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Operazione Colomba - Hebron



5 Novembre a Hebron di Luca

Siamo ad Hebron. Visitiamo la citta' assieme ai volontari del Goel. Ci 
aspettano per farci da guida, e per parlare del loro progetto, i 
volontari del Cpt (Christhian Peacemaker Team). Sono cinque i membri 
del Cpt che lavorano ad Hebron. Si tratta di un'associazione cristiana 
nordamericana che e' presente da anni nel territorio.
Eravamo arrivati ad Hebron con un temporale che minacciava di esplodere 
da un momento all'altro. Il paesaggio attorno ad Hebron e' uno dei piu' 
rudi che ho mai visto in Palestina. Mixando poi le nuvole (che 
preannunciano il cambio stagione) con le aspre colline di questa zona, 
sembrava di viaggiare in una terra lunare.
Hebron e' una citta' assurda, dove il senso dell'umanita' e' sparito da 
un bel pezzo. E' divisa in due settori. H1 che sta per Hebron 1 e' in 
teoria sotto controllo palestinese. H2 (Hebron 2) e' controllata 
dall''esercito israeliano. Il punto e' che quando viene imposto il 
coprifuoco, nella maggior parte dei casi, l'esercito impone restrizioni 
anche alla zona H2 di controllo pseudopalestinese. La citta' e' a 
maggioranza palestinese, anche se vi sono insediamenti israeliani tutto 
intorno. Il centro citta' conta circa 20.000  palestinesi per 400 ebrei 
ultraortodossi (tutti riversati nella parte vecchia e scortati da circa 
1200 soldati) i quali sono tra i piu' intolleranti di tutti i territori 
occupati.  La ragione, cercando di dare una spiegazione logica, di 
questo insediamento nella parte storica della citta' e' dovuta al fatto 
che ad Hebron vi e' la tomba di Abramo, luogo di culto conteso da 
musulmani ed ebrei. In ogni caso non e' solo questa l'unica 
giustificazione possibile. Le volontarie del Cpt ci dicono 
che trovare una spiegazione logica a cio' che accade in questo luogo e' 
un inutile affanno.
Continuiamo a camminare tra i vicoli della parte vecchia della citta', 
e sulla destra notiamo un blindato che viaggia velocemente in una 
strada della citta' che solo i militari e i coloni possono
Chiedo il perche' di questa separazione, ma la risposta da dare e' 
sicuramente un inutile affanno. Proseguiamo e arriviamo al "nocciolo" 
della Old City. La strada diventa sempre piu' stretta. Qui siamo alla 
frutta. I coloni ebrei vivono nelle case piu' vecchie, in alto. Sotto 
vi e' il "corso" e tutti i negozi dei commercianti arabi. I 
commercianti e i civili palestinesi hanno dovuto installare una rete 
metallica di protezione (che va per tutta la lunghezza del viale) per 
evitare di essere colpiti da sacchi d'immondizia, lattine, sigarette, 
oggetti, rifiuti, sputi e persino urina che i coloni buttano 
di sotto, per spregio, al passaggio dei palestinesi. Mi scappa da 
ridere, ma questa volta non mi azzardo nemmeno a chiedere il perche' di 
tali gesti. Cerco pero' una giustificazione ad atti cosi' inumani. Mi 
arrendo dopo pochi minuti, deducendo che l'unica spiegazione possibile 
e' un qualcosa misto tra pazzia, fanatismo, odio, rabbia disumana che 
queste persone? portano dentro se stesse.
Neanche il tempo di finire le nostre riflessioni che un gruppo di dieci 
soldati esce da un vicolo della Old City di Hebron. Stanno intimando di 
chiudere i negozi a tutti i commercianti palestinesi. Chiediamo allora 
ai soldati se sia scattato il coprifuoco. Uno di loro risponde che 
parla solo francese. Ci rivolgiamo all'altro collega in armi, il quale 
dice che da questo momento c'e' il coprifuoco. Veniamo poi a sapere che 
il coprifuoco non era in vigore, ma che i soldati di tanto in tanto 
scendono per le strade di loro iniziativa obbligando i commercianti a 
chiudere i negozi fino a nuovo ordine.
A questo punto ci prendiamo una sosta. Saliamo nella sede/appartamento 
del Cpt. Dal tetto si puo' spaziare in lungo e in largo per tutta 
Hebron. In risalto tutte le postazioni militari israeliane. Sulle 
alture, agli incroci, nei vicoli e molte pure sopra i tetti delle case 
occupate, appunto, dall'esercito israeliano.
Il Cpt e' attivissimo ad Hebron. Nella conversazione che segue viene 
fuo
che loro svolgono sono simili alle 
nostre nella Striscia di Gaza. Tra queste informazione alternativa, 
scorta dei bimbi a scuola, monitoraggio dei checkpoint e interposizioni 
tra soldati e civili in caso di scontri. Qui, ovviamente, il contatto 
con i soldati avviene frequentemente considerando la situazione, a 
differenza della Striscia di Gaza dove i militari israeliani sono 
superprotetti dalle loro torrette e carri armati, ma innanzitutto 
inavvicinabili.
Ci congediamo dalle attivissime volontarie del Cpt. Resteremo in 
contatto valutando di poter cooperare assieme. Torniamo, quindi, a 
Gerusalemme. Poco piu' di trenta i chilometri che separano le due 
citta'. Poco piu' di trenta chilometri, ma siamo stati fermati tre 
volte dall'esercito israeliano ai checkpoint posti sulla strada. Ne 
abbiamo contati sette, durante il breve tragitto. Tre fissi e quattro 
mobili. La durata del viaggio e' stata di due ore circa.


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