le
possibilità di uso alternativo delle risorse, condannata a subire crimini
ininterrotti contro il suo ambiente e attentati continui alla sicurezza del
suo popolo, perpetrati allo scopo di esportare guerre e tenere a bada i Sud
del mondo, il retrobottega degli orrori del neoliberismo reale.

La Sardegna, che ha avuto la forza di infrangere il potente muro di silenzio
sul criminale uso dell'uranio impoverito nelle guerre "umanitarie" e nelle
"normali" esercitazioni nei poligoni, che ha imposto il dibattito a livello
nazionale e internazionale, oggi, da segni della volontà di dare voce all'
atavica insofferenza, aggregare le lotte frammentate per scrollarsi del
pesante fardello Nato ed esprimere la sua vocazione  di isola-ponte tra i
popoli.

Saremo a Genova per dire che non vogliamo essere il sinistro baluardo armato
e nuclearizzato,  cardine principale di un irrazionale modello di "difesa"
costruito a sostegno di politiche economiche funzionali ad interessi che non
ci appartengono e ci penalizzano. Respingiamo il ruolo di base strategica di
un'alleanza militare <essenziale alla proiezione della potenza e della
influenza americana all'interno di aree dove gli interessi Usa sono in gioco
 > (cit. Dip . Difesa Usa).

Vogliamo andare oltre Genova e percorrere con i tanti il cammino verso un
altro mondo possibile.

                                                              *********

Pensiamo che la strada sia da percorrere incominciando ad imporre ai Potenti
il rispetto delle norme che loro stessi hanno creato. E pensiamo che la
strada passi

PER

°   l'abolizione dell'uranio impoverito,

°   la denuclearizzazione del Mediterraneo

°  lo smantellamento della base atomica USA di La Maddalena, in rispetto A)
degli art.11,80,87  della Costituzione, B) delle norme internazionali di
sicurezza stabilite dall'AIEA,

°  lo smantellamento delle basi navali nucleari Nato di Cagliari, Augusta,
Brindisi, Gaeta, La Spezia, Livorno, Napoli, Taranto, Trieste, Venezia, in
rispetto della volontà popolare, espressa nel referendum del 1987 per la
messa al bando del nucleare.

°  la pubblica informazione su: A)quali siano le specifiche misure di
sicurezza adottate in ordine alla presenza di navi a propulsione nucleare,
al trasporto, allo stoccaggio e alla manutenzione delle testate nucleari, B)
tutti i dati sul rilevamento della radioattività specificandone l'
attendibilità, C) i piani di emergenza e di evacuazione in caso di incidente
nucleare, su come siano organizzati e per quali ragioni, in violazione del
DL 230/95, non siano stati comunicati alle popolazioni interessate

°   il monitoraggio permanente delle aree militarizzate gestito e
controllato dai civili

°  un'indagine epidemiologica, indipendente dal ministero della Difesa, al
fine di accertare le cause delle percentuali anomale per eccesso di
alterazioni genetiche e neoplasie, patologie derivanti verosimilmente da
uranio impoverito/arricchito al plutonio, sia tra la popolazione residente
nei pressi delle aree militarizzate sia tra le popolazioni aggredite/"
aiutate" da Nato e Usa (Irak, Somalia, Bosnia, Serbia, Kosovo)

°  il ritiro di tutti i progetti di rafforzamento della presenza militare

°  la cessazione dei "giochi di guerra" che pongono a rischio la popolazione
e l'ambiente.

                                                                 -----

E pensiamo che, per chi parte dalla Sardegna, la strada passi

   PER

1  l'eliminazione dei vincoli sugli immensi spazi aerei e marittimi che
ostacolano la libera circolazione, compromettono il sistema dei trasporti e
menomano le possibilità economiche,

2  l'eliminazione dell'enorme surplus di presenza militare che penalizza l'
isola in misura iniqua, l'equiparazione della Sardegna alle altre regioni
italiane in termini di gravami militari in rispetto delle conclusioni della
Conferenza Nazionale sulle Servitù militari del 1981,

3  la dismissione immediata degli impianti abusivi e illegalmente operativi
(es. M. Urpinu)

   Comitato sardo GETTIAMO le BASI
<mailto:caomar@tiscalinet.it>mailto:caomar@tiscalinet.it, 
<mailto:comitatoglb@katamail.com>comitatoglb@katamail.com
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