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Commemorazione di Vinoba il 15 novembre a Viterbo



Comunicato stampa

NEL XX ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA DI VINOBA
IL CENTRO DI RICERCA PER LA PACE DI VITERBO LO RICORDA
CON UNA COMMEMORAZIONE IL 15 NOVEMBRE A VITERBO

Presso il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo si terra' il 15
novembre una commemorazione di Vinoba, una delle figure piu' fulgide della
nonviolenza, collaboratore di Gandhi e prosecutore dell'opera gandhiana,
promotore della campagna del "dono della terra", scomparso il 15 novembre
1982.

Per l'occasione uno dei collaboratori della struttura pacifista viterbese,
Benito D'Ippolito, ha scritto in omaggio alla grande personalita'
nonviolenta il testo che di seguito alleghiamo.

Alleghiamo inoltre una minima notizia biobibliografica su Vinoba.

Il Centro di ricerca per la pace di Viterbo

Viterbo, 13 novembre 2002

Mittente: Centro di ricerca per la pace
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

*

Benito D'Ippolito: Sette commenti a Vinoba nel XX anniversario della
scomparsa

"Vinoba e' un fuoco che brucia e una lampada accesa"
(Lanza del Vasto, Vinoba o il nuovo pellegrinaggio, Jaca Book, Milano 1980,
p. 212)

I. Disse Vinoba: "Quando parla un re si muovono gli eserciti. Quando parla
un fakir si muove soltanto la sua barba" (in Shriman Narayan, Vinoba,
Cittadella, Assisi 1974, p. 267).

Felice colui la cui parola
solo muove una barba, felice
colui la cui parola e' solo balsamo
ed agli eserciti tutti si oppone.

II. Disse Vinoba: "In democrazia la pistola e' stata sostituita dal voto"
(in Shriman Narayan, Vinoba, cit., p. 163).

Lo sciopero e il voto, diceva il priore
di Barbiana; e per stringere ancora:
l'esempio, e null'altro.

III. Disse Vinoba: "si deve agire: 1) civilmente, cioe' entro i limiti che
ci si e' posti; 2) in una forma ordinata, non ammettendo alcuna infrazione
di disciplina da alcuna parte; 3) apertamente, cioe' senza nascondere nulla
e senza alcuna simulazione o inganno; 4) con fermezza, presentando le
proprie richieste minime in relazione alla questione controversa e non
cedendo finche' non sono state soddisfatte. Qualunque punizione venga
inferta per una tale infrazione all'ordinamento giuridico dovrebbe venire
subita con animo lieto e senza alcun sentimento di odio. Una formazione di
questo tipo dovrebbe entrare nel cuore della gente e a questo fine dovrebbe
trovare un posto stabile nella pedagogia e nei codici etici della nazione"
(in Shriman Narayan, Vinoba, cit., p. 115; ed anche in Lanza del Vasto,
Vinoba o il nuovo pellegrinaggio, Jaca Book, Milano 1980, p. 218).

La scienza dell'attaccamento alla verita'
(ma anche: del contatto con l'essere,
dell'adesione al buono che e' vero, la forza
dell'amore) questo richiede, e non altro:
responsabilita'
il rispondere al volto muto e sofferente
dell'altro, il rispondere della sofferenza
altrui, che diviene la tua:
il sentire che tutti siamo uno
(che una e' la carne, diceva Danilo).

IV. Disse Vinoba: "Sto cercando di camminare sulle orme del Budda e di
Cristo. Voglio soltanto che il fiume di compassione - oggi asciutto - torni
a scorrere" (in Shriman Narayan, Vinoba, cit., p. 222).

Lo appresi da Sancho, ed ero ancora giovane:
la misericordia e' quella giustizia
che invera la giustizia
ed oltre la giustizia apre una via
e lungo questa via si puo' salvare il mondo.

V. Disse Vinoba: "Che cosa e' il satyagraha? Senza rimanere scossi da
piacere e dolore cerchiamo di portare alla luce cio' che vi e' di buono
nell'avversario. Questo e' il senso di cercare il buono in ogni essere
umano, questa e' la base del satyagraha. Tutti i programmi di dono sono
basati su questa fede. L'intero programma del sarvodaya (elevazione di
tutti) e' basato sul vedere il buono in ogni essere umano (Vinoba, Gandhi.
La via del maestro, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (Mi) 1991, p. 36).

In ogni essere umano la favilla
ancora arde dell'umanita'
la nostra lotta e' questo riscattare
l'umanita' di tutti, ed in ognuno.

VI. Disse Vinoba: "Gandhiji ha spiegato la differenza tra 'resistenza
passiva' e satyagraha nei termini seguenti: 1) l'amore non ha posto nella
resistenza passiva. La malevolenza non ha posto nel satyagraha. 2) La
resistenza passiva sovente precede la resistenza armata. Il satyagraha
preclude la resistenza armata. 3) Non si puo' opporre resistenza passiva ai
propri amici e parenti. Si puo' rivolgere il satyagraha anche verso chi si
ama. 4) L'idea soggiacente alla resistenza passiva e' di preoccupare e
mettere in imbarazzo l'avversario. Il satyagraha preclude idee di questo
genere" (Vinoba, Gandhi. La via del maestro, cit., pp. 60-61)

La nonviolenza e' attiva
e' lotta e contemplazione a un tempo
e' riconoscimento e suscitamento del conflitto, e via
a piu' alte e fraterne e sororali
contraddizioni, a piu' profondi
sororali e fraterni incontri.

VII. DIsse Vinoba: "Se verro' a sapere che un uomo ha dato cedendo alla
minaccia o a qualche altra costrizione, gli rendero' subito cio' che e' suo"
(in Lanza del Vasto, Vinoba o il nuovo pellegrinaggio, cit., p. 102).

Il dono vince la violenza
la generosita' sconfigge la paura.
Lo vedi da te, la nostra lotta
convincere vuole, che e' vincere insieme.

*

Breve notizia su Vinoba

Vinayak Bhave, detto Vinoba, 1895-1982, discepolo e collaboratore di Gandhi,
ne prosegui' l'impegno. Promosse grandi campagne nonviolente, la "Societa'
per l'elevazione di tutti" (Sarvodaya Samaj), il movimento per il dono della
terra ai contadini.
Opere di Vinoba: Gandhi. La via del maestro, Edizioni Paoline, Cinisello
Balsamo (Mi) 1991.
Opere su Vinoba: Shriman Narayan, Vinoba, Cittadella, Assisi 1974; Giuseppe
Giiovanni Giovanni Lanza del Vasto, Vinoba o il nuovo pellegrinaggio, Jaca
Book, Milano 1980.

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