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Svoltasi oggi a Viterbo cerimonia pacifista per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"



Comunicato stampa

"Ogni vittima ha il volto di Abele"

Si e' svolta oggi a Viterbo la cerimonia di memoria delle vittime di tutte
le guerre, e di impegno affinche' mai piu' vi siano guerre, promossa dal
Centro di ricerca per la pace.

Nel silenzio piu' rigoroso, nella compostezza piu' completa, depositato un
fiore dinanzi a ciascuno dei tre monumenti alle vittime delle guerre.

*

Questa mattina in piazza del sacrario a Viterbo si e' svolta la cerimonia di
commemorazione delle vittime di tutte le guerre promossa dal Centro di
ricerca per la pace con il motto "Ogni vittima ha il volto di Abele" e con
l'impegno sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana: "L'Italia
ripudia la guerra".

Nel silenzio e nel raccoglimento piu' profondi e' stato deposto un fiore
dinanzi al sacello delle vittime della prima guerra mondiale, un altro fiore
e' stato deposto dinanzi al monumento che ricorda le vittime della seconda
guerra mondiale, ed un terzo dinanzi alla lapide che ricorda in particolare
le vittime del nazifascismo.

La cerimonia ha avuto inizio alle ore 8 e si e' conclusa alle ore 8,30.

La scelta dell'orario e' stata determinata dalla precisa e netta volonta' di
distanziare temporalmente oltre che sul piano morale l'iniziativa di
commemorazione delle vittime delle guerre promossa dalla struttura
pacifista, rispetto alla "festa della guerra e degli apparati di morte" che
alcune ore dopo sara' oscenamente inscenata dai comandi militari e dalle
autorita' politiche.

Possa venire presto un tempo in cui non si permettera' piu' di insultare la
memoria delle vittime della guerra; possa venire presto un tempo in cui
sara' proibito di oscenamente festeggiare la guerra, l'uccidere, gli
apparati di morte; possa venire un tempo in cui si adempia la speranza e la
profezia del compianto padre Ernesto Balducci: che la guerra, uscita per
sempre dalla sfera della razionalita', sia infine cancellata dalla storia
umana.

*

Conclusasi l'iniziativa, il responsabile del Centro di ricerca per la pace,
Peppe Sini, ha diffuso la seguente dichiarazione:

1. La guerra e' nemica dell'umanita', poiche' essa consiste nell'uccisione
di esseri umani. Non solo: nell'epoca aperta dall'orrore di Hiroshima la
guerra mette in pericolo la sopravvivenza stessa della civilta' umana.
Cosicche' e' un indispensabile imperativo morale e civile, e un cruciale
necessario progresso culturale e politico, il ripudio assoluto della guerra,
la sua assoluta e definitiva esclusione dal novero dei mezzi a disposizione
dell'umanita' per gestire e risolvere i conflitti.

2. Vanno smascherati e confutati gli speciosi sofismi di quanti la guerra
propugnano:
- La guerra non e' efficiente nel contrastare il terrorismo: poiche' essa e'
prosecuzione e seminagione di stragi, odio e terrore: essa e' il trionfo del
terrorismo; e' terrorismo elevato all'ennesima potenza.
- La guerra non e' efficiente nel contrastare le dittature: poiche' essa le
dittature provoca e moltiplica, e poiche' essa stessa riducendo gli esseri
umani a nulla e' dittatura e nichilismo nella sua essenza e nel suo farsi.
- La guerra non e' di natura diversa dall'omicidio: solo che essa omicidi
esegue su scala di massa. E' quindi ingigantimento dell'omicidio, omicidio
in forma di strage. E poiche' giustamente consideriamo un progresso grande e
un provvedimento necessario - fortunatamente in Italia gia' inserito
nell'ordinamento - l'abolizione dai sistemi penali della cosiddetta "pena di
morte" (scilicet: omicidio di eseri umani da parte di ordinamenti
giuridici), a maggior ragione dobbiamo estendere tale giudizio e tale
interdetto alla guerra, che appunto consiste nell'irrogazione della morte a
tanti esseri umani oltretutto senza processo e nella gran parte di essi del
tutto innocenti di qualsivoglia crimine. Se prendiamo sul serio la nostra
stessa legislazione penale, a maggior ragione la guerra e' incompatibile col
nostro stato di diritto, con la nostra democrazia, con la nostra civilta'
giuridica, con la nostra civile convivenza.

3. Solo chi ripudia la guerra e' fedele alla Costituzione della Repubblica
Italiana e alla Carta delle Nazioni Unite, ovvero alle fondamentali fonti di
diritto cui tutti dovremmo ispirarci nel nostro agire. Con riferimento alla
Costituzione della Repubblica Italiana, che all'articolo 11
inequivocabilmente ed irrevocabilmente "ripudia la guerra", va sottolineato
che siamo in presenza di un obbligo di legge per tutti cogente, non
eludibile da parte di alcun cittadino italiano, non eludibile da parte di
alcuna istituzione italiana che in tanto e' legittima in quanto fedele alla
Costituzione.

4. Ma infine e decisivamente: la guerra consiste nell'uccidere, nega quindi
il diritto alla vita. ma se si nega il diritto alla vita, cessa la base
materiale di tutti i diritti umani e il primo e fondante di essi diritti; e
cessa altresi' la possibilita' della convivenza, della societa', della
civilta'; e cessa infine l'umanita' stessa come esistenza concreta degli
individui che la compongono, come solidarieta' che tutti gli esseri umani
tiene insieme, come impresa ed essenza comune - la cultura umana, la
civilta' umana, la condizione umana, l'umana famiglia - di tutti gli esseri
umani passati, presenti e futuri; e come sentimento, come concetto, come
realta'.

5. Le vittime delle guerre passate devono essere un perenne monito affinche'
non abbiano luogo nuove guerre che nuove vittime provocherebbero. Il
rispetto alle vittime dovuto deve estrinsecarsi nell'impegno ad impedire che
nuove vittime vi siano.

6. Solo chi si oppone a nuove guerre esprime sincero lutto e solidarieta'
autentica per le vittime delle guerre passate. Chi invece nuove guerre
propugna, prepara, decide, avalla, comanda ed esegue e' indegno di
commemorare le vittime delle guerre passate, poiche' col suo agire
nuovamente le uccide e le umilia.

7. Solo se si e' costruttori di pace si e' avversari della guerra. E solo se
si e' avversari della guerra si raccoglie il muto messaggio delle vittime
della guerra, l'appello che dal loro volto, dalla loro vicenda promana. E
per essere costruttori di pace occorre fare la scelta teoretica e pratica,
morale e civile, della nonviolenza. La nonviolenza e' la scelta
dell'opposizione integrale, la piu' nitida e la piu' intransigente, alla
violenza in tutte la sue forme: alle oppressioni, come alle dittature, come
al terrorismo, come alle guerre. La nonviolenza, come ebbe a scrivere Aldo
Capitini, e' il varco attuale della storia.

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Centro di ricerca per la pace
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Viterbo, 4 novembre 2002 (anniversario della fine della "inutile strage"
della prima guerra mondiale)